La Dottrina di Macometto.
CAPITOLO
.XII.
XII.
[1]
ERA IL Nuntio di Dio,
l’oratione,
e la
ʃalute
salute
del quale
ʃia
sia
ʃopra
sopra
lui,
tra
ʃuoi
suoi
compagni
à
ʃedere
sedere
nella Citta
ʃua
sua
Ieʃrab,
Iesrab,
quando che l’Angelo Gabriello gli
apparue,
apparve,
di-cendo.
dicendo.
Dio ti
ʃaluta
saluta
ò
Macometto,
&
egli
diʃʃe
disse
riʃpondendo,
rispondendo,
Egli
è
il
ʃignore
signore
della
ʃalute,
salute,
perche ella procede da lui,
e a
lui
ʃi
si
ri-torna.
ritorna.
E quello
ʃeguitando
seguitando
uerranno
verranno
diʃʃe,
disse,
Quattro huomini di gran
prudentia,
e principali Rabini de giudei ad
approuarti,
approvarti,
Il maggiore de
quali e
Abdia
Ibenʃalon,
Ibensalon,
chiamato dopò
Abdalla
Ibenʃelech.
Ibenselech.
A cui Macometto
ò
amico,
uengano
vengano
eglino alla
ʃalute,
salute,
o per
ʃprezzarmi
sprezzarmi
?
a
ʃalute
salute
riʃpoʃe.
rispose.
Allhora il Nuntio di Dio commanda ad Ali figliuolo di
Abita-lib,
Abitalib,
che egli
uada
vada
loro incontro,
accompagnato da alcuni altri,
i quali
incontrandoli gli
ʃaluta,
saluta,
dicendo.
Salute Abdia
Ibeʃalon,
Ibesalon,
nominando ancho tutti gl’altri per ordine,
i quali
marauigliandoʃi
maravigliandosi
addomandano,
chi
gli habbia
coʃi
cosi
detto il nome loro,
ouero
overo
di
dõde
donde
ha
ʃaputo
saputo
che
doueuan
dovevan
uenire.
venire.
Riʃponde,
Risponde,
che egli
è
mandato da Macometto
ʃuo
suo
Zio,
e
coʃi
cosi
ʃe-guono
seguono
lo huomo tra lor ragionando di quelle
coʃe,
cose,
che
eβi
essi
haueuano
havevano
udito non
ʃanza
sanza
marauiglia.
maraviglia.
Giunti dunque al Propheta,
andando
in-nanzi
innanzi
Abdia
Ibenʃalon
Ibensalon
diʃʃe.
disse.
La
ʃalute
salute
ʃopra
sopra
di te
ò
Macometto,
Et
egli,
ʃalute
salute
ʃopra
sopra
colui,
che
ʃegue
segue
la
ʃalute,
salute,
e teme la potentia di Dio.
Alqual Abdia.
Io Abdia,
e
queʃti
questi
miei compagni periti della
noʃtra
nostra
legge,
uegniamo
vegniamo
à
te mandati dal popolo de giudei,
accioche tu ne
aʃ-ʃolua
assolva
alcuni luoghi nella
noʃtra
nostra
legge,
i quali non
ʃono
sono
inteʃi,
intesi,
e noi
ʃappiamo,
sappiamo,
che tu potrai facilmente
uolendo
volendo
intendergli.
Et egli,
ʃete
sete
uenuti
venuti
à
tentarmi,
o pur a
ricercar
queʃta
questa
coʃa
cosa
?
Sia lecito adunque quanto
piacerà,
b
[2]
Allhora egli di cento
queʃtioni
questioni
Principali,
le quali
haueua
haveva
ʃcelte
scelte
delle leggi,
e
poʃtele
postele
in
ʃcritto,
scritto,
proponendo la prima
diʃʃe.
disse.
Se ti
piace
ò
Macometto,
di in prima,
ʃe
se
tu
ʃei
sei
Propheta,
o Nuntio.
Riʃpoʃe.
Rispose.
Iddio mi
cõʃtitui
constitui
Nuntio,
e Propheta,
perche egli
diʃʃe
disse
coʃi
cosi
nell’Alcorano
.
Parte mandai
ʃopra
sopra
te,
e parte non mandai,
la parola di Dio
è
alta,
ne
è
poβibile
possibile
all’huomo parlar con Dio
ʃe
se
non per nuntio.
Diʃʃe.
Disse.
Tu
di-
ci
dici
il
uero.
vero.
Ma dimmi,
predichi tu la tua legge,
o quella di Dio?
Riʃpo-ʃe,
Rispose,
la legge di Dio.
Et egli,
che
coʃa
cosa
è
la legge di Dio?
Riʃpoʃe,
Rispose,
la
fede,
che fede?
Non de Dei,
ma di Dio,
egli
è
ʃolo
solo
ʃanza
sanza
altro,
e io
Ma-cometto
Macometto
ʃon
son
ʃuo
suo
ʃeruo,
servo,
e nuntio,
che predico la fine,
nella quale
ʃanza
sanza
dubbio
riʃuʃciteranno
risusciteranno
i morti.
Diʃʃe.
Disse.
Egli e
il
uero
vero
quel che tu di.
Ma
dimmi
ʃe
se
ti piace,
quanti
ʃon
son
le leggi di Dio?
Riʃpoʃe
Rispose
una.
Ma che
di-rai
dirai
tu de Propheti,
che
ʃono
sono
ʃtati
stati
innanzi
à
te?
Riʃpoʃe,
Rispose,
la legge,
o
ueramente
veramente
la fede,
e
ʃtata
stata
una
ʃola
sola
di tutti,
ma i
modi loro
diuerʃi.
diversi.
Diʃʃe,
Disse,
coʃi
cosi
è
come tu di.
Ma entraremo noi in
Paradiʃo
Paradiso
col modo de Saracini,
per fede,
per credere,
o per opere?
Riʃpoʃe,
Rispose,
queʃte
queste
tre
coʃe
cose
ʃon
son
neceʃʃarie,
necessarie,
non
dimeno s’alcuno de
Chriʃtiani,
Christiani,
de Giudei,
o de Gentili
ʃi
si
conuertira
convertira
al-la
alla
fe de Saracini,
e che innanzi che faccia l’opere muoia,
la fede
ʃola-mente
solamente
è
baʃtante,
bastante,
e
uero
vero
dice egli:
ma dimmi,
Ti ha Dio mandato
ʃcrit-to
scritto
alcuno?
Riʃpoʃe.
Rispose.
Si,
e
chiamaʃi
chiamasi
c
[3]
Alfurcano,
perche
è
chiamato
Al-furcano
Alfurcano
?
Riʃpoʃe,
Rispose,
perche le
ʃue
sue
figure,
e le
ʃue
sue
ʃentenze
sentenze
ʃon
son
benigne,
e
piaceuoli,
piacevoli,
e
inʃieme
insieme
ʃceʃe
scese
ʃopra
sopra
di me,
la parola di Dio in quella maniera che
à
Moʃe
Mose
fu data la legge,
a
Dauit
Davit
il Saltero,
e
à
CHRISTO il
Vangelo.
Diβe,
Disse,
queʃto
questo
è
uero.
vero.
Ma qual
è
il principio dell’Alfurcano?
Riʃpoʃe.
Rispose.
Il Principio del libro.
d
[4]
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e
com-paβioneuole,
compassionevole,
e che dopo?
Riʃpoʃe,
Rispose,
Abuget,
che
uuol
vuol
dir Abuget?
Riʃpoʃe.
Rispose.
A.
Dio.
B.
potentia di Dio.
G.
Bellezza di Dio.
D.
legge di Dio,
la
Pieta di Dio
preuiene
previene
la
ʃua
sua
ira,
et egli come
queʃto
questo
?
Perche Adamo
eʃʃendo
essendo
creato di
nuouo,
nuovo,
e
leuatoʃi
levatosi
ʃu,
su,
ʃternutando
sternutando
diʃʃe,
disse,
ringratiato
ʃia
sia
Dio,
il che gl’Angeli udendo,
e
[5]
la Pieta di Dio
ʃopradite
sopradite
ò
Adamo,
et
egli,
ʃe
se
ti piace numera quelle quattro
ʃorti
sorti
di
coʃe,
cose,
che Dio fece con le
propie mani.
Riʃpoʃe.
Rispose.
Dio con le
ʃue
sue
propie mani edificò
il
Paradiʃo
Paradiso
maggiore.
f
[6]
Piantó
l’albore della Tromba.
[7]
Fece Adamo,
e
ʃcriʃʃe
scrisse
le
tauole
tavole
a
Moʃe.
Mose.
Et egli,
e
queʃto
questo
è
il
uero,
vero,
ma dimmi,
chi ti ha
moʃtro
mostro
que-ʃte
queste
coʃe
cose
?
Riʃpoʃe,
Rispose,
Gabriello.
Et egli,
ʃe
se
ti piace,
dimmi per ordine,
che
coʃa
cosa
è
uno,
che
coʃa
cosa
è
duoi,
e .
3.
e .
4.
e .
5.
e .
6.
e .
7.
e
.
8.
e .
9.
e .
10.
fino
à
cento.
Riʃpoʃe,
Rispose,
[8]
uno
è
Dio,
col quale non partecipa alcuno altro,
e che
non ha
cõpagno
compagno,,
ne figliuolo,
nelle
ʃue
sue
mani,
é
la
uita,
vita,
e la morte,
et
è
potente
ʃopra
sopra
ogni
coʃa.
cosa.
Duoi Adamo,
et
Eua,
Eva,
i quali erano anchora
innãzi
innanzi
che
fuʃʃero
fussero
cacciati dal
Paradiʃo.
Paradiso.
Tre Gabriel,
Michele,
e Serafiel,
arcangeli
ʃecretari
secretari
della deità.
i
[9]
Quattro la legge di
Moʃe,
Mose,
i Salmi di
Dauit,
Davit,
l’Euãgelio
l’Evangelio,,
e l’Alfurcano.
k
[10]
Cinq;
Cinque
ʃon
son
l’oratiõi
l’orationi
di Dio,
che egli
mi ordinò,
e al popol mio,
mai non date a
Propheti
paʃʃati,
passati,
ne dara mai
ք
l’auenire
l’avenire
ad alcuno.
Sei,
i giorni ne quali Dio ni
{11}
l’opera
ʃua,
sua,
ʃette
sette
ʃono
sono
i Cieli,
e l’Alcorano dice
coʃi.
cosi.
Ordinò
ʃette
sette
Cieli.
Otto
ʃon
son
gli Angeli,
che il di del giudicio porteranno il Trono di Dio.
Noue
Nove
i
miraco-li
miracoli
di
Moʃe.
Mose.
Dieci i
di del digiuno,
de quali tre
ʃi
si
ʃpendono
spendono
nell’andar in
uiaggio
viaggio
peregrinando,
e
ʃette
sette
nel ritorno.
Vndeci
Undeci
ʃon
son
le
ʃtelle,
stelle,
le quali
Ioʃef
Iosef
uidde
vidde
che
l’adorauano.
l’adoravano.
Dodeci i
meʃi
mesi
de l’anno.
k
[11]
Tredici
ʃtelle
stelle
principali con la Luna,
e col Sole,
Quatordeci le candele,
che pendono
intorno al Trono di Dio lunghe quanto
ʃarebbe
sarebbe
un
uiaggio
viaggio
di cinquanta anni.
Quindici,
che l’Alcorano continuamente per quindeci giorni
diʃceʃe
discese
dal Cielo fino All’Inferno,
e di quindi
uʃcito
uscito
apoco apoco
ʃtette
stette
fino
à
.xv.
xv.
di Ramadan,
perche e
ʃcritto
scritto
coʃi
cosi
nell’Alcorano,
il
meʃe
mese
di
Ramadan nel qual
diʃceʃe
discese
l’Alcorano.
Sedici
ʃono
sono
le Legioni de gli
Angeli cherubini intorno al Trono di Dio,
che lodano il nome del
ʃuo
suo
Signore.
l
[12]
Dicieʃette
Diciesette
ʃono
sono
i nomi di Dio
poʃti
posti
tra la terra,
e l’inferno,
il
che
ʃe
se
non
fuʃʃe
fusse
la fiamma dell’inferno
uʃcendo
uscendo
fuori
conʃumerebbe
consumerebbe
tutto il Mondo.
Diceotto
gl’interʃtitij
gl’interstitii
tra il Trono di Dio,
e l’Aria,
il che
ʃe
se
non
fuʃʃe
fusse
il caldo dell’inferno
conʃumerebbe
consumerebbe
il Mondo.
Diecienoue
Diecienove
ʃon
son
i Rami di Zacar fiume infernale,
ilquale il di del giudicio con
grandiβimo
grandissimo
strepito chiamerà,
e tutti i
dannati
riʃponderanno
risponderanno
Venti,
per-che
perche
il
.xx.
xx.
di di Ramadan
diʃceʃʃero
discessero
i Salmi
ʃopra
sopra
Dauid
David
Vent’uno,
perche il
.xxi.
xxi.
del
Meʃe
Mese
Ramadan nacque Solomone,
e i
monti lodarono
il Signore
.xxij.
xxii.
perche a
i
uintidue
vintidue
di Ramadan Iddio perdonò
à
Da-uit
Davit
il peccato di
Vria.
Uria.
m
[13]
Ventitre perche alli
.xxiij.
xxiii.
di Ramadan
nac-que
nacque
CHRISTO figliuolo di MARIA,
l’oration di Dio
ʃopra
sopra
di lui.
Ventiquattro,
perche Dio
fauello
favello
à
Moʃe
Mose
.xxv.
xxv.
Moʃe
Mose
diuiʃe
divise
il mare,
e
paʃʃo
passo
cõ
con
tutto
Iʃrahele
Israhele
.xxvi.
xxvi.
diede Dio le
tauole
tavole
à
Moʃe
Mose
.xxvij.
xxvii.
il
peʃce
pesce
inghiotti Iona,
che cadde nel mare
.xxviij.
xxviii.
Dio
rẽde
rende
la
ueduta
veduta
à
Iacob,
quando Giuda porto la
camiʃcia
camiscia
di
Ioʃef
Iosef
.xxix.
xxix.
Dio
aʃʃunʃe
assunse
Enoch.
n
[14]
xxx.
andò
Moʃe
Mose
al monte Sinai,
E qui il Giudeo l’interruppe
dicẽdo
dicendo..
Abbreuia
Abbrevia
o Macometto,
&
eʃpediʃciti,
espedisciti,
Riʃpoʃe,
Rispose,
faro quel che tu
uoi
voi
per non
uʃcir
uscir
fuori delle tue domande
.xl.
xl.
ʃono
sono
i giorni,
ne quali
Moʃe
Mose
digiuno.
o
[15]
50.
ʃono
sono
le migliaia de gli
ãni
anni,,
che
durerãno
dureranno
il di del giuditio.
60.
ʃon
son
le
uarietà
varietà
de colori della terra,
la qual
ʃe
se
ella
nõ
non
fuʃʃe,
fusse,
nõ
non
ci
ʃa-rebbe
sarebbe
tra gli huomini notitia alcuna delle
coʃe.
cose.
70.
huomini
s’eleʃʃe
s’elesse
Moʃe.
Mose.
p
[16]
80.
battiture debbe
hauer
haver
l’imbriaco.
q
[17]
90.
perche l’Angelo
mãdato
mandato
a
Dauit
Davit
diʃʃe,
disse,
queʃto
questo
compagno mio
haueua
haveva
nouanta
novanta
pecore,
&
io una
ʃola
sola
che egli mi
tolʃe,
tolse,
Cento
ʃono
sono
le battiture,
che debbe
hauer
haver
colui che
ʃarà
sarà
trouato
trovato
in adulterio.
Allhora
diʃʃe
disse
il Giudeo.
Veramente o
Maco-metto,
Macometto,
che tu di rettamente,
quel che
è
in
uero,
vero,
ma
ʃe
se
ti piace,
dimmi in
che modo
è
fatta la terra,
e i
monti,
e quali
ʃono
sono
i
ʃuoi
suoi
nomi,
e quando furono
.
Riʃpoʃe,
Rispose,
Creo Dio Adamo di fango,
il fango
uenne
venne
dalla
ʃpuma,
spuma,
la
ʃpuma
spuma
dalla
tempeʃta
tempesta
dell’onde,
la
tempeʃta
tempesta
dal Mare,
il Mare dalle
tenebre,
le tenebre dalla luce,
la luce dalla parola,
la parola dal
penʃie-ro,
pensiero,
il
penʃiero
pensiero
dal Giacinto,
r
[18]
il Giacinto dal
cõmandamento
commandamento,,
ʃarai,
sarai,
e fù
fatto.
Diʃʃe
Disse
il Giudeo,
doue
dove
ʃedra
sedra
lo huomo,
doue
dove
ʃtarà,
starà,
o in che luogho?
Riʃpoʃe
Rispose
ʃopra
sopra
le
ʃpalle
spalle
dell’huomo:
la penna
ʃarà
sarà
la lingua,
lo
ʃputo
sputo
l’inchioʃtro,
l’inchiostro,
e la
tauola
tavola
da
ʃcriuere
scrivere
il core.
&
queʃto
questo
e
uero,
vero,
diʃʃe.
disse.
Ma
ua
va
piu oltra
ʃe
se
ti piace,
e dimmi,
che
coʃa
cosa
dopo
queʃto
questo
fe Dio.
Riʃpoʃe,
Rispose,
la
tauola,
tavola,
e la penna.
Diʃʃe,
Disse,
che
tauola,
tavola,
e che penna?
Riʃpoʃe,
Rispose,
la
tauola
tavola
do-ue
dove
è
ʃcritto
scritto
cio che fù
è
ʃarà
sarà
in cielo,
e in terra,
s
[19]
La penna
ʃarà
sarà
di luce
chiariβima.
chiarissima.
Diʃʃe,
Disse,
come
ʃarà
sarà
lunga
queʃta
questa
penna?
Riʃpoʃe,
Rispose,
lo
ʃpatio
spatio
di
500.
anni.
La larghezza di.
80.
anni,
e non
ʃi
si
ceʃʃera
cessera
mai di
ʃcriuere
scrivere
quel che
ʃi
si
fa nel Mondo,
e
ʃe
se
farà
fino al di del giudicio,
Nell’Alcora-no,
Nell’Alcorano,
diʃʃe,
disse,
eʃʃendo
essendo
la
Tauola
Tavola
di che
coʃa
cosa
e?
Riʃpoʃe,
Rispose,
t
[20]
di
ʃmeraldo
smeraldo
belliβi-mo,
bellissimo,
le parole
ʃon
son
di perle,
e il
ʃuo
suo
doʃʃo,
dosso,
e di pietà.
Diʃʃe,
Disse,
quante
uolte
volte
guardi quella
tauola,
tavola,
tra la notte,
e il di?
Riʃpoʃe.
Rispose.
u
[21]
clx.
uolte.
volte.
Diʃʃe,
Disse,
procedi piu oltre,
e dimmi,
perche il Cielo
ʃi
si
chiami Cielo.
Riʃpoʃe,
Rispose,
perche
egli
è
creato di fumo,
x
[22]
e il fumo dal
uapor
vapor
del mare.
Diʃʃe,
Disse,
di donde ha
il
uerde
verde
?
Riʃpoʃe,
Rispose,
dal monte Caf,
e il monte Caf lo ha da gli
ʃmeraldi
smeraldi
del
Paradiʃo,
Paradiso,
y
[23]
ilqual monte cingendo intorno il cerchio della terra
ʃo-ʃtiene
sostiene
il Cielo.
Diʃʃe,
Disse,
il Cielo ha porta?
Riʃpoʃe,
Rispose,
Ha porte che pendono.
Diʃʃe,
Disse,
e le porte hanno
chiaui
chiavi
?
Riʃpoʃe,
Rispose,
hãno
hanno
le
chiaui,
chiavi,
z
[24]
le quali
ʃon
son
nel
Theʃoro
Thesoro
di Dio.
Diʃʃe,
Disse,
di che fon le porte?
Riʃpoʃe
Rispose
d’oro.
Diʃʃe,
Disse,
tu di il
uero,
vero,
ma dimmi,
queʃto
questo
noʃtro
nostro
Cielo d’onde
é
creato?
a
[25]
Riʃpoʃe.
Rispose.
Il primo
d’acqua
uerde,
verde,
il
ʃecondo
secondo
d’acqua chiara,
il terzo di
ʃmeraldi,
smeraldi,
il quarto
d’oro
puriβimo,
purissimo,
il quinto di Giacinto,
il
ʃeʃto
sesto
di una
lucidiβima
lucidissima
nuuola,
nuvola,
il
ʃettimo
settimo
di
ʃplendor
splendor
di fuoco.
Diʃʃe,
Disse,
e di
queʃto
questo
tu di il
uero.
vero.
Ma di
ʃo-pra
sopra
à
questi
ʃette
sette
Cieli,
che
ui
vi
è?
Riʃpoʃe,
Rispose,
[26]
un mar
uiuifico,
vivifico,
e di
ʃopra
sopra
un
mar
nebuloʃo,
nebuloso,
e
coʃi
cosi
procedendo per ordine,
ui
vi
è
il mare aereo,
e di
ʃo-pra
sopra
il mar
penoʃo,
penoso,
e di
ʃopra
sopra
il mar
tenebroʃo,
tenebroso,
e di
ʃopra
sopra
il mar di
ʃollazzo,
sollazzo,
e di
ʃopra
sopra
la Luna,
e di
ʃopra
sopra
il Sole,
e di
ʃopra
sopra
il nome di Dio,
e di
ʃopra
sopra
la
ʃopplicatione,
sopplicatione,
e di
ʃopra
sopra
Gabriello,
e di
ʃopra
sopra
il
raʃo
raso
Pergame-no,
Pergameno,
e di
ʃopra
sopra
il mar pieno,
e di
ʃopra
sopra
ʃettanta
settanta
interualli
intervalli
della luce,
e di
ʃopra
sopra
.lxx.
lxx.
milia turbe,
e in
ciaʃcuna
ciascuna
turba
ʃon
son
cinque milia Angeli,
che
mai
nõ
non
ceʃʃano
cessano
di lodar Dio,
e di
ʃopra
sopra
ci
è
il termine della dignità
Angelica,
e di
ʃopra
sopra
lo
ʃtendardo
stendardo
della Gloria,
e di
ʃopra
sopra
gl’interualli
gl’intervalli
di
Per-le,
Perle,
di
ʃopra
sopra
gl’interualli
gl’intervalli
della gratia,
e di
ʃopra
sopra
gl’interualli
gl’intervalli
della
po-tenza,
potenza,
e di
ʃopra
sopra
gl’interualli
gl’intervalli
della deità,
e di
ʃopra
sopra
gl’interualli
gl’intervalli
della
diʃpenʃatione,
dispensatione,
e di
ʃopra
sopra
lo
ʃcabello,
scabello,
e di
ʃopra
sopra
il Seggio,
e di
ʃopra
sopra
il
Si-gnore
Signore
dell’uniuerʃità.
dell’università.
Diʃʃe
Disse
marauiglioʃamente
maravigliosamente
hai
ʃaputo
saputo
dire,
come le
coʃe
cose
appunto
ʃtanno,
stanno,
Seguita hora che tu mi dica
ʃe
se
il Sole,
e la Luna
ʃon
son
fedeli,
c
o infedeli.
Riʃpoʃe.
Rispose.
[27]
Fedeli,
e
obbediẽti
obbedienti
à
ogni
cõmandamento
commandamento
di
Dio.
Diʃʃe,
Disse,
onde
uien
vien
adunq;
adunque
che non
ʃplendono
splendono
ambeduoi ugualmente?
Riʃpoʃe.
Rispose.
Dio gli creò
uguali di
ʃplendore,
splendore,
e di
uirtù,
virtù,
Oue
Ove
egli
auenne,
avenne,
che
eʃʃendo
essendo
incerta la
uolta
volta
del giorno,
e della notte Gabriello
uolo,
volo,
e
uolando
volando
per
ʃorte,
sorte,
come
ʃuole
suole
accadere,
toccò
con una delle
ʃue
sue
ali la
Lu-na,
Luna,
e da quella hora in qua,
ella
è
fatta
oʃcura.
oscura.
Diʃʃe,
Disse,
perche la notte
é
detta notte?
Riʃpoʃe,
Rispose,
[28]
perche ella
è
uelo
velo
che cuopre il
maʃchio,
maschio,
e la
femi-na.
femina.
Diʃʃe,
Disse,
tu di il
uero,
vero,
Ma ragionami un poco,
quanti
ʃon
son
gli ordini
del-le
delle
ʃtelle.
stelle.
Riʃpoʃe,
Rispose,
tre
ʃon
son
gl’ordini,
il primo pende dal
ʃeggio
seggio
di Dio per
alcune catene d’oro,
e
ʃplendono
splendono
fino al
ʃettimo
settimo
Trono.
Il
ʃecondo
secondo
è
di
quelle
ʃtelle,
stelle,
che adornano il Cielo,
e quando i
diauoli
diavoli
uengono
vengono
per
ingãnar
ingannar,,
e
inʃidiar
insidiar
le
coʃe
cose
celeʃti,
celesti,
eʃʃe
esse
ʃtelle
stelle
facendoʃi
facendosi
loro incontro gli
cac-ciano.
cacciano.
Il terzo
è
per
riʃpetto
rispetto
de
ʃegni,
segni,
e delle
ʃtelle.
stelle.
Diʃʃe,
Disse,
e di
queʃto
questo
tu
di il
uero,
vero,
ne
ʃi
si
puo credere altrimenti.
Dimmi dunque,
quanti mari
ʃo-no
sono
tra noi,
e il cielo?
Riʃpoʃe,
Rispose,
[29]
ʃette.
sette.
E quanti
uenti
venti
tra noi e
il cielo?
Ri-ʃpoʃe,
Rispose,
tre,
il primo
uento
vento
è
ʃterile,
sterile,
ilqual Dio mandò
ad Acath.
Il
ʃecondo
secondo
è
negro,
e
queʃto
questo
è
quello che gonfia il mare,
e il di del giudicio
ʃoffiãdo
soffiando
accendera piu il fuoco,
il terzo
è
quello che
amminiʃtra
amministra
le
coʃe
cose
al mare,
e alla terra.
Diʃʃe,
Disse,
hai ragione,
Ma quanti
interualli
intervalli
ʃono
sono
dal Cielo
à
noi?
Riʃpoʃe,
Rispose,
uno,
il che non
eʃʃendo
essendo
il
celeʃte
celeste
ardore
conʃumerebbe
consumerebbe
tutte le
coʃe
cose
terrene.
Diʃʃe.
Disse.
Rettamente,
ma
ʃe
se
ʃi
si
lieua
lieva
la terra,
oue
ove
ʃtarà
starà
il Sole?
Riʃpoʃe,
Rispose,
In una fonte
calidiβima,
calidissima,
e la fonte nel colubro,
e il colubro
nell’interuallo,
nell’intervallo,
e
l’interuallo
l’intervallo
nel monte Caf,
e il monte in mano de
gl’Angeli,
che tengano il Mondo fino al di del giudicio.
Diʃʃe,
Disse,
e
queʃto
questo
e
uero,
vero,
Ma che ordine
ʃi
si
oʃerua
oserva
nel portar la
ʃede
sede
di Dio?
Riʃpoʃe,
Rispose,
[30]
I
ca-pi
capi
loro
ʃon
son
ʃotto
sotto
la
ʃede
sede
di Dio,
i piedi
ʃotto
sotto
il Trono.
Hanno
ʃi
si
grande
la
teʃta,
testa,
che s’uno uccello
uolaʃʃe
volasse
mille anni interi,
appena
arriuerebbe
arriverebbe
da una all’altra orecchia,
hanno
ʃopra
sopra
i capi loro le corna,
il cibo,
e il bere loro,
e la gloria,
e la laude di Dio,
Il
muouer
muover
de gl’Angeli
è
tãto
tanto
che
neʃʃuno
nessuno
non lo puo
ʃapere
sapere
ʃe
se
non Dio.
Diʃʃe,
Disse,
e
queʃto
questo
è
uero,
vero,
Ma dimmi,
che uccelli
ʃono
sono
tra noi,
e il cielo?
Riʃpoʃe.
Rispose.
Alcuni uccelli
nõ
non
toccan ne
la terra,
ne il cielo,
i colubri hanno il color bianco,
il
doʃʃo
dosso
di
cauallo,
cavallo,
le
chiome a
guiʃa
guisa
di
dõna
donna,,
l’ale come gl’uccelli.
Parturiʃcon
Parturiscon
le
uoua
vova
ʃopra
sopra
la coda loro,
e producono
quiui
quivi
i figliuoli.
Diʃʃe.
Disse.
Egli
è
uero,
vero,
Ma
queʃto
questo
mondo,
perche
è
chiamato mondo?
Riʃpoʃe.
Rispose.
[31]
perche
queʃto
questo
mondo fu fatto fuor d’un’altro
ʃecolo,
secolo,
ma
ʃe
se
fuʃʃe
fusse
fatto col
ʃecolo,
secolo,
ʃarebbe
sarebbe
perpetuo
come quello.
Egli
è
il
uero,
vero,
ma il fine perche lo chiami fine?
Riʃp.
Risp.
Per-che
Perche
riʃuʃcitera
risuscitera
in lui ogni
coʃa
cosa
creata.
Egli
è
coʃi,
cosi,
ma il
ʃecolo
secolo
altro,
perche
è
detto altro?
Riʃp.
Risp.
Perche
reʃtera
restera
ultimo dopò
queʃto
questo
mondo,
e
non
ʃi
si
puo
eʃprimer
esprimer
la
ʃua
sua
ʃomiglianza,
somiglianza,
e i
ʃuoi
suoi
habitatori non
ʃon
son
mortali,
ne il di
è
ʃottopoʃto
sottoposto
al numero,
perche
è
perpetuo.
Tu di il
uero,
vero,
ma
che debbo io proporti per farti fallare?
Dimmi,
qual
è
la piu forte
coʃa
cosa
?
il ferro,
e del ferro?
il fuoco,
e del fuoco?
l’acqua,
e dell’acqua?
il
uento.
vento.
Egli
è
uero,
vero,
ne per
queʃto
questo
reʃtero
restero
di
addomãdarti
addomandarti
Adamo,
perche e
detto Adamo?
Riʃp.
Risp.
Perche
è
creato del fango di tutte le terre,
e
nõ
non
di una
ʃola,
sola,
perche
ʃe
se
d’una
ʃola
sola
fuʃʃe
fusse
ʃtato
stato
creato,
gli huomini non harrebbero noticia di
coʃa
cosa
alcuna,
Egli
è
il
uero,
vero,
ʃe
se
tu mi dirai,
che
eʃʃendo
essendo
fat-to
fatto
Adamo,
di donde gl’entro lo
ʃpirito
spirito
in lui?
Riʃp.
Risp.
Per la bocca,
e per
bocca
uʃci.
usci.
Diʃʃe,
Disse,
Dio creato che lo hebbe,
che gli
diʃʃe
disse
?
Riʃp.
Risp.
Tu,
e la
tua donna,
mangiate,
e beete,
e habitate nel
Paradiʃo,
Paradiso,
ma non
ui
vi
accoʃtate
accostate
a
queʃto
questo
arbore.
Diʃʃe,
Disse,
e che arbore era?
Ris.
[32]
de frutti.
Qual fu la
ʃua
sua
forma?
Risp.
Haueua
Haveva
ʃette
sette
ʃpiche,
spiche,
delle quali Adamo ne
tolʃe
tolse
una,
oue
ove
erano cinque grani,
duoi ne mangio,
e duoi ne diede ad
Eua
Eva
ʃua
sua
donna,
[33]
il quinto grano lo portò
ʃeco.
seco.
Diʃʃe,
Disse,
come fù
grãde
grande,,
e che ne fece
d’eʃʃo
d’esso
?
Ris.
fu maggiore di
un’uouo,
un’uovo,
e lo
diuiʃe
divise
in 600.
parti,
delle quali
furõ
furon
cauate
cavate
tutte le
ʃorti
sorti
delle
ʃemenze.
semenze.
Diʃʃe,
Disse,
cacciato del
Paradiʃo
Paradiso
doue
dove
fu
il
ʃuo
suo
ricetto?
Riʃp.
Risp.
Adam
ʃtaua
stava
in India,
Eua
Eva
in Nubia,
Di che
ueʃtiuano
vestivano
?
Ris.
Adamo di foglie del
Paradiʃo,
Paradiso,
&
Eua
Eva
ʃi
si
ricopriua
ricopriva
con i
capel-li.
capelli.
Diʃʃe,
Disse,
doue
dove
ʃi
si
rincontrauano
rincontravano
ritrouãdoʃi
ritrovandosi
?
Riʃp.
Risp.
In Araf,
cioè
in Mecca
.
Qual fu poi fatto di lor due?
[34]
Eua
Eva
di Adamo della
ʃua
sua
ʃiniʃtra
sinistra
coʃta,
costa,
perche
ʃe
se
ella
fuʃʃe
fusse
fatta della
deʃtra,
destra,
ʃarebbe
sarebbe
come Adamo forte.
Chi
habito la terra
innãzi
innanzi
Adamo?
Riʃp.
Risp.
I
diauoli
diavoli
prima,
dopò
gl’Angeli,
e dopo gl’Angeli Adamo,
[35]
tra gl’Angeli,
e i
Diauoli
Diavoli
ʃon.
son.
ʃette
sette
milia anni,
e tra gl’Angeli,
e Adamo
ʃon
son
mille.
Diʃʃe,
Disse,
tu mi racconti la
coʃa
cosa
apũto
apunto
come la
paʃʃa,
passa,
ma
baʃti
basti
fina a
qui.
Paβiamo
Passiamo
hora ad altro ragionamento,
e dimmi
ʃe
se
ti piace,
chi comincio i
peregrinaggi?
Risp.
Adamo.
Chi
gli
raʃe
rase
il capo?
Gabriello.
Chi lo
circunciʃe
circuncise
?
Egli
ʃteʃʃo.
stesso.
Dopo Adamo,
chi fu
circõciʃo
circonciso
?
Abramo.
E
queʃto
questo
è
uero,
vero,
perche ci
ʃono
sono
manifeste,
e ci
reʃta
resta
altro addimandare,
ma dimmi,
qual
è
la terra che ha
ueduto
veduto
il Sole
una
uolta,
volta,
e non
uedra
vedra
mai piu
ʃe
se
non alla fine de
ʃecoli.
secoli.
Riʃpoʃe,
Rispose,
quel-la
quella
del mare che
diuiʃe
divise
Moʃe,
Mose,
tal che
ʃe
se
uide
vide
il fondo,
e ritornate l’onde
mai piu
ʃi
si
uedra,
vedra,
e che ti pare Abdia,
ritroui
ritrovi
tu
queʃte
queste
coʃe
cose
nella tua legge
?
[36]
Non,
Segui anchora.
Quale
è
la
caʃa
casa
che ha
.xij.
xii.
porte,
per le quali
eʃcano
escano
.xij.
xii.
portioni di
.xij.
xii.
generationi?
Riʃp.
Risp.
Quella ruppe,
che
Moʃe
Mose
percoʃʃe
percosse
apri
.xij.
xii.
porte,
e mandò
fuori
.xij.
xii.
fonti per le
.xij.
xii.
Tribu
d’Iʃ-rael.
d’Israel.
Diʃʃe,
Disse,
egli
è
il
uero.
vero.
Ma Dio
à
che parte parlò
della terra?
Ris.
al monte Sinai
comandãdogli
comandandogli,,
che
eleuaʃʃe
elevasse
Moʃe
Mose
fino al cielo.
Che
coʃa
cosa
fù
legno prima,
e poi
ʃpirito
spirito
?
Riʃ.
Ris.
La
uirga
virga
di
Moʃe
Mose
che hora fù
legno,
hora
ʃerpente.
serpente.
Qual femmina nacque
ʃolamente
solamente
di
maʃchio,
maschio,
e qual
ma-ʃchio
maschio
di femina?
Riʃp.
Risp.
l
Eua
Eva
ʃolamẽte
solamente
nacque di Adamo,
e CHRISTO
di MARIA
uergine.
vergine.
[37]
Diʃʃe,
Disse,
quel che tu di
è
il
uero,
vero,
ʃe
se
mi dirai,
che furono quelle tre
coʃe,
cose,
che
ʃon
son
nate
ʃenza
senza
cõmiʃtione
commistione
di huomo.
Riʃ.
Ris.
Adamo
.
Arlos di Abramo,
e
GIESV
GIESU
CHRISTO.
Egli
è
uero,
vero,
ma qual
ʃepulcro
sepulcro
s’è
meβo
messo
col
ʃuo
suo
ʃepolto
sepolto
?
Riʃp.
Risp.
Il
peʃce
pesce
con Iona.
Chi
ʃon
son
quei
duoi
ʃolamẽte
solamente
i cui
ʃepolcri
sepolcri
nõ
non
ʃi
si
ʃanno
sanno
?
Riʃpoʃe
Rispose
Abitalib,
e
Moʃe,
Mose,
ilquale
conoʃcẽdo
conoscendo
che
s’appreʃʃaua
s’appressava
il
tẽpo
tempo
della morte,
cõmandò
commandò
che dopò
la
ʃua
sua
morte
fuʃʃe
fusse
poʃto
posto
in
ʃulle
sulle
ʃpalle
spalle
d’un Camello,
e lo
laʃcino
lascino
andar
doue
dove
a lui
pareβe,
paresse,
e lo
ʃeguitaʃʃero,
seguitassero,
fin che egli di
ʃua
sua
uolõtà
volontà
ʃi
si
poʃaʃʃe,
posasse,
fatto
queʃto,
questo,
doue
dove
il Camello
giunʃe,
giunse,
e
ʃi
si
fermo,
cauãdo
cavando
fù
ritrouato
ritrovato
un monumento con un Epitafio,
ilqual
diceua
diceva
quello
eʃʃer
esser
il
monumẽto
monumento,,
che Noe
hauea
havea
apparecchiato ad Abilalib,
e
quiui
quivi
ʃepolto,
sepolto,
il luogho
ʃi
si
ha
քduto,
ne mai piu
ʃi
si
ha potuto
ritrouare.
ritrovare.
Moʃe
Mose
andando
ʃolo
solo
per un
deʃer-to
deserto
a
caʃo
caso
trouo
trovo
il
ʃepolcro
sepolcro
aperto,
e
uoto,
voto,
cauato
cavato
tanto quanto alla
ʃua
sua
grandezza del corpo
ʃi
si
conueniua,
conveniva,
del che
marauigliandoʃi
maravigliandosi
molto,
comincio
à
miʃurarlo
misurarlo
dalla propia
ʃtatura,
statura,
intanto l’Angelo della morte
uenne
venne
ad occidere
Moʃe.
Mose.
Il che egli
conoʃcendo,
conoscendo,
diʃʃe,
disse,
a che
ʃei
sei
tu
uenuto
venuto
?
Riʃpondendo
Rispondendo
diʃʃe,
disse,
ʃon
son
mandato per l’anima tua,
à
cui
Moʃe,
Mose,
di donde la torrai,
per la bocca non
ʃi
si
puo,
perche con quella ho
fauellato
favellato
al Signore,
per gli orecchi meno,
perche con quelli ho udito la
ʃua
sua
uoce,
voce,
Ne
per gliocchi co quali ho
ueduto
veduto
la faccia del Signore,
ne per le mani
con le quali ho
riceuuto
ricevuto
il dono da Dio,
ne per i
piedi,
co quali
ʃon
son
aʃceʃo
asceso
ʃul
sul
monte Sina,
L’Angelo
hauendo
havendo
udito
queʃto
questo
ʃi
si
parti,
e mutata
nuoua
nuova
forma,
ritorno con un’pomo del
Paradiʃo,
Paradiso,
e lo diede
à
Moʃe,
Mose,
ac-cioche
accioche
egli lo
odoraʃʃe.
odorasse.
Moʃe
Mose
lo
tolʃe,
tolse,
e fiutandolo,
l’Angelo lo
preʃe
prese
per il
Naʃo,
Naso,
e di
quiui
quivi
gli
cauo
cavo
l’anima,
il che fatto
rimaʃe
rimase
quel corpo
nella
ʃepoltura
sepoltura
non
trouata
trovata
mai da
neʃʃuno.
nessuno.
Diβe,
Disse,
ueramente
veramente
fù
come
tu m’hai raccontato,
ma dimmi qual fuoco
è
quello che mangia e
bee,
e
dopo
s’eʃtingue,
s’estingue,
e non
s’accẽde
s’accende
altrimenti in fino al di del giudicio?
Riʃpoʃe.
Rispose.
Il fuoco nel corpo humano
ʃi
si
ʃoʃtenta
sostenta
col
uiuere,
vivere,
ma l’anima
par-tendoʃi
partendosi
s’estingue ne s’accende altrimenti s’ella non ritorna al
ʃuo
suo
corpo
.
E
queʃto
questo
è
uero.
vero.
Ma che
coʃa
cosa
è
quella che
è
ʃempre
sempre
grande,
e qual
è
quella che
ʃempre
sempre
è
piccola?
Ris.
Le pietruzze
ʃon
son
ʃempre
sempre
picciole,
e i
Monti
ʃon
son
ʃempre
sempre
grãdi
grandi,,
Egli
è
il
uero
vero
diʃʃe,
disse,
Ma
doue
dove
è
il mezzo della
terra?
Ris.
A
Hieruʃalẽme
Hierusalemme,,
doue
dove
le genti
diʃperʃe
disperse
ʃi
si
adunerãno
aduneranno
in cotal
luogo,
e
doue
dove
ʃarà
sarà
un
Põte
Ponte,,
e una
ʃtadera
stadera
ʃopra
sopra
l’inferno,
ilquale
ui
vi
ʃarà
sarà
portato da
.lxx.
lxx.
milia Angeli,
Egli
è
coʃi.
cosi.
Ma perche
Gieruʃalẽme
Gierusalemme
è
detta
caʃa
casa
benedetta?
Ris.
perche ella
è
per linea retta
ʃotto
sotto
il cielo,
e
ք
che
quiui
quivi
Dio e
gl’Angeli parlarono co i
Patriarchi,
e co i
Propheti,
[38]
e
qui-ui
quivi
Dio diede
à
Moʃe
Mose
tre mile,
e cinquecento,
e quindeci precetti,
diʃʃe
disse
e
coʃi
cosi
ʃta
sta
il
uero,
vero,
Ma dimmi,
qual
è
quel humore,
che non
è
di Cielo,
ne di
terra?
Riʃ.
Ris.
Il
ʃudore
sudore
de gli animali che
lauorano.
lavorano.
Dimmi piacendoti,
come fu fatta la
Naue
Nave
?
Riʃp.
Risp.
Noe fu il primo che comincio la
Naue,
Nave,
e
Ga-briello
Gabriello
gli diede legnami,
e Noe
ui
vi
entrò
dentro con i
ʃuoi
suoi
figliuoli,
e
partendoʃi
partendosi
di Arabia,
e
nauigando
navigando
ʃette
sette
uolte
volte
girò
ʃopra
sopra
Mecca,
e
na-uigando
navigando
ʃopra
sopra
Gieruʃalẽme
Gierusalemme
la circondò
ʃette
sette
uolte,
volte,
e
peruenne
pervenne
in Giudea,
e
quiui
quivi
mancando il
diluuio
diluvio
ʃi
si
fermo la
Naue,
Nave,
egli
è
il
uero,
vero,
Ma in
queʃto
questo
mezzo Mecca
oue
ove
fù?
Riʃp.
Risp.
Dio la
tolʃe,
tolse,
e
meʃʃela
messela
in Cielo,
e
cõmeʃʃe
commesse
al Monte Abicobiz,
che
haueʃʃe
havesse
cura di
Gieruʃalẽme
Gierusalemme,,
&
egli
la
tolʃe
tolse
nel
ʃuo
suo
uentre
ventre
Coʃi
Cosi
ʃta
sta
e tutto
è
il
uero.
vero.
ma dimmi anchora,
la cagione perche i
figliuoli
aʃʃomigliano
assomigliano
piu il Padre,
che la Madre,
o piu
la Madre che il Padre?
Riʃpoʃe.
Rispose.
Quando l’huomo ha maggior
uo-glia
voglia
del coito,
e maggior piacere in quello che la donna non
ʃen-te,
sente,
e non hà,
all’hora
ʃi
si
genera il figliuolo,
o figliuola piu
ʃimi-le
simile
a lui che a
lei,
quando poi
è
il contrario,
il contrario
auiene.
aviene.
Diʃʃe
Disse
egli
è
il
uero.
vero.
Ma dimmi,
Dio
puniʃce
punisce
egli alcuno
ʃanza
sanza
ragio-ne
ragione
?
Riʃpoʃe.
Rispose.
No.
Che farà
egli de figliuoli de gli infedeli?
Riʃpoʃe.
Rispose.
Il di del giuditio
uerranno
verranno
i figliuoli de gli infideli innanzi la faccia di
Dio,
&
egli dirà
loro,
chi
è
il
uoʃtro
vostro
Signore?
&
eβi.
essi.
Tu
ʃignore,
signore,
che
ci
creaʃti.
creasti.
Chi
hauete
havete
uoi
voi
adorato,
e
ʃeruito
servito
?
Signore diranno,
noi non
potemmo
uʃar
usar
gl’orecchi,
ne la lingua,
ne potemmo
ʃeguir
seguir
il tuo
Nun-tio.
Nuntio.
Et egli s’io
ui
vi
commandaβi
commandassi
qualche
coʃa
cosa
la
fareʃte
fareste
uoi
voi
?
Et
eβi
essi
Si-
gnor
Signor
degno,
e
giuʃto,
giusto,
tutto quel,
che tu ci commanderai ci piace.
all’ho-ra
all’hora
egli farà
comparire uno de fiumi dell’inferno,
e dira loro,
entrate
in
queʃto
questo
fiume,
coloro che obediranno,
uʃciranno
usciranno
fuori
ʃanza
sanza
eʃʃer
esser
punto
offeʃi,
offesi,
&
ʃe
se
ne andranno in
Paradiʃo,
Paradiso,
e quei che
ʃtaranno
staranno
ʃaldi
saldi
nella
lor
uolontà
volontà
andranno co padri loro nell’inferno,
perche egli dice
nel-l’Alcorano.
nell’Alcorano.
Chi obedira
ʃarà
sarà
nel
Paradiʃo,
Paradiso,
chi non obedira
ʃarà
sarà
nel-l’inferno.
nell’inferno.
E
queʃto
questo
è
uero,
vero,
diʃʃe.
disse.
Ma come
ʃi
si
ʃoluer
solver
à
la terra?
Riʃpoʃe.
Rispose.
Il fuoco
conuertira
convertira
la terra in cenere,
e l’acqua diperdera la cenere,
Egli
è
il
uero,
vero,
ma i
monti d’onde
uʃciranno
usciranno
?
Riʃp.
Risp.
Dal monte Caf,
Iddio
gli
poʃe
pose
come pali della terra,
uero,
vero,
ma dimmi,
che
coʃa
cosa
reʃta
resta
ʃotto
sotto
que-ʃte
queste
ʃette
sette
terre?
Riʃp.
Risp.
Vn
Un
bue,
e
ʃotto
sotto
il bue?
Riʃp.
Risp.
Vna
Una
pietra bianca.
Che forma
è
quella del bue?
Risp.
Il
ʃuo
suo
capo
è
in Oriente,
e la coda in
Occidente,
ha quaranta corna,
e altri tanti denti,
e da un corno
all’al-tro
all’altro
è
tanto
ʃpatio,
spatio,
quanto
ʃi
si
caminerebbe in mill’anni.
Diʃʃe,
Disse,
e
ʃotto
sotto
la
pietra
doue
dove
egli
ʃta,
sta,
che
coʃa
cosa
uie
vie
?
Ris.
Vn
Un
mõte
monte
chiamalo Zohot,
e d’onde
naʃce
nasce
queʃto
questo
Monte.
Riʃp.
Risp.
Dell’inferno.
Quanto
è
largo?
Quanto
ʃi
si
caminerebbe in mill’anni,
ʃu
su
queʃto
questo
monteranno tutti gl’infedeli,
e quando tutti
ʃaranno
saranno
in cima,
il Monte tremerà,
e gettera tutta la turba nel
profondo dell’inferno,
Egli
è
il
uero,
vero,
ma
ʃotto
sotto
il Monte che
coʃa
cosa
è?
Ris.
Terra,
come
ʃi
si
chiama?
Ris.
Vnerelea,
Unerelea,
e di
ʃotto
sotto
che
ui
vi
è?
Riʃp.
Risp.
La terra Alioulem,
e
diʃotto
disotto
il mare Zeid,
e di
ʃotto
sotto
la terra Neama,
e di
ʃot-to
sotto
il mar Zegir,
e di
ʃotto
sotto
la terra Herib,
e di
ʃotto
sotto
un’altra terra chiamata Agiba,
bianca come latte,
e
odoroʃa
odorosa
come il
muʃchio,
muschio,
liʃcia
liscia
come il
croco,
e lucida come la Luna,
e Iddio
ʃopra
sopra
queʃte
queste
adunera tutti i
giu-ʃti,
giusti,
ʃotto
sotto
la quale
è
il mare Alchintaim,
[39]
e di
ʃotto
sotto
è
un
peʃce,
pesce,
che
ʃi
si
chiama Albebut,
che ha il capo in Oriente,
e la coda in Occidente,
ʃopra
sopra
il
cui
doʃʃo
dosso
ʃono
sono
le Terre,
i Mari,
le Tenebre,
l’Aria,
e i
Mõti
Monti,,
e
uiʃtaranno
vistaranno
fino alla fine de
ʃecoli.
secoli.
Sotto al
peʃce
pesce
ui
vi
è
un
uento,
vento,
che
ʃoʃtiene
sostiene
il
peʃce.
pesce.
Sotto
é
un Monte,
di
ʃotto
sotto
un Tuono,
di
ʃotto
sotto
un Fulgure,
e di
ʃotto
sotto
a
queʃte
queste
coʃe
cose
e un mar
ʃanguigno,
sanguigno,
e di
ʃotto
sotto
l’inferno
chiuʃo,
chiuso,
e di
ʃotto
sotto
un mar di fuoco,
e di
ʃotto
sotto
un mare opaco,
e di
ʃotto
sotto
il mar
del-la
della
potenza,
e di
ʃotto
sotto
il mar
nuuoloʃo,
nuvoloso,
e di
ʃotto
sotto
le laudi,
e di
ʃotto
sotto
la
glorificatione,
e di
ʃotto
sotto
il Seggio,
e di
ʃotto
sotto
la
Tauola,
Tavola,
e la
pen-na,
penna,
e di
ʃotto
sotto
il maggior nome di Dio.
Diʃʃe,
Disse,
e dopo
queʃto
questo
che
uie
vie
?
Ri-ʃpoʃe.
Rispose.
Se tu
cercaβi
cercassi
o Abdia,
tene
andreʃti
andresti
nell’infinito,
baʃtiti
bastiti
aʃ-ʃai,
assai,
che la potenza di Dio,
è
per
ogniuerʃo
ogniverso
uguale.
Diʃʃe.
Disse.
Gran
co-ʃe
cose
ʃon
son
queʃte.
queste.
Ma dimmi,
qual
ʃon
son
quelle tre
coʃe
cose
che
uennero
vennero
di
Para-
diʃo
Paradiso
in
queʃto
questo
mondo?
Riʃpoʃe.
Rispose.
Mecca,
Ieʃrab,
Iesrab,
e
Gieruʃalemme,
Gierusalemme,
Tu di
il
uero,
vero,
quando che tu mi dica,
quali
uennero
vennero
dall’inferno?
Riʃpoʃe.
Rispose.
Vaʃtat
Vastat
citta d’Egitto,
Antiochia di Scria,
Ehebera di Armenia,
&
Elmedera in Caldea.
Egli
è
il
uero,
vero,
ma
miʃura
misura
il mondo?
Riʃpoʃe.
Rispose.
La quantita del mondo,
e tanto quanto
ʃi
si
caminarebbe in un giorno.
Diʃʃe,
Disse,
in che modo?
Rispoʃe.
Rispose.
Il Sole
naʃcendo
nascendo
lo camina tutto per
fi-no
fino
alla
ʃera.
sera.
Diʃʃe,
Disse,
ueramente
veramente
che tu
ʃei
sei
ʃtato
stato
molto arguto,
&
perche
io
ueggo,
veggo,
che tu
conoʃci
conosci
ogni
coʃa,
cosa,
ʃe
se
ti piace
deʃcriuimi
descrivimi
il
Paradiʃo,
Paradiso,
e
come la
ʃu
su
ʃi
si
uiue
vive
?
Ris.
Da che ti piace,
egli
è
tutto di
ʃmeraldo
smeraldo
compartito di Giacinthi,
ripieno di
coʃe
cose
fruttifere,
e amene,
quiui
quivi
corrono Fonti,
alcune di latte,
alcune di mele
biãco
bianco,,
e alcune altre di
uino
vino
puriβimo.
purissimo.
I di
ʃono
sono
di mille anni,
e gl’anni
ʃono
sono
di quaranta milia anni,
non
è
que-ʃta
questa
aβai
assai
beatitudine,
e
à
baʃtanza.
bastanza.
Diʃʃe,
Disse,
ueramente
veramente
ʃi,
si,
ʃe
se
tu mi dirai lo
habito,
e
l’uʃo
l’uso
de gli habitatori?
Risp.
Gli habitatori,
cioche
deʃidera-no
desiderano
ʃubito
subito
hanno,
ueʃtiranno
vestiranno
d’ogni colore dal negro in fuori,
ilqual
co-lore
colore
non tocchera alcuno dal mio Banditore infuori,
ilquale per il merito di
queʃta
questa
uita,
vita,
mirabile hara cotal
priuilegio,
privilegio,
e quello
ʃarà
sarà
il
ʃuo
suo
pro-pio
propio
colore,
[40]
tutti
ʃaranno
saranno
perfetti nella
ʃtatura
statura
come Adamo,
nella forma
come
GIESV
GIESU
CHRISTO,
mai non
creʃceranno,
cresceranno,
e mai non
patiran-no
patiranno
alcuna
coʃa,
cosa,
che gli
diʃturbi,
disturbi,
ne
dicreʃceranno
dicresceranno
altrimenti.
E
queʃto
questo
è
uero.
vero.
Ma dimmi del piacere,
e della
uita
vita
loro,
cominciando dalla prima
entrata del
Paradiʃo.
Paradiso.
Ris.
Primeramente
à
quel che
ʃon
son
entrati
ʃi
si
met-te
mette
innanzi accioche
eβi
essi
mangino un fegato de
peʃce
pesce
chiamato Albehut,
[41]
cibo di gran dilettatione,
ʃuccedono
succedono
dopo i
frutti de gli arbori,
e il
be-ne
bene
che
è
del
Paradiʃo,
Paradiso,
e dopo cioche
eβi
essi
deʃiderano,
desiderano,
ʃubito
subito
uien
vien
loro in
preʃenza
presenza
?
Dimmi,
coloro che mangiano non
è
egli
neceʃʃario,
necessario,
che
ʃmaltiʃchino,
smaltischino,
e
ʃmaltendo
smaltendo
non mandano
eβi
essi
fuori la
ʃuperfluita
superfluita
del corpo?
Ris.
Non
è
buono argomento
queʃto,
questo,
perche i
fanciulli,
che
ʃon
son
nel
uentre
ventre
Materno,
pur mangiano,
e
uiuono,
vivono,
e nondimeno non mandan fuori,
la
ʃuperfluità
superfluità
lorò.
loro.
Ma quand’egli comincia a
ʃmaltire,
smaltire,
ʃubito
subito
na-ʃce,
nasce,
e
ʃotto
sotto
entra alle
miʃerie
miserie
mortali,
la onde
ʃe
se
quei la
ʃu
su
per
neceʃ-ʃita
necessita
ʃmaltiʃʃero,
smaltissero,
ʃeguirebbe
seguirebbe
che mandando fuori la
ʃuperfluita
superfluita
fuʃ-ʃe
fusse
per
uia
via
del
ʃudore,
sudore,
ilquale ha odor di
muʃco
musco
mirabile,
e buono.
Diʃʃe,
Disse,
tu hai
riʃpoʃto
risposto
molto bene a
queʃto
questo
contrario,
e di il
uero,
vero,
ʃe
se
aggiugnerai,
ʃe
se
mangiano pane,
e carne?
Riʃp.
Risp.
Cioche
eβi
essi
deʃidera-no
desiderano
poʃʃono
possono
hauere,
havere,
dalle
coʃe
cose
prohibite infuori.
Diʃʃe,
Disse,
e qual
ʃono
sono
le
illicite?
Risp.
Come
ʃarebbe
sarebbe
la carne di porco.
Diʃʃe,
Disse,
Veramente o
buon
Macometto,
che tu mi hai fatto beato,
perche io
ʃo
so
che anchora noi giudei,
e non
ʃanza
sanza
cagione Dio ci ha commandato,
che non mangiamo carne di porco,
La onde ti prego per Dio che tu mi dica la
cagiõ
cagion
di
queʃto
questo
poi che noi
ʃtamo
stamo
à
cotal ragionamento?
Ris.
Mi piace da che tu lo
deʃideri,
desideri,
e però
GIESV
GIESU
CHRISTO
eʃʃendo
essendo
addomandato da
diʃcepoli,
discepoli,
che
narraʃʃe
narrasse
loro il modo dell’Arca di Noe,
e lo habito,
e la
uita
vita
di coloro,
che
rimaʃero
rimasero
nella
generatiõe
generatione
humana,
egli tacito
aʃcoltãdo
ascoltando
quei
che lo
pregauano,
pregavano,
hauendo
havendo
fatto una forma di terra,
che egli
haueua
haveva
in
mano la gettò
in terra,
e
diβe.
disse.
Leua
Leva
ʃu
su
in nome di mio padre,
e
ʃubito
subito
ʃi
si
leuò
levò
uno huomo canuto.
A cui CHRISTO,
chi
ʃei
sei
tu?
Io
ʃon
son
Iafet,
diʃʃe
disse
egli figliuolo di Noe,
a cui CHRISTO,
ʃei
sei
tu morto
coʃi
cosi
canuto
?
Nò
riʃpoʃe
rispose
:
ma in quella hora
penʃando,
pensando,
che io
doueua
doveva
riʃciuʃcitare
risciuscitare
il di del giuditio per la paura
diuenni
divenni
canuto.
GIESV
GIESU
dunque gli commandò
che egli
raccontaʃʃe
raccontasse
a
diʃcepoli
discepoli
tutta la Storia dell’Arca di
Noe,
allhora egli cominciando dal principio della
coʃa
cosa
e
uenuto
venuto
al
paʃ-ʃo
passo
la
doue
dove
dice che per il cumulo del
ʃterco
sterco
poʃto
posto
in un de lati dell’Arca,
ella
ʃi
si
piegaua,
piegava,
la onde
hauemmo
havemmo
grandemente paura,
conʃigliatoʃi
consigliatosi
dunque il padre col Signore,
gli
diʃʃe,
disse,
mena l’Elefante,
e
uolta
volta
le
ʃpalle
spalle
ʃue
sue
a quel luogo
oue
ove
l’Arca pende,
[42]
ilquale
ʃtercorizando
stercorizando
anchora egli
ne nacque un gran Porco,
pero non ti pare che
queʃta
questa
ʃia
sia
ʃofficiente
sofficiente
ca-gione
cagione
di
aʃtenirʃi
astenirsi
di
queʃto
questo
animale immondo?
Diʃʃe.
Disse.
Certo
ʃi,
si,
ma
dim-mi,
dimmi,
che
ʃocceʃʃe
soccesse
poi?
Riʃpoʃe.
Rispose.
Queʃto
Questo
col grifo
ʃpargendolo
spargendolo
per
l’Ar-ca
l’Arca
contraʃʃe
contrasse
in quello tal odore,
che non potendolo
ʃofferire
sofferire
ʃoffio,
soffio,
è
con quello ne
uʃci
usci
un topo ilquale
andaua
andava
rodendo le
tauole
tavole
ʃanza
sanza
al-cuna
alcuna
intermiʃʃione,
intermissione,
dil che
conʃigliatoʃi
consigliatosi
Noe con Iddio,
percoʃʃe
percosse
nel-la
nella
fronte del Leone,
[43]
il quale all’hora
ʃoffiando
soffiando
gitto fuor del
naʃo
naso
un
gatto.
Diʃʃe.
Disse.
Tu di ottimamente,
ma
baʃti
basti
inquanto a
queʃto
questo
per non
uʃcir
uscir
fuora del
propoʃito,
proposito,
e perche di
ʃopra
sopra
mi
ragionaʃti
ragionasti
del
uit-to
vitto
de gli habitatori del
Paradiʃo.
Paradiso.
Reʃta
Resta
hora che tu mi dica de
pia-ceri,
piaceri,
che
eβi
essi
hanno,
e
ʃe
se
quiui
quivi
ʃi
si
meʃcolano
mescolano
con le donne,
come,
e
quan-to.
quanto.
Riʃpoʃe.
Rispose.
Se
ui
vi
mancaβi
mancassi
piacere alcuno,
la beatitudine non
ʃareb-be
sarebbe
perfetta,
indarno dunque
ui
vi
ʃarebbero
sarebbero
i piaceri,
ʃe
se
chi gli ha non
haueʃʃero
havessero
uolontà
volontà
di
prouarli.
provarli.
Cioche
eβi
essi
uogliono
vogliono
è
ʃubito
subito
dato loro,
e quando,
e
doue,
dove,
e quanto,
e ogni
uolta
volta
che
eʃʃi
essi
uogliono,
vogliono,
tutto
ʃanza
sanza
tardare,
e
ʃanza
sanza
alcuna difficoltà.
Di maniera,
che chi harà
qui
uiuendo
vivendo
hauuto
havuto
mogli fedeli,
haranno la
ʃu
su
altretante concubine,
delle
ʃerue,
serve,
e meretrici non te ne
fauello,
favello,
perche
ui
vi
ʃaranno
saranno
ʃenza
senza
fine.
Diβe.
Disse.
Ot-
timamente,
Ottimamente,
e apunto
coʃi
cosi
come egli
è,
Ma ricordandomi di quel che tu
di,
che haranno il tutto fuor che le
coʃe
cose
uetate,
vetate,
non mi
hauendo
havendo
tu
detto
coʃa
cosa
alcuna del
uino.
vino.
Dimmi cio che
eβi
essi
hanno
quiui,
quivi,
e
ʃe
se
il
uino
vino
e
lecito,
o no,
e
ʃe
se
egli
è
lecito,
perche
uoi
voi
tu prohibirlo in
queʃto
questo
mondo?
Ris.
Tu mi addomandi
coʃi
cosi
argutamente,
che mi
biʃogna
bisogna
con due
riʃpoʃte
risposte
ʃoluer
solver
una
ʃola
sola
queʃtione,
questione,
diro dunque il lecito,
e il non lecito.
Erano
duoi Angeli,
Haroth,
e Maroth mandati da Dio in terra,
per
gouerna-re,
governare,
e
inʃegnar
insegnar
alla generatione humana prohibendo tre
coʃe,
cose,
che non
occideʃʃero,
occidessero,
che non
giudicaʃʃero
giudicassero
ingiuʃtamente,
ingiustamente,
e che non
beeʃʃino
beessino
ui-no,
vino,
e
coʃi
cosi
eʃʃendo
essendo
paʃʃato
passato
molto tempo,
&
eβi
essi
eʃʃendo
essendo
noti per tutto
co-me
come
giuʃti
giusti
giudici,
auenne
avenne
ch’una Donna di bella maniera,
laquale
haueua
haveva
una
ʃua
sua
cauʃa
causa
contro il marito,
per
farʃi
farsi
beneuoli
benevoli
i Giudici
inuito
invito
a
deʃinar
desinar
ʃeco
seco
queʃti
questi
Angeli,
e
aʃtutamente
astutamente
meʃcolò
mescolò
del
uino
vino
tra le
ui-uande,
vivande,
pregandoli,
che
beeʃʃero,
beessero,
e
mangiaʃʃero
mangiassero
ʃenza
senza
riguardo,
eʃʃi
essi
à
cio dalla donna
inuitati
invitati
beuerono,
beverono,
e s’imbriacarono,
e
richieʃero
richiesero
la donna a
ʃuoi
suoi
piaceri,
la qual
promeʃʃe
promesse
loro,
con
queʃta
questa
conditione,
che uno
le
inʃegni
insegni
quelle parole con le quali
ʃi
si
ua
va
al cielo,
e l’altro,
quelle con
le quali
ʃi
si
diʃcende
discende
dal Cielo,
piacque loro,
e
coʃi
cosi
hauendo
havendo
imparato,
di
ʃubito
subito
fu inalzata al Cielo,
Ilche Iddio
uedendo,
vedendo,
e ricercata la
cauʃa,
causa,
la
conuerti
converti
nella stella Lucifero,
coʃi
cosi
tra le
ʃtelle
stelle
bella,
come fu bella tra
l’altre
dõne
donne,,
e chiamati gli Angeli in giudicio,
Dio
propoʃe
propose
loro,
che
ʃi
si
doueʃʃero
dovessero
elegger qual pena gli
piaceʃʃe
piacesse
tra
queʃto
questo
ʃecolo,
secolo,
e l’altro,
eβi
essi
s’eleʃʃero
s’elessero
tale,
che legati per alcune catene di ferro,
fuʃʃero
fussero
meβi
messi
col
capo nel pozzo Bebil per fino al di del giuditio,
che te ne par dunque o
Abdia,
nõ
non
è
queʃta
questa
cauʃa
causa
potente,
che il
uino
vino
ʃia
sia
nõlecitò
nonlecito
?
Diʃʃe.
Disse.
Si
ueramente,
veramente,
ma perche tu hai pienamente detto di
queʃte
queste
coʃe,
cose,
uorrei
vorrei
ʃe
se
ti
piaceʃʃi,
piacessi,
che tu mi
ragionaβi
ragionassi
dell’inferno qualche
coʃa
cosa
?
Riʃp.
Risp.
La tua domanda
è
ragioneuole,
ragionevole,
la onde intendo
ʃatisfarti,
satisfarti,
[44]
Gl’infernali hanno un fumo
di
ʃolfo
solfo
meʃcolato
mescolato
di pece,
e l’inferno
è
tutto di fiamme
ardentiβime,
ardentissime,
doue
dove
ui
vi
ʃon
son
molti laghi,
e molti pozzi
profondiβimi,
profondissimi,
pieni di pece
bollen-tiβima,
bollentissima,
attorno i
quali
ui
vi
ʃta
sta
il fuoco,
che la cuoce,
e di
queʃta
questa
biʃogna
bisogna
che mangino coloro che
ui
vi
ʃono,
sono,
e
queʃto
questo
è
il lor cibo,
del quale lo huomo
non
ʃi
si
puo imaginare il piu peggiore.
Diʃʃe
Disse
bene,
ʃe
se
tu mi dirai
doue
dove
è
colui,
che Dio chiamera dopo il di del giuditio?
Riʃp.
Risp.
In mezzo dell’inferno,
è
una
ualle,
valle,
nella
ualle
valle
un gorgo,
nel gorgo un pozzo,
nel pozzo
un’arca,
nell’arca un legato con catene,
e co ferri a
piedi,
e
coʃtante
costante
nella
ʃperanza,
speranza,
e mille anni chiamera
ʃenza
senza
intermiβione
intermissione
alcuna la
miʃe-
ricordia
misericordia
di Dio.
Diʃʃe,
Disse,
che gli fara Dio?
Ris.
Dopo mille anni
ʃe
se
lo farà
menar
innãzi
innanzi,,
e gli dira,
[45]
{48}
che
uoi
voi
tu
ʃciaurato,
sciaurato,
che non fai
ʃe
se
nõ
non
darmi
faʃtidio
fastidio
chiamãdomi
chiamandomi
?
che
ʃperanza
speranza
hai tu,
che paurito
ʃperi
speri
?
e
gemẽdo
gemendo
riʃpõdera
rispondera,,
ʃignor
signor
mio
nõ
non
ho altro
ʃignor
signor
che mi
poʃʃa
possa
hauer
haver
miʃericordia
misericordia
altro che te,
Tu hai fuor di me
doue
dove
sfogar la tua ira,
habbimi dunque
miʃeridia
miseridia
o Signore.
Diβe,
Disse,
e poi che
ʃarà
sarà
?
Risp.
Comanderà
che
ʃia
sia
menato nell’inferno,
oue
ove
non
ceʃʃera
cessera
anchor di chiamar la
miʃericordia
misericordia
di Dio,
finalmente
moʃʃo
mosso
à
cõpaβione
compassione,,
comãdera
comandera
che
ʃia
sia
cauato
cavato
di quindi,
et
eʃʃendo
essendo
tinto del color infernale piu negro della pece,
gl’Angeli
uorranno
vorranno
ʃapere
sapere
in che modo
ʃi
si
poʃʃa
possa
meʃcolar
mescolar
cõ
con
gl’altri nel
Paradiʃo
Paradiso
eʃʃendo
essendo
coʃi
cosi
negro.
Allhora dio comanderà
che
ʃta
sta
lauato
lavato
nel fonte Aereo,
e
ʃarà
sarà
fatto tutto bianco dalla macchia in fuora della fronte,
e
coʃi
cosi
netto,
e mondato
ʃe
se
ne andara publicamente per il
Paradiʃo
Paradiso
in
coʃpetto
cospetto
di tutti,
gli altri
uedendolo
vedendolo
cauato
cavato
dell’inferno,
quaʃi
quasi
ʃchernendolo
schernendolo
mormoreranno per tutto,
&
egli
uergognoʃo,
vergognoso,
uerra
verra
à
tanto,
che dira,
che
uuol
vuol
piu
toʃto
tosto
ʃtar
star
nell’inferno,
che
eʃʃer
esser
in cotal luogo
coʃi
cosi
uergogna-to,
vergognato,
la onde Dio dira a
ʃuoi
suoi
Angeli,
che lo
lauino
lavino
cinque
uolte
volte
nella
fon-te,
fonte,
il che fatto
ʃi
si
partira la macchia della fronte,
e all’hora
ʃara
sara
ʃimile
simile
a gli altri habitatori del
Paradiʃo,
Paradiso,
e
coʃi
cosi
ceʃʃera
cessera
la
uergogna.
vergogna.
Queʃto
Questo
e
quanto io ti ho da dire del
Paradiʃo
Paradiso
o Abdia,
ʃe
se
ti
reʃta
resta
altro da domandarmi,
dimandalo.
Diʃʃe.
Disse.
Tu mi hai detto ogni
coʃa
cosa
apunto come elle
uanno,
vanno,
ma ti prego per il tuo Signore,
che
hauendo
havendo
tu
coʃi
cosi
ben le
coʃe
cose
alle mani,
me
deʃcriui
descrivi
il di del giuditio.
Riʃpoʃe.
Rispose.
Son contento.
In
quel di il Signor e
comandera all’Angelo della morte,
[46]
che egli occida
tutte le creature che haranno
ʃpirito,
spirito,
tanto gli Angeli,
tutti i
Diauo-li,
Diavoli,
e gli huomini,
quanto gli uccelli,
i
peʃci,
pesci,
le
beʃtie,
bestie,
e ogni altro
ani-male.
animale.
Dopo
queʃto
questo
chiamera l’Angelo della morte dicendo.
O Adriel
è
auanzato
avanzato
uiuo
vivo
coʃa
cosa
neʃʃuna
nessuna
delle mie creature?
Et egli
riʃponde-rà,
risponderà,
coʃa
cosa
alcuna Signor mio,
da me in fuori,
che
ʃon
son
tuo
ʃeruo
servo
inuti-le,
inutile,
allhora gli dira,
perche tu hai
occiʃo
occiso
ogni mia creatura,
partiti
di qui,
e
ua
va
tra il
Paradiʃo,
Paradiso,
e l’Inferno,
e occidi te
medeʃimo,
medesimo,
e
muo-ri,
muori,
l’infelice allhora
ʃe
se
partira,
e giunto nel luogo
preʃcritto,
prescritto,
rin-uoltandoci
rinvoltandoci
nelle
ʃue
sue
ali
ʃi
si
affogera da
ʃe
se
medeʃimo,
medesimo,
con tanto
grido-re,
gridore,
e terrore,
che
ʃe
se
i
celeʃti,
celesti,
e i
terreni
fuʃʃero
fussero
uiui,
vivi,
per la paura
ca-derebbero
caderebbero
morti.
Il Mondo tutto
ʃtara
stara
uacuo
vacuo
.xl.
xl.
anni.
[47]
Dopo questo,
Dio tenendo il Cielo,
e la Terra nel pugno,
dira.
Doue
Dove
ʃono
sono
hora i
Re,
i Prencipi,
e i
Potenti di
queʃto
questo
Mondo,
i quali
haueuan
havevan
Regni,
&
Imperi,
e
poteuan
potevan
tanto?
Dite
ʃe
se
ʃete
sete
ueridici,
veridici,
e dette
queʃte
queste
parole tre
uolte,
volte,
fara
riʃuʃciare
risusciare
Seraphiele,
e dirà.
Piglia
queʃta
questa
trõba
tromba,,
uatene
vatene
in
Gieruʃalemme,
Gierusalemme,
e
ʃuona.
suona.
Allhora egli
preʃa
presa
la tromba di lunghezza di
cinquecento anni,
ʃtando
stando
in
Gieruʃalẽme
Gierusalemme
la
ʃonera.
sonera.
[48]
Allhora tutte le anime giuste,
&
ingiuʃte
ingiuste
uoleranno
voleranno
per tutta la terra cercando i
lor
cor-pi,
corpi,
e
coʃi
cosi
a
queʃto
questo
ʃuono
suono
tutte le
oʃʃa
ossa
ʃi
si
aduneranno
inʃieme,
insieme,
e
paʃʃati
passati
quaranta anni al
ʃecondo
secondo
ʃuono
suono
ripiglieranno i
nerui,
nervi,
e la carne,
e fatto il
terzo
ʃuono
suono
dopo quaranta anni,
le anime tutte entreranno ne loro corpi,
e fatto
coʃi,
cosi,
ʃubito
subito
uerra
verra
un fuoco dall’occidente
acceʃo,
acceso,
ilqual cacciera tutte le creature
à
Gieruʃalẽme
Gierusalemme,,
la
doue
dove
radunate
ceʃʃera.
cessera.
Qui dunque
hauendo
havendo
ʃi
si
per
ʃpatio
spatio
di quaranta anni nuotato nel
ʃudor
sudor
loro
aʃpettando
aspettando
il giudicio afflitti da tante
miʃerie,
miserie,
chiameranno Adamo,
dicen-do.
dicendo.
Padre Adamo perche ci hai tu generati?
douẽdo
dovendo
ʃtar
star
noi tra
tãti
tanti
affanni,
e
miʃerie
miserie
?
e pero tu padre perche tu non
patiʃca,
patisca,
che i
tuoi
figli-uoli
figliuoli
non
ʃtiano
stiano
fra la terra,
e la
ʃperanza
speranza
ad
aʃpettar
aspettar
un fine incerto.
Domanda al Signore,
che faccia di noi,
quel che tra l’inferno e
il
Para-diʃo
Paradiso
egli
è
per fare.
Riʃpondera
Rispondera
Adamo,
e dirà,
o figliuoli figliuoli,
uoi
voi
ʃapete
sapete
come io fui inobediente al Signore
perʃuadendomi
persuadendomi
il
diauo-lo,
diavolo,
il che
è
cagione che non habbia ardire di far cotal officio,
del qual
uoi
voi
mi richiedete.
La onde
riuolti
rivolti
a Noe diranno,
Prega per noi o
Pa-dre
Padre
eletto Noe,
riʃpondera
rispondera
Noe,
io ho fatto quel che ho potuto,
ci
ʃaluò
salvò
nel
diluuio,
diluvio,
non mi
reʃta
resta
altro da fare,
ma andate ad Abramo,
Allhora
chiameranno Abramo,
dicendo,
padre della fede,
e della
uerità,
verità,
riguarda noi
miʃeri,
miseri,
e habbici
miʃericordia,
misericordia,
a i
quali Abramo dirà,
che addomandate
uoi
voi
à
me?
Non
ui
vi
ricorda quanto tempo io fui idolatra,
e
uiβi
vissi
ʃanza
sanza
eʃʃer
esser
ciconciʃo
ciconciso
tanto
tẽpo
tempo
?
Io non
ʃon
son
baʃtante
bastante
à
far
queʃto
questo
effetto,
ma andate a
Moʃe.
Mose.
allhora chiamando
Moʃe
Mose
diranno,
Odi noi o
Nuntio,
e Propheta eletto di Dio o
Moʃe,
Mose,
a i
quali dirà.
Chi chiamate
uoi
voi
?
non
ui
vi
ho io data la legge?
nõ
non
ue
ve
la ho io confermata co i
miracoli?
e
nõ
non
dimeno
non mi
hauete
havete
creduto,
ʃe
se
uoi
voi
mi
haueʃte
haveste
creduto,
potrei hora far quel
che
uuoi
vuoi
mi addomandate,
ite dunque a
GIESV
GIESU
CHRISTO,
Riuolti
Rivolti
a
GIESV
GIESU
diranno,
GIESV
GIESU
CHRISTO
ʃpirito,
spirito,
uerbo
verbo
e
uirtu
virtu
di Dio,
[49]
muouati
muovati
la tua pietà,
e prega per noi,
allhora
GIESV
GIESU
dira.
Che mi addomandate
uoi
voi
?
io
ui
vi
fui mandato in
uirtu
virtu
di Dio,
e in parola
della
uerità,
verità,
e
uoi
voi
erraʃti,
errasti,
e quanto piu io
ui
vi
predicai,
uoi
voi
mi
faceʃte
faceste
uo-ʃtro
vostro
Signore,
e
coʃi
cosi
perdeʃte
perdeste
tutto quello,
che io per
uoi
voi
potrei fare in
queʃto
questo
caʃo
caso
doue
dove
uoi
voi
ʃete,
sete,
Ma andate dall’ultimo de Propheti,
ʃignifi-
cando
significando
con
queʃte
queste
parole con lui,
con chi tuo Abdia hora
fauelli,
favelli,
al qual
riuolti
rivolti
diranno,
o Nuntio di Dio,
et amico,
quãto
quanto
habbiam noi peccato,
e
quãto
quanto
grauemente
gravemente
non ti
hauendo
havendo
creduto?
Aʃcoltaci
Ascoltaci
o pio Propheta
di Dio in te
ʃolo
solo
ʃi
si
dee
ʃperare,
sperare,
perche dopo te in chi
harẽmo
haremmo
noi
ʃperanza
speranza
?
Odi i
noʃtri
nostri
preghi.
Verra
adunq;
adunque
Gabriello,
e andranno i
cõpagni
compagni
innanzi la faccia di Dio,
io
ʃo
so
a che far
uoi
voi
uenite,
venite,
mai non
ʃia
sia
il
uero,
vero,
che io non
ʃatisfaccia
satisfaccia
al
deʃiderio
desiderio
del mio caro amico,
e fedele.
Fatto
dunque un ponte
ʃopra
sopra
l’Inferno,
al capo di quello
ʃara
sara
una
ʃtadera,
stadera,
con
la quale,
peʃati
pesati
i fatti di
ciaʃcuno
ciascuno
camineranno
ʃu
su
per il ponte,
i
ʃalui
salvi
lo
paβeranno,
passeranno,
e i
dannati caderanno nell’Inferno.
Hora o
Abdia
ʃe
se
ti
reʃta
resta
altro a
ʃapere,
sapere,
domandami,
allhora Abdia
diʃʃe,
disse,
o
miʃero
misero
me,
che
paz-zia
pazzia
mi ha fin qui tenuto,
che io non habbia
conoʃciuto
conosciuto
il
uero,
vero,
piu
chia-ro
chiaro
che il Sole,
Ma perche tu mi di tutto quello,
che io
deʃidero,
desidero,
pero
uorrei,
vorrei,
che tu mi
diceβi
dicessi
il numero delle
ʃchiere
schiere
del popolo in quel di,
e
faceβimi
facessimi
conoʃcere
conoscere
i fedeli da gli infedeli?
Ris.
Le
ʃquadre
squadre
de gli huomini
ʃaranno
saranno
.cxx.
cxx.
e di
queʃte
queste
tre
ʃolamente
solamente
ʃaranno
saranno
fedeli.
La lunghezza d’ogni
ʃquadra
squadra
ʃara
sara
lo
ʃpatio
spatio
di quanto terreno
ʃi
si
caminerebbe inmille anni,
e la larghezza cinquecento anni.
Diʃʃe
Disse
egli
è
il
uero,
vero,
ma con
chiudi,
dapoi che tu hai detto delle creature
diuiʃe
divise
in quel modo che tu
mi hai
diuiʃato,
divisato,
che
ʃarà
sarà
della morte?
Riʃp.
Risp.
[50]
La morte
ʃi
si
mutera in un
becco,
e
ʃara
sara
menata tra il cielo,
e l’inferno,
e
uerra
verra
gran
diʃʃenʃiõe
dissensione
tra
gli habitatori dell’inferno,
e del
Paradiʃo,
Paradiso,
perche il popolo del
Paradi-ʃo
Paradiso
temendo la morte s’imaginera di dar morte alla morte.
Gl’infernali
per la
ʃperanza
speranza
di morire,
uorranno
vorranno
che ella non muoia,
ma
ʃtia
stia
uiua,
viva,
non dimeno
uincera
vincera
il popolo del
Paradiʃo,
Paradiso,
e tra l’inferno,
e il
Paradiʃo
Paradiso
occideranno la morte.
Qui il Giudeo ad alta
uoce
voce
gridando,
diʃʃe.
disse.
Tu
hai
uinto
vinto
o buon Macometto,
riceui
ricevi
me,
che lo
confeʃʃo,
confesso,
lo credo,
et
ueggo
veggo
che non
ʃon
son
tanti
Dij,
Dii,
ma un
ʃolo
solo
Dio onnipotente,
del quale
uera-mente
veramente
tu
ʃei
sei
Nuntio,
e Propheta.
IL FINE DEL PRIMO LBRO DI GRANDE
Auttorita
appreʃʃo
appresso
de Sarracini,
auenga
avenga
che
ʃia
sia
colmo di Bugie,
Fittioni,
Bufonerie,
Superʃtitioni,
Superstitioni,
Vanità,
biaʃtemmie,
biastemmie,
Fauole,
Favole,
e Sogni.