In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XLV.
XLV.
GLI INCREDOLI
uenendo
venendo
à
te diranno
eβi
essi
ha-uer
haver
teʃtimone,
testimone,
perche tu
ʃei
sei
Nuntio di Dio.
Ma Dio
co-noʃcendo
conoscendo
chi
ʃia
sia
ʃuo
suo
Nuntio,
moʃtrera
mostrera
loro
eʃʃer
esser
menda-ci,
mendaci,
i quali fatto il
ʃacramento
sacramento
per la lor
ʃalute,
salute,
faccendo
male
laʃciano
lasciano
la
uia
via
di Dio
diuenendo
divenendo
maluagi.
malvagi.
Noi habbiamo
ʃigilla-to
sigillato
i lor cuori.
Guardati da loro come da nimici di Dio.
I chiamati dal
Propheta accioche per parte di Dio habbin perdono,
crolando i
capi
ʃi
si
partano.
del
medeʃimo
medesimo
è
adunque donare,
e non donar perdono,
Dio
non perdonera mai loro.
[1]
I
perʃuaʃori
persuasori
che non s’aiutino i
fautori del
Propheta,
ʃon
son
da
eʃʃer
esser
oppreβi,
oppressi,
e
rouinati,
rovinati,
Di Dio
è
ogni
uittoria,
vittoria,
ben-che
benche
gli incredoli non lo
ʃappino.
sappino.
Huomini buoni,
non
ui
vi
ritenga
niʃ-ʃuna
nissuna
uoʃtra
vostra
faccenda
dall’inuocare
dall’invocare
Dio,
perche chi fa altrimenti
ʃi
si
perdera.
[2]
Anzi la morte,
fate bene di quel che
uoi
voi
hauete,
havete,
accioche
la
neceβita
necessita
allhora
stringendoui
stringendovi
non diciate.
O Dio,
allungami la
ui-ta,
vita,
perche faro
limoʃine,
limosine,
e
ʃaro
saro
buono,
[3]
ma Dio
conoʃcendo
conoscendo
tutti gli atti,
non allunga il termine ad alcuno.