In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXVI.
XXVI.
[1]
IN
QVESTO
QUESTO
libro
ʃi
si
dichiara tutto il bene,
ilquale
compoʃto
composto
da Dio
uedente,
vedente,
e
conoʃcente
conoscente
ogni
coʃa,
cosa,
[2]
noi lo
facẽmo
facemmo
nella fruttifera notte,
che
ʃiamo
siamo
creator del Cielo,
e
della terra,
de
uiui,
vivi,
e de morti,
e oltre il quale non
è
altro
Dio,
come che molti non credino,
e
ʃi
si
faccian beffe de
noʃtri
nostri
precetti,
ri-dendoʃene.
ridendosene.
[3]
Aʃpetta
Aspetta
il di,
nel quale il fumo
manifeʃto
manifesto
del Cielo
coprira
le genti,
e
auerra
averra
mal
graue
grave
à
maluagi
malvagi
che diranno.
Dio
leua
leva
queʃto
questo
fumo,
e crederemo,
lo
conoʃcete
conoscete
uoi
voi
hora?
Non
ui
vi
tiraʃte
tiraste
uoi
voi
indietro
da
Nuntij,
Nuntii,
dicendo.
Queʃti
Questi
dottori
ʃon
son
indemoniati?
Hora tirero
indie-tro
indietro
la mano alquanto,
ma dopo ritornerete il di nel quale affretero la
uendetta.
vendetta.
La gente di Pharaone fe gran peccato contradicendo al
no-ʃtro
nostro
Nuntio buono
che
diceua.
diceva.
Inuocate
Invocate
Dio,
ʃeguẽdo
seguendo
me Nuntio,
ne mi
uogliate
vogliate
nuocere,
altrimenti
partiteui
partitevi
da me,
e dicendo egli Dio
que-ʃta
questa
gente non
laʃcia
lascia
la
ʃua
sua
incredulità,
Dio commando.
Affretta
uʃcir
uscir
di notte con la tua gente,
e fatto il mar immobile,
la menerai di la,
&
egli,
ʃommergerai
sommergerai
i tuoi mimici.
Laʃciati
Lasciati
gli horti loro,
e i
luoghi
ame-ni,
ameni,
demmo loro
fonti,
frutti,
e
belliβimi
bellissimi
luoghi.
{4}
Coʃi
Cosi
liberammo i
figli-uoli
figliuoli
d’Iʃrahel
d’Israhel
dal
uituperio
vituperio
di Pharaone,
e quelli inalzammo di
ʃapien-za
sapienza
ʃopra
sopra
tutte l’altre genti.
Quelli che dicono
non
eʃʃer
esser
altra morte da
queʃta
questa
prima infuori,
e che non
ʃi
si
ha a
ʃuʃcitare,
suscitare,
dicono a
Propheti,
ʃe
se
uoi
voi
dite il
uero,
vero,
fate ritornar i
padri
noʃtri.
nostri.
Noi con
uerita
verita
facemmo tutto il creato,
che pochi lo credono,
e
uerra
verra
il giudicio
nel qual non
gio-uera
giovera
coʃa
cosa
alcuna,
i
maluagi
malvagi
ʃi
si
paʃceranno
pasceranno
di fuoco,
e i
buoni
ne gli
hor-ti
horti
ameni con le fonti
dolciβime,
dolcissime,
e
ueʃtendo
vestendo
di oro,
[4]
haranno fanciulle
con gli occhi
chiariβimi,
chiarissimi,
la cui bianchezza,
e
ʃplendente,
splendente,
e la pupilla
nigriβima,
nigrissima,
e
ʃecondo
secondo
il
uoler
voler
loro mangieranno frutti a
lor modo,
non
guʃtando
gustando
mai la morte,
Dio gli liberara dal fuoco,
e
queʃto
questo
è
gran dono,
e
coʃi
cosi
per la
ʃua
sua
lingua lo habbiamo
manifeʃtato,
manifestato,
accioche tutti gli altri
fuʃʃero
fussero
ʃapienti,
sapienti,
ma
aʃpetta,
aspetta,
perche
eβi
essi
aʃpettano.
aspettano.