In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.X.
X.
[1]
QVESTO
QUESTO
uolume
volume
euidente,
evidente,
manifeʃta
manifesta
a te,
e a
tutti i
credenti la
uera
vera
ʃtoria
storia
di Pharaone,
e di
Moʃe.
Mose.
Il quale
faʃtoʃo
fastoso
oltra modo,
ʃeparando
separando
le genti debilito la parte.
Perche egli fe occider tutti,
i
maʃchi
maschi
donando la
uita
vita
alle femmine.
Dio che era lor Signore gli fece
ricchiβimi,
ricchissimi,
&
heredi
met-tendo
mettendo
timore a
Pharaone,
e a
ʃuoi
suoi
eʃʃerciti.
esserciti.
Commandammo alla madre
di
Moʃe,
Mose,
che lo
nutriʃce
nutrisce
del
ʃuo
suo
latte,
e che
ʃenz’alcun
senz’alcun
affanno lo
get-taʃʃe
gettasse
nel mare allegrandola della
ʃua
sua
ritornata,
e di tutto.
La donna di
Pharaone
[2]
dicẽdo
dicendo
che il picciol fanciullo era
honeʃto,
honesto,
e
cõmodo
commodo,,
diʃʃuaʃe
dissuase
la morte di lui
nõ
non
eʃʃendo
essendo
conoʃciuto
conosciuto
da
perʃona.
persona.
Coʃi
Cosi
Moʃe
Mose
ritorno alla
madre,
alla cui figliuola
Moʃe
Mose
fratello fu dato a
nutrire
dalla Reina.
Egli fatto huomo hebbe da noi
diʃcretione,
discretione,
e
ʃapientia,
sapientia,
coʃi
cosi
è
la
noʃtra
nostra
uʃanza
usanza
di fare a
gli huomini da bene.
[3]
Egli entrato nella città
in hora
non
penʃata
pensata
alle
ʃue
sue
genti,
uidde
vidde
due,
uno de
ʃuoi,
suoi,
all’altro
cõtrario
contrario,,
che
eran
uenuti
venuti
alle mani,
perche
Moʃe
Mose
chiamato in
ʃoccorʃo
soccorso
occiʃe
occise
il
cõtrario
contrario
al
ʃuo,
suo,
il che
conoʃciuto
conosciuto
che era
ʃtata
stata
operation del
Diauolo,
Diavolo,
cõfeʃʃando
confessando
l’errore,
meritò
da Dio perdono,
e
diʃʃe
disse
Dio,
quãtunque
quantunque
tu mi habbia
fatto tanto beneficio,
tuttauia
tuttavia
non haro ardire comparir piu innanzia
queʃti
questi
maluagi
malvagi
huomini:
Dopo entrato nella citta,
temendo,
colui
nõ
non
ceʃʃaua
cessava
di gridare,
onde
Moʃe
Mose
diʃʃe.
disse.
Reʃta
Resta
compagno d’ingiuriarmi,
e
preʃtami
prestami
aiuto,
colui cio
rifiutãdo
rifiutando
diʃʃe,
disse,
Mi
uuoi
vuoi
tu
forʃe
forse
occider come quell’altro
.
E un’altro
uenẽdo
venendo
da l’un de capi della terra,
diʃʃe.
disse.
O
Moʃe
Mose
quel
popolo
ʃi
si
forza darti la morte,
io ti
ʃaro
saro
fedele,
uʃci
usci
adunque timido,
pregando Dio che lo
guardaʃʃe
guardasse
dal male,
[4]
e
riuoltoʃi
rivoltosi
alla terra Madian
diʃʃe.
disse.
Forʃe
Forse
che Dio mi
inʃegnera
insegnera
la
uia
via
retta,
e giunto a
Madian,
tra
gli huomini che
adacquauan
adacquavan
le pecore,
trouo
trovo
due fanciulle,
che per la
uergogna
vergogna
ritornauano
ritornavano
indietro,
le quali da lui addomandate della
ca-gione
cagione
diceuano,
dicevano,
che mai non harebbe l’acqua
ʃe
se
prima non
ʃi
si
partiuano
partivano
gli huomini,
hauendo
havendo
eʃʃe
esse
padre
aʃʃai
assai
uecchio,
vecchio,
Ma egli faccendole adacquare,
partendoʃi
partendosi
per l’ombra
diʃʃe.
disse.
Tu Dio,
dammi qualche
coʃa
cosa
che
uedi
vedi
che non ho niente di quel che
è
neceʃʃario,
necessario,
il quale fu chiamato dall’una delle fanciulle che
uergognoʃamente
vergognosamente
li
diʃʃe.
disse.
Mio padre
uuol
vuol
ri-munerarti
rimunerarti
dell’adacquamento,
onde da lui menato gli conto ogni
ʃuo
suo
accidente,
alquale egli
conʃolandolo
consolandolo
diʃʃe.
disse.
Non temer perche tu
ʃei
sei
gia
libero dalla gente
maluagia.
malvagia.
L’altra delle fanciulle,
addomandando al
padre,
che egli lo
teneʃʃe
tenesse
per famigliare in
caʃa
casa
come utile,
e fedele,
diʃʃe
disse
il padre a
Moʃe.
Mose.
Se tu
uuoi
vuoi
una di
queʃte
queste
mie fanciulle,
uoglio
voglio
che
tu
ʃerua
serva
qui in
caʃa
casa
otto,
o dieci anni,
al quale
Moʃe
Mose
riʃpoʃe
rispose
ʃi,
si,
e fe il patto
eʃʃendo
essendo
Dio
teʃtimone.
testimone.
Finito il termine,
tolʃe
tolse
la donna,
e
ueduto
veduto
un
di fuoco nel monte Sina,
la fe fermare per andar a
ueder,
veder,
cio che quel
fuʃʃe,
fusse,
e la giunto,
odi
dirʃi.
dirsi.
O
Moʃe,
Mose,
io
ʃon
son
Dio Signor del mondo,
e
mo-ʃtroli
mostroli
alcuni miracoli,
li fu
cõmandato
commandato
che
andaʃʃe
andasse
a Pharaone,
ma egli
riʃpoʃe,
rispose,
io la
cõmeβi
commessi
homicidio,
però
temo di non
eʃʃer
esser
occiʃo.
occiso.
Manda-mi
Mandami
meco
Arõ
Aron
mio fratello,
ilquale ha piu
iʃpedita
ispedita
lingua,
e migliore.
alqual
diʃʃe
disse
Dio,
Andate che io
ui
vi
faro
uittorioʃi,
vittoriosi,
perche andati,
fecero i
miracoli grandi,
e Pharaone
oʃtinato
ostinato
perʃeguitandoli
perseguitandoli
col
ʃuo
suo
eʃʃercito
essercito
fu da noi affogato nel Mare.
Tale adunque fu il
ʃuo
suo
fine.
Coʃi
Cosi
adunque
ʃolemmo
solemmo
punir i
maluagi.
malvagi.
Hora habbiamo mandato te dal Cielo a
predi-car
predicar
a chi non
ʃapeua,
sapeva,
s’eβi
s’essi
haueʃʃero
havessero
prima
hauuto
havuto
altro male
hareb-ber
harebber
detto.
O Dio
ʃe
se
tu ci
haueβi
havessi
mandato un Nuntio,
noi ti haremmo
ʃeguitato,
seguitato,
e come noi habbiamo mandato i
precetti,
dicono che
uoglion
voglion
tali,
quali porto
Moʃe,
Mose,
a quali molti
contradiʃʃero
contradissero
chiamandolo Mago,
ʃi
si
come i
moderni chiaman te mago.
A quali tu dirai,
Portateci un libro
miglior di
queʃto,
questo,
e credero.
[5]
Allhora
eβi
essi
non
ʃapendo
sapendo
che
ʃi
si
dire
tace-ranno,
taceranno,
Dio adunque non
ʃi
si
curando delle parole de gli incredoli,
riguardando
à
cuori,
elege chi egli
uuole
vuole
in
queʃto
questo
ʃecolo,
secolo,
e nell’altro,
e fa
quanto a
lui pare,
ʃenz’altrui
senz’altrui
danno,
ʃe
se
egli adunque
faceʃʃe
facesse
una
con-tinoa
continoa
notte,
chi adducerebbe il giorno?
Non udite
uoi
voi
?
non
uedete
vedete
uoi
voi
?
Egli
ʃolo
solo
ha fatto il di,
e la notte per util
uoʃtro,
vostro,
onde
hauete
havete
a renderli
gratie.
Il di del giudicio
tutti
conoʃcerãno
conosceranno
l’error loro,
e
confeʃʃerãno
confesseranno
uno Dio.
[6]
Caron
ʃoggietto
soggietto
à
Moʃe
Mose
haueua
haveva
tanto
teʃoro,
tesoro,
che le
chiaui
chiavi
oue
ove
egli era
ʃerrato,
serrato,
quaʃi
quasi
per il carico
occiʃero
occisero
un Camello che le
portaua.
portava.
I quali i
ʃuoi
suoi
ammonendo
diʃʃero.
dissero.
Non ti
eʃtimar
estimar
che la tua pecunia ti
ʃia
sia
allegrezza o
ʃperanza,
speranza,
Ma curando quella procacciati nell’altro
ʃecolo
secolo
la
ʃalute,
salute,
e
aʃtienti
astienti
dal male,
e
ʃia
sia
benefico,
perche Dio
abborri-ʃce
abborrisce
chi fa altrimenti.
Egli
riʃpondeua,
rispondeva,
che egli non gli era
ʃtata
stata
data
ʃe
se
non per
ʃua
sua
ʃapientia,
sapientia,
perche
uʃcito
uscito
fuori con pompa
fu col
teʃoro
tesoro
con
la
caʃa,
casa,
e con ogni
coʃa
cosa
inghiottito dalla terra,
onde tutti
diceuano.
dicevano.
Veramente Dio fa bene,
e male
à
chi egli
uuole,
vuole,
il
ʃimigliante
simigliante
auerra
averra
a noi,
perche Dio non ama i
maluagi,
malvagi,
Noi che daremo nell’altro
ʃecolo
secolo
belliβimi
bellissimi
palazzi,
riguarderemo all’altrui merito.
[7]
Tu
hauendo
havendo
il libro
da Dio mandato,
non
uʃcir
uscir
de commandamenti di quello,
accioche tu non
ʃia
sia
incredolo,
ne
inuochi
invochi
uno Dio per un’altro,
dopo ilquale
nõ
non
ʃe
se
ne
trouera
trovera
alcun’altro,
e innanzi ilquale
ʃe
se
adunera il tutto al giudicio.