IL TERZO LIBRO
DELL’ALCORANO
NEL
QVALE
QUALE
MEDESIMAMENTE
SI CONTIENE LA LEGGE
DI MACOMETTO.
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.I.
I.
[1]
IL SERVO di Dio Zacheria
chia-mando
chiamando
nel
ʃecreto
secreto
del cuor
ʃuo
suo
la
pie-ta,
pieta,
a
e
miʃericordia
misericordia
di Dio,
coʃi
cosi
diceua.
diceva.
Eʃʃendo
Essendo
gia le mie
oʃʃe
osse
deboli,
e
dirot-te
dirotte
e i
miei capelli bianchi,
e la mia
don-na
donna
sterile,
e temendo molto che dopo
me i
miei Vicari non
ʃian
sian
maluagi,
malvagi,
tu
Dio il quale mai ho
ceʃʃato
cessato
adorare,
concedimi per gratia,
che per te
eʃʃal-
tãdo
essaltando
la
caʃa
casa
di Iacob
ʃia
sia
ʃtabile,
stabile,
e ferma.
Dio
eʃʃaudendolo
essaudendolo
gli fece tal
ripoʃta.
riposta.
O Zacheria rallegrati,
perche tu
harai un figliuolo,
il cui nome
nõ
non
è
mai
ʃtato
stato
ad alcuno
impoʃto,
imposto,
cioè
Giouanni,
Giovanni,
&
egli,
in che modo faro io figliuoli
ʃe
se
la mia donna
è
ʃterile,
sterile,
et
io
uecchio
vecchio
?
Diʃʃe
Disse
Dio,
queʃta
questa
coʃa
cosa
a me
è
facile,
non feci io te,
che innanzi non eri
coʃa
cosa
alcuna,
&
egli
riʃpoʃe.
rispose.
Degnati o
Dio d’impormi quel
che a
te piace,
e Dio,
per tre di non
fauellar
favellar
con
niʃʃuno.
nissuno.
Zacheria
adunque dall’altare andando alla
ʃua
sua
gente,
con
ʃegni
segni
le comando che
inuocaʃʃe
invocasse
Dio
ʃera,
sera,
e mattina,
[2]
Dopo
cõmandammo
commandammo
à
Giouanni,
Giovanni,
che
ac-cettaʃʃe
accettasse
con la potenza,
e con la
ʃua
sua
forza il libro,
e anchor fanciullo
ʃott’entraʃʃe
sott’entrasse
alla
diʃcretione.
discretione.
Onde temè
noi,
e honorò
i
ʃuoi
suoi
parenti,
non
diʃpregiando
dispregiando
in conto alcuno i
noʃtri
nostri
precetti.
[3]
Queʃto
Questo
libro contiene ancho come il
noʃtro
nostro
ʃpirito
spirito
in forma di huomo
apparue
apparve
innanzi a
Maria,
per la cui
ueduta
veduta
ella
ʃpauentata,
spaventata,
prega Dio che la guardi da co
lui,
&
egli le
diʃʃe.
disse.
Non
ʃono
sono
altro che Nuntio di Dio,
il quale ti
pro-mette
promette
un figliuolo ottimo.
Riʃpoʃe
Rispose
ella,
Come haro figliuoli,
ʃe
se
non
ʃo-no
sono
ʃtata
stata
tocca da huomo,
&
egli
queʃto
questo
à
Dio
è
coʃa
cosa
leggiera,
e
poβi-bile.
possibile.
Ella adunque fatta
grauida
gravida
ʃe
se
ne fuggi in parti lontane,
e gia
ʃtillandole
stillandole
il
meʃtruo
mestruo
che precede il parto,
fermataʃi
fermatasi
appreʃʃo
appresso
una
pal-ma
palma
diʃʃe.
disse.
Fuʃʃe
Fusse
io morta anzi che
queʃto
questo
mi
fuʃʃe
fusse
auenuto.
avenuto.
Chriʃto
Christo
allhora
uʃcitole
uscitole
di
ʃotto,
sotto,
conʃolandola
consolandola
diʃʃe,
disse,
non temer che io
ʃon
son
teco.
Dopo
Dio parlatole,
comando che
ʃcoteʃʃe
scotesse
la palma,
e
coʃi
cosi
cadrebbe
ʃopra
sopra
eβi
essi
dattili,
accioche ella mangiando
allegraʃʃe
allegrasse
alquanto il
ʃuo
suo
cuore,
ne che
parlaʃʃe
parlasse
con alcuno anzi
faceʃʃe
facesse
cenno,
[4]
che
haueua
haveva
uuoto
vuoto
di
ʃilentio,
silentio,
e di
digiuno.
Ella adunque portando il fanciullo,
i
ʃuoi
suoi
la
riprendeuano
riprendevano
di-cendo,
dicendo,
o Maria,
non
eʃʃendo
essendo
tua Madre,
ne tuo Padre
ʃtato
stato
maluagio,
malvagio,
ne
niʃʃuno
nissuno
de
ʃuoi
suoi
maggiori,
perche hai fatto
coʃi
cosi
cattiua
cattiva
opera?
Ella allhora
moʃtrando
mostrando
il fanciullo,
uoleua
voleva
che
eβi
essi
lo
addomandaʃʃero,
addomandassero,
[5]
perche
egli
fauellando
favellando
diceua,
diceva,
Io
ʃon
son
ʃeruente
servente
di Dio,
ilquale dandomi il libro
mi ha fatto Propheta,
Fãmi
Fammi
adunque
oratiõe
oratione,,
e per me
limoʃine,
limosine,
e honora mia madre,
mentre che io
cõuerʃaro
conversaro
tra gli huomini,
e
ʃopra
sopra
me
è
la
diuina
divina
ʃalute
salute
nel di della
natiuità,
natività,
e della morte,
per la quale anchor
uiuo
vivo
uerro.
verro.
Queʃte
Queste
ʃon
son
parole
uere
vere
di CHRISTO figliuol di MARIA,
per le quali gli huomini anchora
ʃono
sono
in dubbio.
Et
è
da
ʃapere
sapere
che mai
è
auenuto
avenuto
che Dio habbia
hauuto
havuto
figliuolo.
Adorate adunque
lui che
è
mio Signore,
&
andrete per buona
uia.
via.
Tu predica
(quantunque incredoli)
del di della
uendetta,
vendetta,
per lo quale
ʃi
si
diʃputera
disputera
dell’al-trui
dell’altrui
ʃtato,
stato,
dicendo Dio.
Noi herediteremo la terra con cio che
ui
vi
è
den-tro,
dentro,
e ogni
coʃa
cosa
ritornera a
noi,
[6]
e non tacer nel libro,
qualmente Abramo Propheta
ueridico,
veridico,
riprendendo il padre
ʃuo,
suo,
che
credeua
credeva
che una
coʃa
cosa
cieca e
ʃorda
sorda
non gli
poteʃʃe
potesse
giouare,
giovare,
diʃʃe.
disse.
O mio padre,
reʃta
resta
di
imitar il
Diauolo,
Diavolo,
il qual fa errar gli huomini,
e temi Dio,
&
egli
oʃtinato
ostinato
diʃʃe.
disse.
O Abramo,
uoi
voi
tu che io mi parta dalla coltura de gl’Idoli?
Io ti occidero con le pietre,
ʃe
se
tu non ti parti,
o ti
ʃcacciero
scacciero
da me.
Riʃpoʃe
Rispose
quello.
Io preghero Dio per te,
che
forʃe
forse
ne
eʃʃaudira,
essaudira,
il quale
mi
lieui
lievi
da te,
e da tuoi idoli,
e che a
te conceda
ʃalute,
salute,
e
coʃi
cosi
demmo
merito ad Abramo,
che
ʃi
si
parti dal padre,
[7]
Nõ
Non
rimanga a
dietro ne fuor
del libro,
che
Moʃe
Mose
fu puro
Nũtio
Nuntio
e Propheta,
co’l quale parlammo
ʃul
sul
monte Sina,
[8]
et
eʃʃendoli
essendoli
propitij
propitii
facemmo ancho propheta Aron
ʃuo
suo
fratello
.
Nomini
ʃi
si
ancho
Iʃmahel
Ismahel
in
queʃto
questo
libro,
il quale
ueridico
veridico
commando
a
ʃuoi
suoi
che
faceʃʃero
facessero
oratione,
e
limoʃine,
limosine,
e
coʃi
cosi
fu buono in
coʃpet-
to
cospetto
di Dio.
Queʃti
Questi
poʃʃederano
possederano
il
Paradiʃo,
Paradiso,
la
doue
dove
niʃʃuno
nissuno
ʃara
sara
ingiu-riato,
ingiuriato,
ma
ʃalutatione
salutatione
continua,
e allegrezza.
Dio concede la
heredi-tà
heredità
ʃua
sua
a credenti.
Adora adunque
queʃto
questo
ʃupplicheuolmente,
supplichevolmente,
e con
pa-tientia.
patientia.
Appreʃʃo
Appresso
è
da
ʃapere,
sapere,
che tutti
paʃʃeranno
passeranno
per il fuoco,
ma
gli incredoli
ui
vi
reʃteranno
resteranno
dentro,
e i
timenti Dio ne
uʃciranno
usciranno
ʃal-ui,
salvi,
e la fede loro
ʃara
sara
da Dio
accreʃciuta.
accresciuta.
[9]
Non
uedete
vedete
uoi
voi
che
colo-ro
coloro
che non credono
à
noʃtri
nostri
commandamenti dicono,
Dio non ci
da-rà
darà
mai prole,
ne ricchezza?
Sanno eglino
forʃe
forse
il
ʃecreto
secreto
di Dio?
o
fermaron
ʃeco
seco
il patto?
Noi
ʃcriuiamo
scriviamo
i detti loro,
e gli allegaremo
nel mal loro.
Molti che adorano gli idoli,
e da loro
aʃpettan
aspettan
bene,
ue-deranno
vederanno
la hora che
eβi
essi
non credono.
[10]
Non
uedete
vedete
uoi
voi
che habbiamo al
Diauolo
Diavolo
conceʃʃo
concesso
in
ʃuo
suo
potere i
cattiui
cattivi
?
Tu non pratticar con loro
perche gli
ʃotterreremo
sotterreremo
nel fuoco,
e allhora
conoʃceranno
conosceranno
quanto
è
ʃtato
stato
peccato horribile
dir che Dio habbia
hauuto
havuto
figliuolo,
[11]
A dir
queʃta
questa
ʃceleratezza,
sceleratezza,
il cielo
quaʃi
quasi
ʃi
si
uergogna,
vergogna,
fugge la terra,
e ogni monte
cade,
queʃto
questo
è
inhoneʃto
inhonesto
à
Dio,
ʃotto
sotto
il quale giace ogni
coʃa.
cosa.
Non
hab-biamo
habbiamo
dato alla tua lingua facolta
ʃe
se
non che
annuntij
annuntii
alleggrezza a
buoni,
e a
maluagi
malvagi
pena,
e tormento.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.II.
II.
[12]
TI HABBIAMO dato l’Alcorano non per tuo mal
alcuno:
ma accioche per quello
tu
dimoʃtri
dimostri
il creator del
Cielo,
e della terra,
e di tutte le
coʃe
cose
uniuerʃali,
universali,
Egli
ʃa
sa
quel che
ʃi
si
dice,
e quel che
ʃi
si
ritien nel cuore,
e dopo lui
non
è
altro Dio.
[13]
Odi la parola di
Moʃe
Mose
alla donna,
alla
ʃua
sua
gente,
com-mandando
commandando
le
ʃtanze
stanze
per il fuoco da lui
ueduto,
veduto,
uoi
voi
non
ui
vi
mouete
movete
fi-no
fino
à
che io non
uegga
vegga
che
coʃa
cosa
è
queʃta.
questa.
E andando la gli fu detto.
Ecco io
ʃon
son
Dio,
cauati
cavati
le
ʃcarpe,
scarpe,
perche tu
ʃei
sei
in luogo
ʃanto,
santo,
e dopo
tu da me eletto
odi i
miei precetti,
o adorami,
e fammi oratione.
Per-che
Perche
uerra
verra
l’hora
à
tutti
naʃcoʃa
nascosa
per mia
uolontà,
volontà,
nella quale tutte
l’a-nime
l’anime
torneranno a
i loro atti.
Non ti partir da miei commandamenti,
perche
ʃe
se
tu
ʃeguirai
seguirai
il
uoler
voler
de non credenti,
tu patirai
grandiβimo
grandissimo
male.
Ma che
è
quello che porta la tua destra?
Riʃpoʃe,
Rispose,
un’haʃta
un’hasta
di
le-gno,
legno,
con la quale mi
ʃoʃtento
sostento
alle
uolte,
volte,
e faccendo un giro adietro
le mie pecore.
Diʃʃe
Disse
Dio,
gettalo
uia,
via,
il che fatto
ʃubito
subito
diuenne
divenne
ʃerpen-te,
serpente,
che
s’andaua
s’andava
qua,
e la
dimenãdo
dimenando,,
perche egli impaurito per mio commandamento lo
preʃe,
prese,
e
diuẽne
divenne
come era prima,
e
inʃegnaigli
insegnaigli
alcune altre gran
uirtu,
virtu,
[14]
E
comandãdoli
comandandoli
io che egli
andaʃʃe
andasse
à
Pharaone,
che
ʃi
si
eʃʃaltaua
essaltava
proʃontuoʃamente,
prosontuosamente,
diʃʃe.
disse.
Tu Dio apri il mio cuore,
alleuia
allevia
il
daffare,
diʃnoda
disnoda
la lingua,
accioche la mia
fauella
favella
ʃia
sia
pronta,
&
eʃpe-dita,
espedita,
e
conʃtituiʃce
constituisce
Aron mio fratello principale,
e
cenʃore
censore
della
noʃtra
nostra
gente.
Riʃpoʃe
Rispose
Dio,
adempieremo ogni tua
uolonta,
volonta,
hauendoti
havendoti
aiutato
da fanciullo,
perche gettato tu in mare nella
ceʃta
cesta
fusti da me aiutato,
e
ʃoʃtenuto,
sostenuto,
e perche tua
ʃorella
sorella
diʃʃe
disse
in
preʃenza
presenza
del Re,
io gli
trouero
trovero
nutrice,
ti
conduβi
condussi
a tua madre,
accioche il
ʃuo
suo
cuor
fuʃʃe
fusse
fermo,
e
in-trepido,
intrepido,
et
eʃʃendo
essendo
tu micidiale ti
liberãmo
liberammo..
Hauendoti
Havendoti
adunque
coʃi
cosi
aiutato,
tu e
il tuo fratello andrete
à
Pharaone,
e con buone parole
riduce-telo
riducetelo
a l’adorar Dio,
&
eβi
essi
riʃpondendo.
rispondendo.
O Dio,
quanto patimo noi?
Et
egli.
Io
ʃaro
saro
ʃempre
sempre
con
uoi.
voi.
Andando adunque a
lui
ʃenza
senza
tema,
dite
uoi
voi
eʃʃer
esser
nuntij
nuntii
di Dio,
e comandate che
laʃci
lasci
uenir
venir
con
uoi
voi
i figliuoli
d’Iʃrahel.
d’Israhel.
Eβi
Essi
adunque
uenuti,
venuti,
e dicendo
hauer
haver
uirtu
virtu
da Dio.
Diʃʃe
Disse
Pharaone,
o
Moʃe,
Mose,
chi
è
tuo Dio?
Riʃpoʃe
Rispose
il creator di tutti,
che da il
tutto a
gli huomini,
Et egli,
oue
ove
è
la
gẽte
gente
paʃʃata
passata
?
Riʃpoʃe.
Rispose.
La notitia di
queʃto
questo
è
nel libro capace di tutto,
&
egli allhora
diʃʃe,
disse,
ʃiate
siate
uoi
voi
uenuti
venuti
ne
noʃtri
nostri
luoghi con l’arte magica?
&
ordino che i
ʃuoi
suoi
magi con
Moʃe
Mose
faceʃʃero
facessero
la
pruoua,
pruova,
e
uenuto
venuto
il di
à
cio
coʃtituto.
costituto.
Moʃe
Mose
primo getto in
terra una bacchetta,
&
ella di
ʃubito
subito
diuenne
divenne
ʃerpente,
serpente,
perche i
Magi
cio
ueduto
veduto
s’ingenocchiarono a
piedi di
Moʃe,
Mose,
dicendo,
noi crediamo
nel tuo Dio,
Pharaone cio
uedendo
vedendo
diʃʃe,
disse,
dunque non credete in chi
ui
vi
ha
inʃegnato
insegnato
la magica?
io
ui
vi
faro tagliar i
piedi,
e le mani,
e
appiccar-le
appiccarle
agli alberi,
e
uedremo
vedremo
chi
ui
vi
aiutera,
&
eβi
essi
fa quel che ti piace,
per-che
perche
Dio
è
di
ʃopra,
sopra,
e ti guida.
Cauammo
Cavammo
adunque
Moʃe
Mose
con le genti,
&
affogammo Pharaon nel mare che le
ʃeguiua,
seguiva,
e a
uoi
voi
figliuoli
d’Iʃrahel
d’Israhel
dopo la liberation demmo manna,
e pernici.
Mangiate del
uoʃtro,
vostro,
e
non fate ingiuria a
neʃʃuno,
nessuno,
perche altrimenti mi adirerei con
uoi,
voi,
per-che
perche
à
buoni daro bene.
Moʃe
Mose
dunque condotte le genti,
fecero il
uitel-lo
vitello
perche Dio riprendendoli
diceua.
diceva.
O gente,
perche
hauete
havete
uoi
voi
ingiu-riato
ingiuriato
Dio?
ʃtudiate
studiate
uoi
voi
forʃe
forse
di
hauer
haver
l’ira
diuina
divina
?
[15]
Et
eβi,
essi,
non fummo
noi,
ma alcuni de popolari che lo commandarono,
&
ʃe
se
Moʃe
Mose
non
tor-na
torna
non
uogliamo
vogliamo
laʃciarlo.
lasciarlo.
Tornato adunque
Moʃe
Mose
commando ad Aron
che
andaʃʃe
andasse
in peregrinaggio fin che il
uitello
vitello
fuʃʃe
fusse
conʃumato,
consumato,
e
ri-
preʃe
riprese
i popoli di tanto errore.
Noi ti
manifeʃtiamo
manifestiamo
le
coʃe
cose
de
paʃʃati,
passati,
ac-cioche
accioche
tu
uegga
vegga
la
maluagità
malvagità
de
cattiui,
cattivi,
i quali
[16]
il di del giudicio
pati-ranno
patiranno
grauiβime
gravissime
pene.
Diranno allhora
hauer
haver
giaciuto lo
ʃpatio
spatio
di diece giorni,
e i
piu
diʃcreti
discreti
diranno un di
ʃolo.
solo.
A coloro che cercano che
ʃara
sara
de monti,
Di che io gli disfarò
faccendoli uguali alla terra.
Quel
di
niʃʃun
nissun
potra fuggire,
o
ritrarʃi
ritrarsi
indietro,
ne
fauellare,
favellare,
ʃe
se
non chi
Dio
uorra
vorra
che
fauelli.
favelli.
Habbiamo
compoʃto
composto
tal l’Alcorano,
che per quello i
credenti
ʃi
si
poβin
possin
ricordar di
queʃto.
questo.
Eʃʃendo
Essendo
ogni
eʃʃaltation
essaltation
di
Dio
uero,
vero,
ma non ti affrettar
à
publicarlo,
prima ch’io
laʃci
lasci
uedere
vedere
tutti i
ʃuoi
suoi
precetti che
ui
vi
ʃono
sono
entro.
Pregherai dunque
ʃupplicheuolmente
supplichevolmente
Dio che ti
accreʃca
accresca
in
ʃapientia.
sapientia.
[17]
Queʃta
Questa
è
la prima
coʃa
cosa
che
noi commandammo ad Adamo ilquale
dimenticatoʃene
dimenticatosene
erro,
al
qua-le
quale
tutti gli Angeli s’inchinarono da Belzebub infuori,
il qual
moʃtrando
mostrando
io ad Adamo che
doueua
doveva
eʃʃer
esser
ʃuo
suo
nimico,
perʃuaʃi
persuasi
che non gli
con-duceβe
conducesse
fuori del
Paradiʃo,
Paradiso,
doue
dove
non hara ne fame
ne
ʃete,
sete,
ne freddo.
Il
Diauolo
Diavolo
all’incontro
diʃʃe.
disse.
Se tu mangerai o
Adamo dell’albore tu
ʃarai
sarai
ʃignor
signor
ʃanza
sanza
fine.
Onde
eβi
essi
cibati,
ʃubito
subito
conobbero le lor
mem-bra
membra
genitali,
le quali
ʃi
si
forzauano
forzavano
coprir con le foglie del
Paradiʃo.
Paradiso.
Et
coʃi
cosi
Adamo non obedendo a
Dio
ʃott’entro
sott’entro
alla morte.
Nondime-no
Nondimeno
ritornando
eβi
essi
all’amor di Dio,
egli perdono loro,
egli
meʃʃe
messe
nel-la
nella
buona
uia.
via.
L’imitator dunque di
queʃta
questa
uia
via
rimarra in eterno,
e
tutti coloro che mi
laʃcieranno
lascieranno
ʃenza
senza
inuocar
invocar
il mio nome,
ʃaranno
saranno
perduti.
Ogni huomo
coʃi
cosi
fatto dira,
perche
uedendo
vedendo
io il
preʃen-te
presente
ʃecolo
secolo
mi
priui
privi
di lume?
A quali Dio
riʃpondera.
rispondera.
Tu
dimentica-toti
dimenticatoti
de
noʃtri
nostri
precetti hoggi
patiʃci
patisci
per la dimenticanza.
Tal
meri-to
merito
ha chi non crede,
Dura dunque alle lor
maluagie
malvagie
parole,
e continuamente a
tutte le hore adora Dio,
e non
uolger
volger
mai gli occhi all’altrui mogli,
[18]
benche elle
ʃian
sian
bel-liβime,
bellissime,
&
uaghe.
vaghe.
Perche Dio ne dara di piu
belle,
a chi lo teme,
Commanda alle tue
genti,
che
continouamente
continovamente
adori-no,
adorino,
&
aʃpettino
aspettino
fin che
ma-nifeʃtamente
manifestamente
ʃi
si
ʃcerna
scerna
e giudichi la
cauʃa
causa
de
maluagi,
malvagi,
e
de buoni.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.III.
III.
[19]
QVANTVNQVE
QUANTUNQUE
s’appreʃʃi
s’appressi
il
tranʃito
transito
de gli
huo-mini,
huomini,
per il quale
ʃi
si
deue
deve
comparir il di del giudicio,
nondimeno alcuni
ʃi
si
fanno beffe del
nuouo
nuovo
meʃʃo
messo
loro da Dio
mandato,
dicendo,
coʃtui
costui
non
è
altro che huomo
ʃi
si
come
noi,
e
ʃi
si
uiene
viene
auanti
avanti
con la
ʃua
sua
arte magica,
il cui
uolume
volume
è
finto
ʃo-gno,
sogno,
ma Dio
conoʃce
conosce
ogni parola che
ʃi
si
dice.
Habbiamo innanzi a
te
mandati
altri
Nũtij
Nuntii
carnali,
e durabili,
il che
conoʃcerai
conoscerai
domandando a
ʃapienti,
sapienti,
co quali
ʃaluammo
salvammo
i
noʃtri
nostri
diletti,
e gli increduli
confondem-mo
confondemmo
:
Perche dunque non temete
hauendoui
havendovi
dato libro co
noʃtri
nostri
comman-damenti
commandamenti
?
ueramente
veramente
uoi
voi
non potete
laʃciar
lasciar
la
uoʃtra
vostra
perfidia,
fino a
che giunti al fine dite.
Noi habbiamo malfatto,
Dio adunque
ui
vi
dara
male per le
uoʃtre
vostre
maluagità.
malvagità.
Altro non ci
è
che un Dio
ʃolo,
solo,
e
ʃe
se
fuʃ-ʃero
fussero
piu non potrebbe il mondo durare,
egli
è
ʃignor
signor
d’ogni
coʃa,
cosa,
&
adeʃʃo
adesso
abbraccia
queʃte
queste
parole.
Molti errano lontani dal
uero.
vero.
Non
mandammo innanzi te Propheta,
ʃe
se
non chi
diʃʃe
disse
un Dio
ʃolo.
solo.
Ciaʃcu-no
Ciascuno
adunque mi adori,
[20]
e molti dicono che Dio ha figliuolo,
il che
ʃara
sara
loro di pena eterna cagione.
Non
ueggono
veggono
gli
ʃcelerati
scelerati
come noi
hab-biamo
habbiamo
aperta la terra,
che loro da il
uiuere
vivere
?
Perche dunque non
cre-dono
credono
?
Nella terra ponemmo i
monti per
ʃua
sua
fortezza,
e il Cielo per tetto,
il che gli incredoli
ʃtimano
stimano
molto.
Continuammo il giorno,
e la
not-te,
notte,
e facemmo il Sole,
e la Luna in un cerchio corrente,
ne
auanti
avanti
te
facemmo huomo immortale,
accioche tu morto non
fuʃʃe
fusse
dopo te
uiuo
vivo
alcuno,
ogn’uno
guʃtera
gustera
la morte,
e di
uoi
voi
che
ʃete
sete
per tornar a
me,
harete chi bene,
e chi male.
Lo huomo
è
coʃa
cosa
tranʃitoria,
transitoria,
io
manife-ʃtando
manifestando
le mie
uirtu
virtu
non
ui
vi
affrettate.
Chiederanno gli huomini il
ter-mine
termine
del giudicio per
ueder
veder
ʃe
se
ʃei
sei
uerace.
verace.
[21]
Sappino adunque gli
incre-doli,
incredoli,
che quel di
uerra
verra
all’improuiʃo,
all’improviso,
ʃenza
senza
che alcun
ʃappia
sappia
nulla,
al-lhora
allhora
ʃtupefatti
stupefatti
non
ʃapranno
sapranno
che
ʃi
si
fare.
Parimente i
beffatori de
Propheti innanzi
à
te patiron pena,
ma chi
ui
vi
difendera il di,
e la notte da Dio?
Quei
forʃe
forse
che
uoi
voi
adorate in luogo di Dio?
[22]
io non
ui
vi
parlo
ʃe
se
non per bocca
diuina,
divina,
ʃarete
sarete
in
grauiβime
gravissime
pene
quell’ultimo di,
e
ogni
noʃtra
nostra
opera come un granello,
ʃarà
sarà
eʃʃaminata.
essaminata.
Noi demmo l’Alforcano,
e la hora del giudicio,
a
Moʃe,
Mose,
&
ad Aron,
e a
ogni altro che
teme Dio,
perche dunque non credete?
[23]
Abramo
hauendo
havendo
parimente da
me imparato,
riprendendo il padre addomando perche
credeua
credeva
a gli
Idoli?
Al quale
riʃpoʃe,
rispose,
che
haueua
haveva
trouato
trovato
che i
maggior loro gli
ado-rauano.
adoravano.
Diʃʃe
Disse
egli,
ʃappiate
sappiate
che ci
è
un
ʃolo
solo
Dio,
io adunque non
uoglio
voglio
adorar i
uoʃtri
vostri
Idoli,
[24]
e
coʃi
cosi
gli ruppe dal grande infuori,
domandano
adunque chi
haueua
haveva
fatto
queʃto,
questo,
fu
riʃpoʃto
risposto
da gli altri che era
ʃtato
stato
un
fanciullo nominato Abramo.
Menatolo adunque in
preʃenza
presenza
di molti,
addomandauano
addomandavano
s’egli
haueua
haveva
fatto
queʃto
questo
de gli Idoli,
riʃpoʃe,
rispose,
che il
grande che era intero lo
hauea
havea
fatto,
e che
ʃe
se
s’addomandaʃʃe,
s’addomandasse,
forʃe
forse
lo
haueʃʃe
havesse
detto,
perche quelli a
cui
riuolti
rivolti
confeʃʃauano
confessavano
d’eʃʃer
d’esser
ʃtati
stati
mal-uagi,
malvagi,
egli allhora
diʃʃe.
disse.
Non
ʃapete
sapete
uoi
voi
che non
ui
vi
poʃʃon
posson
giouare
giovare
?
Per-che
Perche
hauete
havete
in luogo di Dio adorato i
cattiui
cattivi
?
allhora
riʃpoʃero,
risposero,
ʃta
sta
ab-bruʃciato
abbrusciato
per
uendetta
vendetta
de gli Idoli,
Dio allhora commandò
che il
fuo-co
fuoco
raffreddatoʃi
raffreddatosi
non
faceʃʃe
facesse
alcun male ad Abramo,
[25]
e gli facemmo
ca-pitar
capitar
male
uolendo
volendo
nuocere,
[26]
e lo conducemmo alla terra
ʃanta
santa
inʃieme
insieme
con Loth,
e gli facemmo fedeli,
&
elemoʃinieri.
elemosinieri.
Loth facemmo
ʃapien-te,
sapiente,
&
lo liberammo dalle Città
nefande,
[27]
liberammo ancho Noe con tutte l’altre
ʃue
sue
genti,
[28]
Facemmo
ʃapiente
sapiente
Salomone,
e a
Dauid
David
ʃottomet-temmo
sottomettemmo
i Monti
inʃegnandoli
insegnandoli
l’arte dell’armi,
[29]
e non ringratiarete per
queʃto
questo
Dio?
Salamone per noi domino i
Dimoni.
Liberammo ancho Iob,
dicendo egli,
o Signore,
difendimi da ogni male.
Hiʃmahel,
Hismahel,
Eʃdra,
Esdra,
e Alchifla,
ʃtando
stando
patienti
ʃentirono
sentirono
la
noʃtra
nostra
pieta.
E Iona
chiuʃo
chiuso
nel
peʃce
pesce
per la
ʃua
sua
ira,
diʃʃe,
disse,
che non ci era altro che un Dio
ʃolo,
solo,
onde lo
libe-rammo,
liberammo,
aiutammo
Zacheria
dandogli un figliuolo nominato
Giouanni,
Giovanni,
La gente
è
mia,
et io
ʃon
son
uoʃtro
vostro
Dio,
adoratime adunque.
E
quantun-que
quantunque
le genti
ʃtan
stan
differenti ne miei precetti,
tutte ritorneranno a
me.
Appreʃandoci
Appresandoci
la hora
uerace,
verace,
tutti piangeranno dicendo,
Perche
mi-ʃeri
miseri
fummo
cattiui
cattivi
?
Dio allhora dira.
Voi con quei che
adoraʃte
adoraste
ʃa-rete
sarete
legna nel fuoco infernale,
la
doue
dove
non harete
ʃperanza
speranza
alcuna di
poter mai
uʃcir
uscir
di tormento.
Queʃto
Questo
è
quel di che habbiam predicato,
nel quale Dio pieghera il mondo,
e la terra come
ʃi
si
fa la cartha.
Noi
dunque ti habbiamo mandato
accioche tu predichi un
ʃolo
solo
Dio,
dal
qua-le
quale
ʃe
se
alcun
ʃi
si
partira dirai che tu
ʃe
se
Nuncio,
e che tu non
ʃai
sai
s’il di
è
lontano,
o
appreʃʃo,
appresso,
e
s’eβi
s’essi
haranno bene,
o male,
perche
que-ʃto
questo
ʃolo
solo
è
conoʃciuto
conosciuto
da Dio
Signor
noʃtro,
nostro,
[30]
ilquale ci dia aiuto contro
gli incredoli.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.IIII.
IIII.
[31]
TEMI DIO o
generatione bumana,
perche la grande
hora detta,
del tremoto
è
da temere,
il di della
reʃurret-tione
resurrettione
le pregne
diʃperderanno,
disperderanno,
e tutti paranno ebbriachi
perche Dio dara gran male:
Perche dubitan della
reʃur-rettione
resurrettione
?
Non
ui
vi
facemmo noi prima di terra?
dopo di
ʃeme,
seme,
poʃcia
poscia
di
ʃangue,
sangue,
e di
maʃʃa
massa
inʃieme
insieme
adunata,
et
ultimamẽte
ultimamente
di forma di
ʃimilitudine
similitudine
?
Vi
iʃpiano
ispiano
ogni
coʃa
cosa
per piu certezza
uoʃtra,
vostra,
il quale ho fatto
l’ac-qua
l’acqua
ʃopra
sopra
la terra,
&
lo huomo dopo faccendolo fanciullo,
dopo
alle-uandolo
allevandolo
fino all’ultima età.
[32]
Molti
contrarij
contrarii
di Dio
contraponendoʃi
contraponendosi
a
queʃto
questo
libro,
ʃaranno
saranno
dishonorati in
queʃto
questo
ʃecolo,
secolo,
e nell’altro
patiran-no
patiranno
gran pene,
Alcuni guadagnando credono in lui,
perdendo non credono in lui,
e
queʃti
questi
perderanno
queʃto
questo
ʃecolo,
secolo,
e l’altro,
e
s’auiluppano
s’aviluppano
in lungo errore,
adorando chi non puo lor dare aiuto.
[33]
Dio dara il
Pa-radiʃo
Paradiso
à
chi fara bene.
Chi
penʃa
pensa
che Dio non
uenga
venga
a giudicare,
uada
vada
in Cielo con una fune,
e
quiui
quivi
ʃi
si
ʃtia.
stia.
Tu
ʃai
sai
che da Cielo
ʃei
sei
ʃta-to
stato
fatto certo,
che il di Dio
ʃara
sara
giudice de Giudei,
e de
Chriʃtiani
Christiani
che
uariano
variano
la lor legge,
e d’ogni altra
ʃetta.
setta.
Non
uedete
vedete
uoi,
voi,
che
tut-te
tutte
le
beʃtie
bestie
adorano Dio?
[34]
Chi
ʃarà
sarà
maluagio,
malvagio,
ʃarà
sarà
nell’inferno
ueʃti-to
vestito
di fuoco,
&
arrostito da
ardentiβime
ardentissime
fiamme,
dando il
Paradiʃo
Paradiso
a
credenti,
la
doue
dove
haranno acque
chiariβime,
chiarissime,
oro,
gioie,
annella,
e
cate-ne,
catene,
punendo i
diʃpreggiatori
dispreggiatori
del
uiaggio
viaggio
di Mecca,
[35]
uadino
vadino
a
queʃto,
questo,
e
quiui
quivi
ʃacrifichino,
sacrifichino,
e di quelle carni diano da mangiare a
poueri,
poveri,
e
fi-nite
finite
le faccende loro,
s’aʃʃoluino
s’assolvino
da lor
uoti,
voti,
e circondino il Tempio,
lequai
coʃe
cose
à
Dio
ʃon
son
gratiβime.
gratissime.
Guardateui
Guardatevi
di non
eʃʃer
esser
teʃtimoni
testimoni
falʃi,
falsi,
ne fate
cõpagno
compagno
a Dio,
perche allhora meritate
d’eʃʃer
d’esser
fatti
poluere,
polvere,
e
gettati al
uento,
vento,
Chi credendo farà
nel Tempio quel che
cõmandiamo
commandiamo
all’hora determinata,
riceuera
ricevera
da Dio beneficio,
a
ciaʃcuno
ciascuno
habbia-mo
habbiamo
conʃegnato
consegnato
doue
dove
debba adorare.
[36]
I buoni
ʃperino
sperino
ʃomma
somma
allegrezza
e l’amor
diuino,
divino,
e con patientia
ʃopportino
sopportino
quel che loro
auiene
aviene
faccendo
limoʃina,
limosina,
Dio fece ogni
coʃa
cosa
cõmoda
commoda
allo huomo,
accioche egli ci renda gratie,
il quale
nõ
non
uuol
vuol
carne,
o
ʃangue,
sangue,
ma le
appetiʃce
appetisce
per
eʃʃere
essere
temuto,
[37]
eβi
essi
a buoni mandando buon Nuntio gli difende da ogni male,
Non ama i
ladri,
e gli incredoli,
E
uendicatore
vendicatore
ottimo de
ʃuoi
suoi
rebelli,
Tutti coloro che noi habbiamo fatto bene ci
ʃacrificano,
sacrificano,
e fanno
limo-ʃine.
limosine.
Non ti curare
ʃe
se
ti contradicono i
maluagi,
malvagi,
perche il
ʃimiglian-te
simigliante
fecero
à
Moʃe,
Mose,
à
Loth,
ad Abramo,
io ho dato
ʃpatio
spatio
loro,
e dopo gli
conduco al male,
il di da me ordinato.
Appreʃʃo
Appresso
lui
ʃarà
sarà
il di,
quale a
noi mille anni contati.
O huomini io
ʃolamente
solamente
ʃon
son
riprenʃore,
riprensore,
et
iʃpo-ʃitore.
ispositore.
Ogni huomo che fara bene,
hara bene,
i
maluagi
malvagi
haranno il
fuoco,
da Dio non
è
mandato Nuntio o
Propheta
ʃe
se
non buono,
e
ni-mico
nimico
del
Diauolo,
Diavolo,
Il quale
moʃtra
mostra
all’huomo
ʃotto
sotto
bella forma
co-ʃe
cose
bruttiβime,
bruttissime,
Ma
queʃti
questi
tali
ʃaranno
saranno
inuolti
involti
nelle contrarieta,
ʃem-pre
sempre
ʃaranno
saranno
contrarij
contrarii
a Dio,
fino all’hora ordinata.
Quel di Dio
met-tera
mettera
in
Paradiʃo
Paradiso
ogni buono
dando a
cattiui
cattivi
dishonore,
e male,
I
mor-ti
morti
nella preda,
o in battaglia da Dio
ʃaranno
saranno
rimunerati,
e
meβi
messi
in
ot-timo
ottimo
luogo,
perche Dio
è
immenʃo,
immenso,
e
uerace.
verace.
Egli manda l’acqua dal
Cielo per i
frutti della terra,
&
ha fatto per commodita dell’huomo
ogni
coʃa,
cosa,
Soʃtiene
Sostiene
il Cielo che non caggia,
e perdona a
gli
huomi-ni,
huomini,
ʃi
si
come a
lui pare.
Ogni
uirtu
virtu
è
ʃua,
sua,
e ogni potenza,
e gli
huomi-ni
huomini
crederanno.
Adora Dio adunque,
che ti mettera in
uia
via
retta.
Dirai
a chi
uuol
vuol
diʃputar
disputar
teco.
Riʃerba
Riserba
queste parole al di del giudicio,
[38]
do-ue
dove
Dio diffinira ogni
coʃa,
cosa,
coʃi
cosi
eβi
essi
non haranno chi gli aiuti,
eβi
essi
leg-gendoʃi
leggendosi
il
noʃtro
nostro
libro
diueugon
diveugon
nel
uolto
volto
ʃmorti.
smorti.
Voi huomini,
ʃap-piate
sappiate
che quei che
ʃono
sono
adorati da
uoi,
voi,
non
poʃʃon
posson
fare una zanzala,
onde
uoi
voi
ʃete
sete
deboli;
e inani,
Di Dio non ne ragionero altro per
eʃʃer
esser
egli fermo,
e
precioʃiβimo.
preciosissimo.
Inginocchiateuegli
Inginocchiatevegli
adunque,
et adoratelo,
e fate bene,
e
[39]
à
tutto
uoʃtro
vostro
potere fate
ʃempre
sempre
guerra.
Queʃto
Questo
ue
ve
lo
commanda Dio,
che non commanda
ʃe
se
non
coʃe
cose
giuʃte.
giuste.
Fate dunque
limoʃine,
limosine,
e orationi.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.V.
V.
SALVTE
SALUTE
à
quelli che credono,
e adorano Dio con puro cuore,
e non
fauellano
favellano
coʃe
cose
uane,
vane,
[40]
e a
gli
oʃʃeruatori
osservatori
di
caʃtita
castita
in tutti i
modi
dalle moglie l’ancelle,
e le
ʃoggiet-te
soggiette
infuori,
perche di
queʃte
queste
non
ʃi
si
tien ragione.
Il
cuʃto-de
custode
fedele de pegno,
e i
coʃtanti
costanti
nelle parole,
e gli adoratori
ʃaranno
saranno
he-redi
heredi
fermi del Cielo.
{41}
Noi prima facemmo lo huomo di terra,
di
ʃangue,
sangue,
di
ʃeme,
seme,
d’oʃʃa,
d’ossa,
e di carne,
e non di meno morirete,
e dopo
ʃciuʃcitaremo
sciuscitaremo
i quali da noi
ʃiete
siete
ʃtati
stati
coperti,
mandando di Cielo acqua in terra,
onde
naʃcono
nascono
tanti frutti da mangiare per commodo
uoʃtro,
vostro,
ui
vi
facemmo
ap-preʃʃo
appresso
molte
coʃe
cose
marauiglioʃe
maravigliose
tra le
beʃtie,
bestie,
perche
eʃʃe
esse
ui
vi
ʃeruano
servano
a
molte commodità.
[41]
Mandammo Noe che
diʃʃe
disse
à
ʃuoi,
suoi,
adorate Dio oltra
il qual non
è
altro Dio.
Ma di loro molti incredoli
diʃʃero,
dissero,
egli non
eʃ-ʃer
esser
nulla oltra lo huomo,
perche
uolendo
volendo
Dio
diʃcenderebbero
discenderebbero
Ange-li,
Angeli,
non mai da
paʃʃati,
passati,
ne da noi
ueduti.
veduti.
Egli adunque pregandoci,
che
ne
faceβimo
facessimo
uendetta,
vendetta,
gli
commãdammo
commandammo
che
faceʃʃe
facesse
l’arca laqual
ʃteʃ-ʃe
stesse
ʃopra
sopra
l’acqua che
uʃcirebbe
uscirebbe
di Tannor,
e che de ogni genere
metteʃ-ʃe
mettesse
dentro
maʃchio,
maschio,
e femmina,
e
montandoui
montandovi
dentro
rendeβe
rendesse
a Dio gratia,
il che
è
marauiglioʃo
maraviglioso
à
ʃapienti.
sapienti.
A molte altre genti
habbiamo mandato i
nuntij
nuntii
dicendo.
Adorate Dio non temendo altri che lui,
perche
egli
è
ʃolo,
solo,
[42]
eβi
essi
non credendo,
e negando il di futuro
diceuano.
dicevano.
Coʃtui
Costui
non
è
ʃe
se
non huomo che mangia,
e bee come noi,
che ci predica,
che torneremo in
poluere,
polvere,
e poi
riʃciuʃciteremo,
risciusciteremo,
&
in
uero
vero
chi lo
ʃeguira
seguira
ʃa-ra
sara
perduto.
Certo che ci fa Dio bugiardo,
Perche morendo non torneremo piu,
non ci
eʃʃendo
essendo
altro che
queʃta
questa
uita.
vita.
Eβi
Essi
pregando allhora che
io ne
faceβi
facessi
uendetta
vendetta
gli
riduβi
ridussi
a nulla,
&
in lor luogo
deʃtammo
destammo
al-tre
altre
generationi.
Ciaʃcuna
Ciascuna
gente adunque ha contradetto a
Propheti
mandatile,
per i
quali habbiamo poi fatto miracoli,
[43]
dicendo le genti a
Pharaone,
come crederemo
à
Moʃe
Mose
che
è
di carne,
e ad Aron
le facemmo
diʃperdere.
disperdere.
[44]
Demmo buon luogo,
e abbondante d’acqua al figliuol di
MARIA,
e a
lei per
hauer
haver
fatti tanti miracoli al mondo.
Voi dunque
Nunij
Nuntii
mangiate del buono,
e fate bene,
perche io
ueggo
veggo
ogni
uoʃtro
vostro
fatto,
e ne ho cura,
laʃciate
lasciate
la gente che
è
diʃcordãte
discordante
fino alla hora del giudicio
.
I credenti fanno quel che loro
è
commandato,
i
diʃtribuitori
distribuitori
de
beni da noi lor dati
ʃon
son
pronti
à
obedirci.
Quei che hanno
chiuʃo
chiuso
i cuori,
faranno le lor
coʃe
cose
tardi,
e
leuando
levando
da loro i
maggiori ci pregheranno
.
Niʃʃun
Nissun
preghi per loro,
perche per noi non haranno alcuna
uendet-ta,
vendetta,
perche
eβi
essi
non
credeuano
credevano
uditi i
noʃtri
nostri
precetti.
Volete
uoi
voi
che
ui
vi
mandiammo precetti non mandati a
padri
uoʃtri
vostri
?
Non
ʃapete
sapete
uoi
voi
forʃe
forse
chi
ui
vi
è
mandato per Propheta?
perche chiamate demoniaco chi
ui
vi
por-ta
porta
precetti
diuini
divini
?
Se la
uerita
verita
faceʃʃe
facesse
a
uoʃtro
vostro
modo,
perirebbe il
Cie-lo,
Cielo,
e la terra.
Eβi
Essi
da te chiamati
non
uengono,
vengono,
ma
ʃi
si
rimangono
nel-l’error
nell’error
loro,
i quali,
quatnunque
quantunque
perdonaβimo
perdonassimo
loro,
mai non
laʃcierebbero
lascierebbero
la lor malitia.
Dio
ui
vi
diede gli occhi,
e la bocca,
e gli orecchi,
per-
che
perche
uoi
voi
uediʃte,
vediste,
udiʃte,
udiste,
e
parlaʃte.
parlaste.
Ma pochi di noi lo ringratiano,
Egli
e dator della
uita,
vita,
e della morte,
ma
uoi
voi
ingrati
dite,
come
eʃʃendo
essendo
morti
torneremo
uiui
vivi
?
Eβi
Essi
addomãdati
addomandati,,
chi domina i
Cieli,
dicono Dio,
perche
adunque non lo temino?
Noi annuntiamo la
uerita,
verita,
&
eβi
essi
credono il
falʃo,
falso,
Dio non ha figliuolo alcuno,
perche
ʃe
se
cio
fuʃʃe
fusse
uero,
vero,
tra loro
ʃarebbe
sarebbe
questione,
[45]
Dio cio
conoʃcendo
conoscendo
abhorriʃce
abhorrisce
chi dice cotal
coʃa,
cosa,
di adunque
o Dio,
non
m’inʃegnar
m’insegnar
cotal detto,
e non mi
annouerar
annoverar
tra
catti-ui.
cattivi.
Io ti
inʃegnero
insegnero
quel che ho lor commandato,
e tu
cauando
cavando
il lor male
col tuo bene,
prega Dio che ti difenda da loro.
[46]
Il di del giudicio
ʃone-ra
sonera
la tromba,
onde
ciaʃcuno
ciascuno
ʃurgera
surgera
con la
uita,
vita,
e
ʃarà
sarà
detto loro,
per-che
perche
non mi
credeʃte
credeste
?
&
eβi
essi
diranno,
che peccarono per malitia,
e
pre-gheran
pregheran
Dio che gli toglia di quindi,
e che gli metta tra
cattiui,
cattivi,
ʃe
se
mai
piu peccheranno,
a quali Dio
riʃpondera,
rispondera,
ʃtate
state
cheti
perche
hauete
havete
fat-toui
fattovi
beffe,
di parte della gente che
credeua
credeva
in me?
uoi
voi
ui
vi
rideʃte,
rideste,
eccoui
eccovi
adunque il merito.
Quanti anni
ʃiate
siate
uoi
voi
ʃtati
stati
in terra?
riʃponderan-no
risponderanno
un di
ʃolo,
solo,
ʃara
sara
detto loro,
Penʃate
Pensate
uoi
voi
che Dio
ui
vi
haueβi
havessi
fatto per
niente?
Eʃʃaltate
Essaltate
adunque Dio,
ʃopra
sopra
il qual non
è
altro Dio.
E tu
Si-gnore
Signore
perdonaci i
noʃtri
nostri
peccati.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.VI.
VI.
[47]
IN
QVESTO
QUESTO
capitolo
poʃto
posto
diuinamente,
divinamente,
habbiamo
ʃcritto
scritto
coʃe
cose
manifeʃte
manifeste
à
memoria de gli huomini,
[48]
ogni
adultero,
in
preʃenza
presenza
di molti
ʃia
sia
battuto,
accioche
coʃi
cosi
caʃtigato
castigato
non proceda piu oltre in peccare.
Ne
alcu-no
alcuno
che teme Dio,
habbia pieta di
queʃto
questo
tale.
[49]
Colui che infamia
d’adul-terio
d’adulterio
le buone femmine non lo
prouando
provando
con quattro
teʃtimoni,
testimoni,
hab-bia
habbia
ottanta battiture,
ne mai piu
ʃi
si
creda loro,
ʃe
se
non
ʃi
si
conuerto-no,
convertono,
e faccian bene,
perche Dio perdona loro.
[50]
Chi incarica le
ʃue
sue
mo-gli
mogli
giuri quattro
uolte,
volte,
e la quinta dica,
ʃiamo
siamo
maladetti
ʃe
se
mentia-mo,
mentiamo,
e le donne non
ʃian
sian
punite,
e giurino quattro
uolte,
volte,
eʃʃi
essi
hauer
haver
men-tito,
mentito,
e la quinta dichino
eʃʃer
esser
diʃtrutte
distrutte
ʃe
se
eβi
essi
hanno detto il
uero.
vero.
[51]
Que-ʃti
Questi
predicatori del
falʃo,
falso,
ʃappino
sappino
che
eβi
essi
non haranno mai bene,
perche
tutti i
peccati loro gli tormenteranno,
e gli auttori di
queʃta
questa
ʃcelerità
scelerità
ʃaranno
saranno
puniti
grauemente.
gravemente.
Quando
mancherã
mancheran
quattro
teʃtimoni,
testimoni,
non
ʃi
si
proceda.
Quantunque
queʃta
questa
coʃa
cosa
paia
leue
leve
a gli huomini,
nondimeno
chi nol fara patira pena eterna.
Huomini non
ui
vi
laʃciate
lasciate
perʃuadere
persuadere
dal
Diauolo
Diavolo
che
ui
vi
conduce
à
male,
perche ogni uno che lo
ʃegue
segue
erra,
[52]
Gli
abbõdanti
abbondanti
di pecunia facciano bene
à
ʃuoi,
suoi,
e
à
poueri.
poveri.
Coloro che dicono male delle buone donne
ʃiano
siano
rimoβi
rimossi
da Dio,
conoʃceranno
conosceranno
lui
eʃ-ʃer
esser
uerace
verace
il di del giudicio,
quando le mani,
i pie,
e tutto
ʃaran
saran
teʃti-mone,
testimone,
le meretrici,
e l’immonde
ʃi
si
conuengono
convengono
co
ʃimili,
simili,
e le
caʃte
caste
s’al-legran
s’allegran
de casti.
Il buono huomo non entri per l’altrui
caʃe
case
ʃe
se
prima non
lo fa
ʃapere,
sapere,
e allhora
ʃaluti
saluti
l’amico,
perche
queʃto
questo
è
bene,
e non
ui
vi
tro-uando
trovando
alcuno non
ui
vi
entri.
Ma chi ha da far in una
caʃa
casa
abbandanata
puo
entrarui.
entrarvi.
[53]
Le buone donne
ʃi
si
coprino il
uiʃo,
viso,
e tutte quelle parti
che ponno irritar l’huomo
à
luʃʃuria,
lussuria,
perche
queʃto
questo
appreʃʃo
appresso
Dio
è
ben
fatto,
&
inʃieme
insieme
ʃi
si
tenghino nette d’ogni immonditia non
uʃando
usando
co’l
lhuomo
hauendo
havendo
il
meʃtruo,
mestruo,
e
ʃi
si
celino il petto,
il collo,
e ogni altra lor
bellezza,
e i
piedi da mariti infuori,
i figliuoli,
i parenti,
e i
lor
ʃog-getti.
soggetti.
Conuertitiui
Convertitivi
tutti
à
Dio che
è
ottimo.
Togliete per mogli le
uo-ʃtre
vostre
clienti,
e
ʃerue
serve
pur che
ʃian
sian
buone,
non
faccẽdo
faccendo
lor forza,
le quali,
quantunq;
quantunque
ʃian
sian
pouere,
povere,
nõdimeno
nondimeno
da Dio haranno pecunia a
baʃtanza.
bastanza.
Ma chi non le
uuol
vuol
per
eʃʃer
esser
pouere
povere
s’aʃtenga
s’astenga
da loro tanto che
eʃʃe
esse
di-uenghin
divenghin
ricche,
L’amor del mondo non
ʃia
sia
ricerco da alcun buono.
Sappiate che Dio
è
ʃimile
simile
alla luce,
perche egli col
ʃuo
suo
raggio allumma chi
egli
uuole,
vuole,
&
inʃegna,
insegna,
&
instruiʃce.
instruisce.
Venite
ʃera
sera
è
mattina ne luoghi
fatti per l’adoration di Dio,
e
niʃʃuno
nissuno
eʃʃendo
essendo
dentro
penʃi
pensi
di mercatantia,
o d’altro,
ma d’orationi.
Tutti mancan di luce,
da coloro in fuori,
che
Dio illumina,
ilquale
è
da tutte le creature del mondo adorato,
e
inuo-cato.
invocato.
Dio giudichera di tutto come di
coʃa
cosa
ʃua.
sua.
Egli
ʃecondo
secondo
il
ʃuo
suo
uo-lere,
volere,
mette alcuni nella diritta
uia.
via.
[54]
Non
ʃe
se
deue
deve
giurar temerariamente,
uedendo
vedendo
Dio ogni
coʃa,
cosa,
Seguite i
Propheti come
giuʃti,
giusti,
e di Dio,
perche egli
ui
vi
leuera
levera
ogni timore.
Fate orationi,
e
limoʃine,
limosine,
ʃeguen-do
seguendo
il Propheta fino a
che Dio
ui
vi
habbia
miʃericordia,
misericordia,
Non
ʃi
si
penʃino
pensino
gli incredoli
hauer
haver
a
ʃtar
star
ʃempre
sempre
coʃi,
cosi,
perche
ʃaranno
saranno
meβi
messi
nel fuoco.
Andando alle donne,
non
ʃi
si
uada
vada
ʃe
se
non
ʃi
si
chiama prima,
come
dicem-mo,
dicemmo,
[55]
Le donne
uecchie,
vecchie,
e non piu da figliuoli,
non
ʃi
si
puliʃchino,
pulischino,
ne
adornino,
ma
ʃi
si
diʃcuoprino.
discuoprino.
Non
è
da pratticare co’l cieco,
co’l
ʃor-do,
sordo,
e con lo
ʃtroppiato.
stroppiato.
Non
ui
vi
curate di quel che
uoi
voi
mangiate in
ca-ʃa,
casa,
o de fratelli,
o de
zij,
zii,
o d’altri parenti.
Entrando nelle
caʃe,
case,
ʃaluta-te
salutate
chi
uoi
voi
incontrate.
Non chiami alcuno Dio,
o il Propheta,
come
uoi,
voi,
tra
uoi
voi
fate.
Chi
uorra
vorra
rinuntiare
à
ʃuoi
suoi
precetti,
patira da Dio
gra-uiβimi
gravissimi
mali
il di che
ʃi
si
giudichera di tutto.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.VII.
VII.
[56]
COLVI che
è
moltiplicator de gli huomini,
il quale fe
l’Alcorano per lor
caʃtigo,
castigo,
non
preʃe
prese
nel
ʃuo
suo
Regno,
ne
figliuol ne compagno faccendo ogni
coʃa
cosa
da
ʃe.
se.
Gli incredoli adorano
ʃignori,
signori,
che non
poʃʃon
posson
ne
giouare,
giovare,
ne
nuo-cere,
nuocere,
ne dar
uita
vita
ne morte,
ne
riʃciuʃcitarli,
risciuscitarli,
il che
eβi
essi
dicono,
che
è
bu-gia.
bugia.
A
queʃti
questi
tali
dirai che non lo fa altri che Dio,
ilquale ha l’occolto
della terra,
e del Cielo.
S’eʃʃi
S’essi
dicano a
credenti,
non
ʃeguite
seguite
lo huomo
indemoniato e
ʃtolto
stolto
per le incantationi.
Egli mangia come gli altri,
e
ua
va
attorno,
Perche non ha egli Angelo che gli dia
teʃori,
tesori,
e facci horti,
ʃi
si
che
è
poʃʃa
possa
mangiare?
Queʃti
Questi
tali errano ne
ʃanno
sanno
la
uia
via
retta,
Ma e
ti
ʃara
sara
dato meglio,
cioè
nel
Paradiʃo
Paradiso
acque
ameniʃʃime,
amenissime,
e torri,
man-dando
mandando
loro nel fuoco immortale
onde
eβi
essi
diranno.
Miʃeri
Miseri
noi,
perche
ʃiamo
siamo
in
coʃi
cosi
mal luogo?
Il di del giudicio addomandati
ʃe
se
fecero errar
le genti,
o
ʃe
se
di
uolontà
volontà
errauano
erravano
diranno.
[57]
Noi non prendemmo altri,
che te,
ma noi andammo da altri,
perche la
noʃtra
nostra
malitia ci
conduʃʃe.
condusse.
Coʃi
Cosi
a ogni incredolo daremo pena.
Anzi te non
mandãmo
mandammo
ʃe
se
non
Pro-pheti
Propheti
che
mangiauano,
mangiavano,
e
andauano
andavano
intorno.
Facemmo alcuni altri forti
nel patir,
e
ʃopportare.
sopportare.
[58]
Chi non crede il giudicio,
e dice,
non
uedremo
vedremo
noi Dio o
ʃuoi
suoi
Nuntij,
Nuntii,
accioche noi crediamo?
patira
ʃommamente.
sommamente.
Il di
che
uerranno
verranno
gli Angeli,
non
uedranno
vedranno
alcun bene,
e diranno,
non
fuʃ-ʃimo
fussimo
nati,
perche gli atti
noʃtri
nostri
non
ʃi
si
uedrebbero.
vedrebbero.
La gente che hara
il
Paradiʃo
Paradiso
fauelleran
favelleran
meglio,
eβi
essi
ʃaranno
saranno
lucidi,
e chiari,
&
i
malua-gi
malvagi
oʃcuri,
oscuri,
e diranno.
Ahi perche habbiamo mal fatto?
come
ʃapremmo
sapremmo
noi che tu
haueβi
havessi
mandato l’Alcorano?
Noi adunque a
gli incredoli
daremo eterne pene,
e mali
eʃtremi.
estremi.
Tu adunque ringratia Dio
lodan-dolo
lodandolo
ʃempre,
sempre,
e prega che ti dia allegrezza,
honeʃta
honesta
delle donne,
e de figliuoli,
e che alla fine habbia il
Paradiʃo.
Paradiso.
Quiui
Quivi
ui
vi
rallegrerete,
Dio non
uuol
vuol
altro da
uoi,
voi,
ʃe
se
non
che lo adoriate,
il che non faccendo
ui
vi
apportera male infinito.
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.VIII.
VIII.
LE MARAVIGLIE di
queʃto
questo
libro chiaro et
euidente.
evidente.
Non
ʃtimar
stimar
mai l’anima tua minor del merito,
quantunque non ti prendino predicando,
[59]
s’io
uoleʃʃi
volessi
manderei,
tale a
cui tutti
ʃi
si
ʃottoporrebbono,
sottoporrebbono,
perche
nõ
non
credono le genti?
Dio
è
pietoʃo,
pietoso,
e immenso,
[60]
Dio commandando
à
Moʃe
Mose
che
uiʃitaʃʃe
visitasse
la gente di Pharaone,
riʃpoʃe,
rispose,
Tu Dio,
temendo io che mi
con-tradichino,
contradichino,
&
eʃʃendo
essendo
impedito della lingua,
manda Aron mio fratello.
Riʃpoʃe
Rispose
Dio,
andrai ancho tu
inʃieme,
insieme,
e dite,
noi
ʃiamo
siamo
mandati da Dio
Re di tutte le
coʃe,
cose,
accioche tu ci dia i
figliuoli
d’Iʃrahel.
d’Israhel.
Riʃpoʃe,
Rispose,
non
ʃei
sei
tu quello che noi nutrimmo da fanciullo,
e
faceʃti
facesti
male?
perche
ʃei
sei
fatto
maluagio
malvagio
?
Riʃpoʃe,
Rispose,
ʃeci,
seci,
&
errai,
onde fuggi le tue mani,
Pharaone allhora addomandando chi Dio
dominaʃʃe
dominasse
a tutti.
Riʃpoʃe.
Rispose.
Tien
cer-to
certo
che egli
è
quello che fe il cielo,
e la terra,
Pharaone dicendo,
chi era
ʃeco
seco
?
diʃʃe
disse
Moʃe.
Mose.
Egli
è
Dio
noʃtro,
nostro,
e de nostri primi Padri,
ilqual mi
mãda
manda
hai
inteʃo
inteso
?
allhora Pharaone,
ʃe
se
crederete in altri che in me,
ui
vi
farò
metter in prigione,
e
Moʃe
Mose
dicendo,
che dirai s’io farò
miracoli.
Fallo
riʃpoʃe,
rispose,
ʃe
se
tu
ʃei
sei
uerace.
verace.
Gettando adunque la
uerga
verga
diuenne
divenne
ʃerpente,
serpente,
perche Pharaone fe adunar tutti i
Magi,
e
Moʃe
Mose
con la
uerga
verga
guaʃto
guasto
loro gli incanti,
perche
eβi
essi
adoraron
Moʃe,
Mose,
&
Aronne,
perche
cauati
cavati
i figliuoli
d’Iʃrahel
d’Israhel
affogai le
gẽti
genti
di Pharaone che gli
perʃeguiuano,
perseguivano,
Dirai loro d’Abramo,
e del Padre che
adoraua
adorava
gli Idoli,
Que-ʃte
Queste
coʃe
cose
non
ʃon
son
credute da molti,
ma Dio che
è
immenʃo
immenso
conoʃce
conosce
ogni
coʃa,
cosa,
Noe
diʃʃe
disse
alle genti,
io
ʃon
son
mandato a
uoi
voi
nuntio.
Temete Dio,
ʃe-guendo
seguendo
me,
&
eβi
essi
diceuano,
dicevano,
come ti
poβiamo
possiamo
credere,
ʃe
se
ti
ʃeguita-no
seguitano
ʃolamente
solamente
plebei,
e huomini
uili
vili
?
Riʃpoʃe,
Rispose,
Dio
ʃolo
solo
conoʃce
conosce
i
uoʃtri
vostri
tutti,
fatti,
eβi
essi
allhora lo
uollero
vollero
lapidare,
allhora
diʃʃe,
disse,
Dio
difendimi da
traditori,
perche lo
ʃaluammo
salvammo
nell’arca,
Loth
diʃʃe
disse
alle
ʃue
sue
genti,
io
ʃon
son
Nuntio,
et
ui
vi
ricordo,
che
nõ
non
uogliate
vogliate
coʃi
cosi
uʃar
usar
co
maʃchi
maschi
laʃciãdo
lasciando
l’uʃo
l’uso
natural delle
fẽmine
femmine,,
Perche
eβi
essi
riʃpoʃero,
risposero,
o Loth,
ʃe
se
tu
nõ
non
reʃti
resti
di non
ci
perʃuadere,
persuadere,
noi ti occideremo,
perche egli pregandoci
mandammo il
fuoco
ʃopra
sopra
le città.
Queʃte
Queste
coʃe
cose
non
ʃon
son
da molti credute,
perche predicale,
e falle note,
ne
inuocar
invocar
altro Dio.
Sopra i
compoʃitori
compositori
delle canzoni,
e delle bugie,
cioè
de poeti,
ʃta
sta
il
Diauolo,
Diavolo,
ʃe
se
non
ʃi
si
emenderanno faccendo bene.
[61]
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.IX.
IX.
[62]
I SECRETI di
queʃto
questo
Alcorano
ʃono
sono
quei,
che
inʃe-gnano
insegnano
la retta
uia,
via,
e che promettono bene a
chi adora,
e
à
chi crede il giudicio.
A gli incredoli
che patiranno,
facemmo parer l’attion loro buone,
Eβi
Essi
ʃon
son
ciechi.
Io ti ho
dato
queʃto
questo
Alcorano,
come Dio
ʃapiente
sapiente
che ordino bene ogni
coʃa,
cosa,
e diedi il fuoco nel
uolto
volto
à
Moʃe,
Mose,
{64}
&
egli temendo gli
diβi,
dissi,
o
Moʃe
Mose
non
tema
niʃʃun
nissun
mandato da me,
ʃe
se
non chi fa male.
Dopo lo mandai con
no-ue
nove
uirtu
virtu
à
Pharaone,
&
alla
ʃua
sua
gente
maluagia.
malvagia.
Demmo
appreʃʃo
appresso
be-ne,
bene,
e
abbondãza
abbondanza
a
Dauit,
Davit,
et
à
Salomone,
il quale fatto herede del padre
diʃʃe.
disse.
Io intendo la
fauella
favella
de gli uccelli,
e quella de tutti,
dandogli Dio,
lo
auanzo
avanzo
di ogni bene,
Dopo egli con
l’eʃʃercito
l’essercito
ʃuo
suo
di huomini,
e di Dimoni,
e d’uccelli,
giũʃe
giunse
al luogo delle formiche,
delle quali una all’altra
perʃuadendo,
persuadendo,
che
fugiʃʃero
fugissero
per non
eʃʃer
esser
occiʃe
occise
da Salomone,
egli
ʃor-ridendo
sorridendo
diʃʃe,
disse,
Signore,
fa che io
poʃʃa
possa
di tanto bene
riceuuto
ricevuto
renderti gratie.
E guardato gli uccelli,
non
ui
vi
uedendo
vedendo
la Bubbola uccello,
addomando
oue
ove
fuʃʃe,
fusse,
ui
vi
occidero
ʃe
se
non me lo dite,
Ma poco dopo
uen-ne,
venne,
e
diʃʃe.
disse.
Io ti do
nuoua
nuova
della Reina Saba,
e
ʃo
so
coʃa
cosa
che tu non
ʃai,
sai,
la
doue
dove
io fui,
e una donna che impera
à
tutti,
abbondante molto,
le cui
genti adorando il Sole in luogo di Dio,
ʃono
sono
ʃtate
state
forzate dal
Diauolo,
Diavolo,
perche non
adorauano
adoravano
Dio
conoʃcitor
conoscitor
di tutte le
coʃe.
cose.
[63]
Riʃpoʃe
Rispose
allhor
Salomone.
A
proua
prova
del tuo detto,
porta loro
queʃta
questa
mia carta,
e
ritor-na
ritorna
accioche noi
ʃappiamo
sappiamo
quel che
eβi
essi
faranno,
la Reina
ueduta
veduta
la carta chiamo tutti i
Baroni,
hauendoui
havendovi
dentro
ueduto
veduto
il nome di Salomone.
Domandando adunque loro quel che
fuʃʃe
fusse
da fare,
riʃpoʃero.
risposero.
Noi forti,
audaci,
e potenti
ʃempre
sempre
ti obediremo,
facciaʃi
facciasi
adunque quel che tu
uuoi,
vuoi,
&
ella
riʃpoʃe.
rispose.
Eβi
Essi
rouinando
rovinando
il tutto,
doue
dove
entrano,
ʃara
sara
meglio
che per
nuntij
nuntii
io
mãdi
mandi
loro il tributto,
accioche per loro
intẽda
intenda
qualche
coʃa,
cosa,
andate
adũque
adunque,,
e Salomone
uedendoli
vedendoli
diʃʃe.
disse.
Forʃe
Forse
pẽʃate
pensate
giouarmi
giovarmi
con la
uoʃtra
vostra
pecunia?
Dio non mi ha egli commandato meglio?
Riʃpor
Rispor
tatela indietro,
io
ui
vi
disfarò
col mio
eʃʃercito.
essercito.
Partitiʃi
Partitisi
adunque
Sala-mone
Salamone
domando,
ʃe
se
ui
vi
era alcuno che per magica la
poteʃʃe
potesse
portare a
lui,
onde uno de
diauoli
diavoli
eccellente
promeʃʃe
promesse
di farla
uenire
venire
in
ʃedia
sedia
ʃanza
sanza
alcuna
leʃione.
lesione.
Diʃʃe
Disse
allhora Salomone,
Dio mi tenta con
queʃti
questi
do-
ni
doni
portatimi.
Fu adunque portata,
e commandatole che
caminaʃʃe
caminasse
per il
pauimento,
pavimento,
credette che
fuʃʃe
fusse
acqua,
perche
alzataʃi
alzatasi
i panni
ʃi
si
ʃcoper-ʃe
scoperse
le ginocchia per
paʃʃarlo.
passarlo.
Ma Salomone le
diʃʃe
disse
che era
pauimento
pavimento
di
uetro,
vetro,
&
ella
riʃpoʃe,
rispose,
che nocumento mi
è
queʃto,
questo,
credend’io con
Sa-lomone
Salomone
in Dio Re di tutto il mondo?
[64]
Scale mandato alle genti di
Te-mut,
Temut,
accioche
perʃuadeʃʃe
persuadesse
che
adoraʃʃero
adorassero
Dio,
una parte
eʃʃendoli
essendoli
contraria,
addomandò,
perche piu
toʃto
tosto
ʃi
si
dauano
davano
al mal,
che al bene.
Ri-ʃpoʃero,
Risposero,
tu adunque ci
ʃei
sei
d’augurio?
A quali
eʃʃo,
esso,
appreʃʃo
appresso
Dio
ʃolo
solo
e la
cognition de gli
augurij,
augurii,
eβi
essi
allhora affermaron d’occiderlo,
e noi lo
liberammo,
e
diʃtrugemmo
distrugemmo
loro,
ʃaluando
salvando
i buoni.
[65]
Il
ʃimigliante
simigliante
fa-cemmo
facemmo
per Loth.
Chi adunque creo l’acque,
e la terra altro che Dio,
egli impera a
uenti,
venti,
fa
ceʃʃar
cessar
il male,
eʃʃo
esso
è
uiuificatore
vivificatore
del tutto,
da lui infuori
niʃʃuno
nissuno
ʃa
sa
i
ʃecreti
secreti
del cielo,
e della terra,
e la hora del
general giuditio.
Tu adunque
perʃuadi
persuadi
che
uadino
vadino
per terra,
e che
non
ʃi
si
curino di color che
uoglion
voglion
troppo cercare,
dicendo.
Quando
ʃa-ra
sara
quella hora,
ʃe
se
tu la
ʃai
sai
?
riʃpondi,
rispondi,
forʃe
forse
toʃto.
tosto.
Queʃto
Questo
Alcorano
dimoʃtra
dimostra
gran parte delle
coʃe
cose
per le quali i
Giudei
ʃon
son
diʃcordan-ti,
discordanti,
e
moʃtra
mostra
la
uia
via
buona,
e retta.
Tu confermato
ʃopra
sopra
il
uero,
vero,
e
ʃog-getto
soggetto
a Dio,
non potrai
conuertir
convertir
i morti,
ne i
ʃordi.
sordi.
Quando loro
auerra
averra
quel che noi commandiamo,
[66]
produrremmo quel di una
beʃtia,
bestia,
che
fauellera,
favellera,
con la quale imprigioneremo la gente che contradicera.
A quali noi dicemmo,
uoi
voi
ui
vi
contraponeʃte
contraponeste
a
noʃtri
nostri
precetti,
che
ʃape-ʃte
sapeste
?
e per le lor
maluagità
malvagità
ʃaranno
saranno
muti,
e
ʃanza
sanza
lingua.
Non
ueg-gono
veggono
eglino noi
hauer
haver
fatto il giorno,
e la notte?
queʃto
questo
in
uero
vero
a
ʃa-pienti
sapienti
e gran
marauiglia.
maraviglia.
[67]
Il di del giudicio,
al
ʃuon
suon
della tromba
ʃi
si
conturbera ogni
coʃa,
cosa,
e ogni uno comparira,
e i
monti agghiacciati
ʃi
si
mo-
uerãno
moveranno
come le nubi,
faccendo
queʃto
questo
Dio,
il quale ha fatto ogni
coʃa
cosa
ʃapientemente.
sapientemente.
Chi hara fatto bene,
quel di non accadera che tema.
Ma chi portera male
ʃarà
sarà
meβo
messo
nel fuoco.
Ciaʃcuno
Ciascuno
harra
ʃe-condo
secondo
l’opere
ʃue.
sue.
[68]
A me non
è
commandato altro che adorar Dio,
obedir a
ʃuoi
suoi
precetti,
e legger a
gli
huo-mini
huomini
l’Alcorano,
e
caʃtigarli.
castigarli.
Glorifica adunque Dio,
e
ʃupplice
supplice
adoralo,
il quale
inʃegnandoti,
insegnandoti,
non ti
ʃarà
sarà
in-grato
ingrato
delle tue opere.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.X.
X.
[69]
QVESTO
QUESTO
uolume
volume
euidente,
evidente,
manifeʃta
manifesta
a te,
e a
tutti i
credenti la
uera
vera
ʃtoria
storia
di Pharaone,
e di
Moʃe.
Mose.
Il quale
faʃtoʃo
fastoso
oltra modo,
ʃeparando
separando
le genti debilito la parte.
Perche egli fe occider tutti,
i
maʃchi
maschi
donando la
uita
vita
alle femmine.
Dio che era lor Signore gli fece
ricchiβimi,
ricchissimi,
&
heredi
met-tendo
mettendo
timore a
Pharaone,
e a
ʃuoi
suoi
eʃʃerciti.
esserciti.
Commandammo alla madre
di
Moʃe,
Mose,
che lo
nutriʃce
nutrisce
del
ʃuo
suo
latte,
e che
ʃenz’alcun
senz’alcun
affanno lo
get-taʃʃe
gettasse
nel mare allegrandola della
ʃua
sua
ritornata,
e di tutto.
La donna di
Pharaone
[70]
dicẽdo
dicendo
che il picciol fanciullo era
honeʃto,
honesto,
e
cõmodo
commodo,,
diʃʃuaʃe
dissuase
la morte di lui
nõ
non
eʃʃendo
essendo
conoʃciuto
conosciuto
da
perʃona.
persona.
Coʃi
Cosi
Moʃe
Mose
ritorno alla
madre,
alla cui figliuola
Moʃe
Mose
fratello fu dato a
nutrire
dalla Reina.
Egli fatto huomo hebbe da noi
diʃcretione,
discretione,
e
ʃapientia,
sapientia,
coʃi
cosi
è
la
noʃtra
nostra
uʃanza
usanza
di fare a
gli huomini da bene.
[71]
Egli entrato nella città
in hora
non
penʃata
pensata
alle
ʃue
sue
genti,
uidde
vidde
due,
uno de
ʃuoi,
suoi,
all’altro
cõtrario
contrario,,
che
eran
uenuti
venuti
alle mani,
perche
Moʃe
Mose
chiamato in
ʃoccorʃo
soccorso
occiʃe
occise
il
cõtrario
contrario
al
ʃuo,
suo,
il che
conoʃciuto
conosciuto
che era
ʃtata
stata
operation del
Diauolo,
Diavolo,
cõfeʃʃando
confessando
l’errore,
meritò
da Dio perdono,
e
diʃʃe
disse
Dio,
quãtunque
quantunque
tu mi habbia
fatto tanto beneficio,
tuttauia
tuttavia
non haro ardire comparir piu innanzia
queʃti
questi
maluagi
malvagi
huomini:
Dopo entrato nella citta,
temendo,
colui
nõ
non
ceʃʃaua
cessava
di gridare,
onde
Moʃe
Mose
diʃʃe.
disse.
Reʃta
Resta
compagno d’ingiuriarmi,
e
preʃtami
prestami
aiuto,
colui cio
rifiutãdo
rifiutando
diʃʃe,
disse,
Mi
uuoi
vuoi
tu
forʃe
forse
occider come quell’altro
.
E un’altro
uenẽdo
venendo
da l’un de capi della terra,
diʃʃe.
disse.
O
Moʃe
Mose
quel
popolo
ʃi
si
forza darti la morte,
io ti
ʃaro
saro
fedele,
uʃci
usci
adunque timido,
pregando Dio che lo
guardaʃʃe
guardasse
dal male,
[72]
e
riuoltoʃi
rivoltosi
alla terra Madian
diʃʃe.
disse.
Forʃe
Forse
che Dio mi
inʃegnera
insegnera
la
uia
via
retta,
e giunto a
Madian,
tra
gli huomini che
adacquauan
adacquavan
le pecore,
trouo
trovo
due fanciulle,
che per la
uergogna
vergogna
ritornauano
ritornavano
indietro,
le quali da lui addomandate della
ca-gione
cagione
diceuano,
dicevano,
che mai non harebbe l’acqua
ʃe
se
prima non
ʃi
si
partiuano
partivano
gli huomini,
hauendo
havendo
eʃʃe
esse
padre
aʃʃai
assai
uecchio,
vecchio,
Ma egli faccendole adacquare,
partendoʃi
partendosi
per l’ombra
diʃʃe.
disse.
Tu Dio,
dammi qualche
coʃa
cosa
che
uedi
vedi
che non ho niente di quel che
è
neceʃʃario,
necessario,
il quale fu chiamato dall’una delle fanciulle che
uergognoʃamente
vergognosamente
li
diʃʃe.
disse.
Mio padre
uuol
vuol
ri-munerarti
rimunerarti
dell’adacquamento,
onde da lui menato gli conto ogni
ʃuo
suo
accidente,
alquale egli
conʃolandolo
consolandolo
diʃʃe.
disse.
Non temer perche tu
ʃei
sei
gia
libero dalla gente
maluagia.
malvagia.
L’altra delle fanciulle,
addomandando al
padre,
che egli lo
teneʃʃe
tenesse
per famigliare in
caʃa
casa
come utile,
e fedele,
diʃʃe
disse
il padre a
Moʃe.
Mose.
Se tu
uuoi
vuoi
una di
queʃte
queste
mie fanciulle,
uoglio
voglio
che
tu
ʃerua
serva
qui in
caʃa
casa
otto,
o dieci anni,
al quale
Moʃe
Mose
riʃpoʃe
rispose
ʃi,
si,
e fe il patto
eʃʃendo
essendo
Dio
teʃtimone.
testimone.
Finito il termine,
tolʃe
tolse
la donna,
e
ueduto
veduto
un
di fuoco nel monte Sina,
la fe fermare per andar a
ueder,
veder,
cio che quel
fuʃʃe,
fusse,
e la giunto,
odi
dirʃi.
dirsi.
O
Moʃe,
Mose,
io
ʃon
son
Dio Signor del mondo,
e
mo-ʃtroli
mostroli
alcuni miracoli,
li fu
cõmandato
commandato
che
andaʃʃe
andasse
a Pharaone,
ma egli
riʃpoʃe,
rispose,
io la
cõmeβi
commessi
homicidio,
però
temo di non
eʃʃer
esser
occiʃo.
occiso.
Manda-mi
Mandami
meco
Arõ
Aron
mio fratello,
ilquale ha piu
iʃpedita
ispedita
lingua,
e migliore.
alqual
diʃʃe
disse
Dio,
Andate che io
ui
vi
faro
uittorioʃi,
vittoriosi,
perche andati,
fecero i
miracoli grandi,
e Pharaone
oʃtinato
ostinato
perʃeguitandoli
perseguitandoli
col
ʃuo
suo
eʃʃercito
essercito
fu da noi affogato nel Mare.
Tale adunque fu il
ʃuo
suo
fine.
Coʃi
Cosi
adunque
ʃolemmo
solemmo
punir i
maluagi.
malvagi.
Hora habbiamo mandato te dal Cielo a
predi-car
predicar
a chi non
ʃapeua,
sapeva,
s’eβi
s’essi
haueʃʃero
havessero
prima
hauuto
havuto
altro male
hareb-ber
harebber
detto.
O Dio
ʃe
se
tu ci
haueβi
havessi
mandato un Nuntio,
noi ti haremmo
ʃeguitato,
seguitato,
e come noi habbiamo mandato i
precetti,
dicono che
uoglion
voglion
tali,
quali porto
Moʃe,
Mose,
a quali molti
contradiʃʃero
contradissero
chiamandolo Mago,
ʃi
si
come i
moderni chiaman te mago.
A quali tu dirai,
Portateci un libro
miglior di
queʃto,
questo,
e credero.
[73]
Allhora
eβi
essi
non
ʃapendo
sapendo
che
ʃi
si
dire
tace-ranno,
taceranno,
Dio adunque non
ʃi
si
curando delle parole de gli incredoli,
riguardando
à
cuori,
elege chi egli
uuole
vuole
in
queʃto
questo
ʃecolo,
secolo,
e nell’altro,
e fa
quanto a
lui pare,
ʃenz’altrui
senz’altrui
danno,
ʃe
se
egli adunque
faceʃʃe
facesse
una
con-tinoa
continoa
notte,
chi adducerebbe il giorno?
Non udite
uoi
voi
?
non
uedete
vedete
uoi
voi
?
Egli
ʃolo
solo
ha fatto il di,
e la notte per util
uoʃtro,
vostro,
onde
hauete
havete
a renderli
gratie.
Il di del giudicio
tutti
conoʃcerãno
conosceranno
l’error loro,
e
confeʃʃerãno
confesseranno
uno Dio.
[74]
Caron
ʃoggietto
soggietto
à
Moʃe
Mose
haueua
haveva
tanto
teʃoro,
tesoro,
che le
chiaui
chiavi
oue
ove
egli era
ʃerrato,
serrato,
quaʃi
quasi
per il carico
occiʃero
occisero
un Camello che le
portaua.
portava.
I quali i
ʃuoi
suoi
ammonendo
diʃʃero.
dissero.
Non ti
eʃtimar
estimar
che la tua pecunia ti
ʃia
sia
allegrezza o
ʃperanza,
speranza,
Ma curando quella procacciati nell’altro
ʃecolo
secolo
la
ʃalute,
salute,
e
aʃtienti
astienti
dal male,
e
ʃia
sia
benefico,
perche Dio
abborri-ʃce
abborrisce
chi fa altrimenti.
Egli
riʃpondeua,
rispondeva,
che egli non gli era
ʃtata
stata
data
ʃe
se
non per
ʃua
sua
ʃapientia,
sapientia,
perche
uʃcito
uscito
fuori con pompa
fu col
teʃoro
tesoro
con
la
caʃa,
casa,
e con ogni
coʃa
cosa
inghiottito dalla terra,
onde tutti
diceuano.
dicevano.
Veramente Dio fa bene,
e male
à
chi egli
uuole,
vuole,
il
ʃimigliante
simigliante
auerra
averra
a noi,
perche Dio non ama i
maluagi,
malvagi,
Noi che daremo nell’altro
ʃecolo
secolo
belliβimi
bellissimi
palazzi,
riguarderemo all’altrui merito.
[75]
Tu
hauendo
havendo
il libro
da Dio mandato,
non
uʃcir
uscir
de commandamenti di quello,
accioche tu non
ʃia
sia
incredolo,
ne
inuochi
invochi
uno Dio per un’altro,
dopo ilquale
nõ
non
ʃe
se
ne
trouera
trovera
alcun’altro,
e innanzi ilquale
ʃe
se
adunera il tutto al giudicio.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XI.
XI.
[76]
I PECCATORI che
falʃamente
falsamente
giudicano
eʃʃer
esser
uincitori
vincitori
de buoni,
ʃi
si
han
penʃato,
pensato,
che io
ʃopporti
sopporti
che
eβi
essi
di-chino
dichino
ʃecondo
secondo
i loro
anteceʃʃori,
antecessori,
cioè
che credono
eʃʃen-do
essendo
eʃʃi
essi
incredoli,
e
ʃanza
sanza
fede,
non
ʃapendo
sapendo
che io
cono-ʃco
conosco
chi
è
buono,
e chi
è
reo,
i predatori,
e combattenti,
non operano
ʃe
se
non per lor
medeʃimi,
medesimi,
perche Dio per la cura de gli huomini,
e per gli
atti
è
poco
ʃollecitato.
sollecitato.
A un penitente,
e ben faccente darò
merito uguale
.
[77]
Ogni huomo da bene faccia bene al Padre,
e alla Madre,
perche
uoi
voi
ʃete
sete
per tornar tutti da me,
e io
ui
vi
reuelero
revelero
tutti i
uoʃtri
vostri
atti.
Noi accompagnaremo a
buoni,
i benefacienti,
Peʃa
Pesa
cõ
con
la
medeʃima
medesima
bilancia le parole di coloro,
che dicono di credere in Dio,
dopo
fauellan
favellan
di lui malamente
.
[78]
{81}
Noi
ʃaluammo
salvammo
Noe nell’arca,
e
conʃummamo
consummamo
tutti gli altri,
il che
è
à
ʃapienti
sapienti
coʃa
cosa
marauiglioʃa.
maravigliosa.
[79]
Abramo
perʃuaʃe
persuase
alle
ʃue
sue
genti dicendo.
Inuoca
Invoca
Dio temendolo,
perche
è
ottimo di tutti,
e
nõ
non
adorare in
ʃuo
suo
luo-go
luogo
gli Idoli,
i quali non
ui
vi
poʃʃono
possono
dar il
uiuere
vivere
da Dio infuori.
Non ti
marauigliar
maravigliar
ʃe
se
ti contradiranno
hauendo
havendo
fatto a
gli altri il
medeʃimo.
medesimo.
[80]
L’officio del Nuntio
è
aprire,
e nuntiare.
Non
ueggon
veggon
gli huomini che
Dio gli creo,
e che gli puo far
ʃuʃcitare
suscitare
?
A
uoi
voi
è
impoʃʃibile
impossibile
mandar
nulla in Cielo,
o in terra,
ʃolo
solo
Dio
uoʃtro
vostro
è
conditor del tutto,
i
contra-dittori
contradittori
il di ultimo patiranno
grauiβimi
gravissimi
mali,
[81]
Gli adoratori de
ʃimola-cri
simolacri
gli malediranno.
[82]
Loth per
ʃeguir
seguir
la
uia
via
de buoni fu riputato
buo-no.
buono.
Demmo ancho ad Abramo,
ad
Iʃac,
Isac,
&
a Iacob il libro della legge,
&
della
ʃua
sua
prole
ʃuʃcitammo
suscitammo
il Propheta.
Egli ricco in
queʃto
questo
ʃecolo,
secolo,
ʃara
sara
nell’altro connumerato tra buoni.
[83]
Noi liberammo Loth dalle terre
de
maluagi,
malvagi,
della qual
coʃa
cosa
fino hoggi
ʃe
se
ne
ueggono
veggono
i
ʃegni,
segni,
onde non
è
mai
ʃtato
stato
niʃʃun
nissun
maluagio,
malvagio,
che da noi non habbi
riceuuto
ricevuto
la debita
pe-na,
pena,
perche alcuni di loro
ʃono
sono
ʃtati
stati
affogati,
alcuni
occiʃi,
occisi,
e alcuni
mal-menati
malmenati
dal
uento.
vento.
Chi adora altri in luogo di Dio,
e
ʃimigliante
simigliante
al
ra-
gno,
ragno,
ilqual
ʃi
si
fabrica una
caʃa
casa
fragile.
[84]
Solo i
ʃapienti
sapienti
conoʃcono
conoscono
gli
eʃ-ʃempi
essempi
che noi diciamo.
[85]
Leggi
continouamente
continovamente
il libro mandatoti,
e
ado-ra,
adora,
perche l’oratione
rimoue
rimove
la fornicatione,
e molte altre
maluagità.
malvagità.
Inuocar
Invocar
Dio,
ʃi
si
riceue
riceve
merito,
e grande,
diʃputando
disputando
uʃa
usa
parole
modeʃte,
modeste,
e
confeʃʃa
confessa
te credere in Dio,
e
obediʃcili.
obediscili.
A chi demmo il libro crede,
gli
altri non credono,
non
ʃcriuer
scriver
mai loro,
ne leggere negando,
quan-tunque
quantunque
conoʃchino
conoschino
che non
ʃia
sia
ʃe
se
non
diuino.
divino.
Non
baʃta
basta
loro che io te
habbia mandato un libro che tu
poʃʃa
possa
legger loro,
ilquale
dimoʃtra
dimostra
la
diuina
divina
pietà,
e la
ʃapientia
sapientia
?
Dirai fermamente,
Dio
conoʃcitor
conoscitor
del tutto,
ʃia
sia
teʃtimone
testimone
tra
uoi,
voi,
et me,
Gli obedienti alle bugie,
e non credenti in
Dio,
il di
uenturo
venturo
ʃaran
saran
perʃi
persi
circondandoli il fuoco,
e dicendo io,
guʃtate
gustate
hora i
fatti
uoʃtri,
vostri,
Voi buoni
inuocate
invocate
me,
accommodateui
accommodatevi
a me,
ilquale
ui
vi
daro il
Paradiʃo
Paradiso
d’acque
dolciβime.
dolcissime.
Ogni anima
guʃtera
gustera
la morte,
e chi
uede
vede
il tutto
ci
uiʃitera.
visitera.
Addomandati chi fe il Cielo,
e la terra,
riʃponderanno,
risponderanno,
Dio.
Perche dunque non credono?
Egli
onnipotente da
ʃecondo
secondo
il male
ʃuo,
suo,
il
uitto,
vitto,
e ogni altro bene.
[86]
Queʃta
Questa
uita
vita
non
è
altro
che un
giuoco,
givoco,
la
uita
vita
dell’altro
ʃecolo
secolo
è
migliore,
e piu
uera.
vera.
Chi
mon-ta
monta
in
Naue
Nave
con
diuoto
divoto
cuore,
chiama Dio,
i mendaci,
e che
ʃi
si
partono da
noʃtri
nostri
commandamenti,
ʃaranno
saranno
meβi
messi
nel fuoco eterno,
ʃi
si
come i
buoni
nel
Paradiʃo,
Paradiso,
a quali Dio
è
fauoreuole,
favorevole,
e propitio.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XII.
XII.
[87]
I CHRISTIANI
ʃuperati,
superati,
dopo ix.
anni per Dio,
del
quale
è
ogni
coʃa,
cosa,
furon fatti
uincitori.
vincitori.
Onde quel di di
Dio
uendicatore,
vendicatore,
ʃara
sara
allegrezza loro,
Quel di
è
da Dio
nuntiato,
mai non falla.
Molti huomini non lo
ʃanno,
sanno,
non
conʃiderano
considerano
eglino Dio
hauer
haver
creato ogni
coʃa
cosa
?
Perche
dũque
dunque
non credono che e
nõ
non
poʃʃa
possa
riʃuʃcitar
risuscitar
i morti?
Peregrinando
ueggino
veggino
il fine de
loro
anteceʃʃori,
antecessori,
i quali
ʃtati
stati
maluagi,
malvagi,
da
ʃe
se
medeʃimi
medesimi
ʃi
si
hanno nocciuto,
Dio principio di tutto,
fara a
ʃe
se
ritornar ogni
coʃa.
cosa.
Gli incredoli il di
uenturo,
venturo,
non haranno aiuto da
niʃʃun
nissun
luogo,
ma tra loro
eʃʃendo
essendo
diuerʃi
diversi
contenderanno,
Ma i
buoni entreranno nel
Paradiʃo
Paradiso
pien di letitia.
Inuocate
Invocate
ʃera,
sera,
e mattina Dio,
ilquale fe lo huomo di terra,
e la donna,
accioche
habitaʃʃe
habitasse
con noi,
e creo il Cielo,
e la terra.
Egli
ui
vi
da la piog
gia,
il Sole,
la notte,
e ogni altra
coʃa
cosa
per commodo
uoʃtro.
vostro.
Egli
chia-mando
chiamando
ogni
coʃa
cosa
à
ʃe
se
adunera tutto,
il che
è
marauiglioʃo
maraviglioso
a
ʃapienti.
sapienti.
[88]
Riuolgi
Rivolgi
adunque il tuo cuore alla legge
diuina
divina
incommutabile,
e
manda-ta
mandata
a tutte le genti.
Queʃta
Questa
è
legge retta,
quantunque non
ʃia
sia
conoʃciu-ta
conosciuta
da molti,
ʃeguila
seguila
adunque adorando Dio,
e non
eʃʃendo
essendo
incredo-lo,
incredolo,
&
à
tuo potere fa bene
à
propinqui,
a
poueri,
poveri,
e mendici:
perche ti
ʃara
sara
reʃo
reso
il doppio di merito.
[89]
Chi
preʃta
presta
a
uʃura
usura
non
creʃce
cresce
appreʃʃo
appresso
Dio,
Egli da le ricchezze,
la
uita,
vita,
e la morte,
et altri non lo puo fare.
Conʃiderate
Considerate
il fine de gli
anteceʃʃori
antecessori
che furon incredoli,
uoltate
voltate
la faccia alla
uia
via
retta,
anzi che il
uenturo
venturo
giorno
ʃoprauenga,
sopravenga,
Dio abhorre i
mal-uagi,
malvagi,
empiendo di
ʃperãza
speranza
i buoni,
e
uiuifica
vivifica
la terra,
ilqual
ʃimilmente
similmente
riʃuʃcitera
risuscitera
i morti,
eʃʃendo
essendo
onnipotente,
ʃe
se
manderemo un
uento
vento
turbo-lento,
turbolento,
ʃarãno
saranno
incredoli,
biaʃimando
biasimando
Dio,
ilqual
ʃapiente
sapiente
compoʃe
compose
lo huomo di materia fragile,
dandoli le forze,
la debolezza,
e la
uecchiaia.
vecchiaia.
Soprauenendo
Sopravenendo
la hora
eʃtrema,
estrema,
giurerãno
giureranno
gli incredoli di
nõ
non
hauer
haver
tardato
ʃe
se
nõ
non
una
ʃola
sola
hora.
Ma poi
ʃi
si
parton da cotal detto,
conoʃcendo
conoscendo
eʃʃer
esser
falʃo,
falso,
la onde
nou
non
giouera
giovera
loro
ʃcuʃa
scusa
alcuna.
Gia
habbiã
habbiam
moʃtrato
mostrato
piu
eʃ-ʃempi
essempi
in
queʃto
questo
Alcorano,
e
quãtunq;
quantunque
moʃtri
mostri
molte
coʃe
cose
uere
vere
a gli incredoli,
per
queʃto
questo
nõ
non
reʃteranno
resteranno
di chiamarti mendace,
coʃi
cosi
ha Dio accecato i
lor cuori.
Temi
dũque
dunque
Dio,
e dura
cõ
con
patientia,
aʃpettando
aspettando
il
ʃuo
suo
ueraciβimo
veracissimo
patto,
accioche coloro che dubitano
nõ
non
ʃi
si
facciano beffe dite.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XIII.
XIII.
[90]
I SECRETI di
queʃto
questo
uolume
volume
ottimamente
compoʃto
composto
ʃono
sono
cotali,
perche egli
moʃtra
mostra
rettamente la
uia
via
della
miʃericordia
misericordia
a chi fa bene,
&
adora,
e che danno le decime
e le
limoʃine,
limosine,
e che credono al
ʃecolo
secolo
futuro,
caminando
ʃempre
sempre
innanzi per la buona
uia.
via.
E gli huomini che
ʃeguono
seguono
le parole
falʃe,
false,
e non
ʃi
si
curano de
noʃtri
nostri
commandamenti,
patiranno
grandiβimo
grandissimo
male,
i credenti haranno il
Paradiʃo
Paradiso
in eterno,
ʃecondo
secondo
il
uerace
verace
com-mandamento
commandamento
di Dio,
il quale creo il Cielo,
e co lombi fermo la terra,
in
eʃʃa
essa
creando tutte le
coʃe,
cose,
e a
lor
creʃcimento
crescimento
di Cielo mandando la
pioggia,
moʃtrino
mostrino
gli incredoli un
ʃol
sol
fatto di
queʃti
questi
tali che
eβi
essi
adorano in luogo di Dio,
Eβi
Essi
ʃeguitano
seguitano
la
uia
via
de gli errori,
Dio
piiβimo
piissimo
non
ha
biʃogno
bisogno
di niente,
egli che
ʃottilmente
sottilmente
uede
vede
rimunerara ogni
coʃa,
cosa,
quantũque
quantunque
minima.
Fa
adunq;
adunque
oratione,
e
ʃta
sta
patiente
durãdo
durando
nel bene,
ʃia
sia
nell’andar,
[91]
e nel parlar
modeʃto,
modesto,
poʃcia
poscia
che delle
uoci,
voci,
neʃʃuna
nessuna
è
peg-gio
peggio
dell’Aʃinina,
dell’Asinina,
e Dio
abhorriʃce
abhorrisce
i fraudolenti,
et
uantatori.
vantatori.
Non
uedete
vedete
uoi
voi
Dio
hauer
haver
fatto ogni
coʃa
cosa
per
noʃtra
nostra
cõmodita
commodita
?
Alcuni mentre
ʃi
si
predica lor la
uia
via
retta dicono.
Noi
ʃeguiuamo
seguivamo
la
ʃetta
setta
de padri
noʃtri,
nostri,
Che
ʃi
si
dira s’il
Diauolo
Diavolo
ingannandoli gli ha tirati nel fuoco?
Riuoltan-do
Rivoltando
la tua faccia a
Dio,
e
aʃtenendoti
astenendoti
dalle
coʃe
cose
non lecite acconciati con
Dio,
e non
uorrai
vorrai
credere alle parole de
maluagi.
malvagi.
Tutti ritorneranno
a me,
e tutti mi diranno i
fatti loro,
conoʃcendo
conoscendo
io i
ʃecreti
secreti
di tutti.
A
domandanti chi fe il Cielo,
e la terra,
dirai.
Dio,
a cui
ʃia
sia
gratia,
poi
che maggior parte
ʃara
sara
incredola di Dio,
i cui miracoli non
ʃi
si
poʃʃono
possono
ʃcriuere,
scrivere,
ne
ʃe
se
gli arbori tutti
fuʃʃero
fussero
penne,
e il mare
ʃette
sette
uolte
volte
mag-giore,
maggiore,
e
d’inchioʃtro,
d’inchiostro,
[92]
il quale ha per poco
riʃuʃcitar
risuscitar
ciaʃcuno
ciascuno
che
è
morto
.
Coloro che
uoi
voi
adorate
ʃon
son
fallaci,
e impotenti.
Per
ʃuo
suo
precetto,
le
Naui
Navi
ʃolcano
solcano
il Mare,
il che a
ʃapienti
sapienti
è
marauiglioʃo.
maraviglioso.
Gli incredoli
ʃoli
soli
contrafanno a
noʃtri
nostri
precetti.
Temete il di
uenturo
venturo
nel qual non
giouera
giovera
coʃa
cosa
alcuna,
ne
ui
vi
confidate nella
uita
vita
di
queʃto
questo
mondo,
ne entrate
nella
falʃa
falsa
uia
via
dubitando di Dio,
dal quale procede la pioggia,
oltra ilquale
niʃʃun
nissun
ʃa
sa
quando lo huomo debbe morire.
Egli
ʃolo
solo
ʃapiente
sapiente
co-noʃce
conosce
queʃte
queste
coʃe
cose
perfettamente.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XIIII.
XIIII.
[93]
GLI INCREDOLI diranno
che
queʃto
questo
libro
ʃenza
senza
dubbio alcuno
compoʃto
composto
da Dio,
ʃia
sia
ʃtato
stato
fatto da
ʃe.
se.
Matu dirai,
che
ʃolo
solo
Dio lo ha fatto,
accioche
caʃtighi
castighi
la gente che prima non
hauea
havea
chi loro
inʃegnaʃʃe,
insegnasse,
accio
ʃi
si
uolti
volti
a
uia
via
retta,
e
niʃʃuno
nissuno
ha tutore ne
uendicatore
vendicatore
altro che Dio,
ilquale
creando tutto in
ʃei
sei
di,
e dopo
ʃalendo
salendo
al Trono,
diʃponendo
disponendo
ogni
coʃa
cosa
da lui creata con buono ordine,
fe lo huomo di terra,
dando a
ʃuoi
suoi
paʃtori
pastori
{97}
gli orecchi,
gli occhi,
e il cuore,
al quale ogni
coʃa
cosa
ritornera,
e pochi
lo ringratieranno.
Quei che dicono come ci
riʃuʃcitera,
risuscitera,
non credono
che
è
debba giudicar l’ultimo di.
Tutti i
morti ritorneranno a
Dio,
Gli
incredoli innanzi a
Dio,
diranno
hauer
haver
udito,
e
ueduto,
veduto,
&
addoman-
deranno
addomanderanno
che gli rimetta,
promettendo di credere,
e di ben fare,
ʃe
se
noi
uoleβimo
volessimo
daremmo alle genti la buona
uia.
via.
Ma gia habbiamo fermato la
noʃtra
nostra
parola,
accioche l’inferno
ʃi
si
poʃʃa
possa
empier di huomini.
Voi
adun-que
adunque
incredoli della
reʃurrettione,
resurrettione,
guʃtate
gustate
mal
ʃanza
sanza
fine.
Soli i
memori
di noi
ʃeruan
servan
le
noʃtre
nostre
parole,
adorando Dio,
laʃciando
lasciando
il
ʃonno,
sonno,
e il
letto per adorarlo.
Niʃʃun
Nissun
ʃa
sa
la mercede che debbe
hauere
havere
per le
ope-re
opere
ʃue.
sue.
Gran
diʃtantia
distantia
è
tra i
credoli,
e gli incredoli,
perche quelli
an-deranno
anderanno
in
Paradiʃo,
Paradiso,
e
queʃti
questi
nel fuoco infernale.
Chi
è
peggio di colui
che
laʃcia
lascia
i
noʃtri
nostri
precetti?
Coloro che abbracciarono la dottrina di
Moʃe
Mose
ʃaran
saran
ʃalui,
salvi,
[94]
hauendo
havendo
dato il libro a
figliuoli
d’Iʃrael,
d’Israel,
de quali molti
hanno contradetto,
il che Dio diffinira l’ultimo di.
Non
ueggono
veggono
i
con-tradicenti,
contradicenti,
come noi mandiamo l’acqua dal Cielo?
e il
uiuer
viver
a tutti gli
animanti?
Se cercano il fin delle
coʃe
cose
ʃopra
sopra
quel di,
nel quale
prenden-do
prendendo
la fede non
giouera
giovera
nulla,
laʃciandoli
lasciandoli
aʃpetta,
aspetta,
perche ancho
eβi
essi
parimente
aʃpettano.
aspettano.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XV.
XV.
TV
TU
PROPHETA temendo Dio che
conoʃce
conosce
i tuoi
fatti,
e ogni altra
coʃa
cosa
non
ʃeguitar
seguitar
i
maluagi,
malvagi,
accommandandoti a
Dio
ʃolo,
solo,
il quale
è
a
baʃtanza.
bastanza.
[95]
Non diede mai
duoi cuori ad alcuno,
ne
permeʃʃe
permesse
che
ʃi
si
toglieʃʃero
togliessero
per
donna le madri,
ne le figliuole,
il che
uoi
voi
confermate,
Dio che
cono-ʃce
conosce
il
uero
vero
moʃtrando
mostrando
la
uia
via
retta,
non ha
uoluto
voluto
eʃʃer
esser
chiamato in
que-ʃta
questa
parte.
Non
uendicar
vendicar
l’ingiurie fatteti,
ʃe
se
non per
uolontà.
volontà.
Per-che
Perche
Dio perdonera prohibendo a
tutti i
buoni che non toglino le madri
per mogli.
Habbiamo fortificato te con gran dilettione,
e col patto,
co-me
come
ancho gli altri Propheti,
Noe,
Abram,
Moʃe,
Mose,
e
[96]
CHRISTO
fi-gliuol
figliuol
di MARIA,
Tutti adunque i
credenti
inuochino
invochino
Dio,
ringra-tiandolo
ringratiandolo
in ogni
coʃa
cosa
che fanno.
Quando Dio
uedendo
vedendo
i
uoʃtri
vostri
atti,
e tentandolo i
credenti,
[97]
fe
uenir
venir
gli
eʃʃerciti
esserciti
da
noi
voi
non
ueduti
veduti
dopo i
gran
uenti
venti
ʃopra
sopra
di
uoi,
voi,
gli occhi
uoʃtri
vostri
ʃtupirono,
stupirono,
e non
poteʃte
poteste
formar per
la paura le parole.
Onde dubitando di Dio
cedeʃte
cedeste
alla
uittoria.
vittoria.
Gli
in-credoli
incredoli
che
diceuano,
dicevano,
Dio,
e il Propheta
falʃo
falso
hauer
haver
promeʃʃo,
promesso,
eʃʃami-nammo
essaminammo
la gente di Ietrib,
dicendo.
Il ritardar
ui
vi
è
impoβibile,
impossibile,
ma
af-
frettate
affrettate
piu
toʃto
tosto
la ritornata,
mandando al Propheta,
iʃcuʃandoui
iscusandovi
che
le
uoʃtre
vostre
caʃe
case
ʃon
son
abbandonate.
Non eran per innanzi distrutte,
ma
coʃi
cosi
ʃi
si
conʃigliauano
consigliavano
con la fuga,
e quantunque
l’eʃʃercito
l’essercito
ʃopraueniʃʃe
sopravenisse
alle
caʃe
case
loro da ogni banda,
non
trouauan
trovavan
ʃe
se
non pochi ribelli,
fuggendo
gli altri.
Dio ricerchera la
promeʃʃa
promessa
da coloro che
diʃʃero
dissero
di non
ʃi
si
la-ʃciar,
lasciar,
ne
uincer,
vincer,
ne cacciare,
[98]
Ma che
gioua
giova
lor fuggir dalla guerra,
e
dall’occiʃione,
dall’occisione,
ʃe
se
la
uita
vita
loro
è
breuiβima
brevissima
?
Chi gli difendera da Dio
s’egli
uorra
vorra
nuocer loro?
Dio
ueramente
veramente
rimunera i
credenti
ottima-mente,
ottimamente,
e danna gli incredoli,
e
ʃouenendo
sovenendo
con la
ʃua
sua
pietà
perdona
lo-ro.
loro.
Gli incredoli
quaʃi
quasi
adirati
ʃaranno
saranno
addotti innanzi
à
Dio,
il quale
guardi i
buoni dalle guerre,
e
quiui
quivi
patiranno la pena.
[99]
Tu Propheta
fauella
favella
coʃi
cosi
alle tue mogli,
ʃe
se
uoi
voi
uolete
volete
piu
toʃto
tosto
la
uita,
vita,
e l’ornamento di
queʃto
questo
mondo,
ui
vi
daro licenza,
&
ui
vi
laʃciero
lasciero
andar
doue
dove
piu
ui
vi
piace,
Ma
ʃe
se
uoi
voi
amerete piu Dio,
il Propheta,
e l’altra
uita,
vita,
Dio
ʃi
si
come a
tutti gli altri buoni,
ui
vi
dara perdono,
e mercede,
raddoppiando il
bene-ficio,
beneficio,
e l’allegrezza.
E chiunque chiedera alle donne del Propheta
coʃa
cosa
inhoneʃta,
inhonesta,
e nefanda,
ʃarà
sarà
da Dio punito doppiamente,
e
ciaʃcuno
ciascuno
che fara bene alle donne del Propheta,
riceuera
ricevera
merito in doppio da Dio.
Et
uoi
voi
donne del Propheta,
ʃe
se
temerete,
non
ʃimiglianti
simiglianti
all’altre,
non
uo-gliate
vogliate
dir parole
laʃciue,
lascive,
ma
honeʃte,
honeste,
e buone.
Perche gli huomini di cuore infermo,
udendoui
udendovi
dishoneʃte,
dishoneste,
ʃpererebbono
spererebbono
da
uoi
voi
qualche
coʃa
cosa
:
ʃta-teui
statevi
nelle
caʃe
case
uoʃtre,
vostre,
faccendo orationi,
e
limoʃine,
limosine,
imitando Dio,
e il
Propheta
nominando Dio,
e la
ʃua
sua
ʃapientia
sapientia
ʃopra
sopra
uoi
voi
letta,
Perche
Dio
deʃidera
desidera
che
uoi
voi
ʃiate
siate
monde,
e benedette,
habitando
uoi
voi
la
ca-ʃa
casa
del Propheta.
[100]
Gli huomini,
e le donne,
che
ʃi
si
dedicano
à
Dio,
e che
credono,
&
orano,
e
ʃon
son
ueraci,
veraci,
e durabili,
e che digiunano,
fanno
li-moʃine,
limosine,
e chiamano Dio,
haranno allegrezza
ʃenza
senza
fine.
Non
è
lecito
allo huomo,
e alla donna che fa bene non
ʃi
si
ʃcoʃtar
scostar
al giudicio dato da
Dio,
e dal Propheta.
[101]
Dopo adunque il
diuortio
divortio
del marito di
uolontà,
volontà,
dopo la partita da mariti,
ti habbiamo
permeʃʃo
permesso
che tu
poʃʃa
possa
torgli per mogli
.
Egli
è
lecito a
buoni,
poi che
ʃi
si
ʃon
son
partite da mariti loro prenderle
per donna,
coʃi
cosi
uuole
vuole
Dio,
ilquale ha mandato Macometto ultimo di tutti i
Propheti.
Huomini buoni adorate Dio
continouamente,
continovamente,
ilquale
ui
vi
riduce dalle tenebre alla lume,
&
è
datore di allegrezza.
Tu
Prophe-ta
Propheta
mandato Nuntio,
e
teʃtimone,
testimone,
e correttor delle genti,
non
ʃeguitar
seguitar
gli incredoli,
e
maluagi,
malvagi,
ma piu
toʃto
tosto
laʃciandoli
lasciandoli
accommandati a
Dio.
Huomini buoni,
ʃe
se
uoi
voi
laʃcierete
lascierete
le donne
ʃpoʃate
sposate
ʃenza
senza
toccarle,
fac-
cendo
faccendo
lor dono mandatele,
pure,
e
honeʃte.
honeste.
E a
te
ʃolo
solo
o Propheta,
e
le-cito,
lecito,
uʃar
usar
carnalmente con tutte le donne,
alle quali donerai,
e con tutte
quelle che per
uia
via
di compera ti
ʃarãno
saranno
ʃoggette,
soggette,
e con le tue zie,
con le
tue parenti,
e con tutte le buone donne che
deʃiderano
desiderano
ʃottoporʃi
sottoporsi
a te
uolente.
volente.
[102]
Gia
penʃo,
penso,
che ti
ʃia
sia
noto quel che tu
&
gli altri buoni
hauete
havete
da
fare di chi
ui
vi
è
ʃottopoʃto.
sottoposto.
[103]
Rimuoui
rimuovi
quelle,
e prendi quell’altre
ʃecondo
secondo
il
uoler
voler
tuo,
ne
moleʃtar
molestar
le prime
mãdate
mandate
uia,
via,
ʃe
se
tu l’amerai perche
eʃʃe
esse
debbono obbedir a
tuoi
deʃideri,
desideri,
e Dio
conoʃce
conosce
i
ʃecreti
secreti
del cuor
uoʃtro,
vostro,
Dopo quelle non ti
ʃon
son
lecite l’altre.
Niʃʃuno
Nissuno
entri in
caʃa
casa
del
Prophe-ta,
Propheta,
quand’e mangia
ʃe
se
prima non chiama,
E
ʃe
se
entra non
ui
vi
faccia poi
coʃa
cosa
dishoneʃta,
dishonesta,
o ridicola.
Perche
queʃta
questa
è
coʃa
cosa
nociua
nociva
al Propheta,
ma
chi
uuol
vuol
qualche
coʃa
cosa
ʃi
si
ʃtia
stia
fuor della porta.
Niʃʃuno
Nissuno
non
deue
deve
nuocere
al Propheta in
coʃa
cosa
alcuna,
ne
hauer
haver
la
ʃua
sua
moglie dopo lui,
eʃʃendo
essendo
queʃto
questo
coʃa
cosa
graue
grave
a Dio.
[104]
[105]
Niʃʃuno
Nissuno
ʃia
sia
geloʃo
geloso
per i
padri,
per i
fratelli,
per i
figliuoli,
per i
nipoti,
ne per i
famigliari.
Temete Dio
teʃtimon
testimon
di
tutto.
Et adorando gli Angeli,
e Dio per il Propheta,
adorate anche
uoi
voi
Dio per lui.
[106]
Chi
fauellera
favellera
male di Dio,
e del Propheta patira gran male
nell’altro
ʃecolo,
secolo,
il
ʃimile
simile
chi dice mal de buoni.
Tu Propheta
commãda
commanda
alle tue,
et all’altre
dõne
donne
che
ʃi
si
cuoprino il
uolto,
volto,
accioche non
ʃi
si
uegga
vegga
quel che elle
ʃi
si
ʃiano,
siano,
o che
ʃi
si
dica mal di loro.
Chi dubita dell’hora futura,
ʃappia
sappia
che
ʃolo
solo
Dio lo
ʃa,
sa,
e
ʃara
sara
punito da Dio.
Quel di
deʃideraran-no
desideraranno
hauer
haver
creduto al Propheta.
Buoni non imitate coloro che
diceuã
dicevan
mal
di
Moʃe,
Mose,
che liberato da Dio appare
buuono,
buono,
e
honeʃto,
honesto,
Dio dirizzera i
fatti
uoʃtri,
vostri,
e perdonera i
peccati,
&
à
maluagi
malvagi
dara tormento,
a buoni
contento,
e allegrezza,
perche egli
è
piiβimo,
piissimo,
e perdona,
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XVI.
XVI.
[107]
RINGRATIAMO Dio
incomprenʃibile,
incomprensibile,
e
ʃapien-te,
sapiente,
il qual
conoʃce
conosce
tutte le
coʃe
cose
del Cielo,
e della terra.
[108]
Gli incredoli addomandando
ʃe
se
quella hora
uerra,
verra,
dirai,
ʃi,
si,
uerra
verra
per Dio
conoʃcitor
conoscitor
de
ʃecreti,
secreti,
la cui
ʃapienza
sapienza
non
laʃcia
lascia
indietro
coʃa
cosa
alcuna,
a tutti i
buoni dara bene,
a tutti come
maluagi
malvagi
male,
i
ʃapienti
sapienti
ʃanno
sanno
che
queʃto
questo
libro
è
mandato di Cielo,
ma
gli incredoli dicono.
Laʃciate
Lasciate
queʃta
questa
dottrina,
che
è
nuoua,
nuova,
e finta,
[109]
que-
ʃti
questi
tali
ʃe
se
ne
uanno
vanno
al
Diauolo.
Diavolo.
Non facemmo noi bene
à
Dauit
Davit
?
non
fa-cemmo
facemmo
noi il
ʃimigliante
simigliante
à
Salomone?
Vedete
ʃe
se
quei che adorate in luogo di Dio,
fanno alcuna apparitione
ʃecondo
secondo
che
uoi
voi
uolete
volete
?
Doman-dati,
Domandati,
chi da tutto il bene?
dicono,
Dio,
e nondimeno rimangono
incredo-li,
incredoli,
Dio giudichera i
fatti di tutti,
&
allhora
moʃtrera
mostrera
à
gli incredoli,
che ci
è
un
ʃolo
solo
Dio,
Tu Nuntio mandato alle genti,
a coloro che ti
ad-domanderanno
addomanderanno
[110]
dirai,
che
eβi
essi
hanno termine che non
ʃi
si
puo
paʃʃare,
passare,
ne
diminuire.
Non
ʃanno
sanno
coʃtoro
costoro
che Dio da
à
chi
uuole
vuole
il bene?
ogni
buo-no
buono
hara merito del
ʃuo
suo
bene,
e ogni
cattiuo
cattivo
harà
male
perche egli
ri-ʃtora,
ristora,
e
puniʃce
punisce
chi
è
uuole.
vuole.
I lettori delle
noʃtre
nostre
uirtu
virtu
diranno,
coʃtui
costui
non
è
ʃe
se
non Mago,
e bugiardo,
[111]
e dacci
queʃta
questa
coʃa
cosa
finta per
rimouerci
rimoverci
dalla
ʃetta
setta
de
noʃtri
nostri
padri.
Ma certo
è
che chiunque non credera
à
que-ʃto
questo
libro
ʃara
sara
caʃtigato,
castigato,
e
ʃe
se
gli altri hanno patito
perʃecutione,
persecutione,
non
è
marauiglia
maraviglia
s’io non
ʃon
son
creduto,
e
ʃon
son
perʃeguitato.
perseguitato.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XVII.
XVII.
[112]
CIASCVN
CIASCUN
buono
ringratij
ringratii
Dio,
conditor del Cielo,
e della terra,
e de gli Angeli,
qual con due ali,
qual con
tre,
e qual
cõ
con
quattro,
poʃcia
poscia
che egli
ʃolo
solo
faccendo ogni
bene,
impera
à
tutte le
coʃe.
cose.
Perche adunque o
huomini
immemori de
ʃuoi
suoi
beneficij
beneficii
non credete con meco?
Se ti contradiranno
fecero il
ʃimigliante
simigliante
con gli altri Propheti,
Dio
è
fin d’ogni
coʃa,
cosa,
i cui
mandati
ʃon
son
ueriβimi.
verissimi.
Non
uogliate
vogliate
contradirli,
ne
fidarui
fidarvi
nella
preʃente
presente
uita,
vita,
ma
ʃchiuate
schivate
il
Diauolo,
Diavolo,
che
ui
vi
perʃuade
persuade
à
entrar nel fuoco.
Gli
incredoli haran male,
i buoni bene,
ʃtia
stia
chi
uuol
vuol
nel male,
queʃto
questo
a te
nõ
non
importa.
[113]
Dio
ui
vi
formò
di terra,
dopo
ui
vi
produʃʃe
produsse
di
ʃperma,
sperma,
ʃenza
senza
ilquale niuna donna
s’ingrauida,
s’ingravida,
ne
s’accreʃce,
s’accresce,
ne
ʃi
si
diminuiʃce
diminuisce
la
uita,
vita,
ʃe
se
non
ʃecõdo
secondo
il libro della
determinatiõe
determinatione,,
creo l’acque una
ʃorte
sorte
dolce,
l’altra
ʃalʃa.
salsa.
Fe il Sole,
e la Luna,
et egli
è
Dio
noʃtro
nostro
che
gouerna
governa
ogni
coʃa,
cosa,
Quelli che
uoi
voi
adorate in
ʃuo
suo
luogo
non odono.
Sappiate che niun
ui
vi
dice
queʃto,
questo,
ʃe
se
non chi lo
ʃa.
sa.
A chi farà
bene
ʃara
sara
dato il merito
uguale all’opera.
[114]
Queʃto
Questo
libro
è
heredità
à
buoni huomini,
i quali haranno il
Paradiʃo
Paradiso
pieno di gioie,
e di
ueʃti,
vesti,
e d’oro,
e gl’incredoli fuoco,
onde diranno
à
dio
cauaci
cavaci
di qui,
e farem bene,
&
egli
riʃpondera.
rispondera.
Non
ui
vi
mandai io un Nuntio accioche
uoi
voi
fuʃte
fuste
ʃapienti
sapienti
?
Guʃtate
Gustate
dunque un mal
ʃempiterno.
sempiterno.
Dio
ʃa
sa
i
ʃecreti
secreti
della terra,
e del Cielo,
nel quale chi
nõ
non
credera
nõ
non
hara bene alcuno.
Quei che chiamate in
ʃuo
suo
luogo che parte
hãno
hanno
in Cielo,
o in terra?
Mandammo noi
forʃe
forse
libro che
inʃegnaʃʃe
insegnasse
lor cotal
ʃetta
setta
?
I
maluagi
malvagi
caʃtigano
castigano
i
maluagi,
malvagi,
non con altro che con ciancie,
Dio tiene il Cielo,
e la terra incommutabile,
&
mouendoʃi
movendosi
chi potra
ri-tenere.
ritenere.
Eβi
Essi
abbracciano con
oʃtinatione
ostinatione
i precetti de padri loro.
Ma
l’uʃanza
l’usanza
diuina
divina
è
immutabile,
perche non guardano i
potenti al fine de
loro
anteceʃʃori
antecessori
?
[115]
ʃe
se
Dio
ʃubito
subito
ʃi
si
uendicaʃʃe,
vendicasse,
non ci
ʃarebbe
sarebbe
al mondo
coʃa
cosa
alcuna.
Ma egli
prouido,
provido,
e patiente,
differiʃce
differisce
alla hora
determina-ta,
determinata,
nella quale Dio
uede
vede
cio che ei debbe fare.
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XVIII.
XVIII.
[116]
E PER
QVESTO
QUESTO
libro
compoʃto
composto
da Dio
à
caʃtigo
castigo
delle genti
che non caminano per la retta
uia,
via,
tu
ʃei
sei
uerace
verace
Nuntio.
Molti non credono,
ma
eβi
essi
ʃaranno
saranno
legati da
fortiβime
fortissime
catene,
[117]
e quantunque
eβi
essi
habbino l’arbitrio
uolontario,
volontario,
nondimeno i
ciechi non crederanno mai,
o castigali,
o no.
Niʃʃun
Nissun
ʃara
sara
corretto da te
ʃe
se
non gli imitatori delle tue parole,
e
cre-denti
credenti
in Dio
ʃperando
sperando
perdono nel
ʃecolo
secolo
futuro.
Noi
reuelaremo
revelaremo
loro
ogni atto precedente
ʃcritto
scritto
nel libro,
e
ciaʃcun
ciascun
ʃi
si
congregera innanzi
à
me.
Non
ueggono
veggono
eglino che noi facciam
naʃcer
nascer
il grano per commodità
loro,
le
uigne,
vigne,
e ogni altro frutto da mangiare,
il Sole,
le
ʃtelle
stelle
tutte,
e la Luna,
ilche a
ʃauii
savii
è
coʃa
cosa
marauiglioʃa
maravigliosa
?
Perche adunque
nõ
non
adorano il fattor di tutte
queʃte
queste
coʃe
cose
?
Per
diʃpoʃition
disposition
del
medeʃimo,
medesimo,
la
Lu-na
Luna
non precede al Sole,
ne la notte al giorno.
Queʃto
Questo
è
ordinato nel
cir-culo.
circulo.
Si
marauigliano
maravigliano
ancho che le
Naui
Navi
uadin
vadin
coʃi
cosi
per l’acque
corren-do,
correndo,
e
ʃe
se
noi gli
uoleβimo
volessimo
affogare,
non
trouerrebbero
troverrebbero
chi lor
deʃʃe
desse
aiu-to,
aiuto,
dalla
noʃtra
nostra
pieta infuori.
Quando
ʃi
si
dice loro temete,
e credendo fate bene,
accioche
uoi
voi
conʃeguiate
conseguiate
miʃericordia,
misericordia,
e
diʃtribuite
distribuite
il ben da
Dio
datoui,
datovi,
riʃpondono,
rispondono,
[118]
Perche habbiamo noi a
dar il
uiuere
vivere
a
queʃto,
questo,
e
à
quell’altro?
Se Dio
uoleʃʃe
volesse
lo darebbe loro.
Ecco in quanto errore
eβi
essi
ʃono,
sono,
[119]
ma non
ʃanno
sanno
che
ʃonando
sonando
la tromba tutti i
morti
ʃuʃciteranno,
susciteranno,
e
dicendo
eβi,
essi,
chi ci ha
ʃuegliati,
svegliati,
ʃara
sara
riʃpoʃto
risposto
loro.
Queʃto
Questo
è
il termine
fermato da
Nuntij,
Nuntii,
per il quale tutti a
Dio
ʃi
si
ridurranno.
Quel di non
ʃara
sara
fatto mal ad alcuno
ʃe
se
non per
ʃuo
suo
merito.
[120]
Allhora gli huomini
con
le
dõne
donne
loro
nel
Paradiʃo
Paradiso
ʃanza
sanza
penʃiero
pensiero
alcuno,
all’ombra
mangheranno
mangeranno
di tutti i
frutti,
udendo
ʃempre
sempre
parole di pace,
e di letitia,
[121]
e gli incredoli
ʃaranno
saranno
cacciati di quindi.
O figliuoli di Adamo,
non
ui
vi
ho io
com-mandato,
commandato,
che
uoi
voi
non
ʃeguiate
seguiate
la
uia
via
del
Diauolo,
Diavolo,
ma la
uia
via
che
è
retta?
Hauendo
Havendo
uoi
voi
errato per lui,
eccoui
eccovi
qui l’Inferno,
che
ui
vi
fu annuntiato.
Hoggi
uoi
voi
ʃaperete
saperete
eʃʃere
essere
ʃtati
stati
incredoli.
Hoggi le man
uoʃtre,
vostre,
e i
uo-ʃtri
vostri
piedi
ʃaranno
saranno
teʃtimoni
testimoni
delle opere
uoʃtre.
vostre.
Se noi
uoleβimo
volessimo
ui
vi
chiuderemmo gli occhi,
ʃi
si
che
uoi
voi
paʃʃando
passando
il fuoco purgatorio non
uedreʃte,
vedreste,
[122]
mancate
uoi
voi
forʃe
forse
di
ʃentimento
sentimento
?
Noi non
inʃegnamo
insegnamo
con canti,
e con
uerʃi,
versi,
ma
cõ
con
l’Alcorano libro
euidẽte
evidente,,
per il quale i
uiuenti
viventi
ʃi
si
correggono.
Non
ueggono
veggono
eglino che noi habbiam fatto le
beʃtie
bestie
per loro utile,
e
neceβita
necessita
?
Perche adunque non ringratiano Dio?
[123]
perche non credono
che chi gli ha fatti di nulla non li
poʃʃa
possa
riuiuificare
rivivificare
?
Egli
è
potente,
e
ʃapiente,
sapiente,
il quale fa il tutto con una parola,
e regge ogni
coʃa
cosa
con una mano,
e a
lui ritornera ogni
coʃa.
cosa.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XIX.
XIX.
[124]
E PER GLI angeli del Cielo
che guardano gli huomini
da mala
uia,
via,
dico che
nõ
non
ʃi
si
troua
trova
ʃe
se
non un
ʃolo
solo
Dio,
il quale ha creato il Cielo,
e la terra,
e che impera a
tutto,
e
di-ʃtinʃe
distinse
il Cielo di
ʃtelle,
stelle,
guardandolo dal
Diauolo.
Diavolo.
Gli
in-credoli
incredoli
adunq;
adunque
dicono,
come
eʃʃendo
essendo
noi morti
potrẽmo
potremmo
riʃuʃcitare
risuscitare
?
Sara,
e al
ʃuono
suono
d’una
trõba
tromba
ʃi
si
leueranno,
leveranno,
dicendo.
Ahi,
ahi.
Queʃto
Questo
è
quel
di
da noi tante
uolte
volte
cõtradetto
contradetto..
Seppelirò
adunque
uoi
voi
tutti
cõ
con
li
uoʃtri
vostri
nel fuoco eterno,
con quei che
adoraʃte
adoraste
in mio luogo,
coʃi
cosi
ʃara
sara
fatto agli incredoli,
i quali ogni
uolta
volta
che odon dire,
Non
è
ʃe
se
non uno Dio,
ʃi
si
inalzano,
e dicono.
Noi non
laʃcerem
lascerem
mai d’adorar le
noʃtre
nostre
imagini,
per le parole di quel giucolare,
e
uerʃificatore.
versificatore.
Nondimeno egli
ʃolo
solo
è
uenuto
venuto
con la
ʃola
sola
uerita
verita
confermando tutti gli altri
Nuntij.
Nuntii.
Guʃti-no
Gustino
adunque il male
ʃecondo
secondo
l’opere loro,
da i
dotti di Dio infuori,
i
qua-li
quali
haranno
[125]
nel
Paradiʃo
Paradiso
tutti i
piaceri,
e goderanno donne che
haran-no
haranno
gli occhi
chiariβimi,
chiarissimi,
e grandi
come
uoua,
vova,
ne
altroue
altrove
gli
uolgeran-
no
volgeranno
che a
loro mariti,
cio udendo,
molti diranno,
perche credere a
que-ʃto
questo
ʃe
se
habbiamo ad andar in
poluere
polvere
ʃanza
sanza
mai piu
rileuarci,
rilevarci,
altri
ri-ʃponderanno,
risponderanno,
uolete
volete
uoi
voi
ʃalire,
salire,
&
uederete
vederete
?
Salendo adunque
uidde-ro
viddero
i
poʃti
posti
nel fuoco,
e
diʃʃero.
dissero.
Molto ci
giouaʃti,
giovasti,
perche noi
ʃareβi-mo
saressimo
con
uoi
voi
ʃe
se
la
diuina
divina
pieta non ci
haueβe
havesse
aiutato.
Non
diceʃte
diceste
uoi
voi
che mai
riʃuʃcitareʃte
risuscitareste
?
Noi habbiamo
acquiʃtato
acquistato
immenʃa
immensa
gloria.
Queʃto
Questo
è
quel che merita chi fa bene.
[126]
Noi
ʃaluammo
salvammo
Noe,
che ci
pre-gò,
pregò,
ʃommergendo
sommergendo
tutti gli altri.
Aiutammo Abramo,
Moʃe,
Mose,
e Aron,
dando lor
uittoria
vittoria
ʃopra
sopra
i
noʃtri
nostri
nimici
adducendoli per
uia
via
retta,
e
lor dando il libro della
ʃalute.
salute.
Saluammo
Salvammo
ancho Loth
con tutte le
ʃue
sue
genti,
dalla
ʃua
sua
donna infuori che era decrepita,
confondendo tutti
gli altri.
Iona parimente
noʃtro
nostro
Nuntio,
entro nella
naue
nave
carica,
&
inghiottito dal
uentre
ventre
fu da noi liberato.
Addomandiʃi
Addomandisi
a gli
incre-doli
incredoli
s’eβi
s’essi
affermano che Dio ha figliuole,
o figliuoli?
Gran
par-te
parte
di loro mentendo
diʃʃe,
disse,
che Dio
haueua
haveva
figliuolo.
Moʃtrate
Mostrate
il
uo-ʃtro
vostro
libro
o immemori
s’egli
è
uerace,
verace,
[127]
Dio
abhorriʃce
abhorrisce
cotai detti.
Che
penʃate
pensate
uoi
voi
che
ʃia
sia
quel che
uoi
voi
adorate in luogo di Dio?
Tutti
anderete al fuoco,
perche
uoi
voi
non
inuocate
invocate
Dio
uero,
vero,
Partiti
adun-que
adunque
da loro,
a quali
s’auicina
s’avicina
il lor male che
grauemente
gravemente
gli
affli-gera.
affligera.
I detti loro non danno alcuna noia.
Rendiʃi
Rendisi
gratie a
Dio
incom-prehenʃibile,
incomprehensibile,
e
immenʃo.
immenso.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XX.
XX.
[128]
I NOSTRI
proʃontuoʃi
prosontuosi
auerʃari
aversari
per l’Alcorano,
che
inʃegna,
insegna,
et altrui indrizza a
buona
uia,
via,
rimangono incredoli,
i quali chiamano il Nuntio mandato loro Mago,
e bugiardo,
e dicono che egli
è
da
marauigliarʃi
maravigliarsi
come ei
fac-cia
faccia
un
ʃolo
solo
Dio de tanti.
Queʃto
Questo
coʃtume
costume
nuouo
nuovo
da lui finto,
ci
è
inaudito,
perʃeueriamo
perseveriamo
adunque nell’adoration de
noʃtri
nostri
Dei,
perche chi dice
queʃto
questo
non teme la mia
uendetta,
vendetta,
è
forʃe
forse
in man loro il dono della
miʃe-ricordia
misericordia
diuina
divina
?
o forse dominano il Cielo,
e la terra?
aʃcendino
ascendino
per una
fune
à
uederlo.
vederlo.
Le prime genti
contradiʃʃero
contradissero
à
noʃtri
nostri
Nuntij,
Nuntii,
onde
auẽne
avenne
loro quel che faremmo lor dire.
Questi
aʃpettano
aspettano
una
ʃola
sola
uoce,
voce,
poi
che dopo i
pianti,
e
ʃingulti
singulti
non
ʃoprauien
sopravien
la
ʃalute,
salute,
e pregano che
uen
ven
ga innanzi al di del conto loro,
ma tu durando
ʃopra
sopra
quel che
eβi
essi
dico-no,
dicono,
[129]
qualmente
ʃempre
sempre
mai tutte le
coʃe
cose
obediuano
obedivano
a
Dauid
David
noʃtra
nostra
crea-tura,
creatura,
e come
imperãdo
imperando
egli
giuʃtamente
giustamente
lo facemmo
ʃapiente,
sapiente,
diʃcreto,
discreto,
e
facondo,
e
hauendo
havendo
peccato gli perdonammo dicendo.
Tu
Dauid
David
coʃti-tuto
costituto
uicario
vicario
in terra,
giudica il
uero
vero
tra gli huomini,
non
ʃeguendo
seguendo
gli
erranti nelle operation loro,
perche
eβi
essi
nel di del giudicio patiranno
grauiʃʃimo
gravissimo
male.
Noi non facemmo per nulla il Cielo,
e la terra,
e
ʃara
sara
gran
diʃtantia
distantia
da credoli,
a gli incredoli,
e da forti
à
pauroʃi.
paurosi.
Noi ti
habbiamo mandato un libro
diuino,
divino,
accioche per
queʃto
questo
tu riduca i
buoni
à
ramentarʃi
ramentarsi
di Dio.
Ti diamo ancho un buono huomo,
e
ʃapiente
sapiente
Salo-mone,
Salomone,
[130]
il quale
diʃʃe
disse
a
caualli
cavalli
a lui
moʃtrati
mostrati
di
ʃera.
sera.
Per
cõmandamento
commandamento,,
e
dilettiõ
dilettion
di Dio,
direzzo
ʃolo
solo
queʃti
questi
caualli
cavalli
dal
naʃcer
nascer
del Sole
all’occaʃo,
all’occaso,
Menategli
uia
via
da me,
e tagliate loro il collo,
e i
piedi.
Dopo
diʃtẽdemmo
distendemmo
morto nel
ʃuo
suo
letto il
ʃuo
suo
figliuolo,
ond’egli
pentendoʃi,
pentendosi,
diʃʃe.
disse.
O Dio
dammi perdono,
e reggimento,
non mai dato ad altri.
Gli
ʃottomettem-mo
sottomettemmo
adunque i
uenti
venti
uelociβimi,
velocissimi,
e i
Diauoli
Diavoli
fabricatori d’ogni edificio,
i quali gli fecero quel che ei
uolle.
volle.
Noi diamo di
coʃi
cosi
fatte
coʃe
cose
a chi ci
è
congiunto.
[131]
Come
inuocò
invocò
Iob huomo
noʃtro
nostro
la
diuina
divina
pietà,
dicendo.
O
Dio gia il
Diauolo
Diavolo
mi ha fatto ogni male,
non tacere.
Riʃpoʃe
Rispose
Dio,
ʃcaccialo
scaccialo
da te con un pie.
Queʃto
Questo
gli fu giocondo,
quaʃi
quasi
acqua dolce
come
ʃciroppo.
sciroppo.
Fattagli adunque la
ʃua
sua
gente in doppio,
gli
comman-dammo
commandammo
che
peʃtaʃʃe
pestasse
alcune herbe,
e
s’ungeʃʃe,
s’ungesse,
perche lo
trouammo
trovammo
pa-tiente.
patiente.
Non pretermettere
Abramo,
Iʃac,
Isac,
Iacob,
e gli altri che
ʃono
sono
ʃtati
stati
buoni,
e puri
oʃʃeruatori
osservatori
delle leggi.
Sia memore di
Iʃmahel,
Ismahel,
Alieza,
Alclifa,
i quali hanno
uiuuto
vivuto
con patientia.
[132]
Tali detti fanno la
uia
via
chia-ra
chiara
a
ʃapienti.
sapienti.
[133]
A cotali huomini
ʃaranno
saranno
aperte le porte del
Paradiʃo,
Paradiso,
nel quale
ocioʃamente
ociosamente
ʃedendo
sedendo
mangieranno pomi di molte
ʃorti,
sorti,
e
be-ranno
beranno
ʃciroppi.
sciroppi.
Haranno mogli
belliʃʃime,
bellissime,
le quali non
uolgeran
volgeran
gli
oc-chi
occhi
altroue,
altrove,
che a
lor mariti.
Queʃte
Queste
tutte
coʃe
cose
ʃi
si
faran
manifeʃte
manifeste
il di
del giudicio,
doue
dove
ʃara
sara
à
buoni gaudio perpetuo,
[134]
e a
maluagi
malvagi
male in
eterno,
i quali
ʃaranno
saranno
ripreʃi
ripresi
da gli altri peccatori in
queʃto
questo
modo.
Noi
ui
vi
abhorriam molto in
queʃto
questo
fuoco ardente,
perche
fuʃte
fuste
occaʃio-ne
occasione
delle
noʃtre
nostre
cattiue
cattive
operationi,
onde preghiamo Dio che
ui
vi
addoppi
il fuoco.
Certo che il mandato
diuino
divino
è
grande,
ma
uoi
voi
non gli credete,
&
a me non appartien giudicar,
ma
caʃtigare,
castigare,
&
ʃpianar
spianar
la
diuina
divina
uo-lontà.
volontà.
Dio
diʃʃe
disse
a gli angeli che farebbe lo huomo di terra.
Gli
ʃoffiamo
soffiamo
adunque del
noʃtro
nostro
ʃpirito,
spirito,
[135]
e tutti
da Belzebub infuori
ʃe
se
gli
inchina-
rono,
inchinarono,
il quale addomandato perche non
ʃi
si
uoleua
voleva
humiliar,
riʃpoʃe,
rispose,
io di
fuoco,
ʃon
son
miglior di lui che
è
di terra,
Diʃʃe
Disse
Dio,
eʃci
esci
adunque di qui,
chiedendogli egli termine fino al di della publica
reʃurrettione.
resurrettione.
E Dio
diʃʃe.
disse.
Gia
è
diterminata
la hora tua.
Riʃpoʃe.
Rispose.
[136]
Giuro per il tuo honore,
che da buoni infuori,
mettero
ʃempre
sempre
ne cuor de gli huomini male,
alquale Dio.
Io ti prometto
ueramente
veramente
che io empiero l’Inferno di te,
e
de tuoi
ʃeguaci.
seguaci.
[137]
Tu di
ʃolamente
solamente
d’eʃʃer
d’esser
mandato
per correggere,
e
manifeʃtar
manifestar
la
ʃcienza
scienza
diuina,
divina,
e non altro.
Et
eʃʃendo
essendo
io il
castiga-tore,
castigatore,
uoi
voi
ʃerete
serete
il
caʃtigato.
castigato.
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXI.
XXI.
TI HABBIAM noi con
uerita
verita
dato
queʃto
questo
libro
compoʃto
composto
da Dio
incomprehenʃibile,
incomprehensibile,
e
ʃapiente.
sapiente.
Inuoca
Invoca
adun-que
adunque
Dio con cuor puro
che ti da la legge.
Gli
inuocanti
invocanti
gli altri in luogo di Dio non lo fanno,
ʃe
se
non perche
pre-ghino
preghino
Dio,
ma Dio
eʃʃaminera
essaminera
l’error di coloro che non aprezza la retta
uia.
via.
[138]
Se Dio
haueʃʃe
havesse
uoluto
voluto
hauer
haver
figliuoli,
harebbe
preʃo
preso
l’ottimo di
tutte le creature,
il che egli
abhorriʃce,
abhorrisce,
[139]
Perche
è
un
ʃolo
solo
Dio forte,
e
creator della terra,
e del Cielo,
uero,
vero,
ineʃtimabile,
inestimabile,
e perdonatore,
il quale producendo il Sole,
e la Luna,
ha creato tutto il genere humano
di
uno huomo,
e d’una
ʃola
sola
donna.
Queʃto
Questo
è
il
uoʃtro
vostro
Signore Re di tutto
il mondo,
oltre il quale non
è
altri,
Perche dunque non
ui
vi
conuertite
convertite
temendolo
?
La
uoʃtra
vostra
incredulita non gli da noia,
ma egli
uuol
vuol
i
ʃuoi
suoi
che
credino,
accioche a
queʃto
questo
modo
giouino
giovino
all’anime loro.
Ciaʃcuno
Ciascuno
offeʃo
offeso
da male,
prega Dio,
e liberato
ʃe
se
ne dimentica
uʃcendo
uscendo
della
uia
via
retta,
perʃeuerino
perseverino
adunque nel credere,
perche
ʃaranno
saranno
meβi
messi
nel fuoco.
Ogni
buono
aʃpetti
aspetti
la
miʃericordia
misericordia
diuina,
divina,
Forʃe
Forse
gli
ʃtolti
stolti
ʃono
sono
agguagliati
a
ʃapienti
sapienti
?
Queʃto
Questo
non lo
conoʃce
conosce
ʃe
se
non i
ʃecreti,
secreti,
Dio da bene a
buoni,
ilquale ha commandato che
inuocandolo
invocandolo
con puro cuore,
e imitando la legge mandata,
ʃia
sia
primo da credenti,
altrimenti patiran
graue
grave
male.
Io
adunque imito Dio,
e la
ʃua
sua
legge,
uoi
voi
inuocate
invocate
chi piu
ui
vi
pare.
I
perdi-tori
perditori
delle anime loro
ueramente
veramente
ʃi
si
perderanno,
da ogni lato
ʃaranno
saranno
co-perti
coperti
dal fuoco.
Temete adunque
ʃommamente
sommamente
Dio,
laʃciando
lasciando
gli Idoli,
e i
Diauoli,
Diavoli,
Ma chi
aʃcolta
ascolta
le mie parole,
laʃci
lasci
la
uia
via
non retta,
ʃolo
solo
i cre
denti haranno da Dio
ʃommo
sommo
bene,
Dio di Cielo manda l’acque in
ter-ra,
terra,
della quale produce il formento,
ilche a
ʃaui
savi
è
marauiglioʃo.
maraviglioso.
Dio a
chi egli apre il cuore da la
ʃua
sua
fede,
ma chi ha i
cuor di
ʃaβo
sasso
dimora negli errori,
I tementi Dio odendo le parole ottime del libro
conʃonante
consonante
in tutte le parti,
[140]
s’accapricciano,
e
inteneriʃcono
inteneriscono
i cuori,
dicendo.
Que-ʃta
Questa
eʃʃer
esser
la
uerace
verace
uia
via
che Dio
inʃegna
insegna
a chi egli
uuole,
vuole,
dal quale chi
ʃi
si
toglie non
troua
trova
chi lo
poβi
possi
indrizzar a
bene.
Gli
anteceʃʃori
antecessori
de
mal-uagi
malvagi
contraponendoʃi
contraponendosi
a
uoʃtri
vostri
Nuntij,
Nuntii,
patirono infiniti tormenti.
Noi
in
queʃto
questo
Alcorano
habbiamo addotto molte
ʃimilitudini
similitudini
accioche gli
huomini per
queʃto
questo
ʃappin
sappin
meglio,
e
ʃi
si
ricordino.
Fu un certo huomo
che hebbe un certo amico fedele,
e un altro infedele,
e
maluagio
malvagio
ʃi
si
giu-dica
giudica
però
che erano uguali?
[141]
Queʃto
Questo
eʃʃempio
essempio
(merce di Dio)
è
ʃtato
stato
à
molti ignoto.
Tu
(ʃi
(si
come tutti gli altri)
ʃei
sei
mortale,
e tutti innanzi
à
Dio tratterete le
cauʃe
cause
uoʃtre.
vostre.
Non hanno i
maluagi
malvagi
luogo nel fuoco?
chi ha
ʃeco
seco
il
uero
vero
teme Dio,
e fa il
ʃuo
suo
uolere,
volere,
e Dio gli perdona i
pec-cati.
peccati.
Gli incredoli per gli adorati in luogo di Dio ti metton terrore.
Ma
Dio che
è
teʃtimone,
testimone,
ne fara
uendetta.
vendetta.
Potrannomi color che
uoi
voi
chia-mate
chiamate
in luogo di Dio
rimuouermi
rimuovermi
dal mio buon
propoʃito,
proposito,
o cacciarmi?
Io mi accommando a
Dio,
al quale tutti i
ʃapienti
sapienti
s’accommandano.
Fa-te
Fate
uoi
voi
à
uoʃtro
vostro
modo,
che io faro
à
mio,
&
uedremmo
vedremmo
à
chi
auerra
averra
ma-le,
male,
e quantunque ti
ʃia
sia
mandato il libro
diuino
divino
ad aiuto delle genti,
nondimeno non
eʃʃer
esser
guardiano
ʃe
se
non di chi fa il tuo
uolere,
volere,
Ciaʃcuno
Ciascuno
ʃe-guira
seguira
la
ʃua
sua
uia,
via,
[142]
Dio
caua
cava
le anime di corpo a
chi muore la hora del morire,
e a
chi
uiue
vive
quando
ʃi
si
dorme,
&
ad alcuni la rende,
&
ad alcuni
no,
faccendo il
ʃuo
suo
uolere,
volere,
il che
è
marauiglioʃo
maraviglioso
a
ʃapienti.
sapienti.
Sono in
luo-go
luogo
di Dio quei che
ʃon
son
pregati perche preghino altri?
Dio
ʃolo
solo
e
crea-tor
creator
d’ogni
coʃa,
cosa,
alqual ha da tornar tutto,
chi non gli crede fugge udir
dir un Dio
ʃolo,
solo,
Dio creatore fara poi chiare tutte le contrarietà.
Il
di che gli incredoli negano
ʃe
se
haueʃʃero
havessero
tutte le ricchezze del mondo,
quel di per
riʃcuoterʃi
riscuotersi
le darebbero.
Molti
ʃono
sono
che nel male
chiama-no
chiamano
Dio che dia lor bene,
e
hauutolo,
havutolo,
toʃto
tosto
lo negano,
dicendo che lo hanno
hauuto
havuto
per
ʃapienza
sapienza
loro,
Ma
niʃʃun
nissun
ʃa
sa
che gli
anteceʃʃori
antecessori
loro
fe-ro
fero
il
medeʃimo,
medesimo,
e hanno patito
grauiβimo
gravissimo
male.
La gente mia che ha
peccato non
ʃi
si
diʃperi,
disperi,
perche Dio
è
miʃericordioʃo.
misericordioso.
Adoratelo
adun-que
adunque
anzi che
ʃopragiunghino
sopragiunghino
i mali,
perche come
uenghino
venghino
non
ʃara
sara
alcuno che
ui
vi
poʃʃa
possa
aiutare.
Coloro che fanno Dio bugiardo,
uederanno
vederanno
quel di che la
ʃua
sua
faccia
diuentera
diventera
negra,
deuendo
devendo
entrar nel fuoco,
che
ʃi
si
hanno
acquiʃtato.
acquistato.
Dio
ʃaluera
salvera
tutti i
buoni,
che lo temeranno
Voi huomini che non
ʃapete,
sapete,
mi
uolete
volete
perʃuader
persuader
che io adori altro
che un Dio?
Io
conoʃco
conosco
da miei
anteceʃʃori,
antecessori,
che io
ʃarei
sarei
accompagna-to
accompagnato
co i
perduti,
dando compagni a
Dio.
Adoro adunque lui,
e gli
ren-do
rendo
gratie infinite.
Al primo
ʃuono
suono
della tromba,
tutti i
uiui
vivi
morran-no,
morranno,
al
ʃecondo
secondo
tutti
ʃurgeranno,
surgeranno,
[143]
e il Cielo,
e la terra
ʃplendera
splendera
della
luce
diuina,
divina,
allhora Dio
uenendo
venendo
co Propheti
occiʃi,
occisi,
giudechera
ʃe-condo
secondo
la
uerità,
verità,
non faccendo ingiuria ad alcuno,
ma
ʃecondo
secondo
il
meri-to.
merito.
I
maluagi
malvagi
da portinari dell’Inferno
ʃaranno
saranno
addomaudati
ʃi
si
hebbe-ro
hebbero
alcun Nuntio,
riʃponderanno
risponderanno
ʃi.
si.
Entrate adunque
(diranno)
nel
ma-le
male
eterno.
E i
buoni udiranno da quei del
Paradiʃo.
Paradiso.
Sia
ʃempre
sempre
con
uoi
voi
ʃalute.
salute.
Entrate qua
ʃenza
senza
mai
uʃcirne,
uscirne,
onde
eβi
essi
ringratieranno Dio
per la
ʃua
sua
uera
vera
parola,
e
conoʃceranno
conosceranno
eʃʃer
esser
fatti
ʃuoi
suoi
heredi in terra,
e
uedrannolo
vedrannolo
con gli Angeli intorno.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXII.
XXII.
[144]
E PER L’ALCORANO
compoʃto
composto
da Dio
ʃublime
sublime
e
ʃapiẽte
sapiente,,
io dico che egli mi ha
diuinamente
divinamente
mãdato
mandato
que-ʃto
questo
libro,
ilquale rimette i
peccati,
riceue
riceve
i
penitẽti
penitenti,,
rimunera chi fa bene,
e oltra il quale non
è
altro Dio,
Gli incredoli
ʃol
sol
diʃputano
disputano
de commandamenti
diuini,
divini,
del fatto de quali non ti
curare.
Ciaʃcuna
Ciascuna
gente
s’oppoʃe
s’oppose
a
Nuntij,
Nuntii,
e io ne feci
uendetta.
vendetta.
Ma
quei che
ʃolleuano
sollevano
il Trono di Dio,
l’inuocano,
l’invocano,
e pregano che gli perdoni loro dicendo.
Tu Dio da perdono a
chi lo chiede,
e il
Paradiʃo
Paradiso
a tuoi
ʃeguaci,
seguaci,
ilquale hai loro
promeʃʃo.
promesso.
A tali il di del giudicio darai
miʃe-ricordia.
misericordia.
Inuocatelo
Invocatelo
adunque humilmente,
laʃciando
lasciando
quei che
uoi
voi
ado-rate
adorate
in
ʃuo
suo
luogo,
Vegghino i
potenti,
e che non credono come Dio fe
uendetta
vendetta
di coloro che non gli credettero,
e
diʃʃe
disse
Pharaone Carone,
&
Aran,
Pharaon
diʃʃe,
disse,
Laʃciate
Lasciate
ch’io occida
Moʃe,
Mose,
e chiami poi il
ʃuo
suo
Dio,
il quale temo che non guasti la mia terra,
al qual
Moʃe
Mose
riʃpoʃe.
rispose.
Io
mi raccomando
à
Dio
uero,
vero,
e fedele,
&
all’hora
leuato
levato
un huomo buono
coʃi
cosi
diʃʃe
disse
a Pharaone,
perche
uolete
volete
uoi
voi
uccidere
coʃtui,
costui,
dimoʃtrando
dimostrando
egli
hauere
havere
la legge di Dio,
e quello
eʃʃer
esser
ʃuo
suo
Signore?
perche
ʃe
se
è
buo
no,
ʃarebbe
sarebbe
impietà,
ʃe
se
ancho
cattiuo,
cattivo,
hara da Dio
caʃtigo,
castigo,
e li
ʃuoi
suoi
mendaci
uerranno
verranno
ʃopra
sopra
lui,
e
diʃperʃi
dispersi
dopo le
ʃue
sue
genti,
[145]
il
ʃimigliante
simigliante
auenne
avenne
per Noe.
Però
emendateui,
emendatevi,
perche il di del giudicio,
non harrete chi
ui
vi
poʃʃa
possa
difendere,
Chi
è
meʃʃo
messo
da Dio in errore,
non
è
coʃi
cosi
toʃto
tosto
cauato,
cavato,
perche Dio
induriʃce
indurisce
i cuori
à
proʃuntuoʃi,
prosuntuosi,
&
incredoli,
[146]
Pharaone una
uolta
volta
parlò
ad Hem
coʃi.
cosi.
Fammi una fabrica,
per la quale
poʃʃa
possa
aʃcendere
ascendere
al Cielo,
accioche
à
queʃto
questo
mondo,
io
poʃʃa
possa
ueder
veder
lo Dio di
Moʃe.
Mose.
Coʃi
Cosi
facemmo errar Pharaone,
Ma quello huomo da bene,
e credente
diʃʃe.
disse.
Se
uoi
voi
mi
ʃeguiterete,
seguiterete,
io
ui
vi
inʃegnero
insegnero
una retta
uia.
via.
La
uita
vita
di
queʃto
questo
mondo non
è
niente,
e nell’altro
ʃecolo
secolo
ʃi
si
ʃta
sta
perpetuamente.
Chi farà
bene,
o donna,
o huomo
riceuerà
riceverà
merito.
O huomini,
ʃe
se
ui
vi
chiamo alla
ʃa-lute,
salute,
perche m’incontrate col fuoco?
Perche
ui
vi
perʃuadete
persuadete
ch’io non creda in Dio?
Imitatemi piu
toʃto,
tosto,
s’io
ui
vi
chiamo alla
uoʃtra
vostra
ʃalute.
salute.
Io
ui
vi
accommando a
Dio ilqual
uede
vede
il tutto.
Tu
eʃpettando
espettando
il
ueraciβimo
veracissimo
termine non
reʃtare
restare
glorificando Dio
ʃera,
sera,
e mattina di pregarlo per le
tue colpe.
Accommandati a
Dio
del quale,
e il
Clelo,
Cielo,
e la terra,
come
che pochi lo credino.
Il cieco,
e il
ueggente
veggente
non
ʃono
sono
uguali.
Pochi credono che quella hora
ʃia
sia
per
uenire,
venire,
Dio che giudichera il di del
giudi-cio,
giudicio,
è
Signor
uoʃtro.
vostro.
{151}
Perche adunque non credete in lui?
Egli fe la terra per coperchio,
mettendo il Cielo,
è
dandoui
dandovi
di quella il
uiuere.
vivere.
Egli
è
ʃignor
signor
del Mondo,
e di
uoi,
voi,
del quale
ʃola
sola
la legge
è
glorioʃa
gloriosa
come
che molti nol credino.
Inuocatelo
Invocatelo
adunque con puro cuore.
Io ho in
pre-cetto
precetto
di non
inuocar
invocar
altri che lui,
e credere in lui,
[147]
che
ui
vi
fe di terra da
prima,
&
dopo di
ʃperma,
sperma,
egli induce la
uita,
vita,
e la morte,
e dicendo
facciaʃi,
facciasi,
et e
fatto.
Coloro
adunq;
adunque
che contradicono a
noʃtri
nostri
Nuntij,
Nuntii,
perche
non
ʃi
si
conuertono
convertono
ʃi
si
uorrebber
vorrebber
conuertire
convertire
quando
ʃaranno
saranno
in catena
menati al fuoco,
e che mi udiranno quando io addomandero.
Doue
Dove
ʃono
sono
coloro che
uoi
voi
adorauate
adoravate
?
Diranno,
eβi
essi
ʃi
si
ʃon
son
partiti,
hauendoci
havendoci
meʃʃo
messo
ne gli errori.
Hora
conoʃciamo
conosciamo
hauer
haver
adorato
coʃe
cose
friuole.
frivole.
Coʃi
Cosi
Dio faccendo errar gli incredoli dirà
uoi
voi
che
fuʃte
fuste
incredoli,
entrate nel
fuo-co,
fuoco,
oue
ove
ʃtarete
starete
in eterno.
Tu
ʃta
sta
patiente perche il termine di Dio
è
ue-race.
verace.
Di tutti i
Propheti mandati innanzi a
te,
alcuni
ʃon
son
nominati
al-cuni
alcuni
no,
la cui
uerita
verita
Dio nella hora ordinata determinera.
Dio creo le
beʃtie
bestie
a commodo de gli incredoli,
perche
uoi
voi
mãgiate
mangiate
di queste,
e quelle adoperate a
uoʃtri
vostri
biʃogni,
bisogni,
perche dunque non li credete?
perche non
ricercate il fine de gli
anteceʃʃori
antecessori
?
eβi
essi
ʃi
si
marauigliauano
maravigliavano
de miracoli
de
noʃtri
nostri
Nuntij,
Nuntii,
dopo
ʃe
se
ne
rideuano,
ridevano,
ma apparendo la nostra
uendetta
vendetta
diceuano,
dicevano,
che non
giouò
giovò
mai nulla col creder loro.
Noi crediamo in un
ʃolo
solo
Dio,
e
ʃempre
sempre
fu
coʃtume
costume
di Dio,
diʃperder
disperder
gli incredoli.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXIII.
XXIII.
[148]
L’ALCORANO Arabico fatto da Dio
pietoʃo,
pietoso,
diʃ-groppando
disgroppando
le
coʃe,
cose,
&
eʃʃaminandole,
essaminandole,
annuntia a
queʃti
questi
il
bene,
a quelli il male.
Ma molti non
uogliono
vogliono
udirlo,
dicendo
.
I
noʃtri
nostri
cuori
ʃi
si
chiudono contro quel che tu di.
Sia
dunque tra noi
diuiʃione,
divisione,
uoi
voi
a
uoʃtro
vostro
modo,
e io a
mio,
che
ʃono
sono
huomo
come
uoi.
voi.
A me
è
ʃtato
stato
annuntiato che Dio
uoʃtro
vostro
non
è
ʃe
se
non uno.
Andate adunque a
lui,
e pregate lui.
Gli incredoli
che non pagan le
deci-me,
decime,
e non credono al di futuro
haranno perpetuo male,
ma i
buoni
ha-ran
haran
bene.
Ma
uoi
voi
perche date uguali a
Dio Signor del mondo?
il qual
in due di creo la terra,
e la fermo co Monti,
e fe i
ʃette
sette
Cieli,
onde il
mondo fu adornato di
ʃplendori.
splendori.
Adoratelo adunque,
e non
ui
vi
penʃate
pensate
che
ui
vi
manchino
teʃtimoni
testimoni
nelle opere
uoʃtre,
vostre,
e che Dio non le
ʃappia.
sappia.
Gli occhi
uoʃtri
vostri
ʃaranno
saranno
teʃtimoni,
testimoni,
onde in
preʃenza
presenza
di Dio non
gioua
giova
la
ʃcuʃa,
scusa,
ma nuoce,
Sempre gli incredoli diranno,
non credete a
queʃto
questo
Alcorano,
ma rifiutatelo,
e
coʃi
cosi
ʃtarete
starete
di
ʃopra.
sopra.
Queʃti
Questi
tali
ʃaranno
saranno
grauemente
gravemente
afflitti,
dando loro perpetua dannatione,
&
eβi
essi
il di del
giudicio chiederanno a
Dio che
moʃtri
mostri
loro che gli demmo,
accioche gli
metta
ʃotto
sotto
le piante de piedi loro,
e li conculchi.
Voi huomini buoni
che
deuete
devete
hauere
havere
il
paradiʃo,
paradiso,
doue
dove
ʃtarete
starete
in eterno,
fate bene,
inuo-cando
invocando
Dio,
e
confeʃʃando
confessando
di credere in lui,
rimouete
rimovete
da
uoi
voi
i peccati.
Il
di del giudicio ogni
auerʃario
aversario
deʃiderera
desiderera
d’eʃʃer
d’esser
noʃtro
nostro
amico.
Niʃʃu-no
Nissuno
godera bene,
ʃe
se
non chi durera.
Niʃʃun
Nissun
di
uoi
voi
adori il Sole,
e la
Lu-na,
Luna,
ma chi di lor fu fattore,
i tuoi
riprenʃori
riprensori
non mi
ʃaranno
saranno
naʃcoʃti,
nascosti,
e meglio
ʃtar
star
nel fuoco,
o temendo
eʃʃerne
esserne
leuato
levato
?
Fate il
uoʃtro
vostro
parere
a me non
ʃaran
saran
naʃcoʃi
nascosi
i fatti
uoʃtri.
vostri.
Tutti i
contradicenti a
miei
Nuntij
Nuntii
ʃon
son
gia notati nel libro.
Queʃto
Questo
libro
compoʃto
composto
da Dio non
moʃtra
mostra
bugia futura ne
preʃente,
presente,
ne repugna a
Propheti,
[149]
che
ʃarebbe
sarebbe
ʃe
se
fuʃʃe
fusse
Latino,
ʃarebbe
sarebbe
queʃtione
questione
ʃe
se
e non
fuʃʃe
fusse
diʃtinto
distinto
di lettere arabice,
e
latine?
dirai.
Anzi predica la
uia
via
retta della
ʃalute,
salute,
A gli incredoli
indurando il cuore,
ma come che non credino
faccendo bene,
giouano
giovano
a
loro,
faccendo male
s’inuocano,
s’invocano,
non nocendo Dio ad alcuno.
Dio
ʃolo
solo
ʃa
sa
la hora futura,
il qual
conoʃce
conosce
tutte le
coʃe,
cose,
al quale domandando,
oue
ove
ʃono
sono
i compagni Dei,
diranno gl’incredoli.
Noi nol
ʃappiamo,
sappiamo,
Niʃʃun
Nissun
di loro
è
con noi,
Perche
ʃi
si
parton da loro.
Niʃʃun
Nissun
ʃi
si
diʃperi
disperi
orar per
il bene.
Chi
ʃi
si
riuolta
rivolta
à
Dio
trouera
trovera
appreʃʃo
appresso
lui il bene,
Noi a
gli
incredoli daremo
aʃpriβimo
asprissimo
tormento,
Non
ueggono
veggono
eglino che
que-sto
questo
libro
è
compoʃto
composto
da Dio,
e nondimeno non credono?
chi
è
peggior di
colui che
ʃta
sta
in tanto errore?
Io
manifeʃtaro
manifestaro
loro i
diuini
divini
miracoli,
accioche
eβi
essi
conoʃcino
conoscino
il
uero,
vero,
Non
ʃanno
sanno
eglino,
che Dio
è
teʃti-mone
testimone
di tutto?
Eβi
Essi
non credono di
hauer
haver
da ritornar
à
Dio,
il qual
ʃa
sa
tutte le
coʃe.
cose.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXIIII.
XXIIII.
[150]
IDDIO INCOMPREHENSIBILE
ʃapiente,
sapiente,
e
maβimo,
massimo,
del quale
è
il creato
à
Te,
ʃi
si
come a
predeceʃʃo-ri,
predecessori,
da il libro Arabico,
accioche tu predichi,
e dia le
ma-dri
madri
[151]
per le
uille,
ville,
{157}
moʃtrando
mostrando
il di futuro,
e il bene,
e il
ma-le
male
che debbe
auenire.
avenire.
[152]
Il Cielo cadrebbe
addoʃʃo
addosso
à
gli huomini,
ʃe
se
gli
Angeli non
pregaʃʃero
pregassero
Dio per loro.
Molti in luogo di Dio
adoraua-no
adoravano
altri,
i quali
uedendo
vedendo
Dio non te ne curare,
ogni gente
ʃarebbe
sarebbe
una
ʃe
se
Dio
uoleʃʃe,
volesse,
il quale
ʃecondo
secondo
il
ʃuo
suo
uolere
volere
fa
à
queʃto
questo
bene,
a quell’altro fa male,
non
hauendo
havendo
eβi
essi
chi dia loro aiuto alcuno.
Egli
è
po-tente
potente
ʃopra
sopra
tutti,
e
ʃuʃcitera
suscitera
i morti.
Io a
lui
conuertendomi,
convertendomi,
mi raccommando
perche egli creo il Cielo,
e la terra,
e le
beʃtie,
bestie,
e le donne per
noi,
egli ha le
chiaui
chiavi
della terra,
e del Cielo,
e a
queʃto
questo
da molta
ʃo-ʃtanza,
sostanza,
e
à
quello poca.
Hora noi
inʃegniamo
insegniamo
i precetti,
e i
coʃtumi
costumi
delle leggi,
ʃi
si
come
manifeʃtammo
manifestammo
à
Noe,
ad Abramo,
a
Moʃe,
Mose,
&
a
CHRISTO,
Accoʃtatiue
Accostative
adunque
à
loro.
Queʃto
Questo
è
graue,
grave,
e
te-dioʃo
tedioso
à
coloro che non credono,
Dio
manifeʃta
manifesta
la
uia
via
retta a
chi
ʃi
si
con-uerte
converte
à
lui,
e le genti per i
libri dati loro
ʃon
son
diuenuti
divenuti
diʃcordanti.
discordanti.
Noi adunque
ʃaremo
saremo
giudici tra loro,
[153]
ʃe
se
non nella parola
diuina,
divina,
aʃ-ʃpettando
asspettando
il termine
ʃtatuto
statuto
inuoca
invoca
Dio,
e dirizzati
ʃecondo
secondo
l’ordi-ne
l’ordine
ʃuo.
suo.
Forʃe
Forse
uerra
verra
toʃto
tosto
la hora,
alla quale i
contradittori
s’appreʃ-ʃano,
s’appressano,
I credenti
s’impauriʃcono,
s’impauriscono,
perche
eβi
essi
ʃanno
sanno
che ella
uien
vien
ue-
ramente,
veramente,
Dio a
chi egli
uuole
vuole
da l’abbondanza delle
coʃe.
cose.
Chi
uorra
vorra
il
ben dell’altro
ʃecolo,
secolo,
lo
riceuera
ricevera
per le
noʃtre
nostre
mani.
Chi lo
deʃide-ra
desidera
in
queʃto
questo
ʃecolo
secolo
lo harà,
ma in quell’altro non hara niente.
Eβi
Essi
non temendo Dio haranno tutti i
mali,
e i
benefattori haranno il
Pa-radiʃo,
Paradiso,
e tutto quel che
uorranno,
vorranno,
e
queʃto
questo
è
gran guadagno.
Que-ʃta
Questa
promeʃʃa
promessa
à
credenti,
è
di grand’allegrezza.
Io per
queʃto
questo
non
ui
vi
addomando altro,
ʃe
se
non che
uoi
voi
amiate i
uoʃtri
vostri
propinqni,
propinqui,
Dio a
chi fara bene,
accreʃcera
accrescera
ogni bene.
Egli ci perdona i
peccati,
&
eʃ-ʃaudiʃce
essaudisce
chi fa bene.
Egli
à
gli
diʃperati
disperati
dona la pioggia,
&
im-perando
imperando
à
tutti
fabricò
la terra,
e il Cielo con tutto il creato.
Egli
fa
ʃolcar
solcar
le
Naui
Navi
per mare,
e i
uenti
venti
ʃi
si
fermano quando egli
uuole,
vuole,
il che
à
ʃapienti
sapienti
è
marauiglioʃo,
maraviglioso,
Dio confondera tutti gli incredoli,
Ciaʃcun
Ciascun
che fa male,
merita male,
Chi fa la
uendetta
vendetta
dopo fatta l’ingiuria non fa mal’alcuno,
[154]
e chi fa mal
ʃenza
senza
cauʃa
causa
patira tormento,
Il
pa-tiente
patiente
fa bene,
Coʃi
Cosi
chi
è
poʃto
posto
in errore,
non hara dopo Dio chi l’aiuti,
Chi Dio
uuol
vuol
che erri entra per una
uia
via
fallace,
Anzi che il di
uenga,
venga,
non ci
ʃara
sara
ne
difenʃor,
difensor,
ne aiutatore
à
gli incredoli.
Noi non ti
hab-biam
habbiam
mandato perche tu forzi alcuno
à
credere,
tu non hai
à
far altro
che annuntiar la legge.
[155]
Lo huomo buono
riceuendo
ricevendo
il beneficio,
ʃe
se
ne
allegra,
e il
cattiuo
cattivo
ʃe
se
ne duole,
Egli Dio
è
Signor del Cielo,
e della
terra,
Eʃʃendo
Essendo
egli onnipotente,
e
ʃapiente,
sapiente,
[156]
mai ha
fauellato
favellato
huom
ʃe-co,
seco,
ʃe
se
non per
uiʃione,
visione,
o per
interpoʃto
interposto
uelame,
velame,
o per internuntio,
a te
che non
ʃapeui
sapevi
il libro,
e la legge.
mandando il
noʃtro
nostro
ʃpirito,
spirito,
demmo
la luce,
con la quale tu
ʃecondo
secondo
il parer tuo
caʃtighi
castighi
gli huomini,
loro
inʃegnando
insegnando
la retta
uia.
via.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXV.
XXV.
[157]
QVESTO
QUESTO
libro
euidente
evidente
fatto da noi Arabico,
accioche
per
queʃto
questo
ʃiate
siate
fatti
ʃapienti,
sapienti,
è
appreʃʃo
appresso
Dio
ʃapiente
sapiente
nella madre de libri.
Noi apoco apoco
ue
ve
lo
leueremmo
leveremmo
di
mente perche
ʃete
sete
ribelli,
e beffatori di tutti i
Propheti,
de quali
ʃubito
subito
confondemmo i
piu potenti.
Gli incredoli addomandati
chi
è
il fattor della terra,
e del Cielo,
dicono Dio,
egli faccendola la
diʃtinʃe,
distinse,
e
ue
ve
la
conceʃʃe.
concesse.
Egli manda l’acqua di Cielo moderatamente
la
riʃuʃcita,
risuscita,
e creando le
beʃtie
bestie
ue
ve
le ha date per
uoʃtro
vostro
commodo
accioche
inuocate
invocate
il nome di Dio,
dicendo.
O Dio che ci ha dato queste
coʃe
cose
neceʃʃarie,
necessarie,
delle quali non
ʃiamo
siamo
degni noi,
ti glorifichiamo
deuendo
devendo
ritornar
à
te.
Dicono alcuni
che gli angeli che
ʃtanno
stanno
appreʃʃo
appresso
Dio
ʃon
son
femmine.
Furon
eʃʃi
essi
per
auentura
aventura
teʃtimoni
testimoni
nella creation de gli
ange-li
angeli
?
Eβi
Essi
dicono che
ʃon
son
ʃeguitatori
seguitatori
della
ʃetta
setta
de lor
predeceʃʃori,
predecessori,
che direte
uoi,
voi,
ʃe
se
ui
vi
daro miglior
ʃetta
setta
di quella de padri
uoʃtri
vostri
?
Non
cre-demo
credemo
a colui col qual
uieni,
vieni,
diʃʃero
dissero
parimente i
grandi.
Noi
prendem-mo
prendemmo
uendetta
vendetta
di loro.
Guarda qual
fuʃʃe
fusse
la fine.
I moderni che
ʃi
si
doglio-no
dogliono
l’Alcorano non
eʃʃer
esser
poʃto
posto
ʃopra
sopra
i grandi delle Citta,
hanno
forʃe
forse
fatto qualche dono
diuino.
divino.
Noi
diʃtribuimo
distribuimo
ʃecondo
secondo
il
uoler
voler
noʃtro
nostro
in
que-ʃto
questo
ʃecolo,
secolo,
inalzando chi a
noi pare
à
grado
à
grado,
accioche gli altri
loro
obbediʃchino,
obbedischino,
ʃe
se
tutta la gente
fuʃʃe
fusse
una,
a neganti Dio,
daremo
caʃe
case
coperte d’argento,
e letti d’oro,
delle quai
coʃe
cose
meglio haranno i
tementi Dio nell’altro
ʃecolo.
secolo.
Conʃidera
Considera
la legge mandatati da me,
la
quale
inʃegna
insegna
la
uera,
vera,
e retta
uia.
via.
Habbiamo noi
forʃe
forse
commandato che
ʃi
si
adori imagine alcuna?
Molti parimente
ʃi
si
ʃon
son
partiti da
CHRI-STO
CHRISTO
figliuol di MARIA il quale
eʃponeua
esponeva
le parabole,
portando le
ʃue
sue
imagini,
e dicendo.
CHRISTO
eʃʃer
esser
eloquente,
e i
ʃuoi
suoi
pre-cetti
precetti
eʃʃer
esser
contrarij.
contrarii.
[158]
Egli non fu altro che huom puro,
alqual demmo
molta bonta faccendolo
inʃegnator
insegnator
de figliuoli
d’Iʃrahel.
d’Israhel.
A noi
ʃareb-be
sarebbe
poβibile
possibile
fare alcuni di quelli giudici,
e alcuni Re delle terre.
Se-guendo
Seguendo
adunque Dio che
è
fattor del tutto,
caminate per retta
uia,
via,
ne
ui
vi
laʃciate
lasciate
ʃtraʃcinar
strascinar
dal
Diauolo
Diavolo
uoʃtro
vostro
nimico.
Quando CHRISTO
uenendo
venendo
con le
diuine
divine
uirtu
virtu
diʃʃe.
disse.
Ecco io
ʃon
son
con
uoi
voi
con la
ʃapientia
sapientia
per compor le nostre differenze,
e
ʃeguẽdo
seguendo
me temete Dio
che e
uoʃtro
vostro
e mio Signore,
[159]
poʃe
pose
gran
ʃciʃma
scisma
tra le genti,
e quei che non
credette-ro
credettero
il di del giudicio patiranno
grauiβimo
gravissimo
male,
perche non
penʃano
pensano
a
quella hora
nella quale tutti gli amici
diuerranno
diverranno
nimici,
eccetto quei
che temettero Dio,
A quali Dio dira.
Non temette hoggi
perche
tut-ti
tutti
che credettero a
noʃtri
nostri
precetti,
hoggi con le lor donne
poʃʃederan-no
possederanno
il
Paradiʃo.
Paradiso.
Quiui
Quivi
ʃara
sara
loro
amminiʃtrato
amministrato
cio che
eβi
essi
uorranno,
vorranno,
e
in eterno
ʃtaranno
staranno
alla beatitudine,
e a
maluagi
malvagi
il fuoco,
nel quale
ʃta-ranno
staranno
ʃempre
sempre
diʃperati.
disperati.
Eβi
Essi
dicendo,
perche Dio non gli ha in tutto
fatti morire,
riʃpondera
rispondera
l’Angelo della morte,
anzi
uoi
voi
reʃterete
resterete
ʃem-pre,
sempre,
perche non
credeʃti
credesti
alla legge mandata,
penʃaʃti
pensasti
forʃe
forse
che non
do-ueβimo
dovessimo
ʃaper
saper
i
uoʃtri
vostri
ʃecreti
secreti
?
Certo i
noʃtri
nostri
Nuntij
Nuntii
ʃapeuano
sapevano
ogni
coʃa.
cosa.
Affermate
uoi
voi
anchora che Dio ha figliuolo?
[160]
Io primo de
credẽti
credenti,,
libero dalle
uoʃtre
vostre
ʃtoltitie
stoltitie
credo in Dio fattor del Cielo,
e della terra.
Tu Signore
laʃcia
lascia
gli erranti fino al di del lor guadagno,
nel quale
non
ʃaranno
saranno
pregati gli adorati in luogo di Dio,
ma
ʃantamente
santamente
chi
diʃʃe,
disse,
e
ʃeppe
seppe
il
uero.
vero.
Gli incredoli allhora interrogati chi fu il
ʃuo
suo
creatore
?
Diranno Dio,
Perche dunque non credono?
ma
queʃta
questa
gente
è
in-credola.
incredola.
Ritrarai adunque la tua mano,
dicendo.
Salute
ʃopra
sopra
uoi,
voi,
uoi
voi
conoʃcendo
conoscendo
il merito
uoʃtro
vostro
lo harete.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXVI.
XXVI.
[161]
IN
QVESTO
QUESTO
libro
ʃi
si
dichiara tutto il bene,
ilquale
compoʃto
composto
da Dio
uedente,
vedente,
e
conoʃcente
conoscente
ogni
coʃa,
cosa,
[162]
noi lo
facẽmo
facemmo
nella fruttifera notte,
che
ʃiamo
siamo
creator del Cielo,
e
della terra,
de
uiui,
vivi,
e de morti,
e oltre il quale non
è
altro
Dio,
come che molti non credino,
e
ʃi
si
faccian beffe de
noʃtri
nostri
precetti,
ri-dendoʃene.
ridendosene.
[163]
Aʃpetta
Aspetta
il di,
nel quale il fumo
manifeʃto
manifesto
del Cielo
coprira
le genti,
e
auerra
averra
mal
graue
grave
à
maluagi
malvagi
che diranno.
Dio
leua
leva
queʃto
questo
fumo,
e crederemo,
lo
conoʃcete
conoscete
uoi
voi
hora?
Non
ui
vi
tiraʃte
tiraste
uoi
voi
indietro
da
Nuntij,
Nuntii,
dicendo.
Queʃti
Questi
dottori
ʃon
son
indemoniati?
Hora tirero
indie-tro
indietro
la mano alquanto,
ma dopo ritornerete il di nel quale affretero la
uendetta.
vendetta.
La gente di Pharaone fe gran peccato contradicendo al
no-ʃtro
nostro
Nuntio buono
che
diceua.
diceva.
Inuocate
Invocate
Dio,
ʃeguẽdo
seguendo
me Nuntio,
ne mi
uogliate
vogliate
nuocere,
altrimenti
partiteui
partitevi
da me,
e dicendo egli Dio
que-ʃta
questa
gente non
laʃcia
lascia
la
ʃua
sua
incredulità,
Dio commando.
Affretta
uʃcir
uscir
di notte con la tua gente,
e fatto il mar immobile,
la menerai di la,
&
egli,
ʃommergerai
sommergerai
i tuoi mimici.
Laʃciati
Lasciati
gli horti loro,
e i
luoghi
ame-ni,
ameni,
demmo loro
fonti,
frutti,
e
belliβimi
bellissimi
luoghi.
{170}
Coʃi
Cosi
liberammo i
figli-uoli
figliuoli
d’Iʃrahel
d’Israhel
dal
uituperio
vituperio
di Pharaone,
e quelli inalzammo di
ʃapien-za
sapienza
ʃopra
sopra
tutte l’altre genti.
Quelli che dicono
non
eʃʃer
esser
altra morte da
queʃta
questa
prima infuori,
e che non
ʃi
si
ha a
ʃuʃcitare,
suscitare,
dicono a
Propheti,
ʃe
se
uoi
voi
dite il
uero,
vero,
fate ritornar i
padri
noʃtri.
nostri.
Noi con
uerita
verita
facemmo tutto il creato,
che pochi lo credono,
e
uerra
verra
il giudicio
nel qual non
gio-uera
giovera
coʃa
cosa
alcuna,
i
maluagi
malvagi
ʃi
si
paʃceranno
pasceranno
di fuoco,
e i
buoni
ne gli
hor-ti
horti
ameni con le fonti
dolciβime,
dolcissime,
e
ueʃtendo
vestendo
di oro,
[164]
haranno fanciulle
con gli occhi
chiariβimi,
chiarissimi,
la cui bianchezza,
e
ʃplendente,
splendente,
e la pupilla
nigriβima,
nigrissima,
e
ʃecondo
secondo
il
uoler
voler
loro mangieranno frutti a
lor modo,
non
guʃtando
gustando
mai la morte,
Dio gli liberara dal fuoco,
e
queʃto
questo
è
gran dono,
e
coʃi
cosi
per la
ʃua
sua
lingua lo habbiamo
manifeʃtato,
manifestato,
accioche tutti gli altri
fuʃʃero
fussero
ʃapienti,
sapienti,
ma
aʃpetta,
aspetta,
perche
eβi
essi
aʃpettano.
aspettano.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXVII.
XXVII.
[165]
QVESTO
QUESTO
libro
è
ʃtato
stato
poʃto
posto
da Dio,
il qual appar
marauiglioʃo
maraviglioso
nella machina del Cielo,
e della terra,
nella creation
uoʃtra,
vostra,
e de gli animali,
nello
ʃcambio
scambio
del Sole,
e
del-la
della
Luna.
Perche adunque o
incredoli per
queʃte
queste
coʃe
cose
non
credette
à
Dio,
uditi i
diuini
divini
precetti,
e che
ʃe
se
ridono,
o che
ʃi
si
partono
ʃanza
sanza
aʃcoltare.
ascoltare.
Ma
eβi
essi
anderanno in inferno,
non potendo
giouar
giovar
lo-ro
loro
gli adorati in luogo di Dio.
Questo libro
moʃtra
mostra
la
uia
via
retta,
e chi
reʃiʃtera
resistera
patira
grauiβimo
gravissimo
male,
Dio
ui
vi
ha creato ogni
coʃa
cosa
per
uoʃtra
vostra
commodita,
onde lo huomo renda gratie
à
Dio
marauiglioʃo.
maraviglioso.
Gli
huo-mini
huomini
buoni preghino per i
diʃperati,
disperati,
accioche Dio gli faccia buoni.
Ogni benefaciente
gioua
giova
à
ʃe
se
medeʃimo,
medesimo,
e ogni peccator
ʃi
si
nuoce.
[166]
Noi
demmo a
figliuoli
d’Iʃrahel,
d’Israhel,
oltra
à
tutti gli altri,
prophetia,
legge,
e
potenza,
e ricchezza,
&
mai contrariarono,
ʃe
se
non dopo
hauute
havute
que-ʃte
queste
coʃe,
cose,
il che fu
occaʃione
occasione
dell’inuidia,
dell’invidia,
ma Dio giudichera le lor
diʃ-ʃenʃioni.
dissensioni.
Tu mandato con la
giuʃta
giusta
legge,
ʃarai
sarai
loro imitatore,
ma
non de contradicenti.
Queʃto
Questo
è
lume
&
uia
via
retta,
&
miʃericordia
misericordia
a buoni,
&
a
ʃuoi
suoi
confermatori.
[167]
I peccatori
perʃeuerando
perseverando
ʃi
si
hanno
penʃato
pensato
che non
ʃia
sia
ʃe
se
non una morte,
&
una
uita.
vita.
Ma
queʃta
questa
loro
opinio-ne
opinione
è
fallace,
Dio fattor del tutto rendera
à
ciaʃcuno
ciascuno
il merito
ʃecondo
secondo
l’opera.
Non
uedi
vedi
tu come Dio gli fe
deuiar
deviar
dalla
ʃapientia
sapientia
?
Chi oltra
Dio
moʃtrera
mostrera
la
uia
via
retta?
Perche
ricuʃate
ricusate
eʃʃer
esser
ʃapienti
sapienti
(
?
Dicono non
ci
è
altra
uita
vita
ʃe
se
non del
ʃecol
secol
preʃente.
presente.
Qui
uiuiamo,
viviamo,
e qui moriamo.
Queʃto
Questo
è
da alcuni affermato,
non per
ʃcienza,
scienza,
ma per opinione.
Gli
audienti de
noʃtri
nostri
precetti non hanno che
riʃponder
risponder
ʃe
se
non che
s’addu-chino
s’adduchino
i lor
paʃʃati.
passati.
I
Nuntij
Nuntii
ʃon
son
lor
ueridici,
veridici,
{175}
Dio fara
à
ʃe
se
ritornar ogni
coʃa,
cosa,
e tutte le genti
ʃaranno
saranno
per le leggi loro giudicate,
dicendo Dio.
Hoggi
hauete
havete
ʃecondo
secondo
l’opere
uoʃtre.
vostre.
[168]
Ecco il libro
noʃtro
nostro
ʃcritto
scritto
di no
ʃtra
stra
mano,
mostrera tutti i
uoʃtri
vostri
atti
paʃʃati.
passati.
Hoggi i
benfacienti
en-treranno
entreranno
in
Paradiʃo,
Paradiso,
e
à
gli incredoli dira.
Hoggi io mi dimentico
di
uoi,
voi,
perche odendo il di del giudicio
ue
ve
ne
rideʃte.
rideste.
[169]
Hora entrate per
queʃto
questo
nel fuoco eterno,
e hoggi la
uoʃtra
vostra
cʃuʃa
scusa
non
è
accettata.
Hoggi
ʃon
son
tutte le gratie di Dio
ʃapiente,
sapiente,
al quale
ʃia
sia
ʃempre
sempre
ʃub-limità,
sublimità,
e honore.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXVIII.
XXVIII.
E POSTO
queʃto
questo
libro da Dio,
ʃapiente
sapiente
è
pio,
crea-tor
creator
del Cielo,
e della terra.
Coloro che non credono
al-le
alle
dottrine,
udite le parole
diuine,
divine,
uoltan
voltan
loro le
ʃpalle.
spalle.
Ma che hanno fatto in terra quei che adorano in luogo
di Dio?
E che parte hanno in Cielo?
Portatemi qualche libro per il
qua-le
quale
apparino
ueraci.
veraci.
Chi
è
piu
ʃtolto
stolto
di colui che
inuocaʃte,
invocaste,
à
non
riʃpon-der,
risponder,
e chi li debbe
eʃʃer
esser
nimico il di del giudicio?
Per
queʃto
questo
patira
pe-na.
pena.
Gli incredoli udendo i
precetti di Dio,
dicono che io
ʃon
son
Mago,
e
ch’io ho finto.
[170]
Ma
ʃe
se
egli
è
uero
vero
ch’io habbia finto,
prego Dio che non
mi dia parte alcuna di
ʃe,
se,
quando
ʃara
sara
giudice
noʃtro.
nostro.
Io non
ʃon
son
primo
Nuntio,
e non
ʃo
so
quel che io
&
uoi
voi
ci dobbiamo fare.
[171]
Nondimeno
ma-nifestero
manifestero
i precetti
diuini,
divini,
i quali quantunque
ʃian
sian
di Dio,
uoi
voi
non
cre-dete
credete
loro.
Egli non mette nella
uia
via
buona i
maluagi.
malvagi.
I peccatori che non
credono,
e non
ueggono
veggono
la retta
uia,
via,
dicono
queʃta
questa
eʃʃer
esser
delle prime
bu-gie,
bugie,
e che io non
ʃarei
sarei
uenuto
venuto
con
queʃto
questo
ʃe
se
fuʃʃe
fusse
bene,
&
uero.
vero.
A
Moʃe
Mose
demmo il primo dono,
ʃi
si
come
à
te
queʃto
questo
libro
ʃcritto
scritto
Arabi-co,
Arabico,
per il qual
poʃʃa
possa
castigar i
maluagi,
malvagi,
à
buoni annuntiando il
be-ne.
bene.
Coloro che dicono Dio
eʃʃer
esser
ʃolo,
solo,
non hanno
faʃtidio
fastidio
alcuno,
e per i
fatti loro
poʃʃederãno
possederanno
ʃempre
sempre
il
Paradiʃo.
Paradiso.
Lo huomo honori molto i
ʃuoi
suoi
genitori,
la madre
ʃopportando
sopportando
per lui tante fatiche,
e giunto all’eta
di quaranta anni glorifichi Dio,
dicendo.
Dio fammi degno,
che io ti
ringratij,
ringratii,
per il ben
à
me dato,
e
à
miei parenti,
perche
conuertito
convertito
a te,
a te
ʃolo
solo
credo.
Queʃti
Questi
tali
ʃon
son
grati
à
Dio,
e
riceuono
ricevono
il
paradiʃo.
paradiso.
Il
di del giudicio
à
tutti daremo
ʃecondo
secondo
il merito,
e a
gli incredoli
mo-ʃtreremo
mostreremo
il fuoco che
eβi
essi
tante
uolte
volte
contradiʃʃero,
contradissero,
[172]
e Dio
diʃʃe
disse
loro,
perche in terra
ʃeguendo
seguendo
i
uoʃtri
vostri
piaceri,
faceʃte
faceste
male
ʃenza
senza
uerità,
verità,
ri-
ceuete
ricevete
hoggi per merito il male.
Tu
caʃtiga
castiga
la gente,
accioche non adorino altro che un Dio,
e
termino
temino
il giudicio,
[173]
I
Diauoli
Diavoli
odendo
l’Alco-rano
l’Alcorano
ʃi
si
conuertiranno,
convertiranno,
e fuggeranno da
ʃuoi,
suoi,
dicendo.
O gente,
gia habbiamo udito il libro mandato dopo il libro di
Moʃe
Mose
confermator d’ogni
ʃuo
suo
detto,
e
dimoʃtrator
dimostrator
della
uera
vera
uia.
via.
Obedite
à
chi
ui
vi
chiama
à
Dio,
e credete
à
lui,
che
ui
vi
perdonera i
peccati,
e
cauerauui
caveravvi
di male.
Altro
in terra non
ui
vi
puo
giouare,
giovare,
[174]
coʃi
cosi
come Dio creo ogni
coʃa
cosa
ʃenza
senza
fatica,
coʃi
cosi
riʃuʃcitera
risuscitera
tutti
il di che
moʃtrando
mostrando
il fuoco
à
gli incredoli dira.
Queʃto
Questo
non
è
uero
vero
fuoco,
e quelli
riʃpondendo
rispondendo
ʃi,
si,
dira.
Guʃtate
Gustate
il fuoco,
perche non
credeʃte.
credeste.
Tu
ʃta
sta
forte,
ʃi
si
come gli altri Propheti
coʃtanti,
costanti,
di-uoto
divoto
à
Dio,
e non ti affrettar di
manifeʃtar
manifestar
i precetti,
perche il di nel
quale
ʃara
sara
manifeʃto
manifesto
ogni
noʃtro
nostro
mãdato
mandato,,
uerran
verran
tutti,
quaʃi
quasi
non parendo lor
hauer
haver
dimorato piu che una hora.
Da
à
tutti i
mandati,
accioche
gli incredoli
ʃi
si
confondino.
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXIX.
XXIX.
[175]
QVEI
QUEI
che
ʃi
si
parton da Dio,
come gli incredoli
ʃono
sono
imitatori di chi perde le
ʃue
sue
fatiche,
e della
falʃità.
falsità.
I
benefaciẽti
benefacienti,,
e credenti in la
uerita
verita
poʃta
posta
ʃopra
sopra
Macometto,
ʃeguono
seguono
la buona
uia,
via,
e Dio perdonera loro i
peccati.
Coʃi
Cosi
Dio
in-ʃtruiʃce
instruisce
gli huomini con le parabole.
[176]
Gli incredoli da noi
uinti
vinti
in
batta-glia
battaglia
perdino il capo,
fin che
ʃia
sia
fatta molta
occiʃione,
occisione,
e i
prigioni
ʃiano
siano
tenuti
ʃtretti,
stretti,
accioche
ʃi
si
riʃcuotino,
riscuotino,
e non
ceβi
cessi
la battaglia anzi che
ripoʃcia
riposcia
l’armi,
Dio rimunerera coloro che combatteranno per lui.
Huomini buoni,
ʃe
se
uoi
voi
obedite Dio,
egli
ui
vi
aiutera fermando i
piedi
uo-ʃtri.
vostri.
A gli incredoli che non
uogliono
vogliono
udire,
darem male
ʃanza
sanza
fine,
Perche non ricerchino la terra,
accioche
uegghino
vegghino
qual
è
il fin di
colo-ro
coloro
che non credono?
Dio
è
Signor di tutti i
buoni,
e gli incredoli non hanno Signore.
Dio porra nel
Paradiʃo
Paradiso
i credenti.
Faccino gli incredoli a
modo loro,
e mangino a
uʃanza
usanza
delle
beʃtie,
bestie,
eβi
essi
acquiʃteranno
acquisteranno
il fuoco.
Chi
ʃupera
supera
la
diuina
divina
uirtu
virtu
?
cõperaʃi
comperasi
il
Paradiʃo
Paradiso
doue
dove
ʃon
son
acque
dolciβime.
dolcissime.
[177]
E
doue
dove
ʃon
son
riui
rivi
ʃaporiferi,
saporiferi,
qual di latte,
e qual di mele.
Quiui
Quivi
ʃon
son
pomi d’ogni maniera.
I peccatori nel fuoco eterno prenderanno il fuoco
in cambio di bere.
E
doue
dove
queʃto
questo
aʃcoltando
ascoltando
dicono,
che hai tu detto
ho-
ra
hora
?
A tementi Dio
accreʃce
accresce
la fede,
onde
ʃempre
sempre
aʃpettano
aspettano
la hora che
forʃe
forse
uerra
verra
toʃto.
tosto.
Sappi che
nõ
non
ci
è
altro che un
ʃolo
solo
Dio,
ilquale pregherai per tutti gli huomini,
e le donne.
I buoni
deʃiderã
desideran
molto che
ʃi
si
metta
un capitolo della pugna.
A coloro che
ceʃʃeranno
cesseranno
di combattere,
dira
Dio,
[178]
Che
portaʃte
portaste
quando
deuendoʃi
devendosi
combattere
diʃgregaʃte
disgregaste
le genti?
Dio cacciera tali,
dando lor cecità,
e
ʃordità,
sordità,
perche non prenderon
conʃiglio
consiglio
dall’Alcorano?
Forʃe
Forse
ʃi
si
hanno
penʃato
pensato
che Dio non
ueda
veda
i
cuo-ri
cuori
loro?
Se noi
uoleβimo
volessimo
ti faremo
conoʃcere
conoscere
le lor menti,
ma un di cio
conoʃcendo,
conoscendo,
ti habbiamo
approuato,
approvato,
fino
à
che
conoʃciamo
conosciamo
le tue opere,
e le tue peregrinationi.
Chi
ʃi
si
parte dalla
uia
via
di Dio,
nuoce
à
ʃe
se
ʃteʃʃo,
stesso,
credete adunque
à
Dio,
e al Propheta per non
ui
vi
perdere,
perche Dio
non perdonera
à
chi
ʃi
si
parte dalla
ʃua
sua
uia.
via.
Non
ʃiate
siate
diʃpreggiatori,
dispreggiatori,
ma
amate la pace.
Queʃta
Questa
uita
vita
non
è
altro che un
ʃcherzo,
scherzo,
Dio rimunerera
chi credera.
Chi non fara il
ʃuo
suo
debito in dare
à
Dio,
nuocera
à
ʃe
se
medeʃimo.
medesimo.
Egli
è
abbondante,
e
uoi
voi
ʃete
sete
poueri,
poveri,
uoi
voi
mancando,
Dio
ʃupplira
supplira
con altri,
ma altrimenti di quel che
uoi
voi
ʃete.
sete.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXX.
XXX.
[179]
TI HA DATO Dio
ʃomma
somma
gratia,
e facilità
in
acquiʃtando,
acquistando,
perdonandoti i
peccati
preʃenti,
presenti,
e futuri,
il
qua-le
quale
inʃegnandoti
insegnandoti
ti
uendichera
vendichera
potentemente,
il quale
ʃo-pra
sopra
te pone
ʃalute,
salute,
fede,
e
ʃicurezza,
sicurezza,
ilqual
ʃapiente
sapiente
creo
il Cielo,
e la terra.
I credenti
ʃaranno
saranno
per lui
meβi
messi
in
Paradiʃo,
Paradiso,
il che
è
coʃa
cosa
leue.
leve.
Punira
grauemente
gravemente
gli incredoli,
mettendoli in mala
uia,
via,
do-minando
dominando
egli
à
gli
eʃʃerciti
esserciti
del Cielo,
e della terra.
[180]
Noi ti habbiam mandato Nuntio della allegrezza,
e
caʃtigatore,
castigatore,
accioche
ʃeguendo
seguendo
te
cre-dino
credino
in Dio,
e
l’inuochino.
l’invochino.
[181]
Gli Arabi negando andar alla guerra,
dico-no
dicono
una
coʃa,
cosa,
e nel cuor ne tengono un’altra.
Ma chi tien Dio che non
dia bene,
e male
ʃecondo
secondo
la
uolonta
volonta
ʃua
sua
?
Coloro che
reʃteranno
resteranno
in
ca-ʃa
casa
cercando di mutar le parole di Dio fallacemente diranno.
Quando
tu anderai
à
far preda menaci teco,
e tu
riʃpondi.
rispondi.
Non mi
ʃeguite.
seguite.
Coʃi
Cosi
promeʃʃero
promessero
i
uoʃtri
vostri
anteceʃʃori
antecessori
ingannando,
eβi
essi
dicendo questo
eʃʃer
esser
per
inuidia,
invidia,
riʃpondi.
rispondi.
Noi
ui
vi
chiameremo
à
un gran guerra,
ne
à
uoi
voi
ui
vi
ʃara
sara
neceʃʃario
necessario
combattere,
{190}
ʃe
se
uoi
voi
combatterete harrete premio
da Dio grande,
ʃe
se
il contrario patirete gran male.
[182]
Il cieco,
il zoppo,
e l’infermo,
non andando
ʃono
sono
iʃcuʃati.
iscusati.
Vltimamente
Ultimamente
chi
ʃeguira
seguira
Dio,
e
il Propheta hara il
Paradiʃo,
Paradiso,
ma chi
ʃe
se
ne partira,
patira gran male.
Gli huomini buoni
leuate
levate
le mani ad alto,
furon da Dio aiutati,
e piacquero,
e diede lor molta preda,
e molti prigioni.
Coʃi
Cosi
egli a
ʃuoi
suoi
è
ʃem-pre
sempre
propitio,
ʃe
se
gli incredoli
pugnaʃʃero
pugnassero
con
uoi,
voi,
ʃi
si
uolterebbero
volterebbero
in fuga,
ne harebbero chi gli
aiutaβe
aiutasse
da Dio infuori,
il quale intorno
à
Mecca combattendo
uoi
voi
in
diʃparte
disparte
hauendoui
havendovi
fatti
ʃuperiori,
superiori,
[183]
e
ʃe
se
i buoni
non
fuʃʃero
fussero
ʃtati
stati
haremmo
grauemente
gravemente
puniti gli incredoli.
Ma la
di-uina
divina
pietà
ʃouiene
soviene
à
ʃuoi,
suoi,
[184]
ʃi
si
uedeua
vedeva
per
uerace
verace
uiʃione
visione
il Propheta,
en-trato
entrato
nel Tempio Haram col capo
raʃo,
raso,
dicendo.
Non temete,
perche
Dio
ʃa
sa
che
uoi
voi
lecitamente fate i
prigioni,
egli nella
ʃua
sua
legge ha
co-ʃtituito
costituito
chi
inʃegna,
insegna,
e chi
è
capitano,
accioche egli
ʃopra
sopra
l’altre
eʃʃalti
essalti
la legge di Dio.
Macometto,
e i
ʃuoi
suoi
fautori
ʃaranno
saranno
uincitori
vincitori
(per
Dio)
de gli incredoli.
Egli continuamente fa oratione,
[185]
e
queʃti
questi
ʃe-condo
secondo
la
ʃimiglianza
simiglianza
del
teʃtamento,
testamento,
e
dell’Euangelio
dell’Evangelio
ʃi
si
aʃʃomigliaro-no
assomigliarono
al grano,
che
creʃcendo
crescendo
nelle
ʃpighe
spighe
rende il doppio,
ʃeminando
seminando
leti-tia,
letitia,
e a
gli incredoli ira,
Dio a
credenti da ottima mercede.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXXI.
XXXI.
[186]
HVOMINI
HUOMINI
che credete,
non
uogliate
vogliate
metter le man
uoʃtre
vostre
innanzi a
quelle del Propheta,
&
eʃʃaltar
essaltar
le parole
uoʃtre
vostre
ʃopra
sopra
le
ʃue,
sue,
perche altrimenti
peccareʃte.
peccareste.
Teme-te
Temete
Dio che ode
&
ʃa
sa
ogni
coʃa.
cosa.
Coloro che
ʃon
son
piaceuoli
piacevoli
col Propheta
ʃon
son
da Dio rimunerati.
Huomini buoni
guardateui
guardatevi
che
ʃe
se
alcun
maluagio
malvagio
ui
vi
dice
coʃe
cose
ueriʃimili
verisimili
non
ui
vi
troui
trovi
ignoranti,
perche
ne
ʃeguirebbe
seguirebbe
penitenza,
la cui morte
ui
vi
harebbe gia occupati,
ʃe
se
ogni
ʃuo
suo
effetto
haueʃʃe
havesse
ʃeguito
seguito
la
ʃua
sua
uolontà,
volontà,
Dio a
buoni ha dato fede,
a
cattiui
cattivi
incredulità,
coʃi
cosi
ʃeguendo
seguendo
la
uia
via
retta,
adorate Dio,
Combatti con
le genti che tra loro combattono fino a
che
ʃi
si
pacifichino,
o che
obbedi-ʃchino
obbedischino
a Dio,
[187]
e cercando pace
ʃarai
sarai
tra lor retto giudice,
Dio ama il
giuʃto
giusto
giudicio,
e tutti i
credenti
ʃon
son
fratelli,
hanno adunque a
imitar
la pace.
[188]
Niʃʃuno
Nissuno
huomo,
o donna dopo la fede
acquiʃtata
acquistata
beffi altri,
o
con parole la
dishoneʃti,
dishonesti,
perche
queʃto
questo
è
male.
Ciaʃcuno
Ciascuno
muoua
muova
da
ʃe
se
le
male
ʃuʃpitioni,
suspitioni,
niʃʃuno
nissuno
inʃidij
insidii
altri,
ne
ʃi
si
dica mal de gli
aʃʃenti.
assenti.
Chi di
uoi
voi
uorra
vorra
roder le carni del fratel morto?
[189]
Temete Dio perdonatore,
il quale
ui
vi
ha moltiplicati,
per
uedere
vedere
chi piu di
uoi
voi
l’amaʃʃe.
l’amasse.
[190]
A gli
Arabi che diranno di credere in Dio,
riʃpondi.
rispondi.
Tu non credi,
ma tu di
che ti raccommandi
à
Dio.
[191]
Se accetterete Dio,
andrete alla guerra con
la pecunia,
e con l’anime
uoʃtre,
vostre,
chi fa altrimenti non crede,
e non
è
buono,
non perderete niente delle
uoʃtre
vostre
opere,
eʃʃendo
essendo
Dio
rimunera-tore,
rimuneratore,
Non
inʃegnate
insegnate
à
Dio la legge
uoʃtra.
vostra.
Egli che ha creato il Cielo,
e la terra
uede
vede
il tutto,
e rende i
meriti
ʃecondo
secondo
l’opere fatte.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXXII.
XXXII.
[192]
SI SON
marauigliati
maravigliati
molti incredoli
per il
dottiβimo
dottissimo
Alcorano,
che di loro
medeʃimi
medesimi
ʃia
sia
mãdato
mandato
un Propheta,
e
ʃdegnoʃi,
sdegnosi,
dicono,
queʃto
questo
eʃʃer
esser
miracolo
diuino,
divino,
e benche
dichino,
come
ʃarem
sarem
morti,
non ritorneremo,
noi
nõdime
-no
nondimeno
ʃappiamo
sappiamo
quando
ʃara
sara
la tornata.
Appreʃʃo
Appresso
noi
è
il libro,
oue
ove
è
nota-to
notato
ogni
coʃa.
cosa.
E controdittori alla
uerità
verità
dubitano
ʃommamente.
sommamente.
Non
ueggono
veggono
eglino come noi adornammo il Ciel
ʃenz’alcuna
senz’alcuna
piega.
Et la
terra,
gli arbori,
gli animali,
le
coʃe
cose
da mangiare,
e il tutto?
Tutti i
predeceʃʃori
predecessori
loro
contradiʃʃero
contradissero
a
noʃtri
nostri
Propheti,
e
à
loro accadè
quel
che
è
ʃtato
stato
loro predicato.
Io curator de gli huomini
ʃo
so
i
ʃecreti
secreti
del
cuor loro.
Non fanno
coʃa
cosa
alcuna che da Dio non
ʃi
si
ʃappia,
sappia,
Il di del
giudicio
[193]
dira Dio,
uoi
voi
che
contradiceʃte
contradiceste
queʃto
questo
di
entrate nel fuoco
patendo
graue
grave
male,
poi che
fuʃte
fuste
incredoli,
e non
faceʃte
faceste
bene
alcu-no.
alcuno.
[194]
Non mi pregate
perche io non
ui
vi
udiro
hauendoui
havendovi
mandato i
Nun-tij.
Nuntii.
L’Inferno all’hora addomandato s’egli
è
pieno dirà.
Metti
an-chora.
anchora.
A credenti Dio dira,
Entrate con
ʃalute
salute
nel
Paradiʃo
Paradiso
fat-to
fatto
per i
credenti.
Queʃto
Questo
è
il di che
riceuerete
riceverete
ʃtanza
stanza
perpetua,
ot-tenendo
ottenendo
ʃempre
sempre
ogni
uoʃtro
vostro
uolere,
volere,
accreʃcendogli
accrescendogli
io tutta
uia.
via.
[195]
Mol-te
Molte
genti da noi
deʃtrutte
destrutte
fore
appariʃchino
apparischino
in terra?
Molti
ʃapien-ti
sapienti
ʃi
si
douerebber
doverebber
indur
queʃto
questo
à
memoria,
e in che modo
ʃenza
senza
fatica
facemmo in
ʃei
sei
giorni,
il Cielo,
e la terra.
Tu habbi patienza di
quel che dicono,
e ora Dio innanzi il
naʃcere,
nascere,
&
il tramontar del
So-le,
Sole,
chinando il capo il di due
uolte,
volte,
aʃpettando
aspettando
quando il banditor
chiamerà.
Quel di tutti
uʃciranno
usciranno
delle
foʃʃe,
fosse,
la terra
ʃubito
subito
ʃi
si
diuide-ra,
dividera,
accioche
à
noi torni tutto.
[196]
Non
caʃtigar
castigar
adunque alcuno,
ma
ʃpia-na
spiana
l’Alcorano indrizzando i
timoroʃi
timorosi
di Dio.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXXIII.
XXXIII.
[197]
GIVRERAI
GIURERAI
PER i
uenti
venti
ʃoffianti,
soffianti,
per le nubi
acquoʃe
acquose
e per le
naui
navi
del mare,
e per gli Angeli nuntii
che tutti
queʃti
questi
precetti
ʃon
son
ueri,
veri,
e che
uerra
verra
il di che
prouera
provera
la
uerita.
verita.
Ma
uoi
voi
ui
vi
moʃtrate
mostrate
al contrario,
e per
queʃto
questo
pa-tirete
patirete
grauiβimo
gravissimo
male.
Di
noʃtra
nostra
man perirono coloro,
che
induʃʃero
indussero
falʃe
false
opinioni,
e
diʃʃenʃioni.
dissensioni.
Eβi
Essi
ricercano
l’auento
l’avento
del di futuro,
ilqual
moʃtrando
mostrando
lor nel fuoco diro.
Guʃtate
Gustate
quel che
uoi
voi
cercauate
cercavate
tan-to,
tanto,
e i
tementi
poʃʃederanno
possederanno
il
Paradiʃo,
Paradiso,
Perche
contenti di poco
ʃenno
senno
{207}
pregauano
pregavano
Dio,
diʃtribuendo
distribuendo
la pecunia loro a
poueri,
poveri,
Per colpa
uoʃtra
vostra
non
conoʃcete
conoscete
{208}
chi
ui
vi
da il
uiuere,
vivere,
[198]
ʃapete
sapete
uoi
voi
di quei che
alloggiauano
alloggiavano
con Abramo?
a quali
eβi
essi
ʃalutandolo,
salutandolo,
egli il
ʃaluto
saluto
rendendo,
diʃʃe.
disse.
Io
non
conoʃco
conosco
ʃe
se
uoi
voi
ʃiate
siate
buoni.
A quali porgendo il
uitel
vitel
ʃagginato
sagginato
diʃ-ʃe,
disse,
perche non mangiate?
&
eβi
essi
conʃolaron
consolaron
lui che
temeua
temeva
di loro,
di-cendo.
dicendo.
Non temer,
ma allegrati per un figliuol
ʃapiente,
sapiente,
che tu harai.
La donna
ʃua
sua
dopo
lamentandoʃi,
lamentandosi,
percotendoʃi
percotendosi
la faccia con le mani
diceua.
diceva.
Io
ʃon
son
uecchia,
vecchia,
e
ʃterile,
sterile,
&
eβi
essi
dicendo che Dio
uoleua
voleva
coʃi,
cosi,
ad-domando
addomando
Abramo.
Quel che
uoleʃʃero.
volessero.
Eβi
Essi
riʃpoʃero.
risposero.
Noi
ʃiam
siam
man-dati
mandati
alla gente
maluagia,
malvagia,
accioche per
diuina
divina
uendetta
vendetta
gli
disfaccia-no.
disfacciano.
Noi
cauandone
cavandone
i buoni,
à
tutti gli altri daremo tormento.
[199]
Af-fogammo
Affogammo
Pharone,
che
diceua
diceva
Moʃe
Mose
eʃʃer
esser
Mago.
Mandammo ad Hat
uento
vento
che manco poco che non
andaʃʃe
andasse
in
uento.
vento.
La gente di Themur
fu
occupata dalle
ʃaette,
saette,
onde non puote
leuarʃi,
levarsi,
ne far
uendetta.
vendetta.
Noi
creammo il Cielo,
e la terra
ʃecondo
secondo
il
uoler
voler
noʃtro.
nostro.
Io mandato a
uoi
voi
Nuntio,
e
ʃpianatore,
spianatore,
ui
vi
dico
che adoriate un
ʃolo
solo
Dio,
nõ
non
faccendo che
egli habbia compagni,
e
ʃe
se
ti contradiranno come
è
uʃanza,
usanza,
partendo-ti
partendoti
da loro non
ʃara
sara
male.
Non dimeno non
reʃtar
restar
di predicare,
perche
queʃto
questo
gioua
giova
à
buoni.
Io ho fatto gli huomini,
e i
Diauoli,
Diavoli,
accioche mi
glorifichino
non domandando lor
coʃa
cosa
altra alcuna,
Perche la mia
ma-no
mano
da il
uiuer,
viver,
la potenza,
e ogni altra
coʃa,
cosa,
i malfacienti patiranno
grauiβima
gravissima
pena,
non s’affrettino adunque al male,
perche
ueramente
veramente
patiranno al giudicio.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXXIIII.
XXXIIII.
[200]
GIVRO
GIURO
per il monte Sina,
e per il libro
ʃcritto
scritto
in
ʃot-tiliβime
sottilissime
carte,
e per la
caʃa
casa
ʃupernamente
supernamente
edificata
che
ʃoprauerra
sopraverra
la
uendetta
vendetta
di Dio,
la qual
niʃʃun
nissun
potra
fug-gire
fuggire
il di che
ʃi
si
mouerra
moverra
il Cielo,
e i
maluagi
malvagi
haranno il
male lor tante
uolte
volte
detto.
A i
quali chiamati al fuoco Dio dira.
Queʃto
Questo
è
il fuoco che
uoi
voi
beffando
contradiceʃte
contradiceste
:
E egli hora magico,
o pur
uero
vero
?
Soʃtenetelo
Sostenetelo
adunque con patienza,
Perche non meno patirete
ʃe
se
ben non
uorrete
vorrete
ʃoʃtenere,
sostenere,
ma
à
tementi dira.
[201]
Mangiate de frutti
à
uoi
voi
dati di ogni
ʃorte,
sorte,
e beete,
&
à
modo
uoʃtro
vostro
ʃedete,
sedete,
in
uesti
vesti
di
ʃe-ta,
seta,
e d’oro,
ʃopra
sopra
tapeti con
belliβime
bellissime
fanciulle,
con occhi grandi,
&
uergognoʃi,
vergognosi,
che non gli
uolteranno
volteranno
altroue
altrove
che a
lor mariti.
Rimune-raremo
Rimuneraremo
i figliuoli de credenti
ʃecondo
secondo
il merito loro.
[202]
Non
reʃtar
restar
di predicare,
Perche quantunque tu non
ʃia
sia
coʃi
cosi
efficace
à
conuertire,
convertire,
nondimeno non
ʃei
sei
auaro,
avaro,
ne
uerʃificatore.
versificatore.
E tu
aʃpetta
aspetta
con gli
aʃpettan-ti
aspettanti
che non
uoglion
voglion
conuertirʃi
convertirsi
innanzi alla morte.
Dicon
forʃe
forse
i lor
ʃo-gni
sogni
eʃʃer
esser
tali?
o condotti dalla
ʃuperbia
superbia
diranno altro?
O fanno fede
hauer
haver
detto quello,
e percio non
uoler
voler
credere?
uengono
vengono
adunque con
ʃimili
simili
ʃe
se
diʃʃero
dissero
il
uero,
vero,
noi non gli facemmo per niente.
Fecero
eβi
essi
il
Cielo,
e la terra?
Queʃto
Questo
non lo afferman gia.
O hanno
eβi
essi
in
depoʃi-to
deposito
la pecunia di Dio?
o
ʃi
si
lamentera
giuʃtamente
giustamente
di Dio?
[203]
o hanno
ʃca-la
scala
per
ueder
veder
i
ʃecreti
secreti
celeʃti
celesti
?
Portino adunque
coʃe
cose
nuoue.
nuove.
Cerchi tu
da loro calunnie,
o rimunerationi?
Diranno lor
eʃʃer
esser
grauiβimo,
gravissimo,
&
impoβibile,
impossibile,
forʃe
forse
ʃanno
sanno
i
ʃecreti
secreti
di Dio?
Scrouono
Scrivono
adunque,
o cercano
in-gannare
ingannare
?
Sono ingannatori.
Laʃcia
Lascia
queʃti
questi
tali fino al di
uen-turo,
venturo,
nel quale
ciaʃcuno
ciascuno
hara merito
ʃecondo
secondo
l’opere loro
ʃenza
senza
che
coʃa
cosa
alcuna gli
poʃʃa
possa
giouare.
giovare.
[204]
Tu
aʃpetta
aspetta
con patientia il giudicio
diuino,
divino,
[205]
e
leuandoti
levandoti
la
notte,
e
coʃi
cosi
all’alba,
fa
oratione
à
Dio.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXXV.
XXXV.
[206]
GIVRO
GIURO
per la
ʃtella
stella
matutina,
che il
noʃtro
nostro
cliente che
nõ
non
erra punto,
ne
fauella
favella
da
ʃe
se
coʃa
cosa
coʃa
cosa
alcuna,
ʃe
se
non per
cõmiʃ
-ʃion
commission
diuina,
divina,
ilquale inalzato
ʃopra
sopra
l’altezza dell’orizonte,
andò
à
Dio che gli
ĩʃegno
insegno,,
il tutto
ma
nõdimeno
nondimeno
era da
lui
tãto
tanto
lũtano
luntano,,
q̄to
ʃi
si
trarebbe in due
uolte
volte
cõ
con
l’arco una freccia,
il quale co i
precetti da Dio dattili,
ʃi
si
parti di quindi
ʃenza
senza
dubitatione alcuna,
onde non lo
calũniate
calunniate
della
diuina
divina
uiʃione,
visione,
perche egli
uidde
vidde
nel luoco propinquo al
Paradiʃo,
Paradiso,
ottimamente le
uirtu
virtu
maggiori
ʃenza
senza
che
l’occhio
l’ingannaʃʃe.
l’ingannasse.
Forʃe
Forse
uedute
vedute
tre imagini,
cioè.
Alleto,
Alance,
Maneth,
aʃcriuete
ascrivete
à
Dio
maʃchi,
maschi,
e femmine?
Queʃta
Questa
è
partitione
ingiu-ʃta,
ingiusta,
perche quei non
ʃon
son
ʃe
se
non
uani
vani
nomi,
finti da
uoi,
voi,
e da padri
uoʃtri,
vostri,
à
quali Dio non diede alcuna
uirtu,
virtu,
e
uoi
voi
non
ʃeguite
seguite
altro che la
uoʃtra
vostra
uolõtà
volontà..
Hora mo
ui
vi
è
dato da Dio un
uoler
voler
humano,
e retto.
[207]
Alcuni non
credendo del
ʃecolo
secolo
futuro,
falʃamente
falsamente
dicono,
che gli angeli
ʃon
son
fem-mine
femmine
non
hauendo
havendo
di quelli peritia alcuna.
Lieua
Lieva
adunque la mano da
queʃti
questi
tali,
perche io non
uoglio
voglio
eʃʃer
esser
nominato da loro,
Dio
uedendo
vedendo
chi
è
retto,
e
maluagio,
malvagio,
dara
à
queʃto
questo
conforto,
e
à
quell’altro dolore.
Egli
ʃapendo
sapendo
come
è
ui
vi
ha creato,
perche non fate con lui il debito
uo-ʃtro
vostro
?
egli tien
cõto
conto
de
timẽti
timenti
egli
uede
vede
i
ʃecreti
secreti
di tutti,
Tutti tornerete
à
Dio,
il qual da la
uita,
vita,
e la morte,
faccendo l’huomo,
e la donna,
e ricco,
e
pouero
povero
ʃeccondo
seccondo
il
ʃuo
suo
parere,
Dio
caʃtiga
castiga
uoi
voi
ʃi
si
come i
primi,
Gia l’altro
ʃecolo
secolo
s’appropinqua,
che altri che Dio non lo puo
diuerti-re,
divertire,
Voi
marauigliandoui
maravigliandovi
di
queʃto
questo
ue
ve
ne ridete,
non
ue
ve
ne curando.
Adorate Dio,
et
inuocatelo
invocatelo
humilmente.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXXVI.
XXXVI.
[208]
LA HORA appropinquata la Luna
ʃi
si
diuiʃe
divise
in due
parti,
il che
marauigliandoʃi
maravigliandosi
tutti
ʃi
si
partirono,
dicendo
che era arte Magica,
ma dopo
ueduti
veduti
i miracoli per i
quali
deuerebbero
deverebbero
conuertirʃi,
convertirsi,
anchora
ricuʃano,
ricusano,
ʃi
si
che
lieua
lieva
da lor la mano.
Il di ultimo
eβi
essi
uedranno
vedranno
il
ʃuo
suo
male,
&
il
ʃuo
suo
bene,
è
lamentandoʃi,
lamentandosi,
diranno
quell’eʃʃer
quell’esser
l’ultimo di,
Contradiʃʃero
Contradissero
pari-mente
parimente
à
Noe,
onde egli
coʃtretto
costretto
chiamo Dio in
ʃuo
suo
aiuto,
[209]
Dio adunque
uolendo
volendo
che
prendeʃʃe
prendesse
uendetta,
vendetta,
aperʃe
aperse
la porta del Cielo,
e le
fon-ti
fonti
della terra,
accioche l’acqua
uʃciʃʃe,
uscisse,
onde egli fece per
noʃtro
nostro
com-mandamento
commandamento
l’arca,
e
ʃaluo
salvo
la
ʃua
sua
gente buona.
Vedi adunque
dili-gentemente
diligentemente
come io
ʃo
so
caʃtigare.
castigare.
Noi mandammo
queʃto
questo
Alcorano,
gia
leue
leve
à
gli intelligenti.
Ma per
queʃto
questo
chi
è
memore?
Habbiamo
fat-to
fatto
uendetta
vendetta
de contradicenti
à
Noe,
a Loth.
Il
medeʃimo
medesimo
facemmo degli huomini di Pharaone.
Gli incredoli
uoʃtri
vostri
ʃon
son
piu potenti di quelli?
o
hauete
havete
nel Salterio
coʃa
cosa
che
ui
vi
dia
ʃalute,
salute,
o dite di
congregarui
congregarvi
per-che
perche
ʃia
sia
fatto
uendetta
vendetta
di
uoi
voi
?
Il di amaro tutti
ʃarete
sarete
uinti
vinti
riuolgen-do
rivolgendo
le
ʃpalle,
spalle,
e gli incredoli
deuendo
devendo
patir il fuoco
udiranno dire.
Gu-ʃtate
Gustate
il fuoco
ʃenza
senza
che
è
uenga
venga
mai manco.
[210]
Noi facemmo ogni
co-ʃa
cosa
con
miʃura,
misura,
e con
peʃo,
peso,
e i
noʃtri
nostri
mandati
ʃono
sono
come un batter
d’oc-chio,
d’occhio,
Perche
contraʃtate
contrastate
uedendo
vedendo
innanzi
à
uoi
voi
tanti
confuʃi
confusi
?
Gli
at-ti
atti
noʃtri
nostri
tutti,
tanto grandi,
quanto piccioli
ʃon
son
ʃcritti
scritti
nel libro.
I tementi
poʃʃederanno
possederanno
il
Paradiʃo
Paradiso
con ogni bene.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXXVII.
XXXVII.
[211]
FACENDO Dio
manifeʃto
manifesto
a gli huomini l’ordine delle
coʃe,
cose,
inʃegno
insegno
l’Alcorano,
inalzando il Sole,
e la Luna
ʃopra
sopra
tutte l’altre
coʃe,
cose,
e per
cõmodo
commodo
de gli huomini fe la
terra,
nella qual
produʃʃe
produsse
molti frutti,
e molto grano.
A qual fatto di Dio
cõtradite
contradite
?
egli fe gli huomini di ombra,
{223}
e i
Diauoli
Diavoli
di fuoco.
Qual di
queʃte
queste
opere riprendete
uoi
voi
?
Egli
è
Re dell’Occidente,
e dell’Oriente,
Egli del mare ha prodotto i
coralli,
le perle,
e le
gio-ie,
gioie,
chi di
uoi
voi
niega
queʃto
questo
?
Ogni
coʃa
cosa
mondana terminera,
ʃolamente
solamente
la faccia di Dio e
ʃenza
senza
termine.
Chi niega
queʃto
questo
?
A tutte le
creatu-re
creature
accade
coʃa
cosa
nuoua.
nuova.
Chi niega
queʃto
questo
?
Trattero i
noʃtri
nostri
precetti con
gli huomini,
e col
Diauolo,
Diavolo,
{224}
chi niega
queʃto
questo
?
uoi
voi
huomini potrete
uʃcir
uscir
del Mondo
ʃenza
senza
me?
No.
Perche adunque non credete a
me?
Vi mettero nel fuoco
ʃenza
senza
che
uoi
voi
habbiate chi
ui
vi
poʃʃa
possa
dare aiuto,
chi non crede a
queʃto
questo
?
Quando il ciel
ʃarà
sarà
diuiʃo,
diviso,
reʃtera
restera
roʃʃo
rosso
come una
roʃa,
rosa,
chi
niega
queʃto
questo
?
Quel di ne huomo,
ne
Diauolo
Diavolo
fara
queʃtion
question
de peccati,
contradite
forʃe
forse
?
Gli incredoli
udiranno.
Queʃto
Questo
è
l’Inferno
contra-detto
contradetto
da gli incredoli,
chi niega
queʃto
questo
?
[212]
Chi teme Dio,
ʃtandoli
standoli
in
pre-ʃenza
presenza
hara due
paradiʃi,
paradisi,
Cõtradirete
Contradirete
uoi
voi
forʃe
forse
?
Quiui
Quivi
le genti
ʃederanno
sederanno
ʃu
su
tapeti di
ʃeta,
seta,
e goderanno ogni lor diletto,
e haranno fanciulle
belliβime
bellissime
come perle,
e giacinthi,
mai non
ʃuerginate,
sverginate,
ne
ʃtuprate,
stuprate,
da
huomini,
ne da
Diauoli,
Diavoli,
e chi niega
queʃto
questo
?
Per le buone opere
s’acqui-ʃta
s’acquista
il merito,
e bene,
[213]
e chi lo niega
queʃto
questo
?
Quiui
Quivi
ʃaranno
saranno
fonti,
e pomi di
molte
ʃorti,
sorti,
chi contradice
à
queʃto
questo
?
Quiui
Quivi
ʃaranno
saranno
donne
belliβime
bellissime
che
ʃederanno
sederanno
all’ombra,
con il bianco de gli occhi
candidiβimo,
candidissimo,
e con la
pupilla
negriβima,
negrissima,
{227}
intatte da gli huomini,
e da
Diauoli,
Diavoli,
Forʃe
Forse
pen-ʃate
pensate
che ci
ʃia
sia
in
queʃto
questo
coʃa
cosa
falʃa
falsa
?
in
ʃomma
somma
Dio
è
dator di tutto il bene,
largo,
e magnifico.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXXVIII.
XXXVIII.
[214]
VEnendo la hora del
uero,
vero,
quando la bugia non hara
luo-lgo
luogo,,
ʃarà
sarà
eʃʃaltation
essaltation
d’alcuni,
e
rouina
rovina
d’alcuni altri.
Al-l’hora
All’hora
la terra,
e i
monti fatti
poluere
polvere
s’aʃʃomigliaranno
s’assomigliaranno
a gli atomi,
e di tutti
ʃi
si
farà
una
ʃquadra
squadra
tripartita,
cioè
deʃtra,
destra,
ʃiniʃtra,
sinistra,
&
una innanzi,
la quale
ʃara
sara
piu
preʃʃo
presso
al
Paradiʃo.
Paradiso.
E poi
ʃtaranno
staranno
a
ʃedere,
sedere,
[215]
&
alcuni
belliβimi
bellissimi
giouanetti,
giovanetti,
amminiʃtre-ranno
amministreranno
loro
con alcuni
uaʃi
vasi
pieni di liquore,
il quale non farà
dolere il
capo,
ne imbriachera,
ui
vi
ʃaranno
saranno
anchora
uergini
vergini
con gli occhi
belliβimi.
bellissimi.
Queʃti
Questi
tali adunque che haranno
queʃte
queste
coʃe,
cose,
ʃalutino
salutino
Dio
continouamente.
continovamente.
[216]
Ma gli huomini dalla
ʃiniʃtra
sinistra
haranno il fuoco eterno,
&
om-bra,
ombra,
e fumo,
Perche
diʃʃero,
dissero,
come
ʃarem
sarem
morti non
ʃuʃciteremo
susciteremo
piu,
E ancho da
ʃapere
sapere
che gli ultimi,
e i
primi
s’aduneranno,
e gli
incre-doli
incredoli
ʃtaranno
staranno
nel fuoco,
Perche non credete
à
me,
che
ui
vi
ho creati?
Fe-ci
Feci
io lo
ʃperma,
sperma,
e il parto,
o pur
uoi
voi
medeʃimi
medesimi
?
uoi
voi
non
ui
vi
potete
ripara-re
riparare
dalla morte
mandataui
mandatavi
dalle
noʃtre
nostre
mani.
Noi mutiamo le forme
uoʃtre,
vostre,
e facciamo molte altre
coʃe,
cose,
che non
ʃi
si
dicono,
Conoʃcete
Conoscete
adunque
la prima
uoʃtra
vostra
fattura.
Non
ʃapete
sapete
uoi,
voi,
ʃe
se
noi o
uoi
voi
ʃeminammo
seminammo
lo
hor-to
horto
?
Se
ʃteʃʃe
stesse
alla
uolonta
volonta
uoʃtra
vostra
ʃi
si
ʃeccherebbe
seccherebbe
in tutto,
onde
toʃto
tosto
ʃi
si
crederebbe
che
mandaʃʃe
mandasse
la pioggia da Cielo,
perche adunque non ci
rin-
gratiate
ringratiate
?
Chi fece il legno materia del
uoʃtro
vostro
fuoco?
Noi lo facemmo
à
commodo
uoʃtro.
vostro.
Tu adunque humilmente
inuoca
invoca
Dio.
[217]
Giuro per
l’occaʃo
l’occaso
delle
ʃtelle,
stelle,
il che
è
gran
ʃacramento
sacramento
à
ʃaui,
savi,
che
queʃto
questo
Alcorano
è
compoʃto
composto
dal ottimo Re de Cieli,
{232}
in luogo
ʃolo
solo
toccabile
à
mondi,
e buoni,
Perche adunque gli contradite?
Ciaʃcuno
Ciascuno
de buoni
hara nel
Paradiʃo
Paradiso
perpetua
ʃtanza,
stanza,
e gl’incredoli
rimarranno
nel fuoco eterno.
Queʃte
Queste
ʃon
son
coʃe
cose
uere
vere
del
ʃecolo
secolo
futuro,
onde tu
inuoca
invoca
Dio
immenʃo.
immenso.
In nome di Dio
Miʃeriocordioʃo,
Miseriocordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XXXIX.
XXXIX.
[218]
TVTTE
TUTTE
le
coʃe
cose
della terra,
e del Cielo,
inuocano,
invocano,
e adorano Dio
incomprehenʃibile,
incomprehensibile,
e
ʃapiente,
sapiente,
Re di tutto il
Mõdo
Mondo,,
dator della
uita,
vita,
e della morte,
onnipotente
primo,
ultimo,
e
conoʃcitor
conoscitor
di qualunque
coʃa.
cosa.
Egli in
ʃei
sei
di creo
il Cielo,
e la terra,
dopo
aʃceʃe
ascese
al Trono.
[219]
Egli notando tutti i
uoʃtri
vostri
atti,
conoʃce
conosce
chi entra,
o
eʃce
esce
nella terra,
chi
aʃcenda,
ascenda,
o
diʃcenda
discenda
di Cielo,
&
ogni altro
ʃecreto.
secreto.
[220]
Credete adunque
à
lui,
e al
ʃuo
suo
Nuntio
diʃtri-buendo
distribuendo
de
uoʃtri
vostri
beni.
Perche ogni benefaciente hara
grandiβimo
grandissimo
premio
?
Perche adunque non
ʃpendete
spendete
?
Perche non credete
à
Dio,
&
al
ʃuo
suo
nuntio,
che
ui
vi
chiama
à
lui?
Se
uoi
voi
hauete
havete
fede,
e credete,
gia ho
da
uoi
voi
preʃo
preso
il patto,
Dio
douendoui
dovendovi
perdonare,
ha mandato al
ʃuo
suo
Propheta precetti chiari,
co quali
ui
vi
caui
cavi
delle tenebre
mettendoui
mettendovi
alla
luce.
Perche non
diʃtribuite,
distribuite,
i
uoʃtri
vostri
beni in nome di Dio padrone del
Cielo,
e della terra?
perche Dio
conoʃcitor
conoscitor
de
uoʃtri
vostri
atti,
ui
vi
rendera in
doppio il merito,
I buoni tra loro in
paradiʃo
paradiso
[221]
fabricheranno una torre
cõ
con
una porta aperta,
dentro alla quale
ui
vi
ʃara
sara
la quiete,
e l’allegrezza,
nella quale
eβi
essi
entreranno,
{237}
Tutti i
credenti
à
Dio,
e al
ʃuo
suo
Propheta,
riceueranno
riceveranno
mercede moltiplicata da Dio.
Gli iucredoli,
e che
contra-dicono
contradicono
ʃaranno
saranno
conʃegnati
consegnati
al fuoco.
[222]
Sappiate che
queʃta
questa
uita
vita
mondana
non
è
altro che un
giuoco.
givoco.
Le quai tutte
coʃe
cose
come pecunia,
e figliuoli
ʃon
son
tutte appetito,
e come
piaceuol
piacevol
pioggia a
gli incredoli,
che fà
ʃur-ger
surger
coʃa
cosa
inutile che
toʃto
tosto
ʃi
si
marciʃce.
marcisce.
Et nell’altro
ʃecolo
secolo
ʃi
si
ha
perpe-tuo
perpetuo
male.
Eʃʃendo
Essendo
dunque la pecunia del mondo niente,
e la dilettion di
Dio infinita,
indirizzate
à
lui,
il
uoʃtro
vostro
uiaggio.
viaggio.
[223]
Voi non farete alcun
nocumento all’anime
uoʃtre,
vostre,
ʃe
se
non di tanto,
quanto che innanzi alla
creation
uoʃtra
vostra
fu ordinato da Dio.
La perdita delle
coʃe
cose
non
ui
vi
in-duca
induca
dolore,
ne la buona
uentura
ventura
ui
vi
faccia oltra modo lieti,
Dio non ama
alcuno
auaro,
avaro,
fraudolente,
e hippocrito.
[224]
Noi co i
noʃtri
nostri
Nuntij
Nuntii
hab-biamo
habbiamo
poʃto
posto
il libro,
e la bilancia,
accioche la gente faccia il
giuʃto,
giusto,
Dio
conoʃcitor
conoscitor
del tutto giudichera il
ʃuo
suo
Propheta.
Mandammo
Nuntij,
Nuntii,
Noe,
&
Abramo,
&
à
medeʃimi
medesimi
demmo figliuoli Propheti,
per i
quali mandammo il libro.
Di loro alcuni furon buoni,
alcuni altri
in-credoli.
incredoli.
Dopo loro mandati altri
Nuntij,
Nuntii,
finalmente mandammo
CHRISTO figliuol di MARIA,
i
ʃeguaci
seguaci
del quale in tutto
obedendoli,
hebbero i
cuori
coʃtanti,
costanti,
e fedeli,
e gli demmo
l’Euange-lio,
l’Evangelio,
non per altro,
ʃe
se
non che per quello
acquiʃtaʃʃero
acquistassero
la gratia,
e
l’a-mor
l’amor
di Dio,
ma non lo hanno
oʃʃeruato
osservato
come
ʃi
si
deueua.
deveva.
[225]
Huomini
buo-ni
buoni
credendo col Propheta,
temete Dio,
che
ui
vi
dara luce,
e bene,
perche
egli
è
pietoʃo,
pietoso,
E
ʃappiate
sappiate
che gli huomini,
del libro
[226]
per
queʃto
questo
non
han-no
hanno
le ricchezze di Dio,
egli da a
chi
uuole.
vuole.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XL.
XL.
[227]
VDENDO
UDENDO
DIO le parole di coloro,
che ricercano del
merito
{244}
loro,
e del tuo,
diʃʃe.
disse.
Le mogli non
ʃon
son
ʃue
sue
ma-dri,
madri,
Perche partorirono
ʃole.
sole.
Ciaʃcuno
Ciascuno
che dira
coʃi,
cosi,
o
ri-ʃcatti
riscatti
qualcuno,
o faccia libero il
ʃuo
suo
prigione anzi che
la tocchi,
perche
coʃi
cosi
commanda Dio che
conoʃce
conosce
ogni
noʃtro
nostro
atto,
e
chi non puo far
queʃto,
questo,
anzi che giaccia con lei,
digiuni due
meʃi,
mesi,
o
paʃca
pasca
quaranta
poueri.
poveri.
Queʃto
Questo
ha
ʃtatuito
statuito
Dio per
conoʃcere
conoscere
chi
cre-de
crede
in lui,
e chi non crede patira
graue
grave
male,
Dio
diʃtruggera
distruggera
ʃi
si
come
ha fatto gli
anteceʃʃori
antecessori
loro,
ciaʃcuno
ciascuno
che
à
lui s’opponera.
Mai
ʃono
sono
inʃieme
insieme
tre che egli non
ʃia
sia
il quarto.
Mai cinque che egli non
ʃia
sia
il
ʃe-ʃto,
sesto,
e finalmente egli
è
con tutti.
[228]
Onde egli
conoʃcendo
conoscendo
ogni
coʃa,
cosa,
ri-uelera
rivelera
à
tutti i
fatti loro.
Voi huomini buoni non
uogliate
vogliate
fauellar
favellar
male,
ne contradir al Propheta,
ma temendo Dio
fauellar
favellar
giuʃtamen-te
giustamente
con
honeʃta.
honesta.
[229]
Il
Diauolo
Diavolo
fa che
eβi
essi
fauellino
favellino
per tirarli a
ʃe,
se,
il che
è
impoβibile
impossibile
ʃe
se
Dio nol permette,
Voi buoni huomini date luogo
à
chi lo chiede,
Perche Dio dara luogo a
uoi.
voi.
Chi da
uoi
voi
cerca
eʃʃal-tatione
essaltatione
habbia luogo
eccelʃo
eccelso
da
uoi,
voi,
Perche
coʃi
cosi
Dio
conoʃcendo
conoscendo
i
uo-
ʃtri
vostri
atti,
dara a
i
uoʃtri
vostri
gradi
ʃublimi.
sublimi.
Conuenendoui
Convenendovi
col Propheta
promettete di far bene donando,
il che
ʃe
se
non potrete fare Dio
ui
vi
per-donera.
perdonera.
E
ʃe
se
non potete donare,
[230]
ʃiate
siate
aβidoui
assidovi
nell’oration,
[231]
paga-te
pagate
le decime,
ʃeguendo
seguendo
Dio,
e il Propheta.
Non
ueggono
veggono
eglino Dio
eʃʃer
esser
adirato con coloro che non
conʃentono
consentono
à
lui?
[232]
I quali giurando
di far bene
ʃi
si
parton dalla
uia
via
di Dio
Riceueranno
Riceveranno
per
queʃto
questo
gran
pena,
non
giouando
giovando
loro,
ne danari,
ne prole,
ne
eʃʃo
esso
Dio.
Coloro che dicon male,
e che
reʃiʃtono
resistono
à
Dio,
e al
ʃuo
suo
Propheta,
ʃaranno
saranno
conculca-ti
conculcati
da piedi de piu
miʃeri,
miseri,
e infelici.
Non
ʃi
si
troua
trova
alcuno che ami Dio,
che non habbia bene,
perche gli aiuta,
e dara loro perpetua
ʃtanza.
stanza.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XLI.
XLI.
[233]
TVTTE
TUTTE
LE COSE adorano Dio
incomprehenʃibi-le,
incomprehensibile,
e
ʃapiente,
sapiente,
ilquale
cauo
cavo
delle
caʃe
case
gli incredoli oltra
l’opiniõ
l’opinion
l’oro,
loro,
perche
ʃtimauano
stimavano
poterʃi
potersi
difender da Dio,
per le lor fortezze guernite,
ma Dio
uenne
venne
all’improui-ʃo,
all’improviso,
e
meʃʃe
messe
lor tanta paura che
eβi
essi
abbandonaron le
caʃe.
case.
Vedendo
que-ʃto
questo
ʃiate
siate
memori.
Queʃti
Questi
riceueron
riceveron
male,
&
all’altro
ʃecolo
secolo
fuoco
eterno,
perche
impugnauano
impugnavano
il Propheta,
[234]
Dio
eʃʃaltando
essaltando
il Propheta
ʃopra
sopra
chi egli
uuole,
vuole,
gli
ʃtatuiʃce
statuisce
una parte della
uoʃtra
vostra
preda delle
co-ʃe
cose
terreʃtri,
terrestri,
e commando che le ricchezze delle citta
ʃiano
siano
di Dio,
del
Propheta,
de propinqui,
de gli orphani,
de
poueri,
poveri,
e de peregrini.
Fa-te
Fate
adunque tutto quel che il Propheta
ui
vi
commandera,
Laʃciate
Lasciate
quel
che egli
ui
vi
prohibiʃce,
prohibisce,
temendo Dio.
I
poueri
poveri
peregrinando in
no-me
nome
di Dio
ʃon
son
ueraci,
veraci,
i
ʃucceʃʃori
successori
de tali
{252}
orano Dio,
dicendo.
Dio
perdona
à
noi,
e
à
noʃtri
nostri
preceʃʃori,
precessori,
rimuoui
rimuovi
ogni
noʃtra
nostra
malitia
con-tro
contro
i buoni,
perche tu
ʃei
sei
largo donator di perdono.
Huomini
buo-ni
buoni
temete Dio,
&
uegga
vegga
ogni uno quel che egli ha da fare per il di
ʃe-guente.
seguente.
Non
ui
vi
dimenticate di Dio che
conoʃce
conosce
ogni
uoʃtro
vostro
atto,
Per-che
Perche
egli allhora
ʃi
si
dimenticherebbe di
uoi.
voi.
Gli huomini deputati al
fuoco,
per nulla non
ʃon
son
da comparar a
i deputati al
Paradiʃo,
Paradiso,
Perche
quelli
ʃon
son
migliori di
queʃti.
questi.
[235]
Se noi
poneβimo
ponessimo
ʃopra
sopra
ogni monte
que-ʃto
questo
Alcorano per
diuino
divino
timore in tutto
ʃi
si
diʃʃoluerebbero,
dissolverebbero,
Dicia-mo
Diciamo
coʃi
cosi
accioche gli huomini
ʃian
sian
ricordeuoli.
ricordevoli.
Egli
è
uno Dio,
oltra
ilquale non
è
altro Dio,
pio,
donatore,
Re,
giudice,
benedetto,
e
Saluatore,
Salvatore,
onnipotente,
altiβimo,
altissimo,
maβimo,
massimo,
creator del tutto,
e formator d’i corpi,
i cui nomi
ʃon
son
belliβimi,
bellissimi,
al quale ogni
coʃa
cosa
è
ʃoggetta.
soggetta.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XLII.
XLII.
HVOMINI
HUOMINI
buoni non
ui
vi
fate amici i
miei,
e
uoʃtri
vostri
ni-mici,
nimici,
reʃiʃtendo
resistendo
eʃʃi
essi
alla
uoʃtra
vostra
ueriβima
verissima
legge,
e al
Pro-pheta.
Propheta.
Ciaʃcun
Ciascun
che fa
queʃto
questo
erra,
e Dio
conoʃce
conosce
quel che
ʃi
si
fa
aʃcoʃamente,
ascosamente,
e publicamente,
ʃe
se
eβi
essi
ui
vi
domineran-no,
domineranno,
ʃaranno
saranno
uostri
vostri
nimici.
Il di futuro non
giouera
giovera
la ricchezza,
dando Dio
à
ciaʃcuno
ciascuno
il
ʃuo
suo
premio.
[236]
Hauete
Havete
per
eʃʃempio
essempio
Abramo,
e le
ʃue
sue
genti,
che
affermauano
affermavano
di creder
ʃolamente
solamente
in Dio.
Abram
pro-meʃʃe
promesse
à
ʃuo
suo
padre,
che per lui pregando Dio,
impetrerebbe perdono,
confeʃʃando
confessando
di non poterlo dar,
ne
à
ʃe,
se,
ne
à
lui,
del quale tali eran le
parole.
Dio,
noi ci
conuertiamo
convertiamo
a te,
dacci perdono,
non ci far
malua-gi,
malvagi,
perche tu
ʃei
sei
pietoʃo,
pietoso,
e
miʃericordioʃo.
misericordioso.
Seguite adunque
coʃtoro
costoro
che
ʃon
son
buoni,
e
ciaʃcuno
ciascuno
che
ʃi
si
partira da
queʃto,
questo,
trouera
trovera
Dio tale che
gli
diʃpregierà.
dispregierà.
Forʃe
Forse
Dio con
uinculo
vinculo
d’amore
ui
vi
congiungnera co
noʃtri
nostri
nimici,
Dio ama chi fa bene,
&
ui
vi
commanda che non
participia-te
participiate
con loro nelle faccende,
e che non amiate chi
ui
vi
toglie il
uoʃtro,
vostro,
al-trimenti
altrimenti
ʃarete
sarete
annouerati
annoverati
tra
cattiui.
cattivi.
O huomini buoni,
approuate
approvate
le donne buone,
che
preʃa
presa
la fede
uengono
vengono
a
uoi,
voi,
e
trouatele
trovatele
fedeli,
non le date a
gli incredoli,
ma pagate loro le
ʃpeʃe,
spese,
[237]
e
ʃia
sia
reʃa
resa
la
do-te
dote
à
mariti,
le cui mogli fuggono
à
gli incredoli.
Temete
Dio credendo in lui.
O Propheta,
quando le donne
cre-denti
credenti
uerranno
verranno
a te,
e per fede
ʃi
si
confermeranno,
promettendo non fornicar,
non occider i
figliuoli,
e non far altro male,
prega per
loro.
[238]
Huomini buoni non
com-mettete
commettete
le faccende
uo-ʃtre
vostre
à
chi
è
in
ira di Dio.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XLIII.
XLIII.
ADORANDO tutte le
coʃe
cose
Dio
incomprehenʃibile,
incomprehensibile,
uoi
voi
perche non fate quel che promettete
offendete Dio.
Egli ama coloro che in nome
ʃuo
suo
ʃi
si
diʃpongono
dispongono
alle
guer-re.
guerre.
Dopo
Moʃe
Mose
[239]
uenuto
venuto
CHRISTO figliuol di Maria
diʃʃe.
disse.
O figliuoli
d’Iʃrahel.
d’Israhel.
Io mandato a
uoi
voi
Nuntio di Dio,
affermo per
il
teʃtamento
testamento
mio ch’io ho in mano,
che dopo me
uerra
verra
un
Nũtio
Nuntio,,
il cui nome
è
Macometto,
il quale diranno che
ʃia
sia
Mago.
Che maggior
coʃa
cosa
è
che far Dio bugiardo?
forzandoʃi
forzandosi
di cancellare i
buoni precetti di Dio.
ma egli farà
che habbino
eʃʃecutiõe
essecutione..
O buoni huomini
andate
adũq;
adunque
alla
guerra in nome di Dio con le
uoʃtre
vostre
pecunie,
e
cõ
con
le
uoʃtre
vostre
anime.
Que-ʃto
Questo
ui
vi
è
buono,
per
queʃto
questo
Dio
ui
vi
perdonera i
peccati,
e
daraui
daravi
habitatiõi
habitationi
belliβime
bellissime
in
Paradiʃo,
Paradiso,
Vi dara ancho
coʃa
cosa
da
uoi
voi
amata,
cioè
la
uendetta,
vendetta,
e facile
acquiʃto
acquisto
di terre,
&
à
buoni gaudio.
Tutti i
buoni
ʃeruino
servino
à
Dio,
come CHRISTO
GIESV
GIESU
figliuol di MARIA
perʃua-ʃe,
persuase,
interrogando quei huomini
ueʃtiti
vestiti
di bianco,
coʃi
cosi
diʃʃe,
disse,
chi mi
ʃouuerra
sovverra
ʃeguendomi
seguendomi
da parte di Dio?
Riʃpoʃero.
Risposero.
Noi.
Alcuni de
figli-uoli
figliuoli
d’Iʃrahel
d’Israhel
credettero,
i quali
(reʃtando
(restando
gli altri incredoli)
eʃʃal-tammo
essaltammo
ʃopra
sopra
loro grandemente.
[240]
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio
CAPITOLO
.XLIIII.
XLIIII.
TVTTE
TUTTE
le
coʃe
cose
celeʃti
celesti
e
terreʃtri
terrestri
inuocano
invocano
Dio
benedet-to,
benedetto,
incomprehenʃibile,
incomprehensibile,
e
ʃapiente,
sapiente,
[241]
il qual tra ignoranti ha
deʃtato
destato
un Nuntio,
che
nõ
non
ʃapra
sapra
legger ne
ʃcriuere,
scrivere,
{260}
ilquale
aprẽdo
aprendo
loro la
uia
via
retta,
e i
precetti
diuini,
divini,
benedira loro,
et
adeʃchera
adeschera
alla
medeʃima
medesima
legge.
Per Dio
ʃapiente,
sapiente,
ilquale da
que-ʃta
questa
ʃua
sua
abbõdanza
abbondanza
à
chi egli
uuole.
vuole.
[242]
Quelli
à
quali
mandãmo
mandammo
il
teʃtamento,
testamento,
e che non
l’hãno
l’hanno
accettato,
ʃono
sono
aβimigliati
assimigliati
all’aʃino
all’asino
portator di
li-bri.
libri.
E’leʃʃempio
E’ l’eʃʃempio
lor
peβimo,
pessimo,
e in
preʃenza
presenza
di Dio,
ilquale mai
nõ
non
gli indrizzera a
buona
uia.
via.
O giudei s’è
uero
vero
quel che
uoi
voi
dite,
cioè
uoi
voi
eβer
esser
coʃi
cosi
preʃʃo
presso
à
Dio e
diuoti,
divoti,
perche non
deʃiderate
desiderate
la morte?
Eβi
Essi
per i
loro
maluagi
malvagi
portamenti la rifiutano,
Dio nondimeno
conoʃce
conosce
queʃti
questi
mal-uagi.
malvagi.
Quella morte che
uoi
voi
fuggite
ui
vi
ʃeguirà,
seguirà,
Quando
uerra
verra
il di di
adorare,
ciaʃcun
ciascun
buono
laʃci
lasci
le faccende,
e il palazzo,
e
uada
vada
à
inuoca-re
invocare
Dio,
Queʃto
Questo
è
coʃa
cosa
ottima,
inuocatelo
invocatelo
adunque in tutte le
uoʃtre
vostre
co-ʃe,
cose,
laʃciãdo
lasciando
le
feʃte,
feste,
e le faccende per l’oratione,
di che
è
meglio di quello che
eʃʃer
esser
preʃʃo
presso
à
Dio,
il quale ne da il
uiuere,
vivere,
e il gaudio.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XLV.
XLV.
GLI INCREDOLI
uenendo
venendo
à
te diranno
eβi
essi
ha-uer
haver
teʃtimone,
testimone,
perche tu
ʃei
sei
Nuntio di Dio.
Ma Dio
co-noʃcendo
conoscendo
chi
ʃia
sia
ʃuo
suo
Nuntio,
moʃtrera
mostrera
loro
eʃʃer
esser
menda-ci,
mendaci,
i quali fatto il
ʃacramento
sacramento
per la lor
ʃalute,
salute,
faccendo
male
laʃciano
lasciano
la
uia
via
di Dio
diuenendo
divenendo
maluagi.
malvagi.
Noi habbiamo
ʃigilla-to
sigillato
i lor cuori.
Guardati da loro come da nimici di Dio.
I chiamati dal
Propheta accioche per parte di Dio habbin perdono,
crolando i
capi
ʃi
si
partano.
del
medeʃimo
medesimo
è
adunque donare,
e non donar perdono,
Dio
non perdonera mai loro.
[243]
I
perʃuaʃori
persuasori
che non s’aiutino i
fautori del
Propheta,
ʃon
son
da
eʃʃer
esser
oppreβi,
oppressi,
e
rouinati,
rovinati,
Di Dio
è
ogni
uittoria,
vittoria,
ben-che
benche
gli incredoli non lo
ʃappino.
sappino.
Huomini buoni,
non
ui
vi
ritenga
niʃ-ʃuna
nissuna
uoʃtra
vostra
faccenda
dall’inuocare
dall’invocare
Dio,
perche chi fa altrimenti
ʃi
si
perdera.
[244]
Anzi la morte,
fate bene di quel che
uoi
voi
hauete,
havete,
accioche
la
neceβita
necessita
allhora
stringendoui
stringendovi
non diciate.
O Dio,
allungami la
ui-ta,
vita,
perche faro
limoʃine,
limosine,
e
ʃaro
saro
buono,
[245]
ma Dio
conoʃcendo
conoscendo
tutti gli atti,
non allunga il termine ad alcuno.
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XLXVI.
XLXVI.
.XLVI.
XLVI.
[246]
TVTTE
TUTTE
le
coʃe
cose
adorano,
e glorificano Dio,
egli
hauen-doui
havendovi
creati
di bella forma,
ha fatto il Cielo,
e la terra.
Non
ʃapete
sapete
uoi
voi
che i
uoʃtri
vostri
anteceʃʃori
antecessori
per il male
han-no
hanno
patito,
e patiranno
grauemente
gravemente
?
Riprendendo i
Nun-
tij
Nuntii
noʃtri
nostri
mandati co precetti
diceuano,
dicevano,
uoi
voi
huomini come
uoi
voi
preʃumete
presumete
inʃegnar
insegnar
la
uia
via
retta di Dio?
e
coʃi
cosi
rimanendo incredoli Dio non
ʃi
si
curar di loro.
[247]
Dicendo gli incredoli che non
ʃuʃciteranno,
susciteranno,
riʃpon-di
rispondi
loro.
Anzi
ʃara,
sara,
il che
è
a lui
coʃa
cosa
aʃʃai
assai
leue.
leve.
Credete adunque in
Dio,
nel Propheta
mandatoui,
mandatovi,
e nell’Alcorano,
Il di del giudicio in
preʃenza
presenza
di Dio
ui
vi
ʃara
sara
amariβimo,
amarissimo,
&
i benefacienti
acquiʃtato
acquistato
per-dono
perdono
ʃaranno
saranno
allhora
meβi
messi
nel
Paradiʃo,
Paradiso,
e gli incredoli
contradicen-do
contradicendo
à
precetti
ʃaranno
saranno
meβi
messi
nel fuoco.
Studiateui
Studiatevi
adunque d’imitar
Dio,
e il Propheta,
e come
uoi
voi
recuʃiate,
recusiate,
[248]
non appartiene al
Prophe-ta
Propheta
ʃe
se
non annuntiar i
precetti,
&
iʃpianarli,
ispianarli,
Dio
è
ʃolo,
solo,
oltra il qual
non
è
altro Dio.
Voi huomini buoni,
inimicandoʃi
inimicandosi
con
uoi
voi
alcune delle
donne
uoʃtre,
vostre,
e de figliuoli,
guardateui
guardatevi
da loro,
Per i
quali come
pre-ghiate
preghiate
Dio
ʃolo
solo
dara perdono.
[249]
La
uostra
vostra
pecunia,
robba,
e figliuoli,
e
occaʃione
occasione
molte fiate de mali.
Appreʃʃo
Appresso
Dio
è
copia d’ogni
coʃa.
cosa.
Teme-telo
Temetelo
adunque
ʃecondo
secondo
il
uoʃtro
vostro
potere,
e fate bene,
il che
é
utile all’anime
uoʃtre.
vostre.
Egli
ui
vi
perdonera i
peccati,
inchinateui
inchinatevi
adunque
à
lui che
è
incomprehenʃibile,
incomprehensibile,
&
immenʃo.
immenso.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XLVII.
XLVII.
[250]
LE MOGLI
eʃʃendo
essendo
da te ripudiate o
tu Propheta,
temendo Dio,
non le
cauar
cavar
di
caʃa
casa
loro,
ne
eʃʃe
esse
eʃchino
eschino
ʃe
se
non per
coʃe
cose
manifeʃtamente
manifestamente
cattiue,
cattive,
hauendo
havendo
riʃpetto
rispetto
a i
termini ne quai elle
ʃi
si
trouano,
trovano,
come o
grauide,
gravide,
o di
parte,
{270}
o
meʃtruate,
mestruate,
e col
teʃtimonio
testimonio
de buoni,
e fedeli,
e qualunque
ʃprezzera
sprezzera
queʃti
questi
ordeni,
honeʃti,
honesti,
giuʃti,
giusti,
e
neceʃʃari,
necessari,
fara gran
nocu-mento
nocumento
all’anima
ʃua.
sua.
[251]
A chi teme Dio,
e facile metter in
eʃʃecutio-e
essecutione
quelche ci commanda.
Fate habitar con
uoi
voi
ʃenza
senza
male,
e
anʃie-tà
ansietà
quelle che
uolete
volete
laʃciare,
lasciare,
e fino alla hora del parto fategli le
ʃpe-ʃe,
spese,
e dopo nutrendo la prole,
fermate il patto diterminato,
e non
uolendo
volendo
nutrirli,
ʃi
si
troui
trovi
altra nutrice,
e
ʃecondo
secondo
la
miʃura
misura
uo-ʃtra
vostra
a
queʃto,
questo,
e a
quella farete bene,
Dio ritornar faccendo ogni
difficultà
in facultà,
non
uuol
vuol
che
ʃi
si
ʃpenda,
spenda,
ʃe
se
non
ʃecondo
secondo
il
pote-re.
potere.
[252]
Demmo
graue
grave
male
à
tutti quei che
contradiʃʃero
contradissero
à
precetti,
e al
Propheta,
e facemmo
guʃtar
gustar
loro il male,
il cui fine fu la perditione,
e la
morte.
Tutti i
ʃapienti
sapienti
adunque temino Dio,
il quale dando
à
ʃuoi
suoi
ʃapienza,
sapienza,
e prophetia,
ui
vi
manda Nuntio che
ui
vi
ʃpiana
spiana
la
ʃua
sua
dottrina,
accioche
ui
vi
metta nella buona
uia.
via.
Ogni uno che fara ben
riceuera
ricevera
il
Paradiʃo.
Paradiso.
Egli
diʃpoʃe
dispose
il Cielo col numero
ʃettenario,
settenario,
i cui mandati
ʃon
son
tali che
biʃogna
bisogna
che
ciaʃcuno
ciascuno
gli
obbediʃca,
obbedisca,
e gli
oʃʃerui.
osservi.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XLVIII.
XLVIII.
[253]
E
TV
TU
PROPHETA perche
ʃtatuiʃci
statuisci
l’illecito,
poʃto
posto
da Dio,
lecito per amor delle tue donne?
Dio pio,
e
perdo-natore,
perdonatore,
ʃapiente,
sapiente,
e
ʃignor
signor
di tutti,
ti commando
ʃcancel-lar
scancellar
i giuramenti.
Al Propheta che
fauellara
favellara
à
una delle
ʃue
sue
donne
reuelando
revelando
certo,
che
diʃʃe
disse
ella.
Chi ti ha
manifeʃtato
manifestato
queʃto
questo
?
Et egli,
Dio che
ʃa
sa
il tutto,
alquale
ʃe
se
tu ti
conuertirai,
convertirai,
alienera ogni
male dal tuo cuore,
e
ʃe
se
oʃtinatamente
ostinatamente
ti
accoʃterai
accosterai
à
gli incredoli,
ne
ʃarà
sarà
teʃtimoni
testimoni
gli Angeli,
Gabriello,
Gli huomini buoni,
e Dio,
Ad alcuni
repudiãti
repudianti
forʃe
forse
Dio dara moglie piu
limoʃinarie,
limosinarie,
in lor luogo,
e
uergini,
vergini,
e maritate,
uoi
voi
huomini
laʃciando
lasciando
i peccati
uoʃtri
vostri
riuoltateui
rivoltatevi
à
Dio,
perche egli
forʃe
forse
perdonandoui
perdonandovi
ui
vi
darà
il
Paradiʃo.
Paradiso.
Tu Propheta
met-ti
metti
a
ʃacco
sacco
gli incredoli accioche ti temino.
[254]
Alle donne
ʃian
sian
eʃʃempio
essempio
le
donne di Noe,
e di Loth,
alle quali non
giouò
giovò
tanto la bonta de mariti
che elle non
fuʃʃero
fussero
meʃʃe
messe
nel fuoco,
e delle credenti prendino
l’eʃʃem-pio
l’essempio
della donna di Pharaone,
[255]
e di Maria figliuola di Ioacchino,
delle quali una prego Dio,
che liberandola dalle mani di
Pharaone,
e dalle
ʃue
sue
opere,
e dalla gente
cattiua
cattiva
le
deʃʃe
desse
il
Paradiʃo,
Paradiso,
e l’altra Maria,
cioè
ʃe
se
di-rizzando
dirizzando
non fe opera alcuna
malua-gia.
malvagia.
Onde in lei
ʃoffiammo
soffiammo
l’ani-ma
l’anima
confermante le
uoʃtre
vostre
parole,
&
il libro
e
perʃeuerando
perseverando
nel bene.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XLIX.
XLIX.
[256]
IDDIO,
il quale ha nelle mani ogni
coʃa,
cosa,
da la
uita,
vita,
e la
morte,
diʃponendo
disponendo
i
ʃette
sette
Cieli,
nella fattura de i
quali
nõ
non
ʃi
si
uede
vede
coʃa
cosa
alcuna
ʃuperflua,
superflua,
[257]
&
orno
eβi
essi
Cieli di
ʃtelle,
stelle,
le quali cacciano il
Diauolo
Diavolo
di quindi mettendoli timore,
I non
timoroʃi
timorosi
di Dio
ʃaranno
saranno
meβi
messi
nel fuoco dell’Inferno
à
patire,
oue
ove
udiranno.
Non
ui
vi
furon mandati i
Nuntij
Nuntii
?
Riʃponderanno.
Risponderanno.
Si,
ma noi
contradicendo loro,
diceuamo
dicevamo
che
eβi
essi
errauan
erravan
molto,
e che Dio non
haueua
haveva
commandato per loro.
Se noi
haueβimo
havessimo
creduto,
il fuoco hora non
ci offenderebbe,
come diranno
eβi
essi
le lor colpe?
I tementi Dio haranno
grandiβimo
grandissimo
merito.
Non
ʃanno
sanno
che il fattor di tutte le
coʃe
cose
ʃa
sa
il tutto
come quello che fece piana la terra perche
ʃi
si
poβi
possi
per quella
negocia-re,
negociare,
e per quella
medeʃimamente
medesimamente
producendo tutte le
coʃe
cose
neceʃʃarie
necessarie
al
uiuer
viver
humano,
[258]
e
queʃta
questa
un giorno con
uoi
voi
ʃi
si
confondera,
e
ʃommerge-raβi,
sommergerassi,
ui
vi
tenete
uoi
voi
forʃe
forse
ʃicuri
sicuri
perche la terra non
ui
vi
mandi
uenti
venti
?
Sap-piate
Sappiate
che io
ui
vi
caʃtighero,
castighero,
però
conʃiderate
considerate
il fine de
uoʃtri
vostri
anteceʃʃori,
antecessori,
Perche non guardate all’uccelli,
i quali non
ʃon
son
ʃoʃtenuti
sostenuti
da altri che
da Dio?
Chi
ui
vi
dara aiuto in luogo di Dio?
Gli incredoli non
reʃtan
restan
mai
d’errare.
Chi
ui
vi
dara il
uiuere
vivere
prohibendolo Dio?
e perfidi non
laʃcie-ranno
lascieranno
mai la lor cecita,
ch’è
meglio caminar col collo torto,
o andar per
la
uia
via
retta?
Dio
creandoui
creandovi
ui
vi
ha dato il cuore,
il
uedere,
vedere,
e l’udire.
[259]
A coloro che ti addomandano del di che ha a
uenire,
venire,
riʃpondi,
rispondi,
che non lo
ʃa
sa
ʃe
se
non Dio,
e che tu non
ʃei
sei
altro che Nuntio.
Noi crediamo in Dio,
&
il
fine
moʃtrera
mostrera
chi hara errato,
ʃe
se
la terra
ʃorbiʃʃe
sorbisse
la
noʃtra
nostra
acqua,
chi ci
darebbe acqua dolce,
e buona da bere.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.L.
L.
[260]
GIVROTI
GIUROTI
per lo
ʃcritto,
scritto,
e per la penna,
che tu non
ʃei
sei
ʃe
se
non Nuntio di Dio,
di ottimo habito,
e però
riceuerai
riceverai
merce grande,
non
eʃʃendo
essendo
ne Mago,
ne
iʃpiritato,
ispiritato,
il che
ʃi
si
manifeʃterà,
manifesterà,
quando il di ultimo Dio
diʃpartira
dispartira
i buoni
da
cattiui.
cattivi.
[261]
Non
ʃeguitate
seguitate
i contradicenti,
i quali
deʃiderano
desiderano
che tu
ʃia
sia
ʃimile
simile
a loro.
Queʃti
Questi
tali
ʃon
son
diʃpregiatori
dispregiatori
delle
coʃe,
cose,
e
ʃeminatori
seminatori
de
ʃeditioni,
seditioni,
diminuitori del bene,
colpabili,
incredoli,
ricchi di pecunia,
e
di prole,
che udendo i
uoʃtri
vostri
precetti dicono che
ʃon
son
bugie.
Onde noi
ʃiamo
siamo
per dar loro
grauiβimo
gravissimo
male.
Il mal del mondo
eʃʃendo
essendo
coʃi
cosi
grande,
per
conʃeguente
conseguente
nell’altro
è
molto maggiore.
Temendo adunque
ʃi
si
hara da Dio il
Paradiʃo,
Paradiso,
uoi
voi
non potete agguagliar i
buoni
à
cattiui,
cattivi,
che dite?
hauete
havete
forʃe
forse
libro che conferma
queʃto
questo
?
chi di loro afferma
queʃto
questo
detto?
Veggaʃi,
Veggasi,
e
ʃe
se
hanno partecipi alla probation de
ʃuoi
suoi
det-ti,
detti,
uengan
vengan
con quelli.
Il di che
ʃaranno
saranno
chiamati ad adorar Dio,
non
lo potranno fare,
Perche gli chiamati,
quand’eran
ʃani,
sani,
ricuʃauan
ricusavan
di
farlo,
hanno
eβi
essi
forʃe
forse
i
ʃecreti
secreti
?
Scriuino.
Scrivino.
[262]
Tu
aʃpetta
aspetta
il giudicio
diui-no,
divino,
non imitando il
chiuʃo
chiuso
nel
peʃce,
pesce,
il qual fatto reo,
ʃe
se
non
haueʃʃe
havesse
in-uocato
invocato
l’aiuto
diuino
divino
ui
vi
rimaneua,
rimaneva,
non dimeno per me
cauato
cavato
diuenne
divenne
buono.
Gli incredoli udendo questo libro non
poʃʃon
posson
uolger
volger
il
uiʃo,
viso,
ma
chiamano il Nuntio indemoniato,
[263]
non
eʃʃendo
essendo
ʃe
se
non dottor delle genti.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LI.
LI.
[264]
E VERAMENTE
uero,
vero,
quello a
che Hat,
e Temuth
contradiʃʃero.
contradissero.
Onde confondemmo la gente di Temuth
per la
ʃua
sua
preʃuntione,
presuntione,
e con
grauiβimo
gravissimo
uento
vento
diʃperdemmo
disperdemmo
quei di Hath.
Il
uento
vento
per
ʃette
sette
di,
e per otto notti,
gli
sbatte tutte
à
terra,
[265]
Percoʃʃe
Percosse
queʃto
questo
Pharaone,
e tutta la
ʃua
sua
gente contradicendo al Nuntio di Dio,
[266]
&
uenendo
venendo
il
diluuio
diluvio
liberammo i
noʃtri
nostri
con l’arca.
[267]
Queʃto
Questo
ʃi
si
dice accioche le genti
ʃe
se
lo mettin nel cuore.
Pri-mamente
Primamente
al
ʃuono
suono
della tromba
rouineranno
rovineranno
i monti,
e
ʃpianerannoʃi,
spianerannosi,
e
disfarannoʃi
disfarannosi
in
poluere,
polvere,
&
il cielo
rouinera,
rovinera,
e otto Angeli
ʃoʃtente-ranno
sostenteranno
il Trono di Dio.
Quel di non
ʃara
sara
aʃcoʃa
ascosa
alcuna operation fatta
da gli huomini,
e
ciaʃcuno
ciascuno
prendendo nella
ʃua
sua
deʃtra
destra
la carta dira.
O madre leggiero la mia carta,
che me ho
ʃempre
sempre
penʃato,
pensato,
ueniua
veniva
à
queʃto
questo
termine di far il conto.
Onde
pouero
povero
{288}
hora
uita
vita
dolce,
&
eter-na,
eterna,
onde
ʃarà
sarà
detto
à
queʃti
questi
tali.
Entrate,
&
a
uoʃtro
vostro
piacer godete,
e mangiate.
Quelli
à
chi
ʃarà
sarà
datto la carta alla
ʃinistra
sinistra
diranno,
Dio
uoleβi
volessi
che noi non
haueβimo
havessimo
à
far
queʃto
questo
conto,
e che
fuʃʃe
fusse
una
ʃol
sol
ui-
ta,
vita,
non ci
giouando
giovando
punto la pecunia gia
conʃumata,
consumata,
e
coʃi
cosi
ʃaranno
saranno
gettati nel fuoco,
e fortemente
ʃaranno
saranno
legati in catene,
Perche non
crederono in Dio,
e non dierono da mangiare,
ne da bere
à
poueri,
poveri,
e
hoggi non
troueranno
troveranno
amico alcuno,
ma peccati,
coʃe
cose
ʃanguinoʃe,
sanguinose,
&
uelenoʃe.
velenose.
Giuro per le
coʃe
cose
uiʃibili,
visibili,
&
inuiʃibili,
invisibili,
che le parole buone
del Nuntio
ʃon
son
compoʃte
composte
da Dio,
non da buffone,
ne da cantore,
ne da
Mathemathico,
[268]
e
ʃe
se
alcuno
uoleʃʃe
volesse
dar altri precetti che
queʃti,
questi,
io lo
uorrei
vorrei
pigliare,
e tagliargli la
uena
vena
del cuore,
ʃenza
senza
riʃpiarmo
rispiarmo
alcu-no.
alcuno.
Queʃto
Questo
è
uero,
vero,
e tenete per certo
che noi
ʃappiamo
sappiamo
chi crede,
e
chi non crede.
Tu raccommandati
à
Dio,
inuocandolo
invocandolo
con tutti i
ʃuoi
suoi
nomi
immenʃi.
immensi.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LII.
LII.
[269]
QVANTVNQVE
QUANTUNQUE
gli huomini
ʃpeʃʃe
spesse
uolte
volte
faccin
quiʃtione
quistione
del male,
nondimeno Dio dara a
gli incredoli
tormento.
Tu
aʃpettando
aspettando
il di del giudicio habbi
patien-za,
patienza,
egli
è
tanto lontano
à
uenire
venire
quanto lo
ʃpatio
spatio
di
cin-quantamill’anni.
cinquantamill’anni.
[270]
{292}
Quel di il Cielo
ʃparira
sparira
come fumo,
e la terra parimente,
e l’amico non
ʃi
si
ricordera dell’amico,
Quel di
ciaʃcuno
ciascuno
incredolo,
per
riʃcuoterʃi
riscuotersi
darebbe i
figliuoli,
le donne,
tutti i
ʃuoi,
suoi,
e ogni
ʃoʃtanza
sostanza
della terra,
all’hora Dio
col fuoco punira
gli incredoli,
i quali
adunan-do
adunando
la pecunia non la
dauano
davano
per Dio.
Tutti
ʃaranno
saranno
dannati,
da coloro
infuori che adorano humilmente Dio,
e che danno
a chi addomanda,
che temon la
uendetta
vendetta
di Dio,
e che
ʃon
son
caʃti
casti
con tutte,
eccetto che con
le lor donne,
e con le
ʃoggette,
soggette,
uʃando
usando
ʃeco
seco
come lor piu piace.
[271]
Il
guar-diano
guardiano
de pegni,
il
teʃtimone
testimone
coʃtante,
costante,
e il continuo adoratore,
perche
queʃti
questi
haranno il
Paradiʃo.
Paradiso.
Eʃʃendo
Essendo
gli incredoli da
deʃtra,
destra,
e da
ʃini-ʃtra,
sinistra,
perche non
laʃciano
lasciano
l’errore,
come
ʃperano
sperano
hauer
haver
il
Paradiʃo
Paradiso
?
Per il Signor d’oriente,
che noi potremo in lor luogo metter
altri,
&
eβi
essi
non potranno far
uendetta
vendetta
di me,
Laʃcia
Lascia
che
eβi
essi
beffeggino.
Il di che
eβi
essi
hanno tante
uol-te
volte
udito nominare
uʃciti
usciti
delle
foʃʃe,
fosse,
patiranno
grauiβimo
gravissimo
male,
e tormento.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LIII.
LIII.
[272]
NOE MANDATO per corregger gli huomini,
innãzi
innanzi
l’auenimento
l’avenimento
del male
diʃʃe.
disse.
O huomini,
io
ui
vi
ʃon
son
man-dato
mandato
Nuntio,
e correttor
diuino,
divino,
accioche
aʃcoltando-mi
ascoltandomi
temiate Dio,
e che
coʃi
cosi
acquiʃtiate
acquistiate
perdono de
uoʃtri
vostri
peccati.
I
ʃapienti
sapienti
nŏ
laʃciano
lasciano
in modo alcuno fuggir il termine di Dio.
Ma
eβi
essi
quanto piu fu lor predicato,
tanto piu
chiuʃero
chiusero
gli orecchi
cre-dendo
credendo
meno.
Egli dal Cielo
ui
vi
mandera la pioggia,
e
l’accreʃcimento
l’accrescimento
della
uoʃtra
vostra
prole,
della pecunia,
e delle
caʃe,
case,
hauendo
havendo
egli fatto il
Cie-lo
Cielo
diʃtinto
distinto
in
ʃette
sette
ordini,
e la Luna,
e il Sole.
Il
medeʃimo
medesimo
faccendoui
faccendovi
di
terra
ui
vi
ʃuʃcitera,
suscitera,
Perche adunque non
l’inuocate
l’invocate
con puro,
&
ʃince-ro
sincero
cuore?
Appreʃʃo
Appresso
ʃeguendo
seguendo
Noe le
ʃue
sue
parole
diʃʃe
disse
Dio,
eβi
essi
hanno
ʃeguito
seguito
quel che loro
è
ʃtato
stato
ʃolamente
solamente
di danno.
Onde
eʃʃi
essi
perʃuadendo
persuadendo
gli altri che non
abbandonaʃʃero
abbandonassero
le loro imagini,
le quali furon
occaʃio-ne
occasione
di molti errori,
[273]
cioè
Hudea,
Schuar,
Iagua,
Lannea,
Nocea,
e
hauendo
havendo
errato molto,
ʃon
son
ʃommerʃi
sommersi
dalla man
noʃtra,
nostra,
e dopo
poʃti
posti
nel fuoco
ʃanza
sanza
che
eʃʃi
essi
habbino aiuto alcuno.
[274]
Il che Noe
diuotamente
divotamente
prego
di-cendo.
dicendo.
Tu Dio non
laʃciar
lasciar
che i
peccatori ne altri
reʃtino
restino
ʃopra
sopra
la
ter-ra,
terra,
perche infettarebbono tutto il Mondo,
&
à
me perdona,
&
à
miei
parenti,
laʃciando
lasciando
gli incredoli in
confuʃione.
confusione.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LIIII.
LIIII.
STATOMI
diuinamente
divinamente
mandato,
quel che gli
huo-mini
huomini
diabolici
aʃcoltando
ascoltando
diceuano.
dicevano.
Noi crediamo che
l’Alcorano mirabile di udire
ci
inʃegni
insegni
la diritta
uia,
via,
ne
diciamo che Dio habbia figliuolo,
o donna,
o compagno,
quantunque ignorantemente dichino di Dio
coʃe
cose
prophane.
[275]
Noi
hab-biam
habbiam
penʃato,
pensato,
che ne huomo ne
Diauolo
Diavolo
non farà
Dio bugiardo.
Alcu-ni
Alcuni
dell’eʃʃercito
dell’essercito
di Dimoni
perʃuadono
persuadono
ad alcuni
che non credino.
Noi
prima
ʃoliti
soliti
d’aʃcendere
d’ascendere
al Cielo,
lo
trouiamo
troviamo
hora
ʃerrato
serrato
e pieno di
huomini forti a
guardia di quello
[276]
ne
ʃappiamo
sappiamo
dire
ʃe
se
Dio odia,
ouero
overo
ama noi terreni,
perche alcuni di noi
eʃʃendo
essendo
buoni,
alcuni di terra,
ʃe-guiamo
seguiamo
diuerʃe
diverse
uie.
vie.
Ma noi credendo in Dio,
ʃolo
solo
manifeʃtiamo
manifestiamo
la
uia
via
retta.
Ogni uno che crede in Dio,
non hara mai male alcuno.
Molti de
credenti,
e molti de non credenti caminano per retta
uia.
via.
Gli incredoli
ʃaranno
saranno
meβi
messi
nel fuoco.
Non dimeno daremo lor buone acque,
ʃe
se
di-ʃpregiati
dispregiati
gli errori,
prendeʃʃero
prendessero
la fede,
eʃʃendo
essendo
noi ne i
Tempii di Dio,
non
inuocate
invocate
in quelli altri che lui.
Ogni huomo che non crede in Dio,
e
nel Propheta,
patira
grauiβimo
gravissimo
tormento,
e il di del giudicio
ʃi
si
uede-ra
vedera
chi
ʃara
sara
di minor conto.
Io non
ʃo
so
ʃe
se
Dio allunghera quel
termi-ne,
termine,
o
ʃe
se
uerra
verra
toʃto.
tosto.
Egli non dice
queʃto
questo
ʃecreto
secreto
ad alcuno,
ʃe
se
non col
Propheta
ʃecondo
secondo
il
uoler
voler
ʃuo,
suo,
il quale
ʃapendo
sapendo
ogni
coʃa,
cosa,
e
numerato-re
numeratore
di tutte l’opere
ʃue.
sue.
[277]
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LV.
LV.
[278]
TV
TU
PROPHETA
leuandoti
levandoti
attorno la mezza
not-te,
notte,
attendi
diuotamente
divotamente
à
leggere i
precetti che ti
ʃono
sono
mandati dal Cielo,
imponendoti
queʃto
questo
carico
la notte,
ac-cioche
accioche
il di poi
ʃpendi
spendi
ne tuoi negoti,
tornandoti la notte
piu commoda,
e l’hore di quel tempo migliori.
E
inuocando
invocando
Dio
accommandati
à
lui,
e
pateudo
patendo
le ingiurie,
laʃcia
lascia
la cura
à
me de fatti loro,
[279]
Perche
uerranno
verranno
à
noi il di ordinato,
e
riceueranno
riceveranno
per merito il
fuo-co,
fuoco,
conuertendoʃi
convertendosi
la terra in
poluere.
polvere.
Gia
ui
vi
habbiamo mandato un Nuntio,
perche dunque non temete?
Non
uedete
vedete
uoi
voi
il di nel quale gli
huo-mini
huomini
diueranno
diveranno
canuti,
e i
Cieli
rouineranno
rovineranno
?
Queʃto
Questo
ueramente
veramente
auer-ra,
averra,
Dio
conoʃce
conosce
cio che in tutte le hore
ʃi
si
fa da gli huomini.
Leuandoti
Levandoti
adunque leggi il libro,
e non potendo legger tutto Dio ti perdonera,
ʃe
se
ʃarai
sarai
cõtinouo
continovo
alla lettura,
egli
ʃa
sa
che molti
ʃon
son
amalati,
e che molti guadagnano,
e che molti
uanno
vanno
alla pugna.
Tutti adunque
ʃecondo
secondo
il poter
uoʃtro
vostro
leggete,
fate oratione,
pagate le decime,
e
fate
limoʃina
limosina
in nome di Dio,
appreʃʃo
appresso
ilquale
tro-uerete
troverete
il
uoʃtro
vostro
merito,
Il che
à
uoi
voi
ʃara
sara
buono.
Egli da noi pregato ci darà
miʃericordia,
misericordia,
e perdono.
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LVI.
LVI.
[280]
HVOMO
HUOMO
ueʃtito
vestito
di panno di lana
lieuati,
lievati,
emendati,
e
declina dalle
coʃe
cose
ingiuʃte,
ingiuste,
e
ʃopporta
sopporta
ogni
coʃa
cosa
per Dio,
e netta te,
e le
ueʃti
vesti
tue.
Il di della ragione
ʃara
sara
amariβi-mo
amarissimo
à
gli incredoli,
Laʃciameli,
Lasciameli,
perche io
ʃolo
solo
li feci,
[281]
e
diedi molti figliuoli loro,
e molta pecunia,
dandoli
ʃpatio,
spatio,
per quale
ʃperauano
speravano
augumento.
Gli faro entrar nel fuoco
perche non credettero ne
uostri
vostri
precetti.
Dopo
gli iracondi
{304}
riguardando,
diʃʃero
dissero
che
queʃto
questo
non
era
ʃe
se
non
incãtatione
incantatione,,
e parole
propoʃte
proposte
da huomo.
Gli getteremo
adũque
adunque
nel fuoco,
il qual nel abbrucciar non ha fine.
[282]
Noi non habbiamo
meʃʃo
messo
ʃopra
sopra
il fuoco,
ʃe
se
non angeli,
&
habbiamo
ʃegnato
segnato
il lor numero,
accioche gli incredoli
ʃi
si
marauiglino.
maraviglino.
Gli huomini buoni adunque
fer-mino
fermino
i cuori,
&
accreʃcino
accrescino
la fede.
Gli huomini di cuore infermo
cer-chino
cerchino
di
hauerlo
haverlo
piu
ʃaldo,
saldo,
Dio fa andar
queʃti
questi
per
uia
via
retta,
e
queʃti
questi
per torta
ʃecondo
secondo
il
ʃuo
suo
uolere.
volere.
L’opere di lui non
ʃon
son
conoʃciute
conosciute
da
perʃona,
persona,
Per la Luna,
e per l’aurora,
che
è
ʃolo
solo
tra maggiori
che
ca-ʃtighino,
castighino,
e
inʃegnino
insegnino
alle genti.
Gli atti
ʃuoi
suoi
ʃaran
saran
pegno
à
tutti,
[283]
ec-ceto
ecceto
à
gli huomini della
deʃtra
destra
parte,
i quali
deuendo
devendo
ʃtar
star
nel
Paradiʃo,
Paradiso,
diranno
à
gli incredoli,
chi
ui
vi
ha
meʃʃo
messo
nel fuoco?
[284]
Riʃponderanno.
Risponderanno.
Noi
non facemmo orationi,
ne cibammo
pouero
povero
alcuno,
e
fauellato
favellato
ingiuʃta-mente
ingiustamente
di Dio,
contradicemmo
à
queʃto
questo
di,
fino
à
che egli
è
apparito:
Perche non
ʃi
si
ricordano?
Perche non
ʃi
si
conuerton
converton
gli huomini?
[285]
Son
co-me
come
aʃini
asini
che per paura fuggono il Leone.
Queʃto
Questo
non ricorda
ʃe
se
non
ʃapienza
sapienza
à
chi
uuole,
vuole,
queʃto
questo
non lo puo far alcuno
ʃe
se
non piace
à
Dio,
dal
quale procede ogni bene,
e
miʃericordia.
misericordia.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LVII.
LVII.
[286]
IO
GIVRO
GIURO
per il di del
ʃecolo
secolo
futuro,
come che gli
huomini non credino poter
ʃuʃcitare,
suscitare,
che io gli farò
tor-nar
tornar
in
uita.
vita.
Allo huomo che s’affatica dir il
falʃo,
falso,
non
ʃi
si
penʃa
pensa
altro
auenimento
avenimento
del
ʃecolo,
secolo,
quando
oʃcurato
oscurato
il
So-
le,
Sole,
cercheranno fuggire.
Ma non
trouando
trovando
luogo
ʃicuro
sicuro
ʃtaranno
staranno
innanzi
à
Dio
che dira a
ciaʃcuno
ciascuno
quel che
eʃʃi
essi
fecero da prima e
in ultimo,
et
uolendo
volendo
iʃcuʃarʃi,
iscusarsi,
Dio dirà,
la tua lingua non
fauelli.
favelli.
Quando
queʃto
questo
è
noʃtro
nostro
che habbiamo adunato ogni
coʃa,
cosa,
Perche non
credeʃti
credesti
all’Alcorano
mandatoui
mandatovi
?
E propio
noʃtro
nostro
ʃpianarui
spianarvi
queʃto.
questo.
Voi amaste
ʃolamente
solamente
queʃto
questo
mondo
diʃpregiando
dispregiando
l’altro.
Quel di le faccie che
riguarderan-no
riguarderanno
Dio faranno
belliβime,
bellissime,
e de gli altri
ʃaranno
saranno
negriβime.
negrissime.
Et allhora
cercando il medico,
&
il
uerʃificatore,
versificatore,
penʃando
pensando
queʃta
questa
non
eʃʃer
esser
mor-te,
morte,
aggiungono un ginocchio all’altro,
e Dio all’hora gli
ʃuʃcitera,
suscitera,
e
ri-futando
rifutando
far
limoʃine,
limosine,
e orationi,
contradicendo
ʃi
si
partirono.
Meglio
ʃarebbe
sarebbe
loro
hauer
haver
creduto.
Forʃe
Forse
ʃi
si
penʃò
pensò
lo huomo che noi lo
deueβimo
devessimo
laʃciar
lasciar
coʃi,
cosi,
il quale prima
eʃʃendo
essendo
ʃperma
sperma
Dio formò
interamente,
e fece il
maʃchio,
maschio,
e la femmina,
Non potra adunque
ʃuʃcitar
suscitar
i morti?
[287]
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LVIII.
LVIII.
[288]
IL TEMPO nel qual dopo non
ʃi
si
nominaua
nominava
huomo,
noi producemmo lo huomo di liquore,
dando il
uedere,
vedere,
e
l’udire,
e
gl’inʃegnammo
gl’insegnammo
la
uia,
via,
laquale alcuni hanno
di-ritta,
diritta,
alcuni torta,
e alcuni ringratiano,
e alcuni no.
A
gli incredoli preparammo fuoco,
e catene.
Gli huomini di Dio beeranno
del
uaʃo
vaso
di canfora,
nel quale
ʃara
sara
fede,
coʃtantia,
costantia,
e timore,
Dio quel di
dara
à
queʃti
questi
tali honore,
[289]
e il
Paradiʃo
Paradiso
in eterno,
oue
ove
non
ʃentiranno,
sentiranno,
ne freddo,
ne caldo,
ma
ʃe
se
ne
ʃtaranno
staranno
all’ombre de gli arbori
mangian-do
mangiando
frutte,
e
ʃara
sara
loro
amminiʃtrato
amministrato
con
uaʃi
vasi
d’argento,
e di
uetro,
vetro,
liqui-diβimo,
liquidissimo,
e puro liquore.
Vi
ʃaranno
saranno
giouani
giovani
belli come gioie,
e copia
d’ogni altra
coʃa.
cosa.
Quei
giouani
giovani
uestiranno
vestiranno
ueʃte
veste
di
ʃcarlatto,
scarlatto,
e d’oro,
et alle braccia,
e al collo porteranno catene d’argento.
Quiui
Quivi
il
uin
vin
be-nedetto
benedetto
ʃara
sara
a
baʃtanza.
bastanza.
Harrete
ʃimil
simil
merito per gli atti
uoʃtri
vostri
buoni.
Tu,
alquale mandammo
queʃto
questo
Alcorano,
aʃpetta
aspetta
il giudicio
diuino,
divino,
non
imitando i
peccatori,
ma adorando Dio
continouamente.
continovamente.
Queʃte
Queste
ʃon
son
coʃe
cose
da ricordare
à
chi
uuol
vuol
andar
à
Dio.
Ilquale a
chi egli
uuole
vuole
dona
perdono,
e
miʃericordia.
misericordia.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XLIX.
LIX.
[290]
GIVRO
GIURO
per gli angeli efficaci
Nuntij,
Nuntii,
per i
uenti
venti
ʃec-chi,
secchi,
e
piouoʃi,
piovosi,
e i
Dimoni,
che
ʃpartiranno
spartiranno
i leciti,
e non
le-citi,
leciti,
che ogni
coʃa
cosa
da noi detta
auerra.
averra.
All’hora
s’oʃcure-ranno
s’oscureranno
le
ʃtelle,
stelle,
il Ciel
ʃi
si
fenderà,
e i
monti ritorneranno
in
poluere,
polvere,
quando
ʃarà
sarà
giunto il di da Propheti
annuntiatoui,
annuntiatovi,
il quale
ʃara
sara
amaro
à
contradicenti.
Noi
confondẽmo
confondemmo
prima con la
noʃtra
nostra
mano,
i
uoʃtri
vostri
anteceʃʃori,
antecessori,
e il
ʃimile
simile
faremo de tutti gli incredoli,
a quali
ʃara
sara
difficile il di giudiciale.
Noi creammo lo huomo di humor fragile,
et al
medeʃimo
medesimo
demmo la
uita,
vita,
e la morte.
Quel di
ʃarà
sarà
graue
grave
à
contradi-centi,
contradicenti,
a i
quali
ʃarà
sarà
detto.
Entrate in quello che
uoi
voi
hauete
havete
tante
uolte
volte
contradetto.
Quiui
Quivi
ʃarà
sarà
ombra non meno
faʃtidioʃa
fastidiosa
del fuoco,
che fara
le
ʃcintille
scintille
grandi come Torri.
Quel di non
giouera
giovera
ʃcuʃa
scusa
alcuna.
Quel
di
è
il di di
eʃʃaminatione,
essaminatione,
nel quale
uoi
voi
tutti
ui
vi
adunerete innanzi
à
me,
e
ʃe
se
potete ingannatemi,
e
coʃi
cosi
à
uoi
voi
cõtradicenti
contradicenti
ʃarò
sarò
difficiliβimo.
difficilissimo.
I tementi haranno tra l’ombre frutti,
e acque
à
lor piacere.
A tali daremo buona mercede,
i
maluagi
malvagi
udirano
dirʃi.
dirsi.
Mangiate,
e
aʃpettando
aspettando
al-quanto
alquanto
poʃateui
posatevi
per la
uoʃtra
vostra
malitia.
Queʃto
Questo
è
il di
maluagio
malvagio
à
cattiui,
cattivi,
i
quali non
obediuano
obedivano
a chi
diceua
diceva
che
ʃi
si
humiliaʃʃero.
humiliassero.
Ma perche dopo
crederanno,
però
quel di
ʃarà
sarà
lor difficile.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LX.
LX.
[291]
E PERCHE cercano
coʃi
cosi
curioʃamente
curiosamente
quella
coʃa
cosa
tanto grande,
per la qual tra
uoi
voi
naʃce
nasce
diʃʃenʃione
dissensione
?
Sappino
che io la
moʃtrero,
mostrero,
che co monti fermai
la terra,
&
ui
vi
creai
dando alla
uoʃtra
vostra
quiete il
ʃonno,
sonno,
e la notte,
&
il di
al guadagno,
et al moto,
e fabricai in
ʃette
sette
di le
coʃe
cose
ferme.
Quiui
Quivi
meʃʃe
messe
lampade
lucidiʃʃime,
lucidissime,
mandai acqua
per l’abbondanza della terra,
In
quel di
ʃeparator
separator
d’ogni
coʃa,
cosa,
al
ʃuon
suon
della tromba tutti s’aduneranno,
e il Cielo s’aprira in molte porte,
e i
Monti
traʃcorreranno
trascorreranno
come nubi
di
ʃtate.
state.
O
maluagi,
malvagi,
l’inferno ha
ʃete
sete
del
uoʃtro
vostro
auenimento,
avenimento,
doue
dove
guʃtarete
gustarete
il fuoco
per la
uoʃtra
vostra
maluagità,
malvagità,
per la
contradittiõe
contradittione
de miei
precetti,
e per non credere
à
queʃto
questo
di
uenturo.
venturo.
[292]
I timenti
poʃʃederanno
possederanno
horti di palme,
e di
uiti,
viti,
fanciulle di
belliβimi
bellissimi
occhi,
con il petto
rile-uato,
rilevato,
e le poppe dure,
{316}
non udendo ne bugie,
ne parole
inhoneʃte.
inhoneste.
Queʃto
Questo
è
ottimo don di Dio.
Contra il quale non
ʃi
si
potra dir parola alcuna,
ʃe
se
non
uerità,
verità,
la quale chi
uuole
vuole
creda,
&
adori Dio.
Noi predicammo
quel di,
nel qual
ciaʃcun
ciascun
uedera
vedera
il
ʃuo
suo
male,
e l’incredolo
deʃiderera
desiderera
che la terra
rouini.
rovini.
[293]
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXI.
LXI.
LANIME
L’ANIME
de
cattiui
cattivi
ʃono
sono
cauate
cavate
da corpi loro
da gli
Angeli per forza,
e de buoni
piaceuolmente,
piacevolmente,
e di
uolon-ta,
volonta,
e portano
ʃtendendo
stendendo
i precetti
diuini
divini
à
tutti gli altri
Propheti.
Il di del
ʃuono
suono
della tromba,
i cuori
ʃarau
saran
pieni
di
diʃpregio,
dispregio,
e gli occhi di tenebre di coloro,
i quali come prima
deʃi-dereranno
desidereranno
tornar alla
foʃʃa.
fossa.
[294]
Non
uedi
vedi
tu
come Dio puni Pharaone,
ilquale dicendo
eʃʃer
esser
Dio grande
ʃempre
sempre
contradiʃʃe
contradisse
a
Moʃe,
Mose,
al quale
Dio commando che
andaʃʃe
andasse
da lui,
accioche lo
conuertiʃʃe
convertisse
?
Queʃta
Questa
uen-detta
vendetta
è
memoranda
à
chi teme Dio,
Siete
uoi
voi
piu potenti
di colui che ha
creato il Cielo,
e la terra,
e tutti gli animanti,
e l’acqua,
e le herbe,
e il
giorno,
e la notte?
Dio quel di
à
ciaʃcuno
ciascuno
ricorderà
l’operation
ʃue,
sue,
mettendo i
maluagi
malvagi
nel fuoco
ʃempiterno.
sempiterno.
[295]
Il temente,
e che
s’aʃtiene
s’astiene
da piaceri di
queʃto
questo
mondo,
harà
il
Paradiʃo.
Paradiso.
Riʃpondi
Rispondi
a coloro che cercano
quando
uerra
verra
la hora,
che Dio
ʃolo
solo
lo
ʃa,
sa,
e che tu non
caʃtighi
castighi
ʃe
se
non i
tementi,
lo qual
ueduto
veduto
deʃidereranno
desidereranno
non
eʃʃer
esser
ʃtati
stati
nel Mondo,
ʃe
se
non
per
ʃpatio
spatio
d’una hora.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXII.
LXII.
[296]
A TE VENENDO un cieco,
partendoti ti
ʃei
sei
adira-to.
adirato.
Egli
forʃe
forse
ʃi
si
conuertira
convertira
al bene,
o
forʃe
forse
ʃe
se
ne
ricor-dera.
ricordera.
Tu cerchi di
fauorire
favorire
à
pecunioʃi,
pecuniosi,
accioche
coʃi
cosi
ti
preʃentino.
presentino.
Ma perche te ne curi?
Tu ti partirai
dal
ti-
moroʃo
timoroso
d’eʃʃer
d’esser
mendico.
Queʃto
Questo
è
da commemorare
a chi lo
uuol
vuol
ʃape-re,
sapere,
e
ʃon
son
notate ne libri benedetti
ʃcritti
scritti
a mano,
{321}
Lo huomo peri per la
ʃua
sua
incredolità,
il quale Dio formo interamente,
e dopo gli
moʃtro
mostro
le
ʃue
sue
uie,
vie,
ʃimilmente
similmente
lo
conduʃʃe
condusse
alla morte,
e lo
ʃuʃcitera
suscitera
ʃecondo
secondo
il
ʃuo
suo
uolere,
volere,
Perche dunque non
ʃegui
segui
i miei precetti?
Ricordiʃi
Ricordisi
almeno lo
huomo
ricordandoʃi
ricordandosi
il
ʃuo
suo
uitto,
vitto,
e la
ʃua
sua
ʃoʃtanza.
sostanza.
Noi habbiamo mandato l’acqua per
naʃcimento
nascimento
de frutti.
Noi aprimmo la terra
per
l’oliue,
l’olive,
per i
grani,
per le
uiti,
viti,
e per ogni altra
coʃa
cosa
per
uoi.
voi.
Quel di
uenendo
venendo
lo
huomo
laʃciera
lasciera
le donne,
la ricchezza,
e i
parenti.
Allhora
aʃʃai
assai
ʃara
sara
a
baʃtanza
bastanza
attender
à
ʃe,
se,
d’alcuni quel di
ʃaranno
saranno
le faccie
allegre,
e belle,
d’alcuni cioe de gli incredoli
ʃaranno
saranno
pallide,
e cinericcie.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXIII.
LXIII.
IL DI CHE
s’oʃcurera
s’oscurera
il Sole,
e che le stelle caderanno,
e che i
monti
diuerranno
diverranno
poluere,
polvere,
e che le
beʃtie
bestie
s’aduneranno,
e che l’anime torneranno a
corpi,
e che la donna
ʃi
si
ʃara
sara
lamentata
{322}
dell’occaʃione
dell’occasione
della
ʃua
sua
morte,
e che
uolgeranno
volgeranno
i libri fatti per
uedere,
vedere,
&
il Cielo
ʃi
si
fara in una piega,
e che
il fuoco
ʃara
sara
acceʃo,
acceso,
&
il
Paradiʃo
Paradiso
ornato,
ogni anima all’hora
conoʃcera
conoscera
il
ʃuo
suo
fatto,
[297]
Per le
ʃtelle,
stelle,
per la notte
oʃcura,
oscura,
e per l’aurora,
che
queʃte
queste
parole del buon Propheta
ʃono
sono
uere,
vere,
il quale in
preʃenza
presenza
di Dio
è
potente
à
cui
ʃerue,
serve,
non
uʃcendo
uscendo
de
ʃuoi
suoi
commandamenti.
Non
eʃʃendo
essendo
ne demoniaco,
ne diabolico.
Doue
Dove
andate?
Queʃto
Questo
non
è
ʃe
se
non dottrina della certa
uia
via
a chi
deʃidera
desidera
di
farʃi
farsi
buono.
Il che non
auiene
aviene
ad
alcuno
ʃe
se
Dio non
uuole.
vuole.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXIIII.
LXIIII.
APRIRA DIO il Cielo,
e
ʃe
se
ʃteʃʃo,
stesso,
e le
foʃʃe
fosse
pari-mente,
parimente,
&
auerra
averra
il
caʃo
caso
delle
ʃtelle,
stelle,
&
il batter di
mani,
{324}
e tutte l’anime
conoʃceranno
conosceranno
quel che fecero,
e
quel che
laʃciarono.
lasciarono.
Perche adunque huomo non credi in
Dio largo,
e donatore?
Egli ti formo
ʃecondo
secondo
il
uoler
voler
ʃuo.
suo.
Perche
con-tradici
contradici
al di
uenturo
venturo
?
Ti
ʃopraʃtanno
soprastanno
guardiani,
diligenti
ʃcrittori
scrittori
notanti ogni tuo atto.
I tementi,
e buoni
harauno
haranno
bene,
&
allegrezza.
I contradicenti fuoco
ʃanza
sanza
termine,
[298]
&
è
da
ʃapere,
sapere,
che quel di
neʃ-ʃuno
nessuno
dominera altri,
ma il tutto
ʃarà
sarà
in man di Dio.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXV.
LXV.
CHI NON
ʃerua
serva
il modo
nell’eʃʃaminare,
nell’essaminare,
ad altri dando,
ouero
overo
riceuendo,
ricevendo,
come che non credino
douer
dover
uenire
venire
anzi la publica
riʃurrettione,
risurrettione,
ʃaranno
saranno
grauemente
gravemente
puni-ti.
puniti.
Gli
aʃcoltatori
ascoltatori
di tanto male,
e del di futuro,
&
i contradicenti de
noʃtri
nostri
precetti,
confermano quelle
coʃe
cose
de
paʃʃati
passati
eʃʃer
esser
miracoli.
Veramente che Dio
impreʃʃe
impresse
lor il cuore col fuo
ʃigillo,
sigillo,
de-uendoʃi
devendosi
il di del giudicio partir da loro che anderanno nel fuoco,
quando gli Angeli diranno.
Ecco quel che da
uoi
voi
tanto e
ʃtato
stato
contradet-to.
contradetto.
[299]
Il libro di
coʃtoro
costoro
ʃcritto
scritto
de lor mali,
ʃi
si
ʃerba
serba
nell’infimo della
terra,
Et il libro de buoni,
e in
altiβimo
altissimo
luogo,
e
ʃara
sara
letto da loro
pro-pinqui
propinqui
à
Dio,
i quali
poʃeranno
poseranno
nel
Paradiʃo
Paradiso
eʃʃendo
essendo
belliʃʃimi,
bellissimi,
e
ri-ʃplendenti.
risplendenti.
Credendo
coʃe
cose
tali,
douerebbero
doverebbero
affatticarʃi
affatticarsi
per
hauerle.
haverle.
I credenti quel di,
piu
uolte
volte
ʃon
son
beffati da gli incredoli,
i quali co
frutti
paʃʃando
passando
alle
ʃue
sue
donne
ʃon
son
conʃueti
consueti
chiamarli erratici.
Al-lhora
Allhora
i buoni
ʃtando
stando
ne
ʃuoi
suoi
letti,
uederanno,
vederanno,
ʃe
se
riceueranno
riceveranno
meri-to
merito
de fatti loro.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXVI.
LXVI.
QVANDO
QUANDO
il Cielo
ʃi
si
diuidera,
dividera,
e la terra
riuelera
rivelera
le
coʃe
cose
occulte
per precetto,
e
giuʃtitia
giustitia
di Dio,
o huomo
douendo
dovendo
andar
à
Dio,
trouerai
troverai
ogni tua opera.
[300]
A
ciaʃcuno
ciascuno
ʃarà
sarà
data la carta nella
deʃtra.
destra.
Egli
deuendo
devendo
far
breue
breve
conto,
tornera a
ʃuoi
suoi
tutto allegro,
Ma a
chi
ʃara
sara
meʃʃa
messa
la carta dopo,
dira.
Ahi ahi,
quanto
graue,
grave,
e quanto
è
difficile
queʃta
questa
hora,
Saranno
get-
tati
gettati
nel fuoco
per l’allegrezza
hauuta
havuta
qui tra
ʃuoi,
suoi,
e perche non
ʃpe-rauano
speravano
ritornar piu
à
Dio,
Per il
roʃʃor
rossor
dell’occaʃo,
dell’occaso,
per la notte
tene-broʃa,
tenebrosa,
e per la mancante Luna,
che di quindi
uederete
vederete
mandati,
e dopo
mandati,
perche non credono?
Quando
è
letto loro l’Alcorano perche
non
ʃi
si
humiliano?
contradiranno
reʃtando
restando
incredoli,
Dio
ʃa
sa
i
ʃecreti
secreti
de
ʃuoi
suoi
cuori,
tu annuntia ogni male che ha a
uenire,
venire,
eccetto
à
buoni che
haran ogni allegrezza.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXVII.
LXVII.
IO TI
GIVRO
GIURO
per il Cielo pien di
ʃegni,
segni,
che i
per-coβi
percossi
dal fuoco
in Alludud
non fu per altro fatto,
ʃe
se
non
perche non
credeuano
credevano
in Dio
ʃublime
sublime
immenʃo,
immenso,
Signor di
tutto il mondo,
e
teʃtimone,
testimone,
chi dira mal di Dio,
a chi
cre-de,
crede,
o femmina,
o
maʃchio,
maschio,
patiranno
grauiβimo
gravissimo
male.
I credenti
poʃʃederanno
possederanno
il
Paradiʃo,
Paradiso,
oue
ove
ʃarà
sarà
grand’abbondanza d’acqua.
Ogni precetto
di Dio,
e fermo,
e immutabile.
Egli principio
è
fine di tutte le
coʃe,
cose,
pio,
e
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e
ʃedendo
sedendo
nel Trono
fa ogni
coʃa
cosa
ʃecondo
secondo
il
ʃuo
suo
uolere.
volere.
Tu
ʃai
sai
bene
[301]
come Dio
perʃeguitò
perseguitò
Pharaone,
e Themut.
Queʃto
Questo
Alcorano buono,
e dotto,
ʃi
si
contiene in una
Tauola
Tavola
correttiβima.
correttissima.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXVIII.
LXVIII.
IO TI
GIVRO
GIURO
per il Cielo,
e per la
ʃtella
stella
che
por-ta
porta
il giorno,
che ogniuno
trouera
trovera
ʃcritto
scritto
le
ʃue
sue
ope-rationi,
operationi,
[302]
e lo huomo
conʃiderando
considerando
di che materia egli
è
fatto,
ʃappia
sappia
che Dio lo potra
uiuificar
vivificar
il di
che ogni
ʃecreto
secreto
ʃi
si
manifeʃtera,
manifestera,
e che il Cielo,
e la terra
ʃi
si
mutera.
Queʃte
Queste
parole
ʃon
son
uere,
vere,
e non burle.
E gli incredoli,
e
artificioʃi
artificiosi
mi
ʃentiranno
sentiranno
anchora
aʃtutiβimo,
astutissimo,
laʃcia
lascia
adunque alquanto gli incredoli nella
ʃua
sua
incredo-lita
incredolita
ʃtarʃi.
starsi.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXIX.
LXIX.
[303]
INVOCA il nome di Dio,
il qual fabricò
giuʃtamente
giustamente
le
coʃe,
cose,
comandò,
inʃegno,
insegno,
fa
naʃcer
nascer
le herbe,
e le
ʃecca,
secca,
uacando
vacando
alla lettione.
Ne ti dimenticar,
da quello
infuo-ri
infuori
che Dio non
uorra,
vorra,
il qual
ʃapendo
sapendo
l’occulto,
&
il
ma-nifeʃto
manifesto
ti mettera in buona
uia.
via.
Ricordati
che ogni
maluagio
malvagio
patira
pena
nel fuoco eterno.
Fa buona opera
chi crede in Dio,
e
l’inuoca
l’invoca
fac-cendo
faccendo
orationi.
Voi amate piu
queʃta
questa
uita
vita
che l’altra,
ma perche
eʃʃen-do
essendo
quell’altra migliore,
&
eterna?
Queʃto
Questo
è
ʃcritto
scritto
ne libri de primi,
cioè
d’Abramo,
e di
Moʃe.
Mose.
[304]
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXX.
LXX.
TV
TU
CONOSCI gli huomini con gli occhi coperti,
e
con le faccie chine,
che
uanno
vanno
à
far le faccende
lo-ro
loro
con
ʃoperʃtitione,
soperstitione,
[305]
i quali entreranno nel fuoco
eter-no,
eterno,
doue
dove
ʃerranno
berranno
fonti d’acque
caldiβime,
caldissime,
e
mangie-ranno
mangieranno
per una cannella,
ne potranno
cauarʃe
cavarse
la fame.
De gli altri,
quel
di
ʃaranno
saranno
le faccie
belliβime,
bellissime,
i quali per l’opere loro
entreranno nel
Paradiʃo,
Paradiso,
doue
dove
non udendo parole
inhoneʃte,
inhoneste,
haranno fonti
chiariβi-mi,
chiarissimi,
letti indorati,
con
belliβimi
bellissimi
uaʃi.
vasi.
Non
ueggono
veggono
come Dio
conuoco
convoco
le nubi,
inalzo i
Cieli,
diʃpoʃe
dispose
i monti,
e
ʃteʃe
stese
la terra?
Caʃtigagli,
Castigagli,
e
inʃieme
insieme
inʃegna
insegna
loro,
Perche tu
ʃei
sei
dattore,
e non forzatore,
[306]
e
qualun-que
qualunque
ʃi
si
partira da Dio
patira
grauiβimo
gravissimo
male.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXI.
LXXI.
[307]
GIVRO
GIURO
per l’Aurora,
per dieci notti,
per la
Paʃqua,
Pasqua,
e per il
tranʃito
transito
della notte,
che
è
grande giuramento
appreʃʃo
appresso
i
ʃapienti,
sapienti,
che Dio dette
grauiβimo
gravissimo
tormento
ad
Hat figliuolo di Herante architetto,
&
a Themut
ʃcol-
tore,
scoltore,
e a
Pharaone Alanteth,
huomini tutti
maluagi,
malvagi,
e
peʃʃimi.
pessimi.
[308]
Alcuni
faccendo bene,
e dando la pecunia loro per Dio,
dicono,
Dio mi ama per
i meriti miei,
e
riceuẽdo
ricevendo
poca pecunia,
e poca
ʃoʃtanza
sostanza
da Dio dice,
Dio
perche mi dishonori?
Tu mi ami poco,
Perche dunque non fate
be-ne
bene
à
poueri,
poveri,
&
a gli orphani ?
Voi amiate piu mangiar l’altrui
he-redita,
heredita,
e adunar danari
che dar per Dio.
Nell’auento
Nell’avento
di Dio
quando l’inferno s’aprira
che farete
uoi
voi
?
Se quella hora
giouaʃʃe,
giovasse,
direbbero
gli huomini,
perche non
ʃi
si
fe bene?
Quel di
nociuo
nocivo
à
cattiui,
cattivi,
non
gio-uera
giovera
coʃa
cosa
alcuna.
All’anime buone
ʃara
sara
detto.
Voltati
à
Dio,
meʃcolati
mescolati
co tuoi,
&
entra nel
Paradiʃo.
Paradiso.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXII.
LXXII.
[309]
IO NON
GIVRO
GIURO
per la terra
habitata da te,
ne
per il figliuolo
ʃimile
simile
al padre,
perche noi facemmo lo
huomo potente,
e forte.
Io ho dato loro gli occhi,
e la
lin-gua.
lingua.
Et ho
moʃtrato
mostrato
loro la
uia
via
retta,
e la torta,
Perche
dunque non
riʃcuote
riscuote
lo huomo,
l’orphano,
il mendico,
e
l’oppreʃʃo
l’oppresso
di
qualunque male?
I credenti,
i patienti,
e gli
ufficioʃi
ufficiosi
ʃederanno
sederanno
alla
de-ʃtra
destra
parte d’Iddio,
e gl’incredoli dalla
ʃinistra,
sinistra,
i quali
ʃaranno
saranno
tutti
coperti di
feruentiβimo
ferventissimo
fuoco.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXIII.
LXXIII.
IDDIO cŏmando che il Sole
appariʃʃe
apparisse
la mattina,
e che
la Luna
ʃoccedeʃʃe
soccedesse
la notte,
e che poi di
nuouo
nuovo
il di
rina-ʃceʃʃe,
rinascesse,
egli fe il Cielo,
e nel profondo collocò
la terra,
commandandole che
produceʃʃe
producesse
tutte le
coʃe
cose
all’huomo
ne-ceʃʃarie,
necessarie,
moʃtrando
mostrando
all’anima
il male.
Chi fa bene,
ʃempre
sempre
ua
va
in-nanzi,
innanzi,
e chi fa male ritorna adietro.
Il tremoto
ʃo-prauenendo
sopravenendo
rouinò
rovinò
tutti coloro di Themuth,
che
contradiʃʃero
contradissero
al Propheta,
perche Dio fattor
di cotai
coʃe,
cose,
non hebbe tema di loro.
[310]
In nome di Dio
Miʃericordioʃo,
Misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXIIII.
LXXIIII.
SI COME
l’auenimento
l’avenimento
della notte copre il di,
&
il di
manifeʃta
manifesta
le
coʃe,
cose,
et il
maʃchio,
maschio,
e la femmina,
e gli atti loro
ʃono
sono
tra
ʃe
se
differenti,
[311]
coʃi
cosi
il timente,
e
diʃtribuitor
distribuitor
de danari in nome di Dio,
e che adora humilmente,
ʃarà
sarà
da noi
meʃʃo
messo
nella
uia
via
retta,
e
coʃi
cosi
faccendo il contrario
ʃarà
sarà
meʃʃo
messo
nel fuoco,
Che
giouera
giovera
la pecunia loro,
quando che
patirãno
patiranno
male?
Noi dominiamo
ne l’uno,
e nell’altro
ʃecolo.
secolo.
Mio propio ufficio,
e
uolere
volere
è
metterui
mettervi
in la
buona
uia.
via.
Per
queʃto
questo
non addomandando premio alcuno,
ʃe
se
non che mi
amiate,
come
ʃete
sete
tenuti.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXV.
LXXV.
[312]
IO TI
GIVRO
GIURO
per la mattina,
e per la
ʃera
sera
che Dio
non ti
laʃciera
lasciera
mai,
e
ʃara
sara
ʃempre
sempre
teco,
il quale
trouan-doti
trovandoti
orphano,
&
incredolo ti ha
inʃegnato
insegnato
la
uia
via
retta,
e
dimoʃtratoʃi
dimostratosi
Dio,
e ti ha fatto di
pouero
povero
ricco.
Il
ʃeco-lo
secolo
futuro
trappaʃʃa
trappassa
queʃto
questo
preʃente
presente
d’eccellenza.
Però
non far
for-za
forza
à
gli orphani,
ne caccierai i
poueri,
poveri,
ma
partiʃci
partisci
ʃeco
seco
il bene che
ti ha dato Dio
come ministratore de beni
ʃuoi,
suoi,
e
giuʃto
giusto
diʃtribuitore,
distribuitore,
ʃperando
sperando
da lui molto piu larga
ricompenʃa.
ricompensa.
{340}
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXVI.
LXXVI.
[313]
LEVANDOTI noi il
maluagio,
malvagio,
ti facemmo il cor
ampio,
capace delle
coʃe
cose
ʃottili,
sottili,
e le
ʃpalle
spalle
graui.
gravi.
Inal-zammo
Inalzammo
il tuo nome,
e la tua facoltà
conuertirà
convertirà
le
dif-ficoltà,
difficoltà,
Vacando da
negotij,
negotii,
inuoca
invoca
Dio humilmente.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXVII.
LXXVII.
CREAMMO noi i
perʃichi,
persichi,
{342}
l’oliue,
l’olive,
il monte Sina,
la
terra,
e lo huomo,
e per noi a
tutti gli huomini,
che credono
ʃara
sara
donato lor merce grande,
Perche contradicono
il di futuro?
Non giudichera Dio quel di
giuʃtamente
giustamente
?
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXVIII.
LXXVIII.
[314]
VACA ALLA lettione,
cominciando in nome di Dio,
perche egli creato lo huomo di nulla,
gli
inʃegno
insegno
l’offi-cio
l’officio
della penna,
&
egli fatto ricco
diuenne
divenne
ʃuperbo,
superbo,
ma
ʃe
se
faceʃʃe
facesse
oratione,
e
limoʃine,
limosine,
Dio non lo
riconoʃcereb-he
riconoscerebbe
piu per reo.
Adunque
ʃecondo
secondo
il poter loro adorino Dio,
e
ʃecondo
secondo
la forza lo preghino.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXIX.
LXXIX.
NOI MANDAMMO
queʃto
questo
libro nella notte Alchidera
feliciβima
felicissima
[315]
meglior di mille
meʃi,
mesi,
pero
queʃta
questa
notte
Dio
mãda
manda
gli Angeli
ʃuoi,
suoi,
a letitia di
queʃto,
questo,
e di quello.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXX.
LXXX.
AVANTI che
ueniʃʃero
venissero
gli huomini de i
libri,
era nata
diʃcenʃione
discensione
tra gli huomini.
[316]
{346}
Tutti adunque che
ʃon
son
ʃotto
sotto
le leggi
ʃon
son
incredoli,
onde patiranno fuoco eterno,
ʃi
si
come i
credenti
haranno da Dio il
Paradiʃo.
Paradiso.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXXI.
LXXXI.
[317]
IL DI CHE la terra
ʃi
si
mouera,
movera,
ogni anima dira i
fat-ti
fatti
ʃuoi,
suoi,
uerranno
verranno
innanzi
à
Dio,
e udiranno ogni lor
fat-to.
fatto.
Quiui
Quivi
tanto bene,
quanto
è
una formica dara la
beati-tudine,
beatitudine,
&
altretanto
uerra
verra
del male.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXXII.
LXXXII.
QVANDO
QUANDO
i
caualli
cavalli
ferono romore,
e che de calci
lo-ro
loro
uʃcironno
uscironno
delle pietre le
fauille,
faville,
la preda,
lo huomo
ʃtudioʃo
studioso
del bene
{348}
non ringratiò
Dio,
ne ha
penʃato
pensato
che
[318]
Dio
ʃuʃcitando
suscitando
i morti delle lor
foʃʃe
fosse
contera loro,
ogni
lor fatto?
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXXIII.
LXXXIII.
[319]
IL DI DEL giudicio gli huomini
uʃciranno
usciranno
come zenzale,
hora andando qua,
hora la,
e i
monti faranno come
lana pettinata.
E chi hara
lieue
lieve
peʃo
peso
uiuera
vivera
ottimamente,
e chi
graue
grave
ʃtara
stara
nel fuoco.
{351}
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXXIIII.
LXXXIIII.
E
QVANDO
QUANDO
molto per
noʃtra
nostra
benignità
accrebbe di
noi il numero,
[320]
fuʃte
fuste
negligenti fino alla morte.
Il di che
ui
vi
ʃarà
sarà
rimprouerato,
rimproverato,
quando
uederete
vederete
il fuoco,
e che
ʃarete
sarete
addimandati del fatto
uoʃtro.
vostro.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXXV.
LXXXV.
[321]
L’HVOMO
L’HUOMO
per
queʃta
questa
hiʃtoria,
historia,
e per
queʃta
questa
lettione horale
puo
acquiʃtare,
acquistare,
e danno,
e perditione,
ʃaluo
salvo
ʃe
se
non
perʃeuerera
perseverera
nel bene,
nel credere,
e in ricordar il
uero.
vero.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXXVI.
LXXXVI.
[322]
LO SPREZZATORE delle
coʃe
cose
buone,
e
l’auaro
l’avaro
ammaʃʃator
ammassator
di danari,
penʃando
pensando
che durino
ʃempre,
sempre,
ʃarà
sarà
dannato
nel fuoco
che
ʃenza
senza
fine di
ʃcemarʃi
scemarsi
gli
abbru-ʃciera
abbrusciera
il cuore.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXXVII.
LXXXVII.
[323]
NON SAI
TV
TU
come Dio
coʃtrenʃe
costrense
l’arti dello huomo
con l’error
dello Elefante,
{356}
mandandogli
ʃquadre
squadre
di
mol-ti
molti
uccelli,
i quali per una pietra gettata
gli
uotauano
votavano
come grano?
{357}
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXXVIII.
LXXXVIII.
[324]
GLI
HVOMINI
HUOMINI
di
Coraʃchino,
Coraschino,
inuochino
invochino
con puro
cuore
Dio,
Signor
di
ciaʃcuno,
ciascuno,
il quale gli fe di timidi
ʃicuri,
sicuri,
e di
biʃognoʃi
bisognosi
abondanti,
e
copioʃi.
copiosi.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.LXXXIX.
LXXXIX.
[325]
{360}
QVELLI
QUELLI
che
contradirãno
contradiranno
in tutto
à
queʃto
questo
libro,
e quelli
che
ʃpogliano
spogliano
gli orphani del loro
hauere,
havere,
e quei che
ʃi
si
ʃono
sono
dimenticati dell’orationi,
e coloro che
nõ
non
fanno bene
ʃe
se
non a
uanagloria,
vanagloria,
e a
dimoʃtratione
dimostratione
ʃaranno
saranno
dannati.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XC.
XC.
[326]
TI HABBIAMO gia preparato in
Paradiʃo
Paradiso
una fonte
.
Fa dunque oratione in
preʃenza
presenza
di Dio,
&
immola al
ʃuo
suo
nome,
il tuo nimico manchera d’aiuto,
e di prole.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XCI.
XCI.
COSI DI A
GLI incredoli.
Io non
ʃeguo
seguo
la
ʃetta
setta
uoʃtra,
vostra,
ne
uoi
voi
la mia.
Adunque a
uoi
voi
reʃti
resti
la
uoʃtra,
vostra,
&
à
me la mia.
[327]
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XCII.
XCII.
[328]
E
QVANDO
QUANDO
tu
uedrai
vedrai
molta gente
riceuer
ricever
la legge
di Dio,
chiedi lor perdono da Dio,
perche egli
è
pio,
e
da-tor
dator
di perdono.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XCIII.
XCIII.
[329]
AD AMILCAR
{365}
non
giouo
giovo
niente la pecunia,
perche
s’occiʃe
s’occise
da
ʃe,
se,
e
ʃara
sara
meʃʃo
messo
nel fuoco,
nel qual e
la
ʃua
sua
donna
legata con catene il collo,
portera le legne.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XCIIII.
XCIIII.
VNO,
UNO,
E SOLO Dio predicherai
coʃtantemente
costantemente
loro,
ne-ceʃʃario
necessario
à
tutti,
&
incorporeo,
ilqual
unq;
unque
non generò,
ne
meno fu generato,
ne ha alcuno a
lui
ʃimile.
simile.
[330]
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XCV.
XCV.
[331]
IN NOME di Dio
ʃantificandoti
santificandoti
prega il
ʃignor
signor
del
Mondo che ti guardi
dalle opere
maluagie,
malvagie,
dalle
catti-ue
cattive
ombre delle tenebre della notte,
da nocumenti de
Ma-gi,
Magi,
e dalle
ʃtregarie.
stregarie.
In nome di Dio
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e Pio.
CAPITOLO
.XCVI.
XCVI.
SANTIFICANDO te,
prega
il Signor di tutte le
genti,
Re di tutti,
Dio di tutti,
che ti difenda
dal
Diauolo
Diavolo
che entra per i
cuori humani,
e da gli huomini
peruerʃi,
perversi,
e Diabolici.
[332]
Et
auenga
avenga
che nel
teʃto
testo
Arabo ci
ʃiano
siano
anchora alcuni pochi
uerʃi,
versi,
co-me
come
ornamento del fine dell’opera,
non dimeno non
eʃʃendo
essendo
di
ʃo-ʃtanza,
sostanza,
ne
appreʃʃo
appresso
il latino interprete,
{369}
li habbiamo
uoluto
voluto
laʃciare,
lasciare,
faccendo fine ad honore di
GIESV
GIESU
CHRISTO,
&
a
confuʃione
confusione
di Macometto
Propheta di
ʃpirito
spirito
Diabolico,
e
Nun-tio
Nuntio
di Antichristo maladetto.