CAPITOLO
.I.
I.
[1]
QVESTO
QUESTO
libro
ʃanza
sanza
falʃità,
falsità,
e
ʃan-z’alcuno
sanz’alcuno
errore,
ueridico
veridico
à
coloro,
i
quali hanno in loro l’amor di Dio,
che
temono,
e honorano quello,
e che
ʃi
si
di-lettano
dilettano
dell’orationi,
e delle
Limoʃine
Limosine
con la
oʃʃeruanza
osservanza
delle leggi
date da
Dio di Cielo
à
te,
e
à
tutti gli altri tuoi
Predeceʃʃori,
Predecessori,
e la
ʃperanza
speranza
del futuro
ʃecolo
secolo
ha fatto
conoʃcere
conoscere
la
ʃetta
setta
ue-race,
verace,
La quale chi la
ʃegue
segue
è
da lei condotto al
ʃommo
sommo
bene,
ʃi
si
come chi non le crede,
e da lei menato
à
perpetuo male,
e quantunque tu
uoglia
voglia
corregerli,
non potranno
conuertirʃi
convertirsi
alla fede,
concioʃia
conciosia
che Dio hara loro indurato gli occhi,
gli orecchi,
e il cuore.
E
confeʃʃeranno
confesseranno
Dio,
e la legge
ʃua
sua
con la bocca,
ma con
l’opere lo negaranno,
e
coʃi
cosi
ʃi
si
acquiʃteranno
acquisteranno
ignorantemente danno
al-l’anima,
all’anima,
e il dubbio
ʃara
sara
loro perpetua pena,
concioʃia
conciosia
che
eʃʃi
essi
eʃʃendoʃerui
essendoservi
de peccati,
preʃumono
presumono
di
moʃtrarʃi
mostrarsi
puri,
e liberi.
QVANDO
QUANDO
ʃi
si
perʃuade
persuade
loro,
che accettino la buona legge,
non
opponendoʃi
opponendosi
alla
ʃcoperta,
scoperta,
dicono che non
uogliono
vogliono
abbracciare
ʃe
se
non
la diritta,
Non dimeno
nell’occaʃioni
nell’occasioni
moʃtrano
mostrano
à
Diauoli,
Diavoli,
che gli
bef-fanno
beffanno
eʃʃer
esser
cattiui,
cattivi,
concioʃia
conciosia
che mutando la Setta
uerace
verace
per la
ini-qua,
iniqua,
e bugiarda,
diuenghino
divenghino
ʃordi,
sordi,
muti,
ciechi,
ridicoli,
e
inconuertibi-li
inconvertibili
à
Dio,
aʃʃomigliandoʃi
assomigliandosi
à
coloro innanzi a
quali,
un fuoco che
ʃia
sia
ac-ceʃo
acceso
ʃi
si
ʃpegne,
spegne,
e che
ʃoccedono
soccedono
le tenebre,
o
uero
vero
a gli occupati d’una
nube,
che habbia
ʃeco
seco
folgori,
e tuoni,
i quali per la tema
ʃi
si
chiudino
gli orecchi,
o
à
quali la
ʃerenita
serenita
dia
trauaglio,
travaglio,
e le tenebre quiete,
[2]
percioche
à
Dio onnipotente,
e
poβibile
possibile
far
ʃi
si
che
nõ
non
uedino,
vedino,
ne odino.
O huomini tutti
inuocando,
invocando,
temete colui,
che
è
Fattore del Signor
uoʃtro,
vostro,
e delle prime
coʃe,
cose,
il qual colloco la Terra di
ʃotto,
sotto,
e il Cielo di
ʃopra,
sopra,
e che manda le pioggie,
gl’arbori,
e i
frutti loro,
e credette che
egli non ha paro,
e
penʃateui
pensatevi
che quel libro
è
in tutto
uerace,
verace,
fatene
un
ʃimile,
simile,
ʃi
si
egli
è
poβibile
possibile
mettendoui
mettendovi
tutte le mani,
e confermatelo
con
teʃtimoni
testimoni
?
[3]
Predicate
à
chi teme,
che il fuoco punirà
i
cattiui,
cattivi,
e che
[4]
i buoni
ʃaranno
saranno
menati nel
Paradiʃo
Paradiso
del Signore,
doue
dove
poʃʃederanno
possederanno
in
eterno acque
dolciʃʃime,
dolcissime,
pomi di
uarie
varie
ʃorti,
sorti,
frutti
diuerʃi,
diversi,
belliβime,
bellissime,
e
mondiβime
mondissime
donne,
e ogni altro bene.
Dio non
ʃi
si
uergognara
vergognara
mai d’agguagliar i
cattiui,
cattivi,
e gli increduli alle Zanzare,
e a
ʃimili
simili
animali.
Molti caminaranno per la buona
uia,
via,
nondimeno molti piu andaranno per
la
cattiua,
cattiva,
i quali facendo quel,
che non
è
da fare,
e da Dio
uetato,
vetato,
ʃeguiranno
seguiranno
la
ʃetta
setta
dannoʃa,
dannosa,
Perche non
ui
vi
piegate a
preghi del
Signo-re
Signore
?
[5]
Egli conducendoci alla
uita
vita
di nulla,
ci farà
morire,
e fara che
ri-ʃuʃcitaremo
risuscitaremo
per lui,
il quale fatte le
coʃe
cose
mondane
aʃcendendo,
ascendendo,
[6]
diʃpo-ʃe
dispose
i
ʃette
sette
Cieli che
ʃanno
sanno
ogni
coʃa,
cosa,
facendo
ʃapere
sapere
a gli Angeli che
uoleua
voleva
far in terra un
ʃimile
simile
à
ʃe,
se,
I quali allhora gli
diβero.
dissero.
Noi
ʃud-diti
sudditi
in tutte le
coʃe
cose
alla
uoʃtra
vostra
Maeʃtà,
Maestà,
diuotamente
divotamente
ui
vi
rendiamo gratie infinite.
Ma egli
ui
vi
ʃarà
sarà
contrario,
e
ʃpargera
spargera
il
ʃangue.
sangue.
[7]
Allho-ra
Allhora
Dio
moʃtrando
mostrando
ʃapere
sapere
coʃa,
cosa,
che gli Angeli non
ʃapeuano,
sapevano,
inʃegnò
insegnò
ad Adamo tutti i
uocaboli
vocaboli
delle
coʃe
cose
da gli Angeli fino allhora
pre-ʃente
presente
non
ʃapute,
sapute,
e gli diede la
ʃua
sua
fauella
favella
oltra gli Angeli,
moʃtran-do
mostrando
che egli
conoʃceua
conosceva
i
ʃecreti
secreti
di tutto il Mondo,
e de cuori
confeʃʃan-do
confessando
prima gl’Angeli che
eʃʃi
essi
non
ʃapeuano
sapevano
i
uocaboli,
vocaboli,
quando che Dio
domando loro che
eʃprimeʃʃero
esprimessero
la peritia de
uocaboli,
vocaboli,
ʃe
se
erano
ueraci.
veraci.
La onde fu commandato a
gli Angeli,
che
eβi
essi
innanzi ad Adamo
ʃi
si
inchinaʃʃero,
inchinassero,
il che fecero tutti da Belzebub infuori.
Fatto tutto
queʃto
questo
per ordine,
commandamo ad Adamo
coʃi,
cosi,
Tu,
e la tua Donna
reʃterete
resterete
in
Paradiʃo
Paradiso
fino
à
tanto che
ui
vi
piacera,
pur che
uoi
voi
non
man-giate
mangiate
di
queʃt’arbore.
quest’arbore.
[8]
Il che
eβi
essi
non
oʃʃeruando
osservando
per la
ʃuaʃion
suasion
del
dia-uolo,
diavolo,
furono cacciati del
Paradiʃo,
Paradiso,
La onde Dio
diʃʃe
disse
loro,
come
à
trangreʃʃori.
trangressori.
Contrariandoui
Contrariandovi
l’un l’altro,
diʃcendete
discendete
in terra,
quiui
quivi
ʃecon-do
secondo
che mi piacera harete luogo horale.
Dopo
hauendo
havendo
Adamo
riceuu-to
ricevuto
il dono della pietà,
e del perdono,
Dio da capo gli
diʃʃe.
disse.
Voi duoi
la-ʃciatemi
lasciatemi
il mio
Paradiʃo,
Paradiso,
e prendete da me la
uia
via
della
uita,
vita,
e chi mi
imitera non hara paura,
ne pericolo,
ma chi mi
ʃarà
sarà
contrario
entre-rà
entrerà
nel fuoco dell’Inferno ilquale non ha fine.
[9]
Voi dunque
ò
figliuoli
d’Iʃraele,
d’Israele,
i quali
ui
vi
ricordate de benefici,
che io
ui
vi
ho fatti,
fuggite
la
diʃʃolutione
dissolutione
della pace tra
uoi
voi
fatta,
temendo me
ʃopra
sopra
tutte le
coʃe,
cose,
e
conoʃcete
conoscete
che
queʃto
questo
libro di
queʃta
questa
mia legge
mandatoui
mandatovi
dal
Cie-lo
Cielo
è
il confermamento della
uoʃtra
vostra
legge,
La onde egli
è
ragioneuole,
ragionevole,
che
uoi
voi
non
ui
vi
mettiate ad
eβere
essere
i primi
à
contradirle,
e
biaʃimarla.
biasimarla.
[10]
State dunque forti con proponimento di non
meʃcolar
mescolar
le
falʃità
falsità
col
uero,
vero,
ne tacere quel che
ʃi
si
conoʃce
conosce
che non
è
uero,
vero,
e
leuarʃi
levarsi
all’oratio-ni
all’orationi
con gran
riuerenza
riverenza
di corpo,
e di mente,
pagar le decime,
e i
debi-ti
debiti
à
Dio,
e far
aʃtinentia,
astinentia,
e
ʃpeʃʃe
spesse
orationi,
le quai
coʃe,
cose,
ʃi
si
come
ʃo-no
sono
à
cattiui
cattivi
difficili,
e amare,
coʃi
cosi
à
buoni,
e che
uoglian
voglian
tornar al
Si-gnore
Signore
ʃon
son
facili,
e dolci.
Egli
è
appreʃʃo
appresso
queʃto
questo
da
guardarʃi,
guardarsi,
che
co-loro
coloro
che predicano che
ʃi
si
faccia bene non faccino
eβi
essi
il contrario,
[11]
e
che leggendo non
reʃtino
restino
nella lor
maluagità.
malvagità.
Voi
ò
figliuoli
d’Iʃraele
d’Israele
ʃiate
siate
eʃʃecutori
essecutori
di
queʃte
queste
leggi,
ricordandoui
ricordandovi
di temer il di del
giu-dicio,
giudicio,
nel quale,
neʃʃuna
nessuna
anima non harà
interceʃʃore
intercessore
ne
ʃuʃtituto
sustituto
al-cuno,
alcuno,
e
ricordateui
ricordatevi
di tutti quei beni,
ch’io ho dato
à
uoi
voi
miei diletti.
[12]
Nõ
Non
ho io
liberatoui
liberatovi
delle mani di Pharaone,
che
occideua
occideva
la
uostra
vostra
pro-le,
prole,
e
toglieua
toglieva
le
dõne
donne,,
facendoui
facendovi
paʃʃar
passar
cõmodamente
commodamente
per il mare,
e affogando
eβi
essi
che
ui
vi
perʃeguitauano
perseguitavano
?
[13]
Nondimeno
uoi
voi
adoraʃte
adoraste
il
uitello,
vitello,
mentre che
Moʃe
Mose
ʃtè
stè
.xl.
xl.
giorni
à
digiunare per
hauer
haver
le leggi.
Ma di
queʃto
questo
peccato
ui
vi
fù
hauuto
havuto
compaβione,
compassione,
e
ui
vi
fù
perdonato,
e mi
rẽdeʃte
rendeste
gratie
per il libro
datoui
datovi
da
Moʃe,
Mose,
il quale ci
daua
dava
à
conoʃcere
conoscere
il
be-ne,
bene,
e il male
conoʃcendo
conoscendo
uoi
voi
rettamente la
uia
via
della
uita,
vita,
gridandoui
gridandovi
Moʃe
Mose
dell’adoratione del
uitello,
vitello,
la quale
ui
vi
era
nociua
nociva
all’anime,
dicen
doui
dovi
egli,
che egli era
coʃa
cosa
ottima
inuocar
invocar
Dio,
e mortificar l’anime
noʃtre,
nostre,
e
coʃi
cosi
impetraʃte
impetraste
da Dio perdono,
eʃʃendo
essendo
egli
piiβimo.
piissimo.
uoi
voi
diceʃte
diceste
che
uoi
voi
non
uoleuate
volevate
far
coʃa
cosa
alcuna di
queʃte,
queste,
ʃe
se
prima non
uedeuate
vedevate
Dio,
La onde egli
ui
vi
ʃi
si
moʃtrò
mostrò
in forma di folgore,
e
perdonatoui
perdonatovi
an-cho
ancho
di
queʃto,
questo,
fummo
uoʃtri
vostri
protettori,
[14]
e
piouendo
piovendo
uidemmo
vi demmo
la manna
dolciβima,
dolcissima,
quando noi dicemmo,
Entrando nelle
uille
ville
pigliate il cibo di
qualunq;
qualunque
luogo,
e entrando per la porta,
humilmente fate il
uoto
voto
cõ
con
ri-
gratiamẽto
rigratiamento,,
e
coʃi
cosi
Dio farà
gratia
à
cattiui
cattivi
perdonando,
e a
buoni darà
ʃtato
stato
migliore,
e i
cattiui
cattivi
dicendo,
non
à
noi facemmo da capo
uendetta,
vendetta,
Moʃe
Mose
domandando la pioggia alle
ʃue
sue
genti,
io
inʃegnandoli,
insegnandoli,
egli
per-cotendo
percotendo
con la
uerga
verga
una pietra,
fe
naʃcer
nascer
.xij.
xii.
fonti per bere,
[15]
Eβi
Essi
hauuto
havuto
da bere,
e da mangiare perche non
predaʃʃero
predassero
l’altrui
coʃe,
cose,
diceua-no,
dicevano,
che gli
ueniua
veniva
lor
faʃtidio,
fastidio,
mentre che
mangiauano
mangiavano
d’una
coʃa
cosa
ʃo-la,
sola,
La onde
eβi
essi
pregando
Moʃe,
Mose,
che il Creatore a
ʃuoi
suoi
preghi
faceʃ-ʃe
facesse
naʃcere
nascere
nella terra
coʃe
cose
da mangiare,
come biete,
cocomeri,
agli,
lenticchie,
e cipolle dicemmo,
uoi
voi
domandando il peggio per il megliore,
andate in Egitto,
e
quiui
quivi
harrete quel che piu
ui
vi
aggrada,
perche
quiui
quivi
erano
ʃprezzati
sprezzati
in calamita,
e mal menati,
Eβi
Essi
adunque
partendoʃi
partendosi
gli
ʃoprauenne
sopravenne
l’ira
diuina,
divina,
e furono
trouati
trovati
bugiardi,
micidiali,
i quali
nõ
non
temeuano
temevano
Dio.
Egli
è
da
ʃaper
saper
generalmente,
che ogni huomo che
ui-ue
vive
rettamente,
o
ʃia
sia
Giudeo,
o
Chriʃtiano,
Christiano,
o qual
ʃi
si
uoglia
voglia
che
laʃci
lasci
la
ʃua
sua
legge,
e
uada
vada
ad un’altra:
pur che adori Dio,
e faccia bene,
ĩdubitatamente
indubitatamente
ʃara
sara
ʃaluo.
salvo.
[16]
O Giudei,
uoi
voi
a
uoʃtri
vostri
uoti
voti
credendo,
ui
vi
inalzammo
ʃopra
sopra
il Monte,
E
coʃi
cosi
temendo Dio per forza,
e per
uirtu
virtu
abdiʃte
abdiste
a
no-ʃtri
nostri
commandamenti,
i quali
hauendo
havendo
uoi
voi
abbandonati meritaste pena,
e
morte,
ʃe
se
la
diuina
divina
pietà
non
ui
vi
ʃouueniua,
sovveniva,
A
uoi
voi
che
ʃapeuate
sapevate
la
uẽdetta
vendetta
diuina,
divina,
cio che ella
è,
e che de Sabbato
faceʃte
faceste
quel che non era
leci-to,
lecito,
mandò
un
ʃegnale
segnale
della
ʃua
sua
ira per corregger i
buoni.
Dopo
ri-prendeʃte
riprendeste
un’altra
uolta
volta
Moʃe,
Mose,
che per
uolontà
volontà
di Dio
uoleua
voleva
che
le
uacche
vacche
s’occideʃʃero,
s’occidessero,
domandandogli s’egli di
uoi
voi
ʃi
si
rideua.
rideva.
Il che
egli negando,
aggiungendo,
che
uoi
voi
non
erauate
eravate
ʃtolti,
stolti,
pure perche l’eta delle
uacche
vacche
fuʃʃe
fusse
conoʃciuta
conosciuta
per la
ʃua
sua
inuocatione,
invocatione,
da
uoi
voi
domandato
diʃʃe.
disse.
Siano di mediocre età,
ne
uecchie,
vecchie,
ne
giouani,
giovani,
e a
uoi
voi
certi non
aggiunʃe
aggiunse
in tutto
{17}
ʃiano
siano
ʃane,
sane,
e non
ʃiano
siano
mai
ʃtate
state
ʃotto
sotto
il giogo,
o
à
du-rar
durar
fatica.
[17]
Voi allhora
confeʃʃando,
confessando,
che egli
ʃapeua
sapeva
la
uolontà
volontà
di Dio,
occideste a
pena la
uacca.
vacca.
Quando uno che
oʃʃerua
osserva
la legge di Dio
uorra
vorra
ʃapere
sapere
chi hara
occiʃo
occiso
lo huomo,
e che non
ʃi
si
ʃappia,
sappia,
tocchi il morto con
un pezzo di quella
uacca,
vacca,
perche egli
riʃuʃcitando
risuscitando
dira,
chilo
chi lo
occiʃe.
occise.
[18]
Queʃte
Queste
coʃe,
cose,
e
ʃimiglianti,
simiglianti,
ʃapute
sapute
da Giudei,
non gli
muouono
muovono
dalla
du-rezza
durezza
loro,
perche
eʃʃi
essi
hanno i
cuori di pietra,
anzi piu duri,
perche
dalle pietre per tema di Dio
eʃcono
escono
l’acque,
Tu
aʃpetti
aspetti
dunque che
queʃte
queste
genti
ʃi
si
conuertino
convertino
alla tua legge?
mai non
ʃarà
sarà
il
uero.
vero.
Eβi
Essi
hanno mutato la parte
{20}
di Dio,
l’udire,
e il
conoʃcimento,
conoscimento,
ne
uoglion
voglion
adoperar
neʃʃuna
nessuna
coʃa
cosa
di
queʃte,
queste,
Ma pigliando co buoni le commodità
deʃi-derano
desiderano
d’eʃʃer
d’esser
numerati tra loro,
[19]
Ma ci
è
chi giudica il tutto,
quan-tunque
quantunque
ʃappino,
sappino,
che Dio
conoʃce
conosce
i
ʃecreti
secreti
della mente,
e la
uoce,
voce,
[20]
Molti
non per leggere,
ma per l’altrui parole
conʃeguendo
conseguendo
la legge,
coʃtan-temente
costantemente
affermando i
libri non
eʃʃer,
esser,
&
eʃʃer
esser
tra il
uero,
vero,
afferma-no
affermano
Dio
offeʃo
offeso
da gli
ʃcrittori,
scrittori,
concioʃia
conciosia
che
ʃotto
sotto
il
ʃuo
suo
nome
ʃiano
siano
ʃe-gnati
segnati
gli altrui libri,
&
che il fuoco non gli nuocerà
ʃe
se
non al
tem-po
tempo
ordinato.
All’incontro gli
ʃcrittori
scrittori
dicono,
Con chi
fermaʃte
fermaste
que-ʃto
questo
patto?
[21]
Ogni peccator della colpa,
accumulando colpe
ʃara
sara
abbru-ʃciato
abbrusciato
dal fuoco eterno,
ʃi
si
come ogni huomo che temerà
Dio,
e
fa-rà
farà
buone opere,
godera eternamente il
Paradiʃo,
Paradiso,
I figliuoli di
Iʃraea
Israe
le,
i quali
ʃolamente
solamente
daranno fede ad alcuni libri,
emolti
e molti
altri non
cre-deranno,
crederanno,
accettandone pochi,
e apparecchiando
queʃta
questa
uita
vita
alla
futu-ra,
futura,
patiranno
diʃpreggi,
dispreggi,
e pena in
queʃto
questo
ʃecolo
secolo
ʃanza
sanza
alcun fine.
[22]
Perche
eβi
essi
fatti rei hanno rotto la pace fermata con loro della
dilet-tion
dilettion
nostra,
cio
è
che
eβi
essi
adoraʃʃero
adorassero
un
ʃolo
solo
Dio,
ʃouueneʃʃero
sovvenessero
al
Pa-dre,
Padre,
e alla Madre,
a
profeʃʃori
professori
della legge loro,
e gli orfani,
e a
po-ueri,
poveri,
benediceʃʃero
benedicessero
il tutto,
che non
pregaʃʃero
pregassero
per
neʃʃuno
nessuno
che
haueʃʃe
havesse
occiʃo
occiso
altri,
[23]
e che non
riʃcoteʃʃero
riscotessero
i prigioni da gli nimici
eʃʃendo
essendo
tra
loro
ʃeditione.
seditione.
[24]
Dopo dato il libro a
Propheti,
e a
CHRISTO
figli-uolo
figliuolo
di MARIA,
il cui
ʃpirito
spirito
diuino
divino
fù
aiuto,
e
teʃtimone,
testimone,
[25]
Perche
hauete
havete
occiʃo,
occiso,
e contradetto a
Propheti,
che
ui
vi
hanno predicato,
che quel
che
ui
vi
ʃpiacque
spiacque
?
perche non
hauete
havete
fauorito
favorito
queʃto
questo
libro
mandatoui
mandatovi
dal
Cielo per confermatione delle
uoʃtre
vostre
leggi?
perche
hauete
havete
uoluto
voluto
con-tradir
contradir
ad una
coʃa
cosa
manifeʃta
manifesta
a tutti?
Se
ʃete
sete
buoni,
perche occidete i
Propheti?
Voi
iʃtrutti
istrutti
di
ʃcienza,
scienza,
e di
uirtu
virtu
da
Moʃe,
Mose,
adoraste il
uitel-lo,
vitello,
e fermato il patto della dilettion
noʃtra,
nostra,
e inalzato il Monte
ʃopra
sopra
noi,
{28}
e
preʃo
preso
per forza il
noʃtro
nostro
commandamento
l’udiʃte,
l’udiste,
e
fuʃte
fuste
auer-ʃari,
aversari,
e contrari alle
uoʃtre
vostre
leggi.
[26]
[27]
Se
uoi
voi
fuβi
fussi
ueraci
veraci
non
deʃiderereʃte
desiderereste
uoi
voi
la morte,
quando
ui
vi
uien
vien
promeʃʃa
promessa
la
uita
vita
futura innanzi
à
tutte
l’altre genti?
Ciaʃcuno
Ciascuno
di
uoi
voi
deʃidera
desidera
di
uiuer
viver
lungamente
per la
co-
ʃcienza
coscienza
del malfatto per il
paʃʃato,
passato,
quantunque il merito non
ʃia
sia
baʃtante
bastante
à
leuarui
levarvi
il futuro,
concioʃia
conciosia
che
ʃarete
sarete
tutti giudicati
ʃecondo
secondo
le
coʃe
cose
fatte.
[28]
Ogniuno che
ʃarà
sarà
contrario
à
Gabriello il quale per nome
del Creatore,
ti mette nel cuor
queʃto
questo
libro
meʃʃotti
messotti
nelle mani co
di-uini
divini
commandamenti,
e che promette
à
buoni buona
ʃperanza
speranza
caminando per la
uia
via
retta,
ogniuno dico che
ʃarà
sarà
contrario
à
Dio,
à
Michele,
e a
gli Arcangeli
ʃarà
sarà
grauemente
gravemente
afflitto.
Noi ti habbiamo dato
coʃe
cose
ʃtabili,
stabili,
e chiare,
alle quali i
cattiui
cattivi
per
uia
via
alcuna non obediranno,
con-cioʃia
conciosia
che i
Propheti
ueraciβimi
veracissimi
diʃpregiarono
dispregiarono
la legge
fermiβima,
fermissima,
facendo poco cura de
ʃuoi
suoi
cõmandamenti
commandamenti,,
e
coʃi
cosi
diʃpreggiata
dispreggiata
la legge fù
moʃtrata
mostrata
la
ʃcienza
scienza
à
Salomone da
Diauoli,
Diavoli,
quantunque
cattiui,
cattivi,
cioe de
preʃagi,
presagi,
e della magica,
come
è
della
diuiʃion
division
della donna,
e del marito,
e
coʃe
cose
ʃimiglianti,
simiglianti,
[29]
la quale i
ʃuoi
suoi
Prencipi in Babilonia,
cioé
Arot,
e
Marot non
inʃegnauano
insegnavano
ʃe
se
prima non
ʃi
si
diʃpreggia
dispreggia
il Creatore,
e la
ʃua
sua
legge.
Nondimeno non gli furono di momento
ʃe
se
non
cõcedendolo
concedendolo
Dio,
impararono ricercando
ʃottilmente
sottilmente
il nocumento dell’anime loro,
e la
morte,
piu
ʃarebbe
sarebbe
ʃtato
stato
loro utile temere Dio,
credere,
e
ʃperare.
sperare.
Non
ti
ʃara
sara
mandato libro alcuno da Dio
ʃecondo
secondo
il
uolere
volere
de
ʃimili
simili
incredoli,
Ma la
ʃua
sua
pietà,
e il
ʃuo
suo
dono
ʃi
si
uede
vede
in chi egli
uuole,
vuole,
e quando egli
uuole,
vuole,
i cui commandamenti
ʃprezzati
sprezzati
concedera
coʃa
cosa
ʃimigliante,
simigliante,
o
piu
leue.
leve.
Chi puo
giouar
giovar
all’anima
ʃua
sua
ʃanza
sanza
Dio,
ilquale
è
gouerna-tore
governatore
della Terra,
e del Cielo?
Amando dunque lui,
cercate da lui la
uoʃtra
vostra
ʃalute,
salute,
e il
uoʃtro
vostro
bene,
ʃi
si
come molti fecero,
prima da
Moʃe,
Mose,
ne
ui
vi
partite mai dalla
uostra
vostra
fede,
per
darui
darvi
a gli increduli.
Hauendo
Havendo
i libri
tratti
dall’inuidia,
dall’invidia,
uorrebbero,
vorrebbero,
che
uoi
voi
che
hauete
havete
la
uera
vera
legge,
ui
vi
atteneβi
attenessi
alla
cattiua.
cattiva.
Ma
uoi
voi
durate pure,
fin che
ui
vi
ʃia
sia
manifeʃto
manifesto
che
à
Dio piaccia,
uigilate,
vigilate,
date le decime.
Perche il Creatore
conoʃcera
conoscera
il
merito di
ciaʃcuno.
ciascuno.
Dicono,
che
neʃʃuno
nessuno
entrera in
Paradiʃo
Paradiso
ʃe
se
non i
Chriʃtiani,
Christiani,
e i
Giudei.
Il che
eʃʃendo
essendo
uero,
vero,
prouinlo
provinlo
con ragioni.
[30]
Generalmente tutti coloro che amano hanno ad
auertire,
avertire,
perche ogniuno che
uoltera
voltera
la
ʃua
sua
faccia
à
Dio,
&
fara bene hara merito da Dio.
[31]
Quantunque tra
Chriʃtiani,
Christiani,
e i
Giudei
ʃia
sia
lite,
e gara.
Neʃʃun
Nessun
di loro
puo
rimprouerar
rimproverar
che l’altro
ʃia
sia
ʃanza
sanza
legge,
l’uno e
l’altro ha il
li-bro
libro
de commandamenti.
Dio nell’altro
ʃecolo
secolo
diffinira le liti di coloro,
che diranno
queʃte
queste
coʃe,
cose,
e
diʃimiglianti.
disimiglianti.
[32]
Chi
è
peggiore di colui,
che
niega che
ʃi
si
faccia la
caʃa
casa
dell’orationi,
e che procura la
ʃua
sua
diʃtruttio-ne
distruttione
?
Mai non s’entri nel Tempio,
ʃe
se
non con gran timore,
altrimenti
facendo
ʃi
si
patira in
queʃto
questo
ʃecolo
secolo
aʃʃai
assai
uergogna,
vergogna,
e nell’altro
grãdiʃs
grandiss..
pena.
Eʃʃendo
Essendo
Dio
all’Oriẽte
all’Oriente,,
e all’Occidente,
in
qualunq;
qualunque
parte
ʃi
si
ʃpargeranno
spargeranno
l’orationi loro là
lo
troueranno,
troveranno,
perche la pietà
ʃua
sua
non
è
circunʃcritta
circunscritta
in alcun luogo.
La
ʃua
sua
ʃapienza
sapienza
abbraccia il tutto.
Al-cuni
Alcuni
altri dicono,
che il Creator
dell’uniuerʃita
dell’universita
Re del Cielo,
e della
Terra,
il quale col
ʃuo
suo
cenno fa il tutto,
e
à
cui
ʃon
son
ʃubiette
subiette
tutte le
co-ʃe
cose
ha
hauuto
havuto
un figliuolo.
Eʃʃi
Essi
non dicono il
uero.
vero.
[33]
Ma
queʃti
questi
tali
igno-ranti,
ignoranti,
simili in
queʃto
questo
à
i lor
anteceʃʃori,
antecessori,
dicono che crederanno,
ʃe
se
Dio
fauellerà
favellerà
loro,
e darà
loro
uirtu.
virtu.
Non habbiamo noi molte
uolte
volte
uedu-to
veduto
le
coʃe
cose
difficili,
e
ʃublimi
sublimi
con il
teʃtimone
testimone
de
ʃapienti
sapienti
?
Et hora io ti
commetto commandamenti
ueraci,
veraci,
co quali tu
inʃegnerai
insegnerai
à
buoni,
non
ti curando punto di coloro,
che
ʃon
son
predeʃtinati
predestinati
al fuoco,
Ma predicherai a
Giudei,
e
à
Chriʃtiani,
Christiani,
che non ci
è
altra legge buona che quella
del Creatore.
Quãtunque
Quantunque
eβi
essi
nõ
non
credino alla legge,
ne per i
tuoi detti s’acquetino
ʃe
se
non quando tu
ʃarai
sarai
della lor legge,
le qual
ʃe
se
tu
ʃe-guirai
seguirai
gia nella
noʃtra
nostra
ammaeʃtrato,
ammaestrato,
perderai la dilettione,
e il don
di Dio,
Tutti che legeranno
queʃto
questo
libro mandato dal Cielo
ʃemplice-mente,
semplicemente,
ʃenza
senza
dubio in lui crederanno.
E gl’increduli
ʃaranno
saranno
perpe-tuamente
perpetuamente
puniti.
[34]
Abramo che fini tutti i
commandamenti da Dio
fat-toli,
fattoli,
fù
da Dio fatto
ʃuo
suo
Rettore,
e Dottore,
alquale Abramo
riʃpon-dendo
rispondendo
diʃʃe.
disse.
Che faro io della mia generatione?
Diʃʃe
Disse
Dio.
Non
dirai le mie parole a
gli huomini
cattiui,
cattivi,
e
peruerʃi,
perversi,
[35]
Dopo
com-mandammo
commandammo
ad
eʃʃo
esso
Abramo,
e parimente ad
Iʃmaelle,
Ismaelle,
che
faceʃʃero
facessero
un
Tempio,
&
che
proponeʃʃero
proponessero
il commodo de gli huomini,
accioche
fuʃʃe
fusse
puro,
ornato,
mondo,
e idoneo
à
chi
ueniʃʃe
venisse
quiui
quivi
adorare.
Abramo facendo le fondamenta
diʃʃe.
disse.
O Creatore ottimo
ʃantificati
santificati
queʃto
questo
luogo
coʃtituendo
costituendo
quel Tempio,
e
inʃegnando
insegnando
à
noi,
e a
noʃtri
nostri
figliuoli,
che credono in te quel che
ʃi
si
habbia
à
far di bene,
e
perdo-nando
perdonando
loro,
come
miʃericordioʃo,
misericordioso,
e
pietoʃo
pietoso
della
noʃtra
nostra
prole,
deʃta
desta
un
mediatore Propheta il quale notifichi le tue
uirtu
virtu
in
ʃcrittura,
scrittura,
e che
le benedica,
concioʃia
conciosia
che tu
ʃia
sia
dottore
eccelʃo,
eccelso,
e che
ʃai,
sai,
e odi ogni
coʃa.
cosa.
Ciaʃcuno
Ciascuno
adunque che
diʃpregiera
dispregiera
la legge di Abramo,
e la
la-ʃciera,
lasciera,
ʃara
sara
ueramente
veramente
animal brutto.
Il quale domandato da Dio
in chi egli
credeʃʃe,
credesse,
confeʃʃo
confesso
che egli
credeua
credeva
in Dio Re di tutto il
Mondo.
Onde egli amato da Dio,
fù
tra buoni coronato.
[36]
[37]
Abramo
in-timando
intimando
cotal precetto al
ʃuo
suo
figliuolo,
e a
Iacob
diʃʃe,
disse,
Non
muta-te
mutate
queʃta
questa
legge
ʃanta,
santa,
e diletta data da Dio
à
uoi,
voi,
innanzi la morte,
e Iacob
appreʃʃandoʃi
appressandosi
alla morte,
diʃʃe
disse
a
ʃuoi
suoi
figliuoli,
Chi adorarete
uoi
voi
quand’io
ʃaro
saro
morto?
Riʃpoʃero,
Risposero,
un
ʃol
sol
Creatore,
quello che tu
adori,
e Abramo
Iʃmahel,
Ismahel,
&
Iʃaac,
Isaac,
&
gli
diʃʃe
disse
loro,
[38]
Dio giudice ha dato a
loro,
che
ʃon
son
gia morti il merito
ʃecondo
secondo
l’opera,
e il
ʃimigliante
simigliante
fara a
uoi,
voi,
ne le
uostre
vostre
opere
ʃaranno
saranno
ricercate da
uoi,
voi,
ne
uoi
voi
ricerche-rete
ricercherete
le loro.
Hora i
Giudei,
e i
Chriʃtiani
Christiani
forzandoʃi
forzandosi
di torti le genti,
che ti
è
ʃtata
stata
commeʃʃa,
commessa,
accioche
eβi
essi
abbraccino la lor legge,
ammoni-ʃcono
ammoniscono
che
ʃi
si
faccia
profeβione
professione
nella loro,
Ciaʃcuno
Ciascuno
di loro conferma che
la
ʃua
sua
legge
è
migliore.
O
giuʃtiβimi
giustissimi
huomini,
ella fa
giuʃtamente
giustamente
pro-feβione
professione
d’abbracciar la legge di Abramo,
e non altra,
Tu adunque predica loro la fede del Creatore,
perʃuadendoli,
persuadendoli,
che adorando il Creatore
credino fermamente
à
libri
diuinamente
divinamente
mandati
à
te,
ad Abramo,
ad
Iʃmaele,
Ismaele,
a
Iʃaac,
Isaac,
a Iacob,
alle Tribu,
e alle leggi di
Moʃe,
Mose,
e di
CHRI-STO,
CHRISTO,
e di tutti gli altri Propheti,
non facendo tu differenza di
alcu-no.
alcuno.
S’eβi
S’essi
obediranno
à
noʃtri
nostri
commandamenti,
imiteranno una ottima
ʃetta,
setta,
ma
ʃe
se
faranno altrimenti,
Dio ti liberera da loro.
[39]
Noi
ʃiamo
siamo
in tutto
ʃoggetti
soggetti
alle parole.
Il Creatore delle quali non
ʃi
si
truoua
truova
coʃa
cosa
migliore
.
Ma
eβi
essi
dicono,
che Abramo,
Iʃmahele,
Ismahele,
e i
loro
ʃeguaci
seguaci
furon
Chriʃtiani.
Christiani.
Eβi
Essi
conoʃcono
conoscono
la
uerità,
verità,
e Dio meglio di loro la
conoʃce.
conosce.
Ma
ta-cendo
tacendo
peccano,
Dio non addomandera delle opere
noʃtre
nostre
alla gente
paʃʃata,
passata,
ne
uoi
voi
delle loro
cercãdo
cercando,,
perche la gente
cattiua
cattiva
laʃciò
lasciò
l’Oriente
nell’oratione
eʃʃendo
essendo
ʃuo
suo
l’Occidente,
e l’Oriente,
e menando
à
ʃe
se
tutti
i
ʃuoi
suoi
eletti,
ma
ui
vi
domandera delle opere da
uoi
voi
medeʃimi
medesimi
fatte,
ʃe
se
hauete
havete
fatto
limoʃine,
limosine,
ʃe
se
peregrinaggi,
ʃe
se
orationi
inuocando
invocando
diuotamente
divotamente
il
nome di Dio.
Comanda loro
adũque
adunque
che temendomi,
nell’orare
uʃino
usino
humilta,
&
la notte
ʃi
si
leuino
levino
a
queʃto
questo
effetto,
{43}
&
ʃi
si
uoltino
voltino
uerʃo
verso
Mecca
nell’orationi,
e
ʃe
se
il popolo della legge non
uorra
vorra
quella parte nell’orare,
tu non lo
ʃeguire,
seguire,
[40]
Perche tu che gia
ʃei
sei
iʃtrutto
istrutto
nella legge
noʃtra,
nostra,
ʃarai
sarai
connumerato tra
cattiui,
cattivi,
Eβi
Essi
con i
loro figliuoli
conoʃcono
conoscono
la
ue-rità,
verità,
quantunque molti di loro la nieghino.
Appreʃʃo
Appresso
è
da
guardarʃi,
guardarsi,
che non
ʃii
sii
imitatore di coloro,
i quali hora affermano,
e hora niegano
Ogniuno che orera in qualunque
uerʃo,
verso,
chiedendo quel che
è
buono,
ʃara
sara
eʃʃaudito
essaudito
da Dio.
Quautunque
Quantunque
il
uerace
verace
modo d’orare
ʃia
sia
uerʃo
verso
il
centro del tempio di Mecca Dio
teʃtimone.
testimone.
[41]
E perche le mie parole
fac-cino
faccino
in te frutto,
e perche tu
ʃeguiti
seguiti
una buona
ʃetta,
setta,
temi me
ʃolamen-te,
solamente,
e
coʃi
cosi
uoi
voi
tutti
inʃieme,
insieme,
de quali ho
ʃuʃcitato
suscitato
il Propheta,
il quale
ui
vi
moʃtri
mostri
quel che innanzi mai
uoi
voi
non
hauete
havete
ʃaputo,
saputo,
Chiamate il mio
nome rendendo gratie,
e non lo negate,
ʃe
se
uolete
volete
che io
ui
vi
chiami a
me.
Quei che
ʃon
son
buoni,
faccino che
giouino
giovino
loro
l’oratiõi
l’orationi
per la patientia,
e per
l’aʃtinenza.
l’astinenza.
Iddio habita in huomini tali,
e
à
quelli concede la
ʃua
sua
gratia,
Coloro che comportano patientemente il mandato della tema di
Dio,
la fame,
e il danno,
mieteranno l’allegrezza della
uita
vita
della
pecu-nia,
pecunia,
de gli arbori,
[42]
e
ʃoprauenendo
sopravenendo
infortunio,
diranno.
O Creatore noi
ʃiamo
siamo
tuoi,
ritornaremo
à
te.
Coloro che
ʃon
son
morti per
cõmandamento
commandamento
d’Iddio,
e per
ʃua
sua
uolontà,
volontà,
neʃʃuno
nessuno
gli tenga per morti,
ma credino che
ʃieno
sieno
uiui,
vivi,
e
ʃani.
sani.
[43]
Andando
à
Mecca,
non
ʃi
si
reʃti
resti
per alcun
cõto
conto
di andare
à
quel luogo,
che
è
nel
uiaggio
viaggio
chiamato Acefa,
Dio rimunera il
doppio
à
ciaʃcun
ciascun
che mette bene ne cuori puri,
e buoni,
egli perdonara il
male
à
cattiui,
cattivi,
e dara bene
à
buoni
eʃʃendo
essendo
egli
pietoʃo,
pietoso,
e largo
dona-tor
donator
delle
ʃue
sue
gratie.
Dio
diʃtruggera,
distruggera,
e abborrira coloro che negheranno il bene,
e la
uirtu,
virtu,
dopo che i
libri le faranno noti
à
ʃapienti.
sapienti.
[44]
L’ira di
Dio,
e de gli Angeli,
e de gli huomini,
non
laʃciera
lasciera
mai impunito
colui,
che contradira
à
qual
ʃi
si
uoglia
voglia
minimo mandato di Dio,
et egli mai non
lo riguardera.
[45]
Giurãdo
Giurando
il
falʃo
falso
ʃi
si
confonde l’uno,
e l’altro
giurãdo
giurando
il
uero,
vero,
paʃʃa
passa
à
Giudei.
Diʃʃe
Disse
il Creatore,
io
ʃon
son
ʃolo
solo
Creatore,
ʃempre
sempre
il
me-deʃimo
medesimo
pio,
e
miʃericordioʃo,
misericordioso,
oltra il quale non
ʃe
se
ne
truoua
truova
altro,
I cui
miracoli,
e
uirtuti
virtuti
à
ʃapienti
sapienti
ʃono
sono
la machina del Cielo,
e della Terra,
il
ʃocceʃʃo
soccesso
della notte,
e del giorno,
le
naui
navi
nel mare accommodate per gli
huomini,
la pioggia per la recreanza della terra,
la
compoʃition
composition
di
tut-ti
tutti
gli animali,
i
uenti,
venti,
le nubi che
uengono
vengono
da ogni parte occupando
l’aria,
e la terra,
[46]
parte de gli huomini,
che non adorano Dio,
ma altra
coʃa
cosa
in
ʃuo
suo
luogo,
e l’amano oltra l’altre
coʃe,
cose,
quando
uede
vede
l’ira di Dio,
confeʃʃa,
confessa,
che ella
è
grauiβima,
gravissima,
e
attribuiʃce
attribuisce
à
Dio tutta la forza,
con la
quale Dio ama piu i
buoni,
cernendo con
diuino
divino
giudicio gli empi da
pij
pii
e i
ʃapienti
sapienti
da gli
ʃtolti.
stolti.
Coloro che hanno
ʃeguito
seguito
Setta
cattiua,
cattiva,
quando
ʃentiranno,
sentiranno,
che la pena,
e lo ardor loro,
non hara fine,
ʃe
se
fuʃʃe
fusse
lor lecito
il ritornare,
&
elegger un’altra
ʃetta,
setta,
rifiuterebbono in tutto,
quei
primi Dottori,
che loro
inʃegnarono.
insegnarono.
[47]
Voi dunque huomini mangiate le
coʃe
cose
ʃalate,
salate,
e buone della terra,
[48]
non facendo
à
modo del
diauolo
diavolo
uoʃtro
vostro
auerʃario,
aversario,
ilquale
inʃegnãdoui
insegnandovi
le
maluagità
malvagità
ui
vi
fara errare.
Queʃti
Questi
pregati
d’oʃʃeruar
d’osservar
i precetti
diuini,
divini,
dicono che
eβi
essi
nõ
non
uogliono
vogliono
ʃeguitar
seguitar
altra Setta di quella,
che i
maggior loro
ʃeguirono.
seguirono.
[49]
Dunque imiterete i
Padri
uoʃtri,
vostri,
ʃe
se
ʃaranno
saranno
ciechi,
e
ʃordi
sordi
?
Sarete dunque come
ʃordi,
sordi,
muti,
ciechi,
e
ʃtolti,
stolti,
e
ʃimiglianti
simiglianti
a coloro,
i quali non
ʃanno
sanno
altro,
ʃe
se
non
quel che
eβi
essi
hanno udito.
O huomini buoni grati
à
Dio,
mangiate quel
che egli
ui
vi
ha dato di buono,
rendendogli gratie,
e chiamando
eʃʃo
esso
ʃopra
sopra
tutte l’altre
coʃe.
cose.
[50]
Aʃteneteui
Astenetevi
da i
morticini dal Porco,
e dal
ʃangue,
sangue,
e
da ogni altro animale che
ʃia
sia
morto,
e non nel nome del Creatore.
Ma
ʃe
se
ui
vi
ʃaran
saran
portate
queʃte
queste
coʃe,
cose,
che la
neceβità
necessità
lo richiegga,
e il luogo,
non
uoglio
voglio
però
che
uoi
voi
penʃiate
pensiate
che
ʃia
sia
peccato,
Perche Dio che
è
pie-toʃo
pietoso
perdoneraui
perdoneravi
di
queʃto.
questo.
Chi contradira
à
queʃto
questo
libro dato dal Creatore
ʃara
sara
continouamente
continovamente
conʃumato
consumato
dal fuoco
ineʃtinguibile,
inestinguibile,
e non gli
giouera
giovera
opera alcuna che egli
ʃi
si
faccia,
I quali nel
ʃecolo
secolo
futuro non
udiranno le parole
diuine,
divine,
e le pene non
ʃaranno
saranno
lor diminute,
hauendo
havendo
uoluto
voluto
piu
toʃto
tosto
la
cattiua
cattiva
ʃetta,
setta,
che la buona,
e l’ira di Dio che
l’amo-re,
l’amore,
conʃentendo
consentendo
piu
toʃto
tosto
all’errore,
che al libro mandato dal Cielo,
[51]
Voltarʃi
Voltarsi
orando
uerʃo
verso
l’Occidente,
ouero
overo
l’Oriente,
non fa che lo huomo
ʃia
sia
uerace,
verace,
e fedele,
ma credere in Dio,
nel di del giuditio,
a gli
Ange-li,
Angeli,
a libri,
e a
Propheti,
compartir i
ʃuoi
suoi
danari,
e la
ʃua
sua
robba
caritati-uamente
caritativamente
a
ʃuoi
suoi
parenti,
a gli orfani,
a
poueri,
poveri,
a coloro che
uanno
vanno
cer-cando
cercando
a porta a
porta,
a prigioni,
far oratione,
pagar i
debiti a
Dio,
hauer
haver
fede,
e
coʃtanza
costanza
nelle parole,
e patir ogni affanno,
Tutte
queʃte
queste
coʃe
cose
fanno coloro,
che
ʃon
son
fedeli,
&
che amano Dio,
inuocandolo
invocandolo
a tutte
le hore nelle loro operationi,
&
con humiltà
accommodandoʃi
accommodandosi
al
ʃuo
suo
nome,
che empie il Cielo,
e tutta la terra,
{56}
[52]
e come
ui
vi
ʃcriβimo,
scrissimo,
farete le
uendette
vendette
uoʃtre
vostre
e quali e
ʃimili,
simili,
come il libero per il libero,
il
ʃeruo
servo
per il
ʃeruo,
servo,
la donna per la donna,
ʃaluo
salvo
ʃe
se
non
ʃi
si
riʃcoteʃʃe
riscotesse
con contanti
ʃe-condo
secondo
il precetto di Dio,
E chi fara altrimenti incorrera nel male
mi-naciato
minaciato
da Dio.
[53]
Ciaʃcuno
Ciascuno
che
s’auicina
s’avicina
alla morte
laʃci
lasci
della
ʃua
sua
pecu-nia
pecunia
poʃʃeduta
posseduta
alla
ʃua
sua
famiglia,
e a
ʃuoi
suoi
parenti tanto di quella che
eβi
essi
ne
poβino
possino
far
l’elemoʃina
l’elemosina
douuta,
dovuta,
e
che
chi
di loro la mutera,
commettera
peccato,
e il Creatore giudichera tutti i
ʃuoi
suoi
fatti,
s’egli harà
a
ʃoʃpetto
sospetto
la
maluagità
malvagità
de beffatori,
egli
diʃponendo
disponendo
la
coʃa,
cosa,
mitigandoli gli
correggia dando il tutto
à
Dio.
Vi commandiamo il digiuno,
ʃi
si
come ancho
à
uoʃtri
vostri
anteceʃʃori,
antecessori,
accioche
uoi
voi
mostriate di temere Dio,
uoglia-mo
vogliamo
che
ʃia
sia
fatto in tempo
à
cio
ʃtatuito,
statuito,
e incerto numero de giorni,
cioé
nel
meʃe
mese
di Romadan,
nel quale
queʃto
questo
libro che
diuide
divide
il bene dal
ma-le,
male,
ui
vi
fu dal Cielo mandato.
[54]
Ciaʃcuno
Ciascuno
l’oʃʃerui,
l’osservi,
dall’Infermo,
e il
pere-grino
peregrino
infuori,
&
eβi
essi
faccino il
medeʃimo
medesimo
nel
reʃtante
restante
del tempo,
Dio
che
è
manʃueto,
mansueto,
e pio,
non
ui
vi
addomanda
coʃe
cose
grandi,
egli
ui
vi
permette,
che
uoi
voi
communemente
uʃiate
usiate
con le donne il coito notturno,
perche
egli
conoʃce,
conosce,
che egli
ui
vi
è
difficile,
&
impoβibile
impossibile
ad
aʃteneruene,
astenervene,
e
ui
vi
perdonera di
queʃto,
questo,
i ricchi hanno
meʃʃo
messo
in
uʃanza,
usanza,
che con la
limoʃina
limosina
ʃatisfanno
satisfanno
al digiuno,
Faccino l’uno,
e l’altro.
Voi fatte
queʃtion
question
di me,
affermate che io
ʃaro
saro
appreʃʃo
appresso
coloro che oreranno,
e
riʃpondero
rispondero
loro,
e daro il premio a
giuʃti.
giusti.
Quei che chiamero,
riʃpondino
rispondino
obedientemente a
miei precetti,
accioche
eβi
essi
non entrino in qualche errore.
Neʃʃuno
Nessuno
uʃi
usi
il coito con le donne ne Tempii.
Digiunate tutto il di,
e
uenuta
venuta
la
notte allhora mangiate,
e beete quanto
ui
vi
piace fino al principio
dell’-hora,
dell’hora,
la quale
ua
va
innanzi al
naʃcimento
nascimento
del Sole.
Neʃʃun
Nessun
paʃʃi
passi
queʃti
questi
termini ordinati da Dio.
[55]
Non
uogliate
vogliate
riceuer
ricever
danari per il
uiuer
viver
uo-ʃtro,
vostro,
delle bugie,
del trattar le
cauʃe,
cause,
e del giudicare.
[56]
Qudão
Quando
ʃarete
sarete
addomandati della Luna,
dite quel che
uoi
voi
ne
ʃapete,
sapete,
perche per quella
ʃi
si
conoʃce
conosce
il tempo de peregrinaggi,
e de digiuni,
ne quali
è
ʃommamen-te
sommamente
da
auertire,
avertire,
che
uoi
voi
amiate Dio,
e lo temiate.
Occidere
Occidete
gli nimici che
ʃi
si
contrapongono
à
Dio,
e cacciateli da luoghi di donde
eβi
essi
ui
vi
haranno
cacciati.
Perche la
ʃeditione,
seditione,
e la noia fanno piu danno,
che
l’occiʃioni.
l’occisioni.
[57]
Neʃʃuno
Nessuno
inimico,
che
ui
vi
ʃoprauenga
sopravenga
a Mecca,
ʃia
sia
occiʃo,
occiso,
ne
altrimen-ti
altrimenti
ʃi
si
moleʃti.
molesti.
E
tengaʃi
tengasi
per
giuʃta,
giusta,
e per buona l’entrata di
caʃa
casa
per la
porta,
e non di dietro,
o da lati.
Dio perdonerà
a gli nimici,
e
à
tutti gli
altri,
che ritorneranno
à
lui,
&
pentendoʃi
pentendosi
di tutto il malfatto gli collochera nel
Paradiʃo
Paradiso
per
ʃempre,
sempre,
tra ogni bene.
{63}
[58]
Facciaʃi
Facciasi
giudicio con
ʃopplicio
sopplicio
à
coloro,
che fanno le
coʃe
cose
non lecite.
[59]
Rendete il cambio
con-il
conil
medeʃimo
medesimo
modo
à
coloro che
ui
vi
fanno ingiuria,
e che
ui
vi
danno
mole-ʃtia
molestia
:
Spendete la
uoʃtra
vostra
pecunia nell’amor di Dio ne
uoʃtri
vostri
peregri-naggi,
peregrinaggi,
non
ui
vi
diʃperando.
disperando.
E non ritornate
ʃe
se
prima non
hauete
havete
fatto
quel che
uoi
voi
deuete
devete
ʃecondo
secondo
il
uoʃtro
vostro
potere,
ʃe
se
non
ui
vi
impediʃce
impedisce
pe-rò
però
la tema del luogo.
Chi
deʃidera
desidera
finir il tutto,
operi
ʃecondo
secondo
il
mo-do
modo
delle
ʃue
sue
facultà,
perche da Dio
ʃol
sol
ricerca una
eʃquiʃita
esquisita
per-fettione,
perfettione,
Colui che
è
impotente,
e che non
è
accompagnato dalla
ʃua
sua
donna in peregrinaggio digiuni tre di in
uiaggio,
viaggio,
e ritornato che
ʃia
sia
ne digiuni
ʃette.
sette.
A chi duole il capo,
e che
ʃia
sia
infermo,
ʃatisfaccia
satisfaccia
con la
limoʃina
limosina
il
ʃuo
suo
digiuno.
Chi fa
propoʃito
proposito
d’andar in
peregri-naggio,
peregrinaggio,
ʃi
si
ʃpogli
spogli
del mal fare,
e non
penʃi
pensi
a
coʃa
cosa
alcuna
ʃcelera-ta,
scelerata,
ne habbia alcuna inimicitia.
Dio tien conto di tutti i
beni
fat-ti
fatti
da colui che teme,
e che ha fame,
e che
è
ʃterile.
sterile.
I
Meʃi
Mesi
ordi-nati
ordinati
moʃtrano
mostrano
il tempo del digiuno,
e del peregrinaggio.
Tutti i
ʃaggi
saggi
temino la
uia,
via,
nella quale non
ʃi
si
uergogni
vergogni
domandar quel che
è
lor di bi
ʃogno.
sogno.
[60]
Coloro che ritornano di peregrinaggio,
a ripatriare,
chiamino
me Signore,
e chieggino perdono de loro peccati,
eʃʃend’io
essend’io
pietoʃo,
pietoso,
e
perdonatore,
e io
inʃegnando
insegnando
la buona Setta a
coloro,
che prima
ʃegui-uano
seguivano
la
cattiua,
cattiva,
e
maluagia,
malvagia,
e che mi
haueuano
havevano
in tutto
poʃpoʃto,
posposto,
mi
ho-norino
honorino
quanto i
Padri loro mi
honorauano,
honoravano,
e piu.
Alcuni
ʃolamente
solamente
in
queʃto
questo
ʃuo
suo
ʃecolo
secolo
pregano di
hauer
haver
bene,
e nell’altro non haranno alcun
fine.
Pregano
ʃupplicheuolmente
supplichevolmente
Dio,
che non faccia patir loro alcun
male,
e che gli faccia
ʃolamente
solamente
godere
ʃecondo
secondo
che
eβi
essi
deʃiderano
desiderano
il
bene.
Dio
eʃʃauditor
essauditor
di
queʃti,
questi,
e munerator dell’opere loro,
radoppia
i meriti,
e gli multiplica.