fac-similé réduire la fenêtre zoomer dans le manuscrit dézoomer dans le manuscrit galerie d'images
fac-similé fac-similé fac-similé fac-similé fac-similé
Arrivabene, 1547

In nome di Dio misericordioso, e Pio. CAPITOLO XXVIII.

[1] EGLI BISOGNA glorificar Dio, e ringratiarlo, քche egli ha dato alli suoi huomini un libro puro, e santo sanza alcun mescolamento di falsità, accioche col mezzo di quello possiate mettervi per via buona, e retta, che vi conduca a salute, Dica a coloro che dicono che Dio ha figliuolo, il che è pessima bugia, non conosciuta da loro, ne da lor padri, [2] Non havendo mutato altra parola, che quella, negheranno di volontà che patisca, & noi che habbiamo fatto parer loro tutte le cose mondane belle per veder chi divenisse migliore, faranno che la terra non produrra frutto.. Non gli imitare, ne ti accompagnar con loro. A maggior fede della resurrettione de morti, [3] udite l’essempio de giovani che condotti nella caverna s’addormentarono, i quali seguivano la via retta. Noi chiudemmo loro in quella caverna per alquanto spatio d’anni gli orecchi, e dopo gli risciuscitammo, e nissun di loro seppe quanto spatio haveva dormito, E questa narratione è vera, furono huomini da bene, et vennero a noi per via retta e buona, adorando Dio solo, onde per noi risuscitati dissero. Questa nostra gente adorando in luogo di Dio gli Idoli, fugga da questo peccato. Noi non gli imitaremo gia, essendo l’error loro vano e lungo, Ma adoraremo un solo Dio fattor della terra, e del cielo. Voi dunque partendovi da gli Idolatri andate alla caverna, e quivi Dio vi dara la misericordia e il vivere in abbondanza. Alcuni sono in disputa del numero de dormienti, perche chi dice che furon tre, & quattro col cane, alcuni dicono cinque, e sei col cane, alcuni sette, & otto col cane, e cosi ciascuno favella de secreti secondo la volonta sua, Dio hara il numero loro noto a pochi. Tu non ci pensare accioche tu non dica quel che tu non sai, [4] ne afferma di far cosa, se tu non dici, se Dio vorra. Quando ti dimenticherai di qualche cosa di. Tu Dio insegnami la via retta. Lo spatio del sonno che fecero i giovani nella caverna fu d’anni ccclx. {5} noto a Dio, del quale sono i secreti del Cielo, sii prudente in queste cose, perche altro non ti puo giovar che Dio. Non ti raccommandar ad altri, e leggi il mio libro a tutti, non ne mutando pero parola. [5] Non celar la divina verità, e chi vuol creda, e chi non vuol lasci stare. I credenti, e quei che fan ben non perderanno l’opera loro. [6] Essi staranno nel Paradiso tra le fonti amene, e quivi possederanno annella d’oro, catene, gioie, e bei vestiti di brocato, e bei letti indorati, {8} e questo è premio senz’alcun termine. [7] Insegna à gli huomini, che tale è la felicità della vita, quale e l’acqua piovuta di Cielo, laquale mescolandosi co parti della terra, venendo i venti, di qua, e di la spruzza, e consumata, la bellezza, e l’allegrezza, & è la sostanza di questo mondo, {10} appresso Dio son miglior cose ; le quali si concederanno à chi fa bene il di quando fara muover i monti, Dio dira allhora à tutti gli adunati. Voi che negaste che io vi havessi posto questo termine, venite pur come voi fuste creati la prima volta. All’hora aperto il libro dell’opere loro diranno. O quanto è malvagio questo libro, il quale è notato di tutte le cose picciole, e grandi. Tutti leggeranno i fatti loro in esso, e Dio non fara ingiuria a nissuno. [8] Comandando à gli Angeli che s’inchinassero ad Adamo, tutti lo fecero da Belzebub infuori. Perche dunque chiamate lui vostro nimico in luogo del figliuolo di Dio? che è piu oltraggio che la mutation de gli incredoli? Non fu testimone alcuno nella creation delle anime nostre, e del tutto, ne volle nelle mie faccende prender alcun de gli erranti. Sappiamo quel che noi diciamo. {12} [9] Non comando a Nuntii cosa alcuna se non che siamo buoni correttori. Gli incredoli disputano per confonder il vero, e cosi si ridono de miei precetti. Chi è piu malvagio di colui che sapendo i miei precetti lasciandoli, se ne va ad altri precetti? Habbiamo ne cuori loro messo piombo, e fattili sordi, e pero quantunque tu gli chiami à via buona, non ti potranno essaudire, se Dio volesse metter lor mente harebbero ogni male. Ma essi hanno il termine ordinato. [10] Mose disse un di al suo famiglio. Non ti partir mai da me fino à tanto che arriverremo à duoi mari, o che per alquanto spatio d’anni camineremo insieme. Essi giunti a due mari, si dimenticarono il viaggio de suoi pesci nel mare. Passati di la dal mare, detto al servo che apparecchiassi il desinare, disse. Noi habbiam patito in questo viaggio, et io giunto alla pietra per operation del Diavolo, dimenticaimi del pesce, ilquale se ne è tornato in mare, che bisogna maravigliarsi ? essi ritornati. disse Mose à uno, vieni, e sta con meco, al quale colui disse, tu non potrai durar meco, disse Mose. Dio volendo io durero teco. Colui adunque con Mose ne andò alla nave, e su montatovi la ruppe accioche la gente s’affogasse, disse Mose, tu hai fatto cosa molto grave, a cui egli, non diss’io, che tu non potresti durar meco ? dopo partitisi, egli occise un schiavo che rincontro, alquale Mose disse. Tu hai òcciso il servo sanza ragione, e cosi sei reio. Alquale egli rispose, non ti diss’io che tu non dureresti meco? Et egli, se tu addomanderai piu oltre di me, non lo haro piu a patientia, che ho patito pur troppo. Andati adunque insieme à una villa cercando allogiamento non furono accettati da alcuno, ma andarono a un muro che stava per rovinare, ilquale Mose sopra se sostentando disse. S’io volessi prenderei di qui pregio. Rispose l’altro, i fatti di questo separano la vostra amicitia, Ti manifestero un’altra cosa perche tu non hai potuto durar meco troppo. La Nave rotta era possession de poveri per la quale, s’acquistavano il vivere in mare, la quale, accioche il Re immenso perseguitando se degnasse accettare, la volli ridurre col rompere a nulla, e quell’altro occiso, partitosi dalla fede di tutti i suoi era incredolo. Onde temendo che fatto maggiore, non deviasse tutti i suoi dalla fede per forza, ho piu tosto voluto che Dio in suo luogo habbia messo un migliore. Il muro fu di due orfani, che sotto se loro serbava il tesoro del padre loro, i quali se Dio conducesse a gli anni della discretione, quivi troverebbero il lor tesoro. Questa occasione adunque ci separa. [11] Se alcuno ti addomandera di Alessandro, rispondi che noi gli demmo il Regno, e il giudicio in terra, e la scientia di tutte le cose, la quale egli ha sempre seguitato infino al nascer del Sole, ilquale è trovò in una fonte imbrattato, che si riposava. Al medesimo commandammo, che ritrovando quivi huomini non facesse loro ne ben, ne male. I credenti riceveranno da noi dolcissime parole, & ottima mercede, Dopo dalla sua sapientia condotto alla salita del Sole, la pervenne dove il Sole ascende sopra gli huomini, tra quali non ponemmo alcuno ostaculo. Ultimamente andando a i Monti, ritrovo huomini, che non intendevan parola: Quei che erano intorno ad Alessandro lo pregavano, che mettesse tra loro, e i vastatori delle terre montane uno ostacolo, e una chiusura, e per questo gli promessero gran pregio. Il che egli promesse, [12] e comando loro che essi portassero per fendere i ferramenti e ogni altra cosa. Il che fatto non poteron piu quei de’ monti per gratia di Dio far nocumento alcuno. Ma al termine da Dio ordinato faremo che tutti saranno chiamati, e allhora sara permesso che gli incredoli veggino il Paradiso, i quali prima privati di vedere, e di udire si pensarono, che la mia gente dovesse adorare chi chiamavano loro Dei, e daremo loro per albergo l’Inferno, perche essi si ridevano de precetti de Propheti, ne havevan fede a miracoli, ne al di del giuditio, e cosi pensando far bene, persero quanto essi hanno fatto, i benefacienti haranno il Paradiso, e non temeranno d’esserne mai cacciati, e prima mancherebbe il mare, che la parola di Dio se si potesse scrivere. [13] Io ti comando che tu non affermi se non d’esser huomo, e che testifichi non esser altro ch’un solo Dio, e che ogni huomo sperando esser con Dio, faccia buone opere, ne faccia partecipe alcuno a Dio.

IL FINE DEL SECONDO LIBRO

ripieno di falsa Religione, è bestemmie contro il figliuol di Dio, e’l Spirito santo, d’inviolabile osservanza appresso Macomettani.

notes originales réduire la fenêtre

[1] LAlcorano dono di Dio. {1}

[2] Impieta. {2}

[3] Quantunque accommoda lhistoria di sette dormienti a provare la resurrettione de morti non di meno la converte in favola ridicolosa. {3}

[4] Come e egli Propheta non sapendo cosi minima cosa esplicare ? {4}

[5] Di manifestare, e favorire la verita. {6}

[6] Il Paradiso. {7}

[7] Comparatione.. {9}

[8] Allude al libro di Daniele, ilquale dicono aprirsi nel giudicio di Dio. {11}

[9] Lofficio de Nuntii. {13}

[10] Favole giudaiche di Mose, e del suo servo. {14}

[11] Favoleggia di Alessandro che habbia serrato ne monti alcuni huomini come anchora favoleggiano i Giudei de Gog, e Magog. {15}

[12] I metalli de Ciclopi. {16}

[13] Estorto dalla hiperbole evangelica.. {17}

Notes Coran 12-21 réduire la fenêtre detacher la fenêtre

[B]

[W]

[B]

[B]

D’après le Coran, trois cent neuf années furent passées dans la caverne. Cependant, dans l’édition Bibliander de 1543, ce nombre passe à trois cent soixante (sans doute à cause de la lecture fautive d’un manuscrit ou d’une faute d’impression : « cccix » > « ccclx »).

[B]

[B]

Le traducteur lit probablement « auratis » (« dorés »), et non « auleatis » (« ornés de couvertures de pourpre »).

[C]

Dans l’édition Bibliander de 1543 (conforme aux manuscrits que nous avons pu consulter) on lit : « Proles atque substantia sunt, uitae huius saeculi iocunditas et pulchritudo ». La traduction italienne de ce passage, pourtant très clair, s’avère problématique : le mot « proles » est absent ; l’ordre des éléments de la phrase est interverti ; le complément « uitae huius saeculi » est attribué à « substantia », et non à « iocunditas et pulchritudo » ; le verbe « è » est précédé par la conjonction « & », mais aucun élément de la phrase ne saurait lui être coordonné d’une façon satisfaisante. Il est malheureusement impossible d’établir si ces problèmes sont imputables au traducteur ou au personnel de l’atelier d’imprimerie qui a mis sous presse l’Alcorano.

[B]

Cette phrase ne correspond à aucun passage du texte latin.

[B]

[B]

[B]

[B]

[B]